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Autore: _Agrifoglio_    09/04/2018    10 recensioni
Sul far del tramonto, un uomo sta dritto in piedi, appoggiato alla sua vanga, scrutando l’orizzonte, circondato da tutoli e tutoli di pannocchie, nella sua campagna in riva al mare.
Che, poi, cosa ci sarà da coltivare in un terreno semi sabbioso, con le piante esposte alla salsedine e all’aria salmastra, qualche anima pia o reproba me lo potrebbe gentilmente spiegare?!
Genere: Comico, Parodia, Satirico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Contadini disperati - Desperate peasants
 
– Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:
cannoni in combattimento innescare fiamme al largo dei bastioni di Parigi
e ho visto i raggi B balenare negli occhi di una donna soldato vicino alle porte della Bastiglia.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.
E’ tempo di zappare.
 
Sul far del tramonto, un uomo sta dritto in piedi, appoggiato alla sua vanga, scrutando l’orizzonte, circondato da tutoli e tutoli di pannocchie, nella sua campagna in riva al mare.
Che, poi, cosa ci sarà da coltivare in un terreno semi sabbioso, con le piante esposte alla salsedine e all’aria salmastra, qualche anima pia o reproba me lo potrebbe gentilmente spiegare?!
 
– Ho vissuto abbastanza per capire che, nella vita, la cosa più importante è essere circondato dagli affetti familiari. Io, per esempio, sono stato un fratello e un figlio esemplare.
 
Alcune voci fuori campo emettono un brusio di sottofondo.
 
– Io, per esempio, sono stato un fratello e un figlio devoto.
 
Il brusio di sottofondo cresce di intensità.
 
– Io, per esempio, sono stato un fratello e un figlio passabile.
 
Il brusio di sottofondo raggiunge il parossismo.
 
– Io, per esempio, sono stato un fratello e un figlio. Punto e basta. D’accordo, mia sorella mi si è suicidata sotto il naso e mia madre l’ha seguita a pochi giorni di distanza mentre io elargivo consigli da Osho in giro per Parigi. Me ne volete fare una colpa in eterno?! Va bene, mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa! Siete contenti? In fin dei conti, ho rimediato loro due sepolture vista mare! Ma un po’ di elasticità mentale no?!
 
Seguono alcuni attimi di pausa, durante i quali il contadino nota che alcune foglie di lattuga, nel suo campo, sono bucherellate. L’uomo scuote il capo, con fare pensieroso, in segno di disapprovazione.
 
– Stronze lumachine….
 
L’uomo torna a guardare l’orizzonte.
 
– Un’altra cosa essenziale, se si vuole vivere bene, è trovarsi degli amici equilibrati e normali: donne vestite da uomo, ciechi che si arruolano nell’esercito, le classiche persone della porta accanto con la testa sulle spalle. Che, se, invece, ci si circonda di compagnie un po’ sanguinarie ed equivoche, si finisce delusi e demotivati e, con la scusa di raccogliere testimonianze per scrivere memoriali sulla rivoluzione, si percorrono centinaia e centinaia di chilometri per rompere i cabbasisi a persone che si conoscono a stento….
 
– de Soisson, ti avverto, un altro sgarro e ti denuncio per violazione del copyright!
 
– Scusa, Montalbano….
 
Il contadino si passa la mano sulla fronte e prorompe in una serie di lamentazioni:
 
– Che, poi, non dico che non dovevano venire, ma sono piombati qui senza preavviso, mi hanno subissato di domande esistenziali: “Ma Oscar di che colore preferiva le rose?”, “André che avrebbe detto?”, le classiche cose di cui si parla in una caserma, per intenderci…. E tutto perché una tizia, con un piede già nella fossa, invece di passare le sue ultime ore di vita a fare la Settimana Enigmistica, si è messa a cucire rose di stoffa…. E, intanto, si sono mangiati tutte le mie pannocchie…. Ma lasciatemene qualcuna, no?!
 
Dopo un attimo di sconforto, l’uomo riprende il consueto aplomb da filosofo esistenzialista che della vita ha capito di tutto e di più.
 
– Un’altra cosa di basilare importanza è avere il giusto look. Volete mettere l’effetto di indossare una divisa su un fisico da marcantonio? E’ la morte sua! Pensate a quanto si cucca, con indosso una divisa da soldato mentre si fa il bel cetriolo in piazza peggio di ‘Ntoni Malavoglia o quando si canta “Macho Man” in taverna, insieme ai commilitoni! Adesso che, invece, sono vestito come uno sfigato, da contadino giapponese, chi cucco? Flo la piccola Robinson? Anna dai capelli rossi? Ma dai!
 
Il contadino guata in cagnesco un ciuffo di gramigna mentre, in lontananza, un cespuglio di secche sterpaglie rotola al vento e, nel sottofondo, un’orchestra – nascosta non si sa caspita dove – suona la colonna sonora de “Il buono, il brutto e il cattivo”.
Di scatto, estrae la paletta dalla cintola e, con gesto fulmineo, la affonda nel terreno. Per la gramigna, non c’è più scampo.
 
– Sentimi bene, zolla, vecchia mia, quello della gramigna è un seme da estirpare e non da coltivare.
 
L’uomo guarda serio serio davanti a sé, sputa lo stecchino di legno che ha in bocca, reclina il profilo in una posa pensosa e conclude:
 
– E, poi, cercate di non sparare sentenze a mitraglia e una scelta di vita, ogni tanto, fatela. Se no, finite come tanti sfigati, vestiti da contadini del Sol Levante, a parlare con le lumache e con le zolle di terra. E questo è quanto.







Perdonate questo divertissement estemporaneo.
L’esclamazione: “Stronze lumachine” l’ho presa dal film: “Pretty Woman” mentre la parafrasi dell’incipit ve la lascio decifrare da soli.
Dedico questo scritto a Francois79 che, con una frase da lei scritta, mi ha fatto venire in mente Alain in versione “contadino disperato”.
   
 
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