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Autore: kibachan    14/04/2018    2 recensioni
Un excursus su vari momenti della vita di Loki, dalla sua nascita in poi, sui legami e le relazioni con la sua famiglia, in particolare con sua madre Frigga, che l'hanno condotto lentamente a diventare il dio degli inganni.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Sif, Thor
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAP 3 – 1 ANNO DOPO
 
Negli immensi giardini reali Frigga sedeva in terra ai piedi di un albero. Loki era steso sulla pancia al suo fianco, con aperto davanti un colossale libro dall’aria piuttosto antