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Autore: eliseCS    09/04/2018    2 recensioni
[Questa ff resta fedele alla serie tv fino alla prima stagione, già sul finale ci sono cambiamenti]
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Eleven vince contro il Demogorgon e viene successivamente trovata da Hopper ma i due sono poi costretti a lasciare Hawkins.
Nessuno sa che lei è ancora viva e per undici anni la vita di tutti va avanti normalmente finchè dopo un brusco risveglio l'incubo sembra cominciare di nuovo.
Perchè a quanto pare anche l'Upside Down stava solo dormendo, recuperando le sue forze per l'attacco successivo.
E poi... beh, per sapere cosa succede dopo dovrete leggere, no?
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[Primo tentativo di scrittura in questo fandom - nel quale non mi sarei mai immaginata di scirvere.
I capitoli saranno pubblicati ogni due settimane, probabilmente il lunedì.
Auguro buona lettura sperando che a qualcuno possa piacere questa "cosa".
E.]
Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jim Hopper, Mike Wheeler, Un po' tutti, Undici/Jane, Will Byers
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 11
 
 
 
“Eleven!”
Mike sarebbe scattato in avanti se non fosse stato per gli altri che si erano affrettati a trattenerlo per i vestiti.
 
Mike!
 
“Non è più lei” cercò di farlo ragionare Lucas.
“Credo sia nella stessa condizione in cui eravamo noi” aggiunse Dustin.
“No, lei è più forte. Non si lascerebbe mai fare una cosa del genere. Eleven!” chiamò lui di nuovo.
 
Mike, vattene, devi andartene!
 
La ragazza davanti a loro sorrise, ma quello che le deformò il volto in realtà era più un ghigno: “Hai ragione tu ragazzino, lei è forte: non mi avrebbe mai lasciato prendere il controllo così facilmente. Per questo devo ringraziare voi in effetti” parlò.
La voce aveva ancora un’impronta femminile anche se, come era successo per i ragazzi, suonava più profonda, amplificata e distorta. I quattro la guardarono inorriditi.
“Nemmeno dopo aver ucciso il mio Demogorgon mi ha lasciato prendere il sopravvento, ed era stremata. Certo, continuava a svenire ma non mi ha mai lasciato accesso alla sua mente. Poi me l’hanno portata via, ma sapevo che alla fine sarebbe tornata, anche se devo ammettere che per questo le ho dovuto dare una spintarella...”
L’espressione colpevole era tornata sul volto di Will.
“Siete state delle pedine perfette: usarvi è servito perfettamente al mio scopo e voi siete stati ridicolamente facili da...”
 
Adesso basta!
 
La creatura smise improvvisamente di parlare.
 
Non osare aggiungere un’altra parola.
 
 
 
Quando la morsa che aveva avvertito alla sua testa si era finalmente allentata Eleven si era svegliata in una stranissima stanza.
Tre pareti erano completamente nere mentre la quarta sembrava essere un vetro dal quale poteva vedere la stanza dei laboratori dove aveva trovato il Burattinaio.
Solo che la sua visuale non restava la stessa: cambiava, si muoveva... Solo quando i quattro ragazzi avevano fatto la loro comparsa aveva capito. Era imprigionata nel suo stesso corpo, verosimilmente da qualche parte nella sua testa, e il mostro aveva preso il controllo impedendole di poter reagire in qualsiasi modo.
Le sue supposizioni erano state confermate quando poi una voce era rimbombata nella stanza commentando un “Molto bene”.
E poi il mostro aveva cominciato a parlare senza che lei potesse fare niente per impedirlo.
Quando però aveva cominciato a sottolineare quanto i ragazzi fossero state prede facili infierendo su di loro aveva, letteralmente, detto basta mettendosi a battere i pugni sulla parete in vetro concentrando i suoi poteri in essi.
E il Burattinaio si fermò.
Non era riuscita ad opporsi in nessun modo quando il mostro aveva assaltato la sua mente, era qualcosa che non aveva mai sperimentato, e una volta iniziato il processo non aveva potuto fare nulla per bloccarlo, ma forse poteva ancora fare qualcosa nonostante tutto.
 
Anche i ragazzi capirono che qualcosa doveva essere successo.
“È Eleven. Anche lei deve essere ancora lì dentro da qualche parte!” esclamò sollevato Dustin arrivando per primo a quella conclusione.
Lucas si battè una mano sulla testa: “Potresti avere ragione! Come ho fatto a non pensarci subito? ...Anche se, non so voi, ma a me ci sono volute diverse ore...”
“Qualcuno vorrebbe spiegare anche a me?” si inserì Mike non senza smettere di tenere sott’occhio la figura della ragazza che sembrava essersi momentaneamente bloccata.
“Quando il Burattinaio ha preso il controllo noi eravamo comunque coscienti: potevamo vedere e sentire tutto quello che succedeva intorno a noi e quello che facevamo” spiegò Will. “Ma come ha detto Lucas non è stata affatto una cosa immediata...”
 
