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Autore: KiarettaScrittrice92    11/04/2018    2 recensioni
Quindici giorni, quindici capitoli.
L'estate che separa i giorni di Collége e di Papillon, appena passati, da quelli del liceo e della nuova vita, almeno per alcuni dei nostri eroi.
Cosa accadrà in questo breve squarcio d'estate?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Alya, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
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28 Giugno
 

Ormai il sole stava iniziando a calare e Plage Veules les Roses si stava pian piano svuotando; tutti i turisti e bagnanti se ne stavano andando, diretti agli alberghi o alle proprie dimore per cenare. Sotto la Costa d’Alabastro, invece, qualcuno sembrava non voler abbandonare la spiaggia.
Lila era comodamente sdraiata sul suo telo giallo, gli occhiali da sole arancioni e a specchio sopra gli occhi chiusi e le mani sotto la nuca, godendosi l’arietta che finalmente riusciva a percepire, mentre il sole diminuiva d’intensità. 
Al suo fianco Angelie era seduta sulla sabbia e stava leggendo tranquillamente un libro, sfruttando la luce che ancora c’era, visto che comunque mancava ancora una buona mezz’ora prima che il sole sparisse all’orizzonte. 
Marinette se ne stava sdraiata sulla sua asciugamano, a pancia in giù, facendo dondolare le gambe su e giù, poggiandosi sui gomiti e tenendo le mani sotto al mento, mentre Tikki, proprio sotto di lei, sgranocchiava un biscotto; a dirla tutta quasi tutti i kwami erano fuori, vista l’assenza di altri esseri umani a parte le ragazze.
Infine Jinnifer era sulla battigia, con la sua reflex appesa al collo che, ogni tanto, quando trovava la posizione e l’inquadratura migliore, sollevava all’altezza del viso per poi scattare la fotografia, sia dal lato del mare, che dal lato della bianca scogliera alle loro spalle; il tutto con Spott poggiato sulla spalla, che ogni tanto doveva togliersi i lunghi capelli rossi dal musetto, sputacchiando un po’.
«Ombrellone restituito...» disse Nathaniel, tornando dalla zona privata della spiaggia, quella occupata dai lidi e dai ristornati e in cui vi era il negozio in cui affittavano sempre l’ombrellone per il sole.
«Credo che gli altri siano andati a cercare la legna più in là, vicino alla scogliera.» disse l’italiana, senza muoversi dalla sua posizione, come stesse parlando nel sonno.
«Vado ad aiutarli…» rispose lui, ma appena lo disse li vide arrivare.
I due gettarono un mucchietto di legno ciascuno sulla spiaggia, non era tanto, il giusto per fare un piccolo falò in cui arrostire la cena che si erano portati e fare luce quando sarebbe completamente calato il sole.
«Non ho mai assaggiato il camembert arrostito sul fuoco, magari è buono.» disse il kwami nero, uscendo anche lui dalla borsa da mare, mentre già si leccava le labbra.
«Veramente durante i falò con Martha te ne ingurgitavi anche dieci pezzi a volta.» puntualizzò Penn, svolazzando fuori dallo stesso luogo e poggiandosi sulla spalla del suo portatore.
«Cosa c’entra! Quello era finto, insomma il camembert che vendono in America non può essere paragonato a quello originale francese.» fece stizzito Plagg, incrociando le zampette sul petto.
«Beh comunque è ancora presto per il falò: il sole deve ancora tramontare.» intervenne la ragazza inglese, che si era avvicinata nuovamente al gruppo.
«Già… Anche se io inizio a sentire un po’ di freschetto…» fece Marinette, storcendo la bocca e strofinandosi le mani sulle braccia, lasciate scoperte dalla t-shirt rosa acceso che indossava.
«Lila, non pensi che dovresti vestirti? Sei l’unica ancora in costume da bagno, non hai freddo?» le fece il rosso, osservandola ancora lì, tranquillamente sdraiata nella stessa posizione. Lei, per tutta risposta fece uno sbuffo scocciato, mettendosi seduta e alzandosi gli occhiali sui capelli castani.
«Sì, forse hai ragione…» rispose, per poi allungarsi verso la sua borsa mare e prendere un paio di shorts di jeans e una camicetta bianca a maniche lunghe. Li indosso, legandosi il fondo della camicetta sul fianco, lasciando una parte del ventre scoperta.
