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Autore: Rarexx    11/04/2018    1 recensioni
«E mi abbracci, forte, come se fossi potuto cadere da un momento all'altro, ma tu saresti rimasto lì, a trattenermi dalla caduta.»
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E sei qui, con me, nonostante tutti i miei errori, nonostante tutte le volte che ci siamo allontanati, e poi siamo tornati sempre l'uno dall'altro. Perché semplicemente non siamo mai riusciti e mai riusciremo a stare senza un contatto, anche solo visivo, tra noi. Ma tanto semplice questo non è; siamo come due calamite, ci attraiamo l'uno all'altro, come due poli opposti. 
E' sempre stato così per noi. L'uno con l'altro contro tutto e tutti. A sorreggerci a vicenda, o a cadere insieme. 
E cosa c'è di più puro di questo nostro amore? La gente non lo capisce, non capisce che non importa chi si ami, ma come lo si fa.

La tua mano sfiora la mia, chiudo gli occhi per un secondo e mi beo di questo contatto. Mi spunta un sorriso sulle labbra, involontario.

Apro gli occhi e sei esattamente davanti a me, con quei tuoi occhi neri che mi penetrano l'anima.

Tutti a dire che gli occhi azzurri sono i più belli, ma ancora non hanno visto i tuoi occhi. Così neri, come se nascondessero qualcosa. Così profondi. Mi è sempre piaciuto perdermici dentro, come a voler scoprire qualcosa di te, della tua anima, dei tuoi sentimenti, delle tue paure...qualsiasi cosa. Ho sempre amato i tuoi occhi, sin dalla prima volta che ho incrociato il tuo sguardo.

Il tuo sorriso è sempre rassicurante, ti avvicini a me e mi lasci un dolce bacio a fior di labbra. Un dolce e semplice bacio che racchiude tutto il nostro amore.

"A volte l'amore fa male. Ti entra dentro e distrugge ogni piccola particella della tua anima. E' un donarsi all'altra persona. Ma a volte può far male, distruggerti dentro." mi dici.

"Cosa intendi dire?" Ti chiedo con un'espressione confusa in volto.

"Io mi sono completamente donato a te e tu?"

Non capisco dove vuoi arrivare, ma annuisco, come a dirti che tutta la mia anima ti appartiene, ma non ti basta, mi chiedi di dirtelo, di urlartelo.

"Hai tutta la mia anima, tutto me stesso. Mi sono completamente donato a te. Sei tutto ciò di cui ho bisogno nella mia vita, sei quel raggio di sole che è entrato nel mio cielo grigio e ha illuminato tutto. E ti sono grato per questo, mi hai salvato, e ti amo, ti amo così tanto" ti sussurro, ormai ho iniziato a piangere, mi sono reso vulnerabile ai tuoi occhi. Ma non mi importa, perché sei tu. Vedo un piccolo sorriso nascosto dalle tue lacrime. E mi abbracci, forte, come se fossi potuto cadere da un momento all'altro, ma tu saresti rimasto lì, a trattenermi dalla caduta.

Non capisco cosa stia succedendo...l'ambiente intorno a noi inizia a scomparire... non avverto più il tuo tocco, la tua voce si fa sempre più lontana.

"Non lasciarti distruggere"

Apro gli occhi e mi ritrovo nel nostro letto, avvolto nelle coperte che sono impregnate del tuo profumo. Sorrido d'istinto. Guardo di fianco a me e non ci sei. Un cipiglio si forma sul mio viso.
È stato solo un sogno.

Esco dal letto e inizio a scendere le scale, chiamando il tuo nome "Hey Chance dove sei?", entro in cucina, ma non ci sei, in bagno nemmeno, il salotto è vuoto.

Controllo il cellulare e mi ritrovo 50 messaggi e 10 chiamate perse.

Spero in un tuo messaggio in cui mi avverti dove sei andato...ma nulla da parte tua.

Sono 20 messaggi da mamma, 10 da Claire, 5 da Aaron, 10 da Jordan e altri 5 da Colton.

I messaggi dicono tutti più o meno la stessa cosa.
Uno di Colton, il tuo migliore amico, mi colpisce. Sono piú o meno le tue stesse parole nel sogno.

Da: Colton

"Non lasciarti distruggere, l'amore fa male a volte. Ma devi andare avanti, per tutti e due."

Molti messaggi sono invece preoccupati per me.

Da: Aaron

"Tyler, per favore, non fare cazzate okay? Ti voglio bene amico, domani passo da te x"

"Tyler, rispondi ti prego, perché non apri nemmeno alla porta?"

