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Autore: giucri89    12/04/2018    1 recensioni
Il sogno di Kim NaNa è quello di diventare una segretaria di direzione ma non ama gli straordinari, in quanto persona pigra o come ama definirsi "a risparmio energetico". Al contrario Park ChanYeol è un tipo dinamico; è Chaebol di III generazione a cui sta stretto questo titolo. L'ultimo dei suoi desideri è, infatti, quello di sedersi in un ufficio tutto il giorno. il suo sogno è sfondare con la band da lui creata insieme ai suoi amici, gli EXO. Cosa succederà quando le strade lavorative di Nana e ChanYeol s'incontreranno? Soprattutto dopo un evento particolarmente imbarazzante che li ha coinvolti qualche giorno prima...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chanyeol, Chanyeol
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 28
 
 
I tuoi occhi sinceri e le tue storie silenziose
giravano insieme in quella notte.
Ho perso me stesso e la mia unica anima
nella tua profonda immagine.
Ero completamente ubriaco dei movimenti del tuo corpo,
che ho dimenticato pure di respirare.
Ti siedi alla leggera come un in valzer
e non posso toglierti gli occhi di dosso.
I miei occhi seguono con naturalezza ogni passo che fai.
Guidami, nel posto in cui vivi, portami con te.
Oh, ti seguirò anche fino alla fine del mondo.
Don’t Go-EXO
 
 
- ChanYeol -
 
NaNa è andata su con il fratellino. Chissà di cosa staranno parlando. Ormai è parecchio che sono saliti. Forse dovrei andarmene? No, non posso andare via così senza salutare NaNa e soprattutto senza chiudere il discorso che abbiamo iniziato prima che il fratello ci interrompesse. Non che ci sia, comunque, molto da discutere. La nostra storia sembra sempre di più dinanzi ad un vicolo cieco. Ad un tratto sento aprire la porta d’accesso al piano superiore, vedo NaNa avvicinarsi con un’aria non molto felice in volto. «ChanYeol, scusalo. Probabilmente si è comportato così a causa della stanchezza. Adesso si è addormentato. Mi dispiace». «Figurati. Questa è casa sua, sono io l’intruso. Sono io che dovrei scusarmi». Restiamo in silenzio per qualche minuto. Non so davvero come riprendere il discorso di prima, e suppongo che anche per la controparte sia lo stesso. «T-ti va un po’ di tè?», domanda NaNa, rompendo timidamente il silenzio tra di noi. «Sì, ok», rispondo solamente. Si allontana verso il bancone per poi tornare dopo qualche minuto con due tazze. Prendo la mia e mi fa cenno di sedermi in uno dei tavoli del locale. Ancora quest’imbarazzante silenzio. «Hai avuto notizie dei tuoi? Come sta tua nonna?», domando cercando di rompere il ghiaccio. «Sì, prima ho avuto modo di sentirli. Pare che non sia niente di grave ma comunque terranno ancora mia nonna in osservazione, così, i miei genitori resteranno ancora lì». «Lì… dove?». «Ah, giusto, tu non lo sai, ma mia nonna vive a Busan. Mia nonna è la mamma di mio papà. Mio padre è, infatti, originario di Busan ma quando era molto giovane a causa del lavoro di mio nonno tutta la famiglia si trasferì a Seoul. Quando mio nonno, qualche anno fa, è venuto a mancare mia nonna decise di tornare nella sua città natale da sola, dicendo che la sua città continuava a mancarle. Mia nonna è ormai avanti negli anni e i miei sono molto preoccupati, un’anziana signora che vive da sola. Molte volte le hanno chiesto di tornare a Seoul ma lei si rifiuta categoricamente. Mia madre e mio padre quando hanno un momento libero vanno a trovarla, ma come ben capirai, gestendo una caffetteria, il tempo libero non è poi molto. Vorrei tanto che la nonna si convincesse a tornare a Seoul e vivere con noi. Potremmo così vivere tutti insieme più tranquilli», si confida NaNa sospirando. «Mi dispiace per questa situazione che ti fa soffrire». «Non importa, non è mica colpa tua». «Già questa colpa non è mia, ma di altre non si può dire lo stesso», confesso abbassando lo sguardo. «ChanYeol…», pronuncia dolcemente NaNa per poi avvicinare una mano al mio volto. «… forse l’ho capito pienamente solo adesso, o forse nel profondo del mio cuore lo sapevo già da tempo, non è assolutamente colpa tua. A volte penso che se non