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Autore: TheSwagMastah    09/04/2018    1 recensioni
Non può importarmi davvero, non l'ho mai incontrato, era solo un gioco, solo uno stupido gioco.
Le sue dita scorrevano sul cellulare, la sua chat aperta, offline.
Chissà con chi era. O cosa stava facendo.
Perché gli importava?
*YOONMIN*
Genere: Introspettivo, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jimin dondolava appena tenendo le mani in tasca mentre aspettava che il ragazzo accanto a lui cercasse le chiavi dell'appartamento.

All'improvviso si sentiva stupido, insicuro, era stata una decisione avventata.

In fondo non lo conosceva.

Non sapeva nulla di lui.

Eppure era nel pianerottolo spoglio, davanti alla porta dell'appartamento di Yoongi, guardando il ragazzo accanto a lui che imprecava cercando le chiavi nelle tasche del suo cappotto piene di cianfrusaglie.

E se fosse stato pericoloso? Lui non conosceva nemmeno una persona a Daegu, cosa avrebbe potuto fare in quel caso?

Cosa avrebbe detto ai suoi genitori che pensavano che lui fosse in centro con Jungkook e Tae?

Scosse la testa cercando di cacciare via quei brutti pensieri, mentre il maggiore con uno schiocco aprì la porta dopo aver trovato le chiavi.


L'appartamento non era grandissimo, ma comunque sofisticato.

"Mi hai preso un po' alla sprovvista venendo qui oggi, non ho avuto tempo di riordinare" si scusò goffamente Yoongi.

Jimin gli sorrise leggermente cercando di immagazzinare più informazioni possibili da quella casa.

Yoongi mangiava male, qua e là si trovavano delle buste di cibo d'asporto o confezioni di ramen istantaneo.

C'erano Cd e spartiti ovunque, il che dava alla casa un'aria disordinata ma interessante.

Altri ornamenti erano inesistenti, fatta eccezione per qualche pianta qua e là.

Jimin sobbalzò improvvisamente sentendo qualcosa di umido contro la sua caviglia.

Si voltò repentinamente trovando sotto di sé un adorabile esserino scodinzolante, che si abbassò subito ad accarezzare.

Il cane gli passava tra le gambe contento, mentre il padrone ridacchiava intenerito a quella scena.

"Holly è una ruffiana. Cerca di rubare coccole a chiunque" sbuffò fingendosi infastidito. "Se ti va dopo la portiamo a fare un giro".

Jimin gli sorrise annuendo, continuando a rimanere concentrato sul cagnolino.

Sua nonna gli diceva sempre di non fidarsi delle persone a cui piacciono i cani, ma di fidarsi delle persone che piacciono AI cani.

E Yoongi sembrava piacere molto a quel piccolo batuffolo che gli faceva le feste.



********




L'atmosfera si era fatta rigida e tesa.

Sicuramente Yoongi era confuso del perché Jimin fosse lì nonostante tutto quello che era successo, forse voleva delle spiegazioni dal minore.

Ma non poteva dargliele.

Semplicemente perché le motivazioni non le conosceva nemmeno lui.

Aveva semplicemente voglia di vederlo, di conoscere meglio quel ragazzo che in realtà già conosceva.

Era tutto così strano, uno sconosciuto del quale conosceva ogni cosa.

Jimin non sapeva come comportarsi, stava impazzendo.

Le immagini del film scorrevano sullo schermo da una ventina di minuti, ma non riusciva a concentrarsi.

Continuava a guardare il profilo di Yoongi con la coda dell'occhio, cercando di non farsi beccare e resistendo alla tentazione di girarsi completamente.

Lo hyung sembrava immobile, impassibile, totalmente assorto dal film.

Infilava un pop-corn alla volta tra le sue labbra sottili.

Stava fingendo?

Il suo pomo d'adamo si spostava su e giù.

Iniziava a fare caldo.

Abbassò lo sguardo per studiare le sue mani.

Candide, con le dita sottili e lunghe, delicate, ma con le vene in evidenza.

Un bracciale nero in pelle a circondare il polso sottile.

Voleva che Yoongi lo considerasse, si sentiva egoista, non sapeva cosa voleva, in quel momento desiderava solo essere stretto da quelle braccia mentre fingevano di guardare quello stupido film che per lui non aveva nè titolo nè trama.