Lo sguardo di Mike si illuminò: “Ma quindi alla fine come avete fatto a riprendere il controllo?” domandò.
Gli altri tre tornarono cupi all’istante.
“Non l’abbiamo fatto” rispose Lucas quasi vergognandosi. “È stato lui che ci ha lasciati andare...quando El si è offerta al nostro posto. È stata una sensazione stranissima: come se fosse scivolato da noi a lei”
“Ma magari lei potrebbe riuscirci. Insomma, stiamo parlando di Ele...” Dustin non riuscì a concludere la frase.
Lui, Lucas e Will erano bloccati contro una delle pareti allo stesso modo in cui loro stessi avevano immobilizzato Joyce e Jim in casa Byers.
Il Burattinaio di era ripreso.
 
No, smettila!
 
Purtroppo l’unica cosa che aveva ottenuto era stato di non colpire anche Mike.
Il ragazzo dopo un attimo di riflessione lasciò perdere l’intento di provare a liberare gli amici – anche perché loro stessi non si erano risparmiati di urlargli di non provarci nemmeno – e si rivolse deciso verso la ragazza guardandola negli occhi.
“Eleven, so che puoi sentirmi” cominciò serio. Non si curò neanche del fatto che il volto di lei avesse assunto di nuovo quell’espressione distorta.
 
La vera Eleven stava urlando e battendo i pugni nella sua testa, ma non si sarebbe più lasciato cogliere di sorpresa.
 
“I ragazzi hanno ragione: tu sei forte, più forte di noi sicuramente e più di qualsiasi persona abbia mai conosciuto”
 
“Stai sprecando il tuo fiato ragazzino”
 
Mike proseguì senza badare al commento appena fatto: “Se c’è qualcuno che più liberarsi quella persona sei tu. Perché sei incredibile, e coraggiosa... e non è giusto che noi ci mettiamo nei guai, ci salvi e a rimetterci sei tu. E... non è vero che non vorrei mai averti incontrata”
Se avesse potuto vederli avrebbe notato che gli altri erano rimasti sorpresi dall’ultima cosa che aveva detto.
“Incontrarti è stata la cosa migliore che mi sia mai successa, tu sei la cosa migliore che mi sia mai successa” senza neanche rendersene conto aveva cominciato ad avanzare verso di lei.
“E lo so che né questa né l’altra volta i nostri incontri sono stati in circostanza piacevoli, ma se quello è il prezzo da pagare per averti qui con noi, con me, non cambierei nulla e rifarei tutto da capo senza pensarci due volte” ormai aveva superato metà della distanza che li divideva.
Il Burattinaio se la rideva mentre Eleven, confinata nella sua testa, urlava al ragazzo di piantarla di parlare e correre via finchè era ancora in tempo.
“E mi dispiace per quello che ho detto, ero arrabbiato e deluso e in quel momento l’unica cosa che volevo era farti sentire come mi ero sentito io... farti capire quanto mi sei mancata, quanto avrei voluto che le cose fossero andate diversamente, che sarei stato ancora ad aspettarti nonostante tutto... invece di apprezzare il fatto che tu fossi viva e fossi tornata... da me. Che stupido sono stato”.
Si fermò che a separarli mancavano poco più di una ventina di centimetri.
Continuò a mantenere lo sguardo fisso nei suoi occhi e ad Eleven, quella vera, sembrò quasi di essere stata davvero raggiunta da quell’occhiata.
Dopo un attimo in cui parve indeciso prese un profondo respiro e alzò una mano ad accarezzarle la guancia.
L’espressione della ragazza non sarebbe potuta essere più stupita, anche l’Eleven intrappolata si era immobilizzata di colpo.
Una lacrima scese lungo la guancia del ragazzo mentre avvicinava ulteriormente il suo viso a quello di lei.
“Giorno quattromila e sei” le sussurrò all’orecchio.
Le prese il viso anche con l’altra mano e la baciò.
 
Nella sua testa la ragazza aveva cominciato a piangere a sua volta, ma cercò quasi subito di darsi un contegno: aveva capito quello che Mike stava cercando di fare e non poteva sprecare così quell’occasione.
Perché sentiva anche lei quello che il ragazzo stava intensamente pensando, quasi urlando nella sua mente, in quel momento.
Vieni da me. Prendi me, lascia lei. Prendi me, non opporrò resistenza.
 