ci fossimo conosciuti sarebbe stato molto meglio, ma poi mi vengono in mente tutti i nostri piccoli momenti felici insieme. Ed è in questi momenti di debolezza che, invece, penso che non vorrei mai dimenticare nessuno di essi, anche scambiandoli con l’immenso dolore che sto provando adesso. Ci siamo incontrati, ci siamo innamorati e amati, ci siamo lasciati. Adesso, possiamo solamente fare tesoro di questa nostra esperienza. L’hai detto anche tu stesso, no? L’ultima volta che siamo stati insieme. Questi ricordi ci aiuteranno nei momenti tristi in futuro. Ti amo anch’io ChanYeol, prima a causa dell’improvvisa visita di SeonHo-ya non ho potuto risponderti come si deve. Ma, come sai, più di questo non posso dirti. Non possiamo prometterci un amore eterno che superi tutti gli ostacoli, per noi la vita ha riservato altro e non possiamo fare nulla per cambiarlo, lo capisci, ChanYeol?». Possono delle semplici parole renderti felice e triste allo stesso tempo? Da un lato sono così felice di quello che NaNa prova nei miei confronti, da un altro lato, invece, sono così triste nel sentire che per noi non ci potrà mai essere un futuro. È davvero così? Davvero non può esserci una via d’uscita? Io vorrei solamente che il tempo si fermasse qui adesso per sempre, vorrei dimenticare tutto, tutto tranne la persona di fronte ai miei occhi. «NaNa…», riesco a pronunciare prima di stringerla forte tra le mie braccia. Sono stato troppo avventato? Forse no, perché subito sento le sue braccia ricambiare la presa. «Vorrei poterti portare in un posto dove ci fossimo solo tu ed io. Vorrei non essere nato in una ricca famiglia piena di problemi. Nella prossima vita vorrei poter rinascere come una persona che possa amarti senza remore. Sembrerà una cosa stupida da dire ma sappi che nel mio cuore ci sarai sempre e solo tu. Nessuna donna al mondo potrà mai occupare il vuoto della tua assenza nel mio cuore. Quel posto appartiene a te e sempre così sarà. Questa è l’unica cosa che posso prometterti con certezza», sussurro al suo orecchio e una lacrima inizia a scendere giù sul mio volto. Non voglio fare la figura del piagnucolone ma certe emozioni sono troppo forti per poterle dominare. Dopo qualche minuto sciolgo NaNa dal mio abbraccio. So che non dovrei avere idee simili ma non posso allontanarmi subito e completamente da lei. Dobbiamo attutire un po’ il duro colpo. Lo che sono solo sciocchezze che vado blaterando a me stesso per autoconvincermi che posso lasciare andare NaNa senza problemi e rimpianti. «NaNa… ho un’idea…». «Che idea?». «Che ne dici, di rendere il nostro definitivo distacco un po’ più graduale?». «In che senso?», domanda perplessa. «Hai detto prima di essere in debito con me, giusto? Ti ho aiutato molto stasera, non è vero? Sono anche stato molto bravo in un lavoro che non avevo mai fatto, non credi?». «Ti stai vantando adesso con me, Park ChanYeol?», e subito vedo un sorriso dipingersi sulle sue labbra. «Mmmmh… forse», affermo sorridendo a mia volta. «E allora grande CEO Park, che sa fare qualsiasi cosa gli viene chiesto, come dovrei estinguere questo mio debito?». «Potresti dedicarmi un’ultima serata sotto le stelle?». «Sei impazzito?», scatta in piedi NaNa all’improvviso. «Siediti, siediti, ti spiego meglio. Ricordati, comunque, che sei in debito, quindi, non puoi rifiutare», asserisco, aggiungendo un occhiolino a fine frase. NaNa, ancora sbalordita fa come le ho detto e torna a sedersi. «Ho pensato che non ho avuto mai modo di invitarti a cena come si deve o organizzare qualcosa esplicitamente per te…». «E non puoi farlo a maggior ragione adesso! Devo ricordarti che sei fidanzato?». «Fammi finire un attimo di spiegare! Non saltare subito a conclusioni affrettate», cerco di rassicurarla. «Ok, ti ascolto», riesco, infine, a strapparle. «Ultimamente i reparti che hanno veduto di più al Park’s lo sai quali sono stati?». «Sì, l’ho saputo. I reparti di abbigliamento maschile e femminile. Ho avuto la notizia da parte del responsabile del personale Kim, il CEO, a quanto pare, era troppo impegnato per venire a congratularsi di presenza», colpito e affondato, mi schiarisco la voce e