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Autore: crizio20    13/04/2018    1 recensioni
Racconto in due shot della vita di Colin Canon. Un'infanzia tormentata e segnata da complessi, paranoie ed eventi inspiegabili. Come una lettera, quella lettera, cambiò il suo destino, riportando il sorriso sul volto del bambino. E come, sei anni dopo Il signore oscuro lo costrinse a tornare nel suo limbo di solitudine e depressione.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Colin Canon, Dennis Canon, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Note: era da tempo che cercavo di scrivere una breve novella sulla vita di Colin. In particolar modo ho voluto focalizzarmi sui dubbi di un bambino speciale prima di scoprire di essere un mago e della frustrazione durante la Guerra. Parlerò quindi soprattutto dell'inizio e della fine del giovane Grifondoro, dalla nascita alla morte. Inizialmente pensavo di scrivere un unico capitolo, ma alla fine ne dovrebbero uscire fuori almeno due. Spero vi possa piacere.


**************



Da ormai qualche mese stava affrontando la frustrazione in un'oasi di solitudine, chiuso in sé stesso e abbandonato tra le mura della sua stanza.
 
Alla solitudine era abituato, per anni si era nascosto in ogni angolo per evitare le grinfie e gli sfotti dei suoi compagni di scuola. Ovunque girasse la testa trovava qualche bulletto pronto a bersagliarlo ed infastidirlo. I bambini si sa, hanno la lingua lunga e lui si era ritrovato in mezzo a storie strane e fatti inspiegabili. A quattro anni mentre fuggiva spaventato dai lamenti di un cagnolino si era misteriosamente trovato in cima ad un lampione stradale. Qualche anno dopo un bambino strappò in mille pezzettini i suoi compiti e improvvisamente il suo aggressore, un ragazzino tarchiato e brufoloso si ritrovò con una gonna rosa e a puntini bianchi invece dei pantaloni. Raggiunse tuttavia l'apice del successo a nove anni, quando una maestra lo stava sgridando e bacchettando con un gesso, dal nulla il gesso si rivoltò contro l'insegnante e dalla punta spuntò un'inarrestabile flusso d'acqua, inzuppandola dalla testa ai piedi.
 
Altri avvenimenti del genere, seppur di minore entità avevano contribuito a colpire la reputazione del piccolo Canon. Ad aggravare la situazione c'erano le fantasiose storie che il bambino raccontava a tutti. Sosteneva di riuscire a far spostare gli oggetti con il pensiero, di saper raddoppiare le dimensioni di un tramezzino o dei suoi panini e addirittura di aver trasformato una pigna in un orologio da taschino.
 
Fu quel giorno che i suoi genitori decisero di mandarlo dallo psicologo, convinti che il figlio avesse rubato a qualcuno il prezioso oggetto. 
 
Passarono gli anni, caddero i primi dentini e il bambino pur rimanendo decisamente più minuto rispetto ai suoi coetanei crebbe fino a diventare un ometto. Sarebbe potuto essere un vero rubacuori, biondo, occhi azzurri e un cervello niente male che gli permetteva di essere sempre il primo della classe.   Ma il ragazzo dal canto suo crescendo, pur rimanendo fermamente convinto delle sue capacità iniziò a rendersi conto delle assurdità di quei fatti, chiudendosi così in un triste ed incompreso silenzio, abbandonandosi alla convinzione che nessuno lo potesse capire ma aggrappandosi alla certezza che i suoi poteri, pur presentandosi sempre meno frequentemente fossero reali.
 
 
Cambiarono decine di psicologhi ma nessuno ebbe particolare successo. Amici e parenti consigliarono ai coniugi Canon i nominativi di alcune scuole per "ragazzi speciali", ma il piccolo Colin oltre a quelle strane fissazioni non mostrava sintomi particolari.
 
Soltanto suo fratellino, Denis Canon sembrava di tanto in tanto credere alle sue parole. Colin nutriva però grossi dubbi a riguardo, immaginando che il fratello fosse soltanto molto ingenuo e credulone, ancora immerso tra fiabe e cartoni animati.
 
Fu allora che capì, l'unico modo per dimostrare i suoi poteri era immortalarli. I genitori accettarono senza battere ciglio all'acquisto di una fotocamera. Colin, sempre immerso nel suo mondo non aveva mai fatto richieste pretenziose e quello strano Hobby sembrava poter essere una soluzione al suo estraniamento. Colin chiese una Polaroid, in modo da poter stampare e dimostrare immediatamente quei magici momenti.
 
 
Il bambino era fiducioso, certo di poter convincere in pochi scatti almeno suo padre. Il signor Canon era un uomo vivace e giocherellone, nonostante l'età amava i videogiochi e seguiva sempre con passione i cartoni animati insieme ai figli.
 
Passarono i mesi e gli scatti divennero sempre più frequenti. La cameretta di Canon era ormai sprofondata da centinaia e centinaia di fotografie. Immortalava ogni momento della sua vita, scoprendo una vera e propria passione, nonostante il suo intento rimanesse fermo nel voler spiegare l'inspiegabile.
 
Suo malgrado constatò presto che i poteri sembravano svanire quando impugnava la macchina fotografica, ma non demorse continuando per quasi due anni in quell'assurdo tentativo. Ormai era in preda alla rassegnazione. I voti a scuola divennero improvvisamente bassi, a casa mangiava poco e male, perdendo notevolmente peso, i suoi occhi erano sempre più sovente gonfi e pieni di lacrime e di rado parlava o conversava con qualcuno, la sua Polaroid divenne piano piano un oggetto impolverato nascosto in un angolo remoto di un armadio.
 