Pensando a questo si corrucciò ed emise un tenero gemito di disappunto.

Yoongi lo guardò sorpreso.

"C'è qualcosa che non va?"

"Niente" bofonchiò il più piccolo.

Il maggiore alzò un sopracciglio, tornò a concentrarsi sul film, poggiando però un braccio disteso sullo schienale del divano.


Che fosse un invito? Jimin era confuso.


Ma in fondo chi se ne frega.

Senza pensarci si tuffò tra quelle braccia candide nelle quali ormai desiderava essere da più di mezz'ora.



********



Dopo quella sessione di baci e coccole mentre il film continuava ad andare ci fu il silenzio.

Jimin guardava per terra, mentre Yoongi avevo affondato il viso in una sciarpa enorme.

Entrambi camminavano fianco a fianco, non abbastanza vicini per sfiorarsi.

Jimin ripercorreva i momenti di quella serata, arrossendo da solo, desiderando anche lui una sciarpa come quella del suo hyung.

Yoongi lo aveva baciato piano sulla fronte, come se avesse paura di romperlo, dopo avergli delicatamente spostato la frangia con una mano.

Aveva intrecciato le dita alle sue.

Aveva leccato le sue labbra, se lo era trascinato sopra cingendogli dolcemente i fianchi con le braccia.

Si era fermato tra un bacio e l'altro, per guardarlo negli occhi, tutto questo senza dire una parola.

Quando arrivarono alla stazione si accorsero di essere in anticipo.

Jimin camminava sempre velocemente quando si sentiva nervoso.

Voleva guardare il suo Hyung per decifrare la sua espressione, ma allo stesso tempo aveva paura di sapere cosa passasse nella sua testa.

Si accorse che le sue piccole mani stavano diventando rosse dal freddo, e prese a osservarlo con una smorfia di disappunto sul volto.

Sentì improvvisamente una mano sulla sua, più grande e leggermente più calda.

Con un gesto fulmineo Yoongi prese una sua mano e se la infilò nella tasca del cappotto, intrecciandola alla sua.

Il moro sorrise.

Con Yoongi gli sembrava di stare su un altro pianeta.

Finalmente ebbe il coraggio di guardare il suo hyung, che a sua volta alzò lo sguardo per incrociare i loro occhi.

Fu assorbito per l'ennesima volta da quelle iridi color pece, che continuavano a farlo arrossire.


**********


Una voce nasale e dal volume decisamente troppo alto irruppe nella stanza, canticchiando una canzoncina infantile.

Yoongi sbuffò sonoramente, nascondendo il suo viso dietro al tomo polveroso che stava facendo finta di studiare.

Un coro di "sssssh!" si sollevò dagli altri studenti nella stanza.

Quando capirà che in una biblioteca non bisogna parlare, quel rompiscatole del suo migliore amico?

Arrivato al suo tavolo poggiò i libri con decisamente poca grazia, guadagnandosi ulteriori occhiatacce.

"Omioddio, ho ancora un amico!" ghignò Hoseok sarcastico. "Pensavo fossi morto, o che ti fossi trasferito a Busan definitivamente".

Yoongi sbuffò, rifiutandosi di rispondere all'ennesima frecciatina dell'amico.

"Ora che ti sei trovato un ragazzo sarai felice, ma cerca di tornare ogni tanto sul pianeta terra".

"Non è il mio ragazzo" precisò il maggiore piccato. "E comunque sono decisamente impegnato anche con gli esami in questo periodo".

"Ah, non è il tuo ragazzo? Ci passi ogni momento libero. Hai speso piu soldi in biglietti del treno che in alcool e CD, e questo non è da te". Hoseok poggiò la sua testa sulle mani, puntellandosi sui gomiti. "Sono mesi che uscite insieme. Vi baciate. Fate la coppietta gnegnegne". Recitò l'altro tutto d'un fiato.

Le persone nei dintorni iniziavano a ridacchiare.

"Per caso sei geloso?" lo prese in giro Yoongi.

"No amore, so che ami solo me." si pavoneggiò passandosi una mano tra i capelli "Adesso però non cercare di sviare il discorso e rispondi seriamente".

"Non gli piacciono i ragazzi. Non sono il suo ragazzo. Non so nemmeno cosa siamo non abbiamo mai chiarito nulla. E mi sta bene così. In fondo io gli ho mentito, è già tanto se posso passare del tempo con lui." snocciolò scuotendo i capelli argentati.