Un richiamo quasi irresistibile per il Burattinaio, quello di trovare una mente pronta ad accoglierlo senza barriere o opposizioni di sorta da dover continuamente contrastare.
Bastò per fargli perdere lucidità per una frazione di secondo: quello insieme all’oda d’urto mentale che Eleven gli aveva di nuovo indirizzato nel momento in cui aveva notato le sue mani posarsi ai lati della testa di Mike, e si sentì scivolare dalla mente della ragazza a quella di lui.
 
Un forte brivido di freddo scosse Eleven non appena tornò padrona della propria testa essendo che il suo corpo era stato fortemente raffreddato a causa della presenza del suo ospite.
Di fronte a lei Mike stava impallidendo a vista d’occhio, segno che il Burattinaio stesse cercando di rendere ospitale anche quel nuovo corpo.
“Mike! Mi senti? Devi combatterlo, non lasciare che abbia la meglio su di te, non lasciarlo prendere il controllo. Mike!” lo scrollò per le spalle, ma quando lo sguardo del ragazzo tornò lucido era allo stesso tempo freddo e spietato.
“Non credo proprio...” la creatura era riuscita a prendere il sopravvento anche su di lui.
“Sciocca, pensavi davvero che lui sarebbe riuscito a resistermi quando neanche tu ce l’hai fatta?” la sbeffeggiò. “E se pensi che ti lascerò andare via così facilmente...” quelle ultime parole furono accompagnate da una forte fitta alla testa che quasi le fece perdere i senti: era lo stesso mal di testa che l’aveva costretta al sonno prima che Hopper la trovasse e decidesse di portarla via da Hawkins. Lo stesso che l’aveva fatta svenire tutte le volte che avevano provato a fare ritorno da Chicago.
“Non riuscirai a scapparmi di nuovo” sibilò.
 
Quando la ragazza lanciò uno sguardo di scuse a Will, Dustin e Lucas – ancora bloccati alla parete, spettatori impotenti di tutta la scena – aveva già preso la sua decisione.
Cercando di resistere come poteva dall’ennesimo attacco mentale indirizzò i suoi poteri contro Mike e lo scagliò al di là della breccia.
Sfruttò quell’attimo di sollievo dovuto alla sorpresa scaturita dal suo attacco per rivolgere la sua attenzione alla breccia stessa, e attingendo al massimo delle sue energie/poteri cominciò a farla chiudere.
Si avvicinò per respingere con un calcio il ragazzo che ad un certo punto aveva cercato di tornare indietro e continuò il suo lavoro stringendo i denti.
Aveva ragione di credere che chiudere quella breccia avrebbe risolto la situazione essendo quella madre: chiusa quella anche tutte le altre in giro per la città sarebbero dovute sparire.
Se aveva fortuna le cose sarebbero potute addirittura tornare alla normalità.
Ormai il varco era entrato nel pieno del processo di chiusura, la quantità di potere che stava usando era davvero elevata ma almeno sembrava che non dovesse aumentarla ulteriormente.
Adesso che tutta la sua concentrazione non era più completamente focalizzata sul chiudere la breccia poteva finalmente pensare al modo per riportare Mike indietro.
Se qualcuno aveva pensato anche solo per un istante che lo avrebbe lasciato dall’altra parte si sbagliava di grosso.
 
Fu quando vide con la coda dell’occhio gli altri tre essere rilasciati dalla sostanza in cui erano stati trattenuti fino a quel momento che agì.
Ormai mancava pochissimo, meno di un metro quasi, e la breccia si sarebbe chiusa.
Prima che potessero avvicinarsi troppo o farsi venire in mente qualche strana e probabilmente stupida idea, El saltò dentro la breccia.
Una frazione di secondo più tardi quella si era già sigillata alle sue spalle.
 
Lucas, Dustin e Will si ritrovarono impalati a fissare la parete dello stanzone di nuovo integra senza avere la più pallida idea di cosa fare.













Buon lunedì a tutti!
Come promesso ecco il capitolo. Mi dispiace non essere riuscita ad aggiornare prima durante le vacanze, ma sono state due settimane particolarmente piene e davvero non ho avuto tempo.
Lo so che questo capitolo è più corto del solito e finisce in un modo che probabilmente vi ha fatto venire voglia di uccidermi (cosa che, vi ricordo, non mi permetterebbe di continuare la storia...) ma sono fiduciosa di rivedervi tutti lunedì prossimo :)
Un grande grazie a 
HermioneRiddle e ​Clarrianne Donavon che hanno lasciato una recensione allo scorso capitolo, e un grazie anche a tutti i lettori silenziosi.
A presto!
E.
Clarrianne Donavon
   
 
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