Quel periodo di solitudine e amarezza durò fino alla sera del suo undicesimo compleanno. Genitori e famigliari lo riempirono di regali che scartò di malavoglia e di dolci che assaggiò a malapena. I parenti, dispiaciuti ma anche un po' risentiti per quel broncio permanente avevano già lasciato Casa Canon quando un gufo planò in soggiorno portando una lettera. Quella lettera. E tutto cambiò.
 
 
Anni e anni di complessi e tormenti interiori giustificati in poche righe. Era tutto vero. Pochi giorni dopo giunse un vecchio signore con la barba lunga a presentarsi e a confermare la realtà dei fatti, Colin era un mago e da settembre avrebbe potuto frequentare la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. L'uomo che si presentò come Albus Silente, dimostrò di esserlo facendo levitare in aria una vecchia poltrona e dandole fuoco, dalle ceneri spuntarono tanti piccoli fiorellini bianchi. Silente consegnò una lista di libri e oggetti indispensabili per la scuola e diede indicazioni su dove comprare il tutto.
 
Per il piccolo Colin il mondo tornò ad assumere colore. Riprese a mangiare, a ridere e scherzare, non stava più nella pelle, non era mai stato così felice.
Il giorno dopo di prima mattina insistette per farsi accompagnare immediatamente a comprare l'occorrente scolastico, nonostante mancassero ancora diversi mesi.
 
Divorò tutti i libri di testo in poche settimane. Era affascinato da quel mondo e desiderava conoscerlo il più possibile. Scoprì presto di essere un babbano. Lesse nei libri di storia che pochi anni prima un mago oscuro aveva seminato caos e distruzione, dichiarando guerra a Silente e a tutti i nati babbani. Era grazie ad un ragazzino, un certo Harry Potter che il mago oscuro più potente di tutti i tempi nel pieno delle sue forze venne sconfitto. Era grazie ad Harry Potter se i babbani come lui potevano ancora frequentare senza timore il mondo magico.
 
Si sentì tremendamente grato nei confronti del ragazzo che è sopravvissuto. Senza di lui probabilmente non avrebbe mai ricevuto quella lettera. Tra pochi mesi lo avrebbe conosciuto, anche lui frequentava Hogwarts, moriva dalla voglia di conoscerlo, di ringraziarlo e magari immortalarlo in una fotografia insieme.
 
Avrebbe fotografato tutto. Finalmente aveva le prove di non essersi inventato tutto e voleva condividere con i genitori (in particolar modo con il padre) ogni momento della vita di un mago.
 
I mesi successivi per Colin scorsero lentamente, ormai non stava più nella pelle. 
 
Il primo settembre finalmente arrivò. I libri non rendevano giustizia alla bellezza del castello, era tutto così fantastico, così immenso, così misterioso. Era tutto così magico.
 
Il cappello parlante lo smistò in Grifondoro, la stessa casa di Harry Potter. Cadde fragorosamente dalle scale per l'emozione riempiendosi di ridicolo. Ma la gioia del momento non lo scolpì minimamente, era troppo entusiasmo anche solo per accorgersi degli schiamazzi che accompagnarono quella imbarazzante caduta.
 
Tutto aveva finalmente un senso. La sua nuova vita era pronta per iniziare.
 
******
 
 
Molti studenti trovavano fastidioso l'esuberante modo di fare di Colin Canon, sempre armato di macchina fotografica. In particolar modo i Serpeverde, a cui Colin ricordavano molto i bulli che lo tormentarono da piccolo. 
 
Scoprì presto che i bambini nel mondo magico non sono poi tanto diversi dai bambini babbani. Invece di andare in bicicletta cavalcano una scopa e invece del telefonino utilizzano un gufo, per il resto erano più simili di quanto potesse immaginare.
 
Il primo anno trascorse in un attimo. Si sentiva rinato. Le lezioni erano interessanti, prediligeva Storia della Magia dove era il primo della classe, avendo letto in estate tutti i manuali. I suoi compagni di Grifondoro erano gentili e simpatici e finalmente dopo undici anni da reietto si fece degli amici. 
 
Ritornò a casa entusiasta e munito  di foto da mostrare al padre e al piccolo Denis. Nonostante il mostro dell'erede di Serpeverde, la camera dei Segreti e quell'ultimo mese pietrificato in infermeria era certo di aver appena trascorso il migliore anno della sua vita. 
 
 
 
*****
 
Per quanto amasse Hogwarts e contasse ogni estate i giorni che mancavano prima di tornare al castello il rientro a casa non gli pesava. Trascorreva le giornate in serenità, ridendo e giocando come qualsiasi ragazzo.
 
Due anni dopo anche Denis fu scoperto essere un giovane maghetto, accrescendo ulteriormente la felicità ritrovata in casa Canon. I due ritornavano ad ogni vacanza ghiotti di racconti gioiosi e un'infinità dose di spensieratezza.
 
 
Ma quell'estate qualcosa cambiò. La morte del Preside a fine del semestre era stato un avvenimento tragico, ma mai avrebbero potuto immaginarsi un seguito così doloroso. 
Lord Voldemort, il mago oscuro più potente di tutti i tempi era tornato in vita ed era riuscito ad impadronirsi del Ministero della Magia iniziando una caccia ai babbani. Ricevettero la notizia dal Patronus della professoressa McGranitt, invitandoli a nascondersi e non tornare per un periodo indeterminato nella comunità magica.
 
La vita di Colin sprofondò nuovamente in un limbo di depressione e solitudine.
 
   
 
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