La bocca di Hoseok diventò un triangolo, e iniziò a sbattere ritmicamente la penna sul libro, fingendo di concentrarsi.

"Quindi anche il re dei ghiacci Min Yoongi può farsi perculare. Buono a sapersi, non avevo mai conosciuto nessuno che ci fosse riuscito" sputò fuori alla fine.

"Cosa stai dicendo?" sibilò il grigio fulminandolo.

Hoseok fece spallucce, iniziando a sfogliare distrattamente il suo libro. "Sto dicendo che sei lo svago, il giocattolino di un ragazzo giovane, che non sa cosa vuole dalla vita e senza abbastanza palle per darti un chiarimento, ma con abbastanza coraggio da tenerti al guinzaglio. Corri di nuovo da lui ti prego".


"Non sono il giocattolo di nessuno, Hoseok, e non parlarmi come se avessi tre anni, sono comunque un tuo hyung"

Hoseok sorrise vittorioso. "Usi la carta dello Hyung quando sai che ho ragione. Ho già preparato la tequila e la mazza da baseball per quando quel ragazzino ti spezzerà il cuore" finse di concentrarsi un attimo guardando il soffitto "jimin ridotto a marmellata potrà continuare a illuderti? No, non credo".

Yoongi alzò gli occhi al cielo "non sei assolutamente credibile quando fai il minaccioso. Rinunciaci. E comunque meriterei che mi trattasse male, sarebbe ripagarmi con la stessa moneta".

Il minore scaraventò letteralmente il libro che teneva in mano dall'altra parte del tavolo, sbuffando e alzando le braccia in modo plateale. "Va bene, gli hai mentito, e allora? Lo hai fatto per amore! Alla fine hai solo detto di essere una ragazza, tutto il resto era vero, compresi i sentimenti. Poi insomma, ti bacia sempre, quindi non credo che i ragazzi gli siano indifferenti. Se ti amasse, starebbe con te e basta. E invece ti sta prendendo per il culo, premendo su colpe che non hai. Ti sta giostrando come un burattinaio, hyung! E tu glielo stai lasciando fare perchè sei accecato dai sentimenti!"

"Non cercare di proteggermi Hoseok, io non mi aspetto niente da lui"

Il minore sollevò un angolo della bocca, e le sopracciglia, in un'espressione di scherno.

"E allora perché fai qualcosa che ti fa soffrire e che non ti porta a nulla?"




********



Yoongi non era come prima.

Si scrivevano pochi messaggi al giorno, ma che a Jimin bastavano sempre.

Non passavano più le ore incollati alla chat, sarebbe stato troppo strano dopo ciò che era successo, e in fondo non erano nulla.

Non erano amici, nemmeno fidanzati, nemmeno confidenti.

Semplicemente si mandavano il buongiorno, e poi si raccontavano cosa avevano fatto durante la giornata.

Dopo il discorso di Hoseok, il maggiore aveva provato a chiudere.
O anche solo ad arrabbiarsi con Jimin. lui aveva una ragazza, e lo odiava ancora.

Semplicemente voleva farlo in continuazione, ma appena lo vedeva, appena gli sorrideva, appena gli prendeva la mano, lui non poteva fare a meno di pensare che andasse tutto bene.


********


Il rumore delle stoviglie e delle chiacchiere delle persone nel bar creavano un brusio piacevole e rilassante.

"Yoongi-ssi? A cosa stai pensando?" chiese Jimin inclinando leggermente la testa.

Sapeva benissimo che quella mossa poteva fargli guadagnare un bacio sul naso, o una carezza sui capelli.

Niente di tutto ciò accadde.

Yoongi sorrise, un sorriso teso e finto.
"Nulla, sono solo un po' pensieroso, tutto qui".

Il moro sentì un dolore alla bocca dello stomaco.

Il suo hyung era venuto a prenderlo come al solito alla stazione dei treni, aveva risposto al suo bacio di saluto in modo poco entusiasta, e Jimin aveva pensato che gli esami lo stessero proprio sfiancando.

Ma non era mai successo che non lo coccolasse in questo modo.

Ci doveva essere qualcosa. Lo conosceva troppo bene.