"Amico..mi dispiace tanto. Ti sono accanto"

E altri, tutti quasi uguali.

Guardo le chiamate e sono tutte dai miei amici e un paio da mia madre.

Richiamo lei, la donna che mi ha messo al mondo, di cui mi fido ciecamente, voglio sapere che è successo.

Mentre aspetto che risponda, guardo il nostro salotto, ci sono nostre foto ovunque.

Una mi colpisce subito.

La nostra prima foto insieme, come scordare quel momento?

*inizio flashback*

Eravamo in spiaggia, dove ci eravamo incontrati la prima volta, tu mi prendesti la mano e attorcigliasti le tue dita alle mie. Il mio cuore aveva mancato qualche battito, me lo ricordo bene.

Prendesti il tuo cellulare e mi dissi allegro, come sempre del resto, "Facciamoci una foto, un momento come questo deve essere ricordato e impresso", avevi un sorriso che andava da un orecchio all'altro, quel sorriso che amo tanto.

*fine flashback*

"Tyler, amore, stai bene?"

La voce preoccupata di mia mamma mi distrae dai miei pensieri.

"Si mamma, tutto apposto tu?"

"Tyler...mi dispiace. Sicuro di stare bene?"

"Perché? Che è successo? Ah e mamma, sai per caso dov'è Chance? In casa non c'è e non ha lasciato alcun post-it, nè nulla. Sai ho deciso; mi sono finalmente deciso a fargli la proposta. Stasera lo porto fuori a cena" gli dico felice. Sorrido, non vedo l'ora di chiedergli di essere mio per tutta la vita.

Sento dei singhiozzi dall'altra parte del telefono.

"Mamma...? Mamma perchè piangi?", sono preoccupato, lei non piange mai. L'ultima volta è stata qualche anno fa, alla morte di papà. Non l'ho più vista piangere da allora, è sempre andata avanti, a testa alta.

"Mi dispiace così tanto" mormora tra i singhiozzi

"Spiegami che succede, ti prego"

Non sento niente dall'altro capo del telefono, poi un sussurro arriva alle mie orecchie

"Chance non c'è più" 
E all'improvviso tutti i ricordi di ieri mi assaliscono, come un'ondata di acqua gelida in pieno inverno.

Non sento più i singhiozzi di mia madre, non sento più nulla. Il cellulare mi cade dalle mani.

La consapevolezza che tu non ci sei più mi uccide, mi logora dentro.

*inizio flashback*

Ero a casa, ad aspettare il tuo ritorno. Eri uscito con tua sorella, la dolce Abbie, l'avevi accompagnata a fare shopping, dopo che ti aveva praticamente supplicato in tutte le lingue, cedesti. Sapevi che alla fine avresti ceduto, hai sempre voluto un mondo di bene alla tua sorellina piú piccola.

"Non mi aspettare per cena, probabilmente ci fermeremo al Mc o in qualche pizzeria" mi dicesti.
Presi il tuo cappotto e te lo misi su, poi ti avvicinasti a me e mi lasciasti un bacio casto accompagnato da un "Ti amo", sorrisi. "Anche io" risposi in un sussurro.
Mi alzai dal divano e venni a chiudere la porta.
"Fate attenzione, e non tornare a casa come una donna ciclata che ti sbatto fuori a calci in culo" risi. Ridesti anche tu, mi facesti l'occhiolino e te ne andasti.

*inizio flashback*

Ma non lo immaginavo, non avrei mai potuto immaginare che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui avrei visto i tuoi occhi, in cui avrei sentito la tua voce, in cui avrei baciato le tue labbra.

*inizio flashback*

Il mio telefono squillava, e dopo una corsa per prenderlo riuscii a rispondere "Pronto?" risposi incosciente di ciò che sarebbe successo da lí a pochi minuti.

"Parlo con il signor Pierce?" mi domandò un uomo. Penso sia stato sulla cinquantina. 
"Si, con chi parlo?" il mio tono di voce prettamente confuso.
"Sono il signor Gonzales, ufficiale della polizia"
"Buongiorno signore, perchè mi chiama?" ora ero preoccupato, non riuscivo a capire, che era successo?
"Mi dispiace...c'è stato un incidente all'incrocio di via Einstein e via M.L.King, il ragazzo qui, Chance Perez, è stato coinvolto. Ha perso molto sangue, i dottori stanno facendo di tutto per salvarlo, ma ha perso davvero molto sangue, e non siamo sicuri sia possibile salvarlo" il suo tono era fermo, deciso. Come se tutto quello non lo scalfisse nemmeno un po'.
Ma alla fine doveva esserci abituato no? Era il suo lavoro.

