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Autore: Ciuffettina    13/04/2018    6 recensioni
"Metatron agisce come la voce di Dio. In qualunque episodio documentato quando qualche zoticone afferma di aver parlato con Dio, in realtà parla con me. O sta parlando con se stesso."
In questo caso "lo zoticone" è Mosé...
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel, Metatron, Nuovo personaggio, Zaccaria
Note: Cross-over, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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L’esistenza di ogni angelo era permeata da tre forti sentimenti: l’immenso amore che nutriva per il proprio Creatore, lo smisurato desiderio di obbedirGli e di compiacerLo e il profondo terrore di deluderLo, perciò Metatron rimase sconvolto quando sentì la risposta di Mosè: «Manda qualcun altro.»
Lo scriba divino era costernato: come poteva tornare in Paradiso e riferire al Sovrano del mondo, l’Immenso, l’Onnipotente, l’Eterno, che Mosè, un infimo umano, Gli aveva detto di no? Beh tecnicamente il “No” se l’era beccato lui, ma siccome in quel momento rappresentava Dio, era come se Mosè avesse detto di no al Creatore stesso. No, no, no, questo non doveva avvenire! Non poteva fallire la sua prima missione sulla terra e deluderLo.
Come aveva potuto quell’umano rifiutarsi?
Quando Mosè gli aveva domandato a nome di chi avrebbe dovuto dire agli israeliti che la liberazione era vicina, lui gli aveva rivelato l’Ineffabile nome del Supremo; quando Mosè aveva obbiettato che gli israeliti non avrebbero creduto che era stato inviato da Dio, lui gli aveva donato il Bastone Magico e gli aveva mostrato i prodigi che poteva compiere; quando Mosè gli aveva fatto notare che era tardo di bocca e di lingua (catastrofico risultato per avergli fatto ingoiare un carbone ardente da piccolo, complimenti Gabriel!), lui l’aveva guarito dalla sua balbuzie e nonostante tutto ciò si era rifiutato di obbedire?
A quel punto Metatron s’infuriò: già s’immaginava Zaccaria, il migliore servitore del mese da secoli, che avrebbe svolazzato in giro per il Paradiso, tronfio come un tacchino, a blaterare che se l’Immenso avesse mandato lui, avrebbe ottenuto l’accordo di Mosè in uno schiocco di dita.
«Vuoi tornare a casa? Va’ pure, manderò tuo fratello Aronne che è molto più meritevole di te. Ma prima di andartene, voglio farti un regalo: infila la mano nella tunica.»
Mosè, felice di essersela cavata così a buon mercato, fece quanto richiesto ma quale non fu il suo disgusto e orrore quando tirando fuori la mano (e non avendo trovato niente) se la ritrovò bianca per la lebbra. «Ma… ma come posso tornare da mia moglie così?»
«Non volevi tornare a casa? Scegli! O torni a casa e rimani lebbroso fino alla fine dei tuoi giorni o vai dal Faraone e ridiventi sano.»
Mosè non poté fare altro che capitolare.
Mangiati le ali, Zaccaria! Stavolta sono io il migliore servitore del mese!” pensò Metatron prima di decollare per il Paradiso.
   
 
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