"Parla" disse poi il moro, un peso sullo stomaco e il cuore che gli martellava nel petto.

Yoongi sospirò guardando fuori dalla vetrina del bar, il cielo grigiastro come i suoi capelli scoloriri e le persone che passavano frettolose.

Apriva la bocca e poi la richiudeva, il labbro inferiore che tremava leggermente.

Ma tutto questo Jimin non lo vedeva, fissava intensamente il tavolo sotto di lui, contando le striature, cercando di non farsi schiacciare da quell'ansia che si sarebbe potuta tagliare a fette.

"Chiudiamola qui" soffiò il maggiore in modo quasi impercettibile.

Le orecchie di Jimin iniziarono a fischiare, tutto si stava rendendo più ovattato.

"Hyung, io...tu...mi avevi detto che non mi avresti mai abbandonato. Sei un bugiardo". Disse con voce strozzata, stringendo il bordo del tavolo come se fosse la sua unica ancora di salvezza.

L'altro, dal canto suo continuava a guardare fuori dalla finestra.

"Anche tu lo avevi detto. Avevi detto che ero importante. Io non sono uno sfizio, Jimin, io non sono un capriccio, un oggetto. O mi vuoi o non mi vuoi. Non merito questo".

Il minore aprì la bocca, ma non uscì alcun suono.

Incontrò gli occhi del suo hyung, più neri che mai, così indecifrabili, ma allo stesso tempo pieni di dolore.

"Troverai la ragazza per te. Troverai qualcuno che ti ami come lo faccio io. Ma per favore. Lasciami vivere".

Jimin non riusciva più a pensare, non capiva la calma e la totale sicurezza nel tono dell' altro. Come poteva lasciarlo senza pentirsi minimamente? Come poteva lasciare andare tutto così?

"Ti riaccompagno in stazione" affermò il grigio alzandosi lentamente e recuperando le chiavi della macchina.

Nella testa del minore continuavano a vorticare le immagini di ciò che stava succedendo, non sentendo di essere veramente lì.
Yoongi che pagava alla cassa
Loro due che uscivano dal bar lentamente.
Lui che entrava in macchina e si metteva la cintura.
Yoongi che guidava con calma, ma senza prendere la strada più lunga come al solito, come quando voleva passare più tempo con lui, e anche mezzo chilometro in più faceva la differenza.

Si ritrovarono nel parcheggio davanti alla stazione, la pioggia battente fuori, e un ombrello appartenente al suo ex ragazzo/amico/amante in mano, perché "tanto ne ho altri, puoi tenerlo".

"Il tuo treno è tra 5 minuti, se non ti sbrighi lo perderai" constatò Yoongi regolando l'aria condizionata all'interno della vettura.

Jimin cercava di non far notare quanto il suo respiro fosse pesante. Il suo labbro tremava, e gli occhi pizzicavano pericolosamente. Ma per qualche strano motivo si sentiva incollato a quel sedile.

"Quando io uscirò da questa macchina non ti vedrò mai più" diede voce ai suoi pensieri, involontariamente.

"È così"

Il rumore della pioggia sul vetro.

I fischi dei treni della stazione.

Jimin non sentiva più niente.

"Mi accompagni fino al treno?" domandò timidamente.

Yoongi scosse la testa piano, gli occhi nascosti da un cappellino nero. "Non posso".

Senza dire un'altra parola Jimin uscì di fretta dall'abitacolo,sbattendo con forza lo sportello e correndo verso il suo binario, ombrello alla mano, ma chiuso.

Solo allora Yoongi poté permettersi di piangere.


***************


"È il tuo giorno, hyung" saltellò iperattivo Hoseok come un cagnolino che fa le feste.


Yoongi sbuffò dondolando i piedi, stare seduti in quella sala d'attesa con un numero appiccicato sulla maglietta diventava sempre più snervante, soprattutto con accanto una molla come il suo migliore amico.

Pensava che fosse l'incrocio tra la macchina del moto perpetuo e un pappagallo.

Cambiava continuamente posto, ormai aveva provato quasi tutte le sediette blu, e continuava a parlare con chiunque, senza sosta.

Sbuffò per l'ennesima volta.

"Menomale che ho già tante foto tue imbarazzanti così quando diventerai famoso potrò venderle e farci i soldi. Quale venderò per prima? Quella di te ubriaco che abbracci il cesso? O quella nel quale dormi e ti ho truccato? Ho l'imbarazzo della scelta!"