continuo il mio discorso. «Il CEO, infatti, ha pensato a qualcos’altro per ringraziarvi», dico in mia discolpa. «Ah, davvero? Che CEO magnanimo», afferma NaNa in una risata fragorosa. Come vorrei vederla sempre ridere in questo modo. «Davvero! Mi hanno detto che il CEO del Park’s è molto gentile con i suoi dipendenti che lavorano bene e non perderebbe mai un’occasione simile per ringraziarli a dovere». «Oh! Che gentile! E quale sarebbe questa ricompensa?». «Mmmmh vediamo, che ne pensi di un fine settimana in uno dei più grandi resort della Park’s Enterprise immerso nel verde, riservato ai dipendenti dei due reparti?». «Eeeeeeh? Davvero? Due giorni di completo relax in uno dei resort più belli del paese? Sarebbe meraviglioso! Il CEO che ha pensato a tutto questo dovrebbe ricevere una medaglia d’oro come ricompensa!», afferma NaNa entusiasta. «Diciamo che questo povero CEO si accontenterà anche di qualcosa di più semplice». «Davvero? E di cosa esattamente?». «Mmmmh… mi hanno detto che si accontenterebbe di passare tutta la notte a guardare le stelle con una delle sue dipendenti più promettenti». Subito NaNa scoppia in una nuova risata. L’ho già detto che adoro vederla così? «E come farà il CEO a nascondere tutto questo agli altri dipendenti e soprattutto alla sua ragazza?». «Questo non è un problema di cui deve occuparsi la dipendente, penserà a tutto il fantastico CEO che è innamorato di lei». NaNa mi rivolge un sorriso prima di tornare seria in volto. «ChanYeol, è davvero una stupenda idea, ti ringrazio davvero per aver pensato ad una cosa del genere ma non posso accettare, lo sai, non vorrei peg-». «Mi stai forse rifiutando, Kim NaNa-ssi?». «Non ti sto rifiutando, è solo che non penso che noi dovrem-». «E se non è un rifiuto, cos’è allora? A me sembra proprio un rifiuto! Ah! E pensare che ti ho aiutato così tanto oggi! Non ci credo, non mi sento più le gambe dopo aver corso qua e là per la caffetteria. E così che vengo ripagato? Tsk!», fingo di essere offeso. Devo trovare un modo per convincerla. «Davvero? Mi dispiace così tanto ChanYeol. Scusami io non…». «Be’ se sei così dispiaciuta puoi sempre rimediare. In fondo, non ti sto chiedendo molto. Solo una serata da passare insieme. Ti prometto che farò la massima attenzione, nessuno lo scoprirà», devo fare in modo che non possa rifiutare. NaNa sembra pensarci su. Dopo qualche secondo la sento sospirare. «Ok, va bene. Ma questa sarà davvero l’ultima volta. E dovrai fare sul serio molta attenzione. Al centro commerciale cercheremo comunque di evitarci, non voglio continuare a dare alito alle dicerie della gente», suppongo che NaNa abbia sofferto molto a causa dei pettegolezzi dovuti al suo cambio di ruolo al centro commerciale. Stavolta devo fare davvero l’impossibile per proteggerla. «Mmmh, vuoi che punisca tutti i dipendenti che parlano male di noi? Che ne dici? Secondo me è una buona idea», cerco di farla ridere. «Ma che dici?!», fortunatamente il mio piano è andato a buon fine. Il sorriso compare nuovamente sulle sue labbra. «Ok, faremo come dici tu. Al centro commerciale sarà meglio continuare ad ignorarsi, sarebbe difficile per me trattenermi dopo aver visto queste labbra», le dico maliziosamente passando i pollici tra le sue labbra. NaNa diventa subito rossa in volto. «C-ChanYeol!». «Mmmh?». «S-smettila!». «Di fare?». «Q-quello che stai facendo!». «Cosa sto facendo?». «T-ti stai nuovamente avvicinando troppo». «Dici? Be’ poco importa qui non siamo al centro commerciale». «C-Chanyeol!». «Vuoi che mi allontani, davvero?». «I-in realtà n-no», pronuncia abbassando lo sguardo dall’imbarazzo. Un sorriso si dipinge automaticamente sul mio volto. Le mie labbra hanno quasi raggiunto quelle di NaNa, quando all’improvviso sentiamo bussare forte alla grande porta d’ingresso della caffetteria. Entrambi istintivamente ci allontaniamo. Fortunatamente eravamo nascosti dal bancone, quindi, chi era fuori non poteva vedere quello che stavamo facendo, o meglio dire che stavamo per fare. Davvero un ottimo tempismo, chiunque tu sia, tsk! NaNa si schiarisce la voce con un colpo di tosse e va verso la porta, istintivamente la seguo.