Mi sentii crollare a quelle parole. Il mio Chance stava rischiando di perdere la vita. Tu, la persona più importante per me, la persona che amavo, stavi per morire. E io stavo morendo con te.

Senza nemmeno pensarci uscii di casa, dritto verso l'incrocio indicatomi, e ti vidi.
A terra ricoperto di sangue, tutti i medici intorno a te.
La paura di non poterti piú stringere, di non poterti piú baciare, di non poterti piú dire di amarti, si fece largo dentro me.
Iniziai a spingere i poliziotti, i medici. Iniziai ad urlarti di restare con me, di non lasciarmi solo, ti ho urlato che ti amavo.
Ma tu non mi sentivi, ormai eri andato, dove il tuo destino aveva deciso. E con te, era andato via anche il mio cuore, perché il mio cuore ti apparteneva ormai da tanto tempo.

*fine flashback*

Sento il campanello di casa suonare, non ho voglia di aprire la porta. Non voglio piú fare niente. Nulla ha senso senza di te.

Tu che riempivi le mie giornate, tu che mi facevi sentire amato anche quando litigavamo. Tu che eri tutto ciò per cui vivevo. Tu che ora non ci sei piú. Tu di cui ora mi rimangono solo dei pezzi di carta, delle fotografie e dei ricordi. Tanti, bellissimi, ricordi. I migliori della mia vita, tutti con te.

Non ho più voglia di far nulla, ho voglia di smettere di parlare con chiunque, ho voglia di smettere di cercare di aiutare gli altri a star bene. Non ho più voglia di baci, abbracci e carezze. Non voglio più innamorarmi, perchè tu eri l'unico. Voglio solo rinchiudermi in me stesso. E chissene frega se è sbagliato. Vorrei poter passare le giornate a distruggermi di droga e alcool, non mi importa, è sempre meglio che farmi distruggere dalla tua assenza.

Io voglio stare con te oggi, domani, il giorno dopo ancora e per sempre, è così difficile da capire? Dio mi odia così tanto?

Intanto il campanello non ha smesso di suonare, quindi mi alzo dal divano, e vado ad aprire alla porta.
Due braccia mi stringono, forte. Come a volermi sostenere, ma non sono le tue braccia. Le uniche di cui ho bisogno ora.

La guardo negli occhi, è uguale a te. La piccola dolce e innocente Abbie.
Ha gli occhi rossi, sta male, proprio come me.
Mi guarda, in cerca di aiuto. Ma come posso io aiutarla quando il primo che ne ha bisogno sono io?

"Non è reale..." sussurra, guardandomi con occhi speranzosi...ma io scuoto la testa, e delle lacrime iniziano a rigare il mio viso, di nuovo.
Lei si getta di nuovo tra le mie braccia e cadiamo entrambi sul pavimento, uno avvinghiato all'altra. A cercare di sostenerci. I nostri singhiozzi si fanno sempre piú forti.
La realtá ci colpisce in faccia, ci distrugge.
Tu non ci sei piú.
È questa la realtá.
Ma che realtá è senza di te?
Non esiste piú un posto per me senza di te.

"Ti amava cosí tanto" mi sussurra tra i singhiozzi.
E io non ce la faccio, scoppio in singhiozzi piú forti.
"In macchina stavamo parlando di te, mi ha raccontato tutto, di quanto ti amasse, di come avrebbe voluto passare tutta la sua vita con te, e magari avere una famiglia. Tu e lui. Era felice, lo vedevo dai suoi occhi." parlava piano, come se fosse un segreto da custodire.
"Volevo chiedergli di sposarmi" sussurro.
Lei mi guarda, le lacrime non smettono di scendere.
"Volevo promettergli tutto il mio amore, volevo unirmi a lui per sempre"
"Ne sarebbe stato entusiasta" mi sorride dolcemente lei.

E restiamo avvinghiati sul pavimento con gli occhi persi, per qualche ora.
Poi lei se ne va e io resto di nuovo solo.
Solo senza nessuno.
Solo senza te.
Riuscirò mai ad abituarmi alla tua assenza?
Ho sempre pensato che l'amore ti travolgesse. Ma non mi sarei mai aspettato che mi avrebbe anche distrutto.

*inizio flashback*

Ero circondato dai soliti bulli, sempre le solite persecuzioni. Il motivo? La mia omosessualità.

