Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |      
Autore: xXDamned_NoirXx    02/07/2009    1 recensioni
[What If?][semi-AU][Crack/Canon Pairings][Rating Giallo-Arancione]
"Letteralmente trascinato a Konoha e rinchiuso tra le mura del villaggio, Sasuke Uchiha cerca di ricominciare una vita tranquilla, ma un ANBU sembra non volerlo lasciare in pace..."

[...]Le parole erano, come al solito, ben scandite e precise, come se scelte apposta per la situazione. Poteva sentire una nota di divertimento, e tese ancora di più la mascella per controllare la rabbia. Non l’avrebbe data vinta a quello sconosciuto.[...]
Genere: Generale, Triste, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The Tormentor

 

 

01- Prologo

 

 

 L’aveva sempre saputo che Sakura era brava a tirare cazzotti.

 

Poteva distintamente ricordare i lamenti di un certo biondo e il suo volto contorto in dolore in seguito a un pugno della ragazza, quando erano ancora degli adolescenti e quest’ultima tentava con le maniere forti di sedare quella sentenza di troppo che usciva troppe volte dalle labbra del genin. Si poteva dire che Sakura stava compiendo un lavoro utile alla società…

 

… o era quello semplicemente un modo per sfogarsi?

 

 

Che importa, tanto i suoi destri facevano sempre male, da cane.

 

Naturalmente, in tutto questo lui, il genio del gruppo, era sempre quello che ne usciva illeso dai battibecchi. La testa rosa non avrebbe mai osato ferire il suo amato “Sasuke-kun”, e se Naruto ci provava il biondo si sarebbe ritrovato con un gran bel bernoccolo prima di riuscirci.

 

Ora, se non aveva mai sperimentato un colpo della ragazza, come poteva lui sapere che facevano male? La risposta è semplice:

 

Le cose cambiano.

 

Si toccò con una mano pallida la mascella, provocando scosse di dolore, che si ramificarono per tutto il volto , al semplice contatto. Anche se l’avevano guarito, con riluttanza ma efficientemente, il colpo si faceva ancora sentire.

 

L’aveva colpito senza pietà, la puttana.

 

Lo sapeva che non era giusto chiamarla così, perché nella sua posizione, era lui la puttana, e Sakura aveva avuto tutto il diritto di colpirlo e ridurlo in seguito a una poltiglia. Ma il suo orgoglio era ferito, e doveva sfogarsi in qualche modo, se non poteva fisicamente.

 

Lui, l’ultimo degli Uchiha, sconfitto da una ragazza (no, donna) di malapena la sua età?

 

Inaccettabile.

 

Ed eccolo lì, in quel buco nero che chiamavano cella, seduto sul pavimento roccioso e appoggiato ad una parete grigia e consumata e fredda, ad osservare con un’espressione calma ma tesa il soffitto che gli sembrava in quel momento oh-così interessante, ma che lo scherniva con la sua lontananza.

 

Perché le celle dovevano essere così piccole ma così alte?

Già aveva un ego notevolmente diminuito, e ora l’avevano scaraventato in un luogo che di certo non giovava alla sua situazione.

 

Abbassò il capo improvvisamente, cercando di cambiare soggetto.

Brutta mossa.

 

Sbuffò, mormorando qualcosa sotto voce, probabilmente imprecazioni, portando una mano gelida alla base del collo bianco in seguito ad un’imprevista fitta di dolore.

 

“Lo sa, Uchiha-san, non dovrebbe fare movimenti bruschi, nel suo stato”

 

 Assottigliò gli occhi scuri quando una luce colpì il lato sinistro del suo volto e al suono della voce, decisamente maschile, ferma e senza sfumature, prese un profondo respiro irritato mantenendo le mascelle tese e serrate, lo sguardo sulle mani pallide lasciate senza troppa cura a penzolare sulle ginocchia, improvvisamente molto interessanti allo sguardo provato del prigioniero.

 

Sentì un rombo basso e ovattato, che decifrò come una risata.

Non  poteva far a meno di associare il suono a un grosso felino, che osserva divertito e trionfante la sua preda, pronto ad attaccare.

E lui, il povero prigioniero, era la preda.

 

“Non capisco che senso abbia quest’attitudine…”

 

Le parole erano, come al solito, ben scandite e precise, come se scelte apposta per la situazione. Poteva sentire una nota di divertimento, e  tese ancora di più la mascella per controllare la rabbia. Non l’avrebbe data vinta a quello sconosciuto. Non importava quanto la sconfitta gli bruciasse nel petto, doveva mantenere vivo quel piccolo orgoglio che gli era rimasto.

 

“…dovrebbe essere grato al villaggio, avresti potuto subire una pena peggiore di cinque mesi di vigilanza sorvegliata dopo tutto quello che è successo”

 

‘A quel paese l’orgoglio.’

 

Si girò verso la fonte della voce, lanciando un’occhiata irritata alla figura contrapposta alla luce che fuoriusciva dalla porta aperta della cella. Come aveva previsto dalla voce, era un uomo, che sembrava decisamente scocciato, appoggiato con un braccio allo stipite dell’entrata. La luce gli impediva di identificare la figura, ma sapeva che comunque non ci sarebbe riuscito; aveva intravisto, nonostante la stanchezza, una maschera e una spada sulla persona, tratti caratteristici degli ANBU.

 

“Che diavolo vuoi?”

 

Ecco, chiaro e coinciso. Era stanco, stordito ed indolenzito. Non aveva bisogno di qualcuno che gli ronzasse attorno blaterando a proposito della sua situazione. Era già abbastanza miserabile da solo. Non gli importava  che l’avesse data vinta all’ANBU.

 

Però, ora non poco. Poteva praticamente tastare nell’aria viziata della cella la soddisfazione dell’altro, e gli costò molto autocontrollo non  attaccare verbalmente l’ANBU.

 

“Oh, niente, volevo semplicemente salutarla”

 

Un ghigno rimbombò nella stanza, ed ebbe la tentazione di coprirsi le orecchie.

 

“Dopotutto, questo è quello che fanno i vecchi amici, no?”

 

Il suo volto passò da irritato a perplesso alle parole dell’uomo, e scavò nelle memorie alla ricerca di un ANBU nel suo passato, trovando solo il suo odiato fratello. Quello che aveva davanti non poteva essere quest’ultimo, e un leggero sospetto si fece spazio sul suo volto. Forse stava giocando con lui?

 

“Bentornato a Konoha, Uchiha-san”

 

Non ebbe il tempo di aprire bocca che l’ANBU se n’era già andato, chiudendo la porta della cella con uno stridere di metallo e lasciandolo solo nel buio, pensieroso.

Le labbra diventarono una linea inespressiva.

 

‘I nervi di quello stronzo…!’

 

 

 

 

 

N.A.

 Ed ecco il prologo della mia prima fic seria: “The Tormentor” o “Il Tormentatore”. Avete già capito il motivo del titolo no? Questa fic è anta dal fatto che adoro torturare psicologicamente Sasuke e stuzzicare i suoi nervi, visto che io lo vedo più come un personaggio aggressivo che apatico.

Non vi aspettate coppie Canon, anche se sicuramente un paio ce ne saranno (tipo la JiraTsu, che è amore totale XD), ma NON farò assolutamente quelle più gettonate (es. Sasusaku, Naruhina) anche perché non lavorerebbero con quello che ho in serbo per i personaggi in futuro.

 

Ah, ed aspettatevi capitoli più lunghi; questo era solo un prologo.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: xXDamned_NoirXx