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Autore: Camila Serpents    09/04/2018    2 recensioni
“Sapere che lui l’ha trascinata con sé in chissà quale parte della foresta, che la desidera, che la brama più di ogni cosa, forse più di quanto io voglio lui, ecco Miroku, questo mi logora dentro e mi toglie il sonno, mi fa un male atroce”.
La vide andar via a grandi falcate verso la foresta, sperando vivamente non che non incontrasse qualche demone, ma che non capitasse sulla stessa strada di chi le aveva fatto tanto male.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non sarebbe voluta tornare mai più. Aveva meditato questa decisione dentro di sé per all’incirca una settimana da quando era tornata.
Le dispiaceva per gli altri, ma non aveva scelta, tutto in quel mondo le parlava di lui, il suono delle foglie che venivano cullate dal vento, le nuvole in cui spesso si erano addentrati con Kirara, i giri in bicicletta con davanti Inuyasha a guidarla alla ricerca dei frammenti della sfera.
Riguardo a quest’ultimi li aveva lasciati ben nascosti avvolti nell’armatura di Sango. Sapeva che la guerriera avrebbe saputo prendersene cura con saggezza, li aveva nascosti meticolosamente, nella sacca che portava sempre con lei.
La notte precedente aveva fatto una grande fatica a rimanere sveglia, ma c’era riuscita. I suoi compagni di viaggio erano già addormentati da qualche ora quando lei si avventò sugli effetti personali dell’amica.
Senza i cristalli sapeva che non avrebbe più potuto attraversare i due mondi. Fu una decisione che prese dopo qualche mese che Kikyo si era unita al loro gruppo. Aveva fatto di tutto per mandare giù il boccone amaro, ma divenne troppo disgustoso dopo molto poco tempo.
Quello che aveva cercato di fare era di essere superiore agli atteggiamenti dell’altra, ma mentre lei si comportava così, Kikyo era riuscita a scavarsi una scorciatoia per il cuore di Inuyasha, e senza accorgersene, erano diventati due sconosciuti.
Forse aveva sbagliato lei, che per evitare di creare inutili sceneggiate si era allontanata anche da lui e non solo da lei; ma perché Inuyasha non si era fatto avanti e non le aveva mai chiesto nulla? Perché sembrava che la sua indifferenza gli fosse a sua volta indifferente?
Non voleva credere che fosse solo per quel bacio che aveva rifiutato.
Infondo stava per accadere solo pochi giorni dopo dell’arrivo di Kikyo nella loro comitiva, possibile che fosse rimasto così tanto deluso da non volerle concedere una seconda possibilità?
La verità poteva saperla solo lui, lui e nessun altro.

* * *

“Inuyasha..”
Kikyo baciò il collo del demone disteso di fianco a lei.

“Mh..”
Lui mugulò aprendo gli occhi, seccato del sole che gli colpiva le palpebre.

“Lasciami riposare ancora un po’”.
Non finì neanche la frase che voltò le spalle alla sacerdotessa e chiuse gli occhi cercando di sfuggire alla realtà in cui si era cacciato. Tuttavia, non ottenne alcun risultato, perché il sonno non tornò e i pensieri continuarono a rimanere dove erano.
Sentì Kikyo alzarsi e allontanarsi, ma non la fermò. Non gli interessava avere la sua compagnia in quel preciso momento.
Era tremendamente seducente, magnetica, affascinante. Sapeva evocare la parte più istintiva e passionale di lui. Era consapevole del fatto che lei ci teneva al loro rapporto, e aveva sviluppato una gelosia nei confronti di Kagome.
Quando Kikyo intravide anche una più piccola attenzione rivolta ad Inuyasha incominciò a cercare di proteggere quello che lei reputava suo, lei c’era per prima e sapeva che un pezzo del cuore del demone era suo. Non voleva in alcun modo che qualcun altro si appropriasse dell’altra metà.
Qualcosa gli mancava, eppure era appagato. Kikyo lo faceva sentire forte, ma questo lui già lo sapeva. Era conscio di essere uno dei mezzi demoni più potenti che si conoscevano.
Non sapeva però, di essere sensibile, comprensivo e gentile. Non sapeva che poteva piangere senza essere giudicato, come non sapeva che una carezza e un abbraccio alle volte, potevano essere più appaganti di qualsiasi altra cosa.
“E’ nella sensibilità che nasce la forza, ricordatelo Inuyasha”.
Scrollò la testa digrignando i denti.
Decise di alzarsi e fare una camminata liberatoria, anche se sapeva già dove i suoi piedi lo stavano portando.
L’odore dell’estate impregnava l’aria, il sole batteva forte, e riscaldava la pelle del demone che aveva lasciato cadere il suo vestito lungo i fianchi, lasciando il petto scoperto.
Dopo quasi diverse centinaia di alberi vide spuntare all’orizzonte, in uno spazio privo di flora, il pozzo mangia ossa. Salì sul bordo di legno che ne circondava l’entrata, si accovacciò, con il viso volto verso il basso, fissando il vuoto nero ed impenetrabile come gli occhi di Kagome. Ne riuscì a rivedere quasi il contorno, poi le ciglia, le gote, il naso, le labbra e la fronte. Il tutto contornato dai suoi folti capelli, lunghi e profumati di quell’odore che solo lei aveva addosso, e gli sovvenne, all’improvviso, quando scoprì che cos’era.
Una sera mentre se ne stavano abbracciati lungo un torrente lui affondò il naso nei suoi capelli neri, percependone un odore nuovo che non aveva mai sentito su nessun’altra persona le chiese che cosa fosse.
Era zucchero a velo.

* * *

Sbuffò chiudendo il libro di storia.
Il suo sguardo si posò su una bottiglietta cilindrica rosa chiaro posata sul mobiletto accanto alla scrivania.
L’etichetta citava la profumazione: zucchero a velo.
Si alzò quasi infastidita, strusciando rumorosamente la sedia sul pavimento. Una volta davanti allo scaffale girò il profumo con la scritta verso il muro.
Ancora lui, un’altra volta.
Inuyasha.

   
 
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