Ero gay dichiarato, e non me ne vergognavo.
Il primo periodo dopo il mio coming out fu abbastanza sopportabile, poi iniziarono i pestamenti, le minacce, gli insulti.
Non riuscivo a reagire, subivo in silenzio.
Tutti gli insulti.
Tutti i pestamenti.
Tutto di tutto.
Finchè un giorno un ragazzo nuovo, da due occhi completamente neri, entrò nella mia vita.
Era nuovo a scuola, ma dopo nemmeno un mese era diventato uno dei piú popolari.
Come biasimarlo?
Era un ragazzo bellissimo, il piú bello che io abbia mai visto. 
Lo sguardo duro, ma dolce allo stesso tempo.
Tutte le ragazze della scuola, dalla piú antisociale alla piú popolare, non avevano perso tempo a cercare di farsi notare da lui.
Ma nessuna sembrava essere di suo interesse.
Mi attirava quel ragazzo, non fisicamente, cioè anche, ma non solo quello.

Eri tu quel ragazzo.

Ci conoscemmo durante l'ora di chimica, che io odiavo con tutto me stesso, ma che poi diventò una delle mie materie preferite, solo per te, quel ragazzo dagli occhi neri pece.
"Tu hai capito qualcosa?" mi chiesi nell'orecchio
"Un cazzo" sbottai girandomi verso di te.
Sghignazzasti e mi prendesti la mano, trascinandomi fuori dall'aula, con il professore Robinson ad urlarci contro.
Ti misi a correre trascinandomi dietro di te, ridevi, e cavolo la tua risata era così contagiosa che iniziai a ridere anche io.
"Tyler giusto?" mi chiedesti dopo aver finito di correre e aver preso fiato
"Si, e tu Chance dico bene?"
"In persona baby" rispondesti, esponendo un sorriso a trentadue denti.
Le farfalle nel mio stomaco non tardarono ad arrivare, ricambiai il sorriso, nella maniera piú semplice.
"Oddio, non ci posso credere" urlasti tu. "HAI LE FOSSETTE" urlasti sempre piú forte, infilando un dito in una di esse.
Risi "A quanto pare si, ma ora zitto che poi ci scoprono"

*fine flashback*

Non avrei mai immaginato che poi saremmo finiti insieme, eppure fu così.

Tu, il ragazzo più bello che io abbia mai visto, mi chiedesti di uscire. Ero esaltato.

Mi piacevi, mi piacevi molto.

*inizio flashback*

"Quindi? Dove mi porti?" era il nostro primo appuntamento, dio com'ero felice.

"Lo scoprirai" mi lasciasti così, senza rispondere veramente.

Mi portasti in un ristorante, non troppo elegante, un ristorante semplice. Mentre mangiavamo non riuscivo a toglierti gli occhi di dosso. Quasi non mi sembrava vero.

Poi mi portasti in un parco isolato, e guardammo le stelle insieme.

Il resto non si può dire, dico bene?

Il miglior primo appuntamento di sempre.

*fine flashback*

Con te era sempre così, mi sorprendevi sempre. Sia nel primo che negli altri appuntamenti. Ecco cosa mi piaceva di te.

Ti ho amato per tutti questi 5 anni, e avrei voluto più tempo per noi, per te. Tu meritavi di vivere più di chiunque altro. Avevi quel sorriso che avrebbe fatto passare il mal umore a chiunque.

Custodisco il ricordo di quel giorno dentro di me, nessuno saprà mai cosa è successo davvero. La considero solo cosa nostra. Il nostro segreto speciale.

Dopo quel giorno ci misimo insieme, formavamo una bella coppia.

Quando a scuola facesti il tuo coming out, dicendo che ero il tuo ragazzo, incominciarono anche a perseguitare te, me lo ricordo bene.

Quindi decidemmo di cambiare scuola, insieme.

E lì, andò tutto per il meglio.

 

Chance, mi manchi.

Sto morendo dalla voglia di guardarti di nuovo negli occhi.

Ho una voglia matta di rivederti appena sveglio, accanto a me, la mattina, con i capelli sparati da ogni parte, il viso ancora assonnato, sentire la tua risata e le tue imprecazioni per i tuoi capelli tutti spettinati.

Era così sbagliato essere felici insieme?

Ho bisogno di te, sento che questo mondo non mi appartiene più se tu non ci sei...fa così male.

Alzarmi la mattina e non averti accanto.

Andare in cucina e stare a guardare i fornelli, dove tu ogni volta sperimentavi piatti nuovi.

Andare a dormire senza prima far l'amore con te e poi dormire tra le tue forti braccia.

Mi manca tutto questo...mi manchi tu.

Mi hai detto di non lasciarmi distruggere, ma come faccio ad andare avanti senza te al mio fianco?

Promettimi solo che mi aspetterai.

   
 
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