E ti pareva! Com’è che me lo ritrovo sempre davanti questo damerino quando sono con NaNa? Coincidenze? Non credo proprio. «Lu Han-ssi? Che ci fai qui?» domanda NaNa sorpresa aprendo la porta all’odioso ospite indesiderato. «Sono venuto a trovarti. Non volevo passassi la vigilia di Natale da sola. Ma da quello che vedo, sei in ottima compagnia», che sorriso odioso. NaNa mi rivolge uno sguardo confuso. Ho capito, sarà meglio che vada. «Tranquillo stavo per andarmene», anche se l’idea di lasciarla sola nelle mani di un dongiovanni del genere non mi piace proprio. Esco dalla porta facendomi largo tra NaNa e il playboy. «Aspetta un attimo! Non stavi male CEO Park? Come mai sei qui?», ah! Questa è bella! Cos’è devo tenerlo aggiornato su quello che faccio? Se non fosse importante il contratto che ci lega, lo avrei già mandato a quel paese! «Han-ssi, il CEO Park era qui solo di passaggio, ti va di entrare e bere qualcosa di caldo? Fuori fa freddo», so che NaNa lo sta facendo per proteggermi ma davvero perché deve sorridergli in quel modo? Quel sorriso è solo mio. «Hai ragione NaNa-ssi, accetterò il tuo consiglio. CEO Park spero tu possa tornare presto a casa e riprenderti», si avvicina a NaNa e la trascina dentro chiudendo la porta. Aish! Perché mi ritrovo sempre con le mani legate, accidenti!
 
È il giorno di Natale. Non mi va proprio di uscire da questa stanza, ma sicuramente tra poco mio nonno mi obbligherà ad accompagnarlo da qualche parte, forse dovrei continuare a fingermi malato come ieri? All’improvviso sento bussare alla mia porta. Apro. «Hyung? Ah bene! Avevo proprio bisogno di vederti per organizzare qualcosa…», gli faccio cenno di entrare. «… mi piacerebbe organizzare un premio per i due reparti che hanno venduto di più al centro commerciale in quest’ultimo periodo. Va bene premiare i dipendenti, giusto? Sai, avevo pensato ad un weekend in uno dei nostri resort, che ne dici? Dobbiamo organizzare tutto in fretta, perché pensavo di farlo questo fine settimana e-». «Chan-ah, sono venuto perché abbiamo un problema!». «Eh? Che problema, hyung?». «Stavolta sei stato fortunato!». «Che intendi dire?», MinSeok hyung non risponde alla mia domanda e mi mostra delle foto. Non posso credere ai miei occhi. Queste sono foto di me e NaNa di ieri sera quando sono uscito dal suo locale. «Come hai fatto ad averle, hyung?», domando d’impulso. «È stato un caso ma è un bene che siano arrivate a me anziché a tuo nonno! ChanYeol che cosa ti avevo detto? Non dovevi più vederla, non eravamo d’accordo su questo?». «A dire il vero TU eri d’accordo su questo. Ma ti giuro che non era mia intenzione all’inizio boicottare la festa del nonno per raggiungere NaNa. C’è stato un problema e NaNa aveva bisogno d’aiuto, così io e Baek-ah… ah, ma che ti sto a spiegare tanto non mi crederai, non è vero?», dal suo sguardo deduco che ho ragione. «Chan-ah…», si avvicina e poggia una sua mano sulla mia spalla. «… non capisci che tutto questo è sbagliato?». «No, non lo capisco, hyung! L’unica cosa che capisco è che devo scoprire chi ha scattato queste maledette foto!», dico allontanandomi da lui. «Su questo concordo con te Chan-ah». «Ah! Finalmente qualcosa su cui siamo d’accordo!», esclamo. Chi diamine può essere il mandante? Forse il nonno? No, non credo, ho come l’impressione che sia una persona esterna che voglia trarre dei vantaggi da una mia possibile esclusione nella gestione dell’impresa di famiglia. Possibile uno di quei vecchiacci? «Chan-ah, c’era qualcun altro con voi ieri sera? Perché s’intuisce la presenza di qualcuno oltre te e NaNa-ssi, ma le foto sono state scattate così accuratamente da nasconderne l’identità», domanda MinSeok hyung interrompendo il flusso dei miei pensieri. «In effetti, queste foto sono state scattate quando siamo stati interrot-, volevo dire, quando stavo per andare via. Proprio in quel momento è arrivato il CEO Lu…». «Il CEO Lu, eh?». «HYUNG! NON DIRMI CHE SECONDO TE LUI C’ENTRA QUALCOSA IN TUTTA QUESTA STORIA!», dannato damerino se è davvero così, non la passerà tanto liscia. «Non ne ho la certezza ovviamente, quindi, non dobbiamo arrivare a conclusioni affrettate, solamente cerchiamo di tenerlo sotto controllo quando è nei paraggi». Annuisco solamente e stringo i pugni. «Ma dimmi cosa stavi dicendo prima sui reparti che hanno venduto di più?». «Ah sì, giusto. Sai, hyung, pensavo…», prima mi occuperò dell’ultima serata con NaNa e poi penserò al CEO Lu, se è davvero lui, giuro che lo farò pentire per il resto dei suoi giorni.
  
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