My little Princess
Joseph Richardson stava attraversando il corridoio a grandi passi, guardandosi intorno con impazienza e una punta d’irritazione: era andato al Dipartimento per parlare con Richard, di come stesse riuscendo ad infiltrarsi nella Dollhouse… e ora veniva a sapere che sua figlia, che aveva lasciato nelle mani della segretaria dell’amico ed ex collega, era scomparsa.
“Diana?! Qualcuno ha visto una bambina piccola?”
“Infondo al corridoio Richardson.”
“Grazie…”
Joe sbuffò e affrettò il passo, camminando a passo di marcia, quasi con cadenza militare, e le braccia abbandonate lungo i fianchi, rigide con le mani strette a pugno.
Quando giunse sul pianerottolo non seppe se sorridere o alzare gli occhi al cielo, trovando praticamente metà dei vecchi colleghi intorno ad una sorridente bambina bionda che si guardava intorno con curiosità, felice di essere al centro dell’attenzione e di vedere tutte quelle facce nuove.
“Se avete finito con la mia bambina, io avrei delle cose da fare…”
“Oh, non puoi lasciarla qui Joe? È così dolce…”
Miranda, una sua ex collega che teneva la bambina in braccio, sospirò e le diede un bacio su una guancia mentre Diana continuava a sorridere allegramente e Joseph sorrideva appena, avvicinandosi alla considerevole calca:
“Mi dispiace, io e questa signorina abbiamo dei programmi per oggi. Vieni con me Pulcino? O resti qui con loro?”
La bambina di un anno e mezzo esitò ma poi gli sorrise, allungando le braccia verso di lui:
“Con te!”
“Meno male, mi sarei preoccupato in caso contrario… ecco, saluta i tuoi fan.”
“Torna a trovarci!”
“Portala quando vuoi!”
“Perché sembrate più felici di vedere lei rispetto a me?!”
“Lei ha un carattere più socievole, e poi l’abbiamo adottata come mascotte.”
“Ciao!” Diana sorrise agli Auror e agitò una mano nella loro direzione da sopra la spalla del padre, che la stava portando verso l’ascensore.
“Bene signorina… papà doveva parlare con lo zio Rick, adesso cosa vuoi fare?”
“Gelato!”
“Ma che strano…”
*
Diana