Hoseok era un toccasana per l'ansia.

Più parlava più aveva voglia di entrare in quella sala per fare il maledetto provino da produttore.

Finalmente quella laurea presa con tante fatiche sarebbe servita a qualcosa no?

Tra poco sarebbe toccato a lui, tirò fuori con mani tremanti i suoi spartiti dalla cartellina blu nella quale li aveva sistemati con cura.

Una piccola fitta al petto lo colse vedendo la prima, ricordando quando e per chi l'aveva scritta.

Quell'audio mai ascoltato.


Quelle cose mai dette.


Una signora bionda si sporse dall'anonima porta dell'ufficio.

"Min Yoongi" lesse sul foglio che teneva in mano.

Il grigio scattò in piedi, come una molla.

Respirò.

"Sono io".


*******


Nonostante l'aria di Seoul ormai sembrava quasi familiare, Yoongi sapeva che se si fosse mosso tra le stradine si sarebbe sicuramente perso.

I manager dell'agenzia gli avevano detto "valutaremo"

Valuteremo.

È un bel traguardo, in fondo non gli avevano detto di no.

Non vedeva l'ora di dirlo a quell'idiota del suo accompagnatore che lo aveva scaricato con un "vado a prendere l'auto, aspettami davanti all'edificio".

Tutto questo mezz'ora fa.

La macchina era solo a due isolati.

Compose il numero di Hoseok a memoria, per l'ennesima volta.

"Segreteria telefonica, il numero da lei chiamato non è raggiungibile" gli comunicò la voce metallica.

"Fanculo" imprecò stringendo il cellulare tra le mani.

Guardò gli scalini dell'edificio, valutando se sedersi fosse una buona idea.

Pioveva da un quarto d'ora ormai, erano bagnati.

Ma in fondo anche lui era fradicio, cosa gliene fregava?

Il cielo di Seoul era grigio, dello stesso colore dei grattacieli che si stagliavano su di esso.

Qualche gocciolina cadeva dalla sua frangia, facendogli arricciare il naso.

Non gli dispiaceva la pioggia in fondo.

Non ebbe nemmeno il tempo di formulare quel pensiero che l'acqua cessò.

O meglio, cessò solo sopra di lui.

Una voce, un suono flebile ma dolce, qualcosa che non sentiva ormai da mesi.

La sua melodia.

"Baby baby geudaeneun caramel macchiato
Yeojeonhi nae ipgaen geudae hyanggi dalkomhae
Baby baby tonight".

Alzò lo sguardo di scatto, vedendo un ombrello conosciuto sulla sua testa.

Il suo.

Una piccola manina paffuta teneva il manico.

Il suo cuore iniziò a martellare nel suo petto.

Non riuscì neanche a pronunciare il suo nome, che delle labbra carnose si precipitarono sulle sue.

Sorrise nel bacio, e fu grato alla pioggia che prima li aveva separati.



Adesso nascondeva le sue lacrime di gioia al ragazzo che lo stava baciando sussurrandogli che lo amava sul viso.


Jimin.



*****************

nota autrice*****#&-@-@+ LEGGIMIPORCAVACCsnsmskka

NON CI CREDO, HO FINITO UNA FF


INCREDIBILE, L'HA FATTO DAVVERO.

Okay basta. Il finale lascia a desiderare, però nella mia testa è molto meglio lo giuro.
In realtà tutto il capitolo era molto meglio, e molto particolareggiato, (sempre nella mia testa), infatti penso che appena riuscirò a buttare giù qualcosa, lo modificherò, o aggiungerò una OS a parte su questo. Mi disp di averla conclusa in modo così sbrigativo e decisamente non come volevo, ma mi è salito l'attacco d'arte (?) e ho scritto sta cosa in mezz'ora

Sentivo il bisogno di finirla, nonostante ormai siano passati anni (?) da quando l'ho iniziata, e nessuno mai la cagherà più nella vita, ma avevo bisogno di soddisfazioni come CONCLUDERE QUALCOSA FINALMENTE.

Grazie a chiunque la leggerà, e a chiunque lascerà anche una minuscola recensione per insultarmi e accusarmi di lasciare sempre le ficcy a metà ❤

Passo e chiudo.

Swagmastah.

  
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