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Autore: crazy lion    13/04/2018    1 recensioni
Demi è appena arrivata in clinica per curare i suoi problemi di anoressia, bulimia e autolesionismo e, disperata e distrutta, scrive una poesia per sfogarsi.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Demi Lovato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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                    BROKEN
 
Non sono brava a scrivere poesie,
a creare rime e figure retoriche.
Voglio solo esprimere le mie emozioni,
parlare delle paure e dei dolori
che mi attaccano come orribili mostri.
 
Sono in clinica da poche ore
e mi sembra di stare in una prigione.
È notte, le porte delle camere sono aperte
e mi sento tanto insicura, veramente.
 
C'è una ragazza nel letto vicino.
È qui da alcuni mesi, mi dicono.
Non ricordo il suo nome,
ma non importa, perché non ho intenzione
di fare la sua conoscenza.
 
Voglio solo essere lasciata in pace
con la mia sofferenza.
Non posso specchiarmi per guardarmi
e dirmi che sono brutta e grassa.
Ma so che avevano ragione i bulli ad offendermi,
ne sono convinta, e basta.
 
Mi hanno tolto tutto, anche il cellulare,
così non posso nemmeno contattare
la mia famiglia, con le mie sorelle parlare
e la voce di Andrew ascoltare.
Lui è l'unico che mi riesce a calmare.
 
Dove cazzo è la mia lametta?
Ah già, mi hanno portato via anche quella.
Non ho nulla con cui farmi male
e Dio solo sa che sarei disposta a pagare
qualsiasi cifra pur di riaverla con me.
 
Per tanti anni è stata la mia compagna,
un'amica, una confidente
e riusciva a capirmi veramente.
 
Avrei bisogno di incidere la pelle
e poi arrivare alla carne
e andare giù, nel profondo
fino a farmi davvero male.
 
Vedere il sangue gocciolare
per un momento mi fa sentire bene.
Per un po' mi dà un senso di sollievo
e allora inizio a respirare meglio.
 
Vorrei correre in bagno e vomitare
la cena, ma non lo posso fare,
perché qualcuno mi sentirebbe
e correrebbe a controllare.
 
Sono venuta qui per farmi aiutare,
perché so che mi devo curare.
Sono fuori controllo
e così non posso continuare.
 
Eppure, mi sento debolissima
e non so se ce la posso fare.
Ho tanta rabbia dentro di me
per il bullismo che ho subito,
per le conseguenze che ciò ha scaturito.
 
Sono conscia di essere malata, ora sì.
Fino a qualche tempo fa non era così.
Pensavo di stare bene, lo dicevo a tutti,
ma poi durante il tour con i Jonas Brothers sono scoppiata dando un pugno ad una ballerina
che di certo non si meritava né quello, né insulti.
 
A undici anni ho iniziato a tagliarmi
per controllare il dolore che i bulli
continuavano, ogni giorno, a provocarmi.
Pensavo di sbagliare, che fosse colpa mia
e credo ci vorrà tempo per rendermi conto che questa è una bugia.
 
Soffro anche di anoressia e di bulimia.
Negli anni passati non facevo altro
che tagliarmi, mangiare e vomitare
oppure non nutrirmi per giorni,
tanto non me ne fregava un cazzo.
 
Dio, se mi ascolti, come sono sicura tu faccia,
guarda in giù, osserva la mia faccia.
È rigata dalle lacrime, vedi?
Non è colpa tua, mi credi?
 
Non so se qualcuno abbia colpe in tutta questa storia.
Solo io probabilmente,
come sempre.
Lo penso da quando ho memoria.
 
Dio, ho toccato il fondo,
sono finita in un baratro
e non capisco se sono arrivata in fondo.
È un buco nero, buio e stretto.
Fa freddo, qui dentro, ho paura, congelo.
 
Non ho più energia
per affrontare la vita.
Ormai mi sembra fatta solo di apatia.
E, quando questa per un po' va via,
prende il suo posto il dolore
che, come una lama, mi trafigge il cuore.
 
A volte è così forte
che penso alla morte.
Sono devastata, distrutta,
ma voglio e devo restare,
provare a combattere, a lottare.
 
Non lo faccio per me, per adesso,
ma solo per la mia famiglia e i miei amici, lo confesso.
Andrew, è grazie a te e al tuo sostegno
se sono ancora qui, viva
e se non sono andata alla deriva.
 
Mamma, papà, Eddie, Madison, Dallas, Andrew e Selena
lo so, con il mio comportamento vi ho delusi
e ormai non credo serva che mi scusi.
Ho provocato io questo danno
facendovi soffrire tanto, troppo,
tocca a me cercar di ripararlo.
 
Vi chiedo solo, se potete, di perdonarmi
di starmi vicino, di non abbandonarmi.
Siete l'unico legame che ho con la vita,
una vita felice, nella quale non mi sento tanto ferita.
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
quando Demi scrive che pensa di non essere brava a creare rime, in realtà non lo pensa davvero. Quando è entrata in clinica era sicuramente molto depressa, quindi ho immaginato che credesse di non essere più brava in niente, nemmeno a scrivere e che quindi le fosse venuto spontaneo dire così.
Ho deciso stanotte di scrivere questa poesia. Sarà presente anche in un capitolo della mia storia "Cuore di mamma" ma ho pensato di pubblicarla anche separatamente, in modo che chi non legge quella fanfiction almeno lo può fare con questa. Mi sembra doveroso un chiarimento: Andrew è un personaggio originale di quella storia: un amico che Demi conosce fin dall'infanzia.
 
Io non ho passato tutto ciò che Demi ha vissuto (non ho mai avuto problemi con il cibo, per esempio e per fortuna), ma sono stata vittima di bullismo in maniera parecchio pesante e so cosa vuol dire pensare alla morte perché il dolore è troppo forte e la vita così difficile che non si sa più come continuare. Ho vissuto anche altre cose delle quali non parlerò qui, ma comunque la capisco in parte. Per questo ho voluto scrivere la poesia: non solo per parlare di ciò che lei potrebbe aver pensato arrivata in clinica, ma anche per raccontare qualcosa in più di me, delle mie emozioni.
 
Se i pensieri della protagonista in quei versi sembrano un po' confusi, passando dal presente al passato, sappiate che è una cosa voluta. Quando pensiamo non riusciamo a controllarci e a volte siamo come confusi, prima ragioniamo su una cosa e poi su un'altra.
 
È la prima storia nella quale metto un titolo in inglese. Dato che una canzone di Demi si intitola "Unbroken" mi pareva azzeccato scrivere "Broken", cioè "distrutta", proprio come si sente lei.
   
 
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