«In attesa che tramonti il sole forse dovremmo vedere se abbiamo tutto l’occorrente per la cena.» propose Adrien, mettendosi seduto di fianco alla sua fidanzata.
«Paura di rimanere a digiuno, micetto?» lo pizzicò l’altra modella, chiudendo il libro, di cui finalmente aveva finito il capitolo.
«Che fai, ora cominci pure tu a prendermi in giro?» chiese il biondo, assottigliando lo sguardo verde, mentre si rivolgeva alla collega, ma lei alzò semplicemente le spalle, sorridendo divertita.
«Comunque non ce n’è bisogno, mon minou, l’abbiamo già fatto due volte prima di uscire di casa questo pomeriggio.» lo rassicurò Marinette accarezzandogli la gamba fasciata dai jeans grigi, l’unico punto a cui arrivava con le mani, messa ancora nella sua posizione a pancia in giù, stesa sul telo.
«Sarebbe bello se qualcuno sapesse suonare la chitarra come la suonava Jack.» disse con occhi sognanti Holly.
«Chi è Jack?» chiese la sua portatrice.
«L’ultimo possessore del mio Miraculous prima di te.» rispose la piccola volpe con la sua vocina dolce.
«Era bravo?» domandò incuriosito Adrien.
«Era un fan sfegatato di Jimi Hendrix e non si staccava mai dalla sua chitarra.» precisò Wayzz.
«Mi piacerebbe imparare a suonare la chitarra.» commentò nuovamente il biondo, storcendo la bocca e poggiando le mani sulla sabbia alle sue spalle.
«Sta tramontando!» esclamò la corvina di fianco a lui, facendo in modo che il mare all’orizzonte calamitasse lo sguardo di tutto il gruppo, composto da umani e kwami.
Il sole aveva appena sfiorato il pelo dell’acqua, mentre l’intensità della sua luce si faceva sempre più tenue. Il tutto accompagnato dal profumo pungente della salsedine, dal suono quasi cullante delle onde che s’infrangevano sulla spiaggia e dalla leggera brezza marina che accarezzava i loro visi e le parti scoperte dei loro corpi.
Rimasero lì, completamente incantati da quello spettacolo indescrivibile, seguendo quasi con ammirazione il sole che, più scendeva, nascondendosi dietro il filo dell’orizzonte, più assumeva le tipiche tonalità arancioni del tramonto.
«Wonderful…» si azzardò a dire Jinnifer, nella sua lingua madre, in quel silenzio assoluto.
Non aveva nemmeno alzato la macchina fotografica per fare qualche scatto, come se non volesse rovinare quel momento, ma piuttosto goderselo appieno, vederlo dal vivo e non attraverso un obbiettivo: in modo che il ricordo le rimanesse solamente nel cuore. D’altronde, ne era sicura, stavano pensando tutti la stessa identica cosa: tutti e quattordici, assieme, ad ammirare uno degli spettacoli più belli della natura.
Marinette si mise finalmente seduta, avvicinandosi di più ad Adrien e poggiando la testa nell’incavo del suo collo, mentre lui le avvolgeva le spalle con un braccio.
«Forse… Forse ci conviene accendere il falò, prima che faccia troppo buio per vederci qualcosa…» disse Nathaniel, dispiaciuto d’interrompere quel momento magico.
«Sì, hai ragione.» gli diede man forte il cinese, per poi avvicinarsi alla legna e prendere dalla tasca la scatola di fiammiferi che si erano portati da casa.
Ci volle qualche minuto prima che un bel fuoco scoppiettante iniziasse a scaldare l’aria che era diventata alquanto gelida: il sole ormai era completamente sparito, lasciando un piccolo alone viola all’orizzonte, mentre le prime stelle erano già spuntate, puntellando il cielo nero.
Ben presto sopra le fiamme si allungarono bocconcini di carne, infilzati in lunghi rametti, il tutto mentre le risate e le chiacchiere animavano quell’ultima serata della loro estate assieme.
Era vero, tornati a Parigi avevano ancora tutto il mese di luglio e quello di agosto per godersi il riposo, ma sicuramente non si sarebbero divertiti allo stesso modo che stando lì: sarebbe tornata la solita routine, i compiti estivi da fare, i piccoli problemi da eroi da risolvere. Per questo motivo avevano deciso di fare quel falò, quella sera, per godersi appieno l’ultimo vero giorno di vacanza.

  
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