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Autore: LorasWeasley    09/04/2018    5 recensioni
[katsudeku]
"Infine c’era Kacchan, lui era una presenza costante.
Bakugou era sempre di spalle, sempre troppo lontano da Deku.
Non gli diceva nulla, ma non se n’era mai andato, non era mai scomparso.
Per lui, Izuku non si era abbandonato completamente all’oscurità."
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Please, come back to me


Midoriya stava annegando in quel nero.
Sospeso nel nulla.
Non aveva idea di quanto tempo fosse passato, non si rendeva conto di nulla.
Stava bene li, non provava dolore, non aveva dei bisogni.
Aveva voglia di abbandonarsi, di restare li per sempre, cosa ci sarebbe stato di male?
Qualcosa lo tratteneva però.
Dei volti o semplicemente delle voci, che apparivano di tanto in tanto e poi andavano via.
Izuku non riusciva mai a raggiungerli.
C’era sua madre, con quel suo sorriso dolce e gli occhi grandi pieni di lacrime, lo guardava con uno sguardo mortificato e gli diceva che era tutta la sua vita.
C’era Uraraka con lo stesso sorriso che gli aveva visto la prima volta che si erano incontrati, un sorriso di incoraggiamento, gli diceva che ce l’avrebbe fatta.
C’era Shoto, il suo solito sguardo impassibile, gli occhi infuocati che continuava a ripetergli una sola parola: combatti.
C’era Iida, il ragazzo gesticolava, di solito arrivava insieme a Uraraka e più o meno diceva le stesse cose.
C’era All Might, che lo spronava a non arrendersi e sorridere, perché era un Hero e doveva continuare ad esserlo.
C’erano le voci di Kirishima, Kaminari, Tsuyu, Momo, Mineta e gli altri che ripetevano quasi le stesse cose.
Izuku non li capiva, cosa voleva significare? Perché non lo raggiungevano? Perché non gli spiegavano la situazione? Perché… Perché stava succedendo tutto quello?
E soprattutto, quello cos’era?
Non aveva la forza per fare nulla, non sapeva neanche da dove iniziare, non sapeva come comandare il suo corpo per raggiungerli o semplicemente per rispondergli.
Non era neanche sicuro di avere un corpo, in quello spazio infinito e piatto.
Infine c’era Kacchan, lui era una presenza costante.
Bakugou era sempre di spalle, sempre troppo lontano da Deku.
Non gli diceva nulla, ma non se n’era mai andato, non era mai scomparso.
Per lui, Izuku non si era abbandonato completamente all’oscurità.
Finché a un certo punto qualcosa cambiò.
Una nuova frase, una frase che spiccò in mezzo a tutte le altre che Midoriya aveva già sentito.
Bakugou si era girato leggermente verso di lui, aveva le mani in tasca e il volto in ombra, Deku non riusciva a vedere la sua espressione, ma quel cambiamento gli fece perdere un battito.
E quello gli fece capire che aveva ancora un corpo, doveva solo comprendere come arrivarci.
-Per favore, torna da me.
Tutti i sentimenti sopiti che provava per quel ragazzo tornarono a galla, qualcosa di caldo si diffuse sul suo petto e l’oscurità andò pian piano a dissiparsi.
 
-…chan.
Un semplice mormorio quello che uscì dalle sue labbra screpolate e secche.
Un mormorio che doveva essere un nome, il nome di una persona che non si era mai allontanata dal capezzale del suo letto d’ospedale.
Izuku pian piano riprese coscienza di se, troppo stordito per riaprire gli occhi cercò di riconnettersi con il suo corpo.
Mosse un dito e capì di avere ancora degli arti e la loro posizione, poi provò a muovere impercettibilmente il braccio, non ci riuscì. Ma si rese conto che aveva degli aghi e dei tubi infilati che gli perforavano la carne.
Più prendeva coscienza di se e più si rendeva conto del dolore bruciante che gli invadeva il corpo, in alcuni punti molto più forte rispetto ad altri.
Si chiese perché non fosse rimasto in quell'oscurità dove non provava nulla, stava così bene li…
Poi qualcosa bagnò le sue guancie, sentì una leggera esplosione alla sua destra e un vago odore di bruciato.
Aprì lentamente gli occhi, chinato sopra di lui stava Bakugou, aveva una mano poggiata sul materasso alla sua destra, lo fissava con uno sguardo che Deku non gli aveva mai visto e piangeva.
Erano le sue lacrime che continuavano a bagnare le guancie lentigginose di Midoriya.
-Kacchan- mormorò questo, lo voce meno di un sussurro, ma era più comprensibile del suo primo mormorio.
-Sei un idiota, un nerd del cazzo!- Sputò questo a denti stretti, mentre cercava di darsi un contegno senza alcun risultato –perché devi sempre metterti in mezzo a situazioni più grandi di te!? Perché non ti rendi conto di quello che provano le persone che ti stanno accanto!? Smettila di pensare solo a te stesso!
La potenza di quelle parole lo colpirono in pieno, Bakugou gli aveva sempre urlato contro, sempre.
Ma quelle parole cambiavano tutto, quelle parole erano una vera e propria dichiarazione.
Midoriya sorrise dolcemente, aveva voglia di alzare il braccio e accarezzargli una guancia, asciugargli le lacrime e stringerselo al petto.
Ma non ne aveva la forza, non ancora. Quindi continuò a sorridergli cercando di trasmettergli tutto il suo amore con lo sguardo.
Ripeté il suo nome, un semplice “Kacchan” sussurrato con amore.
Bakugou aveva smesso di urlare.
-Sei tornato… sei tornato da me.
[790 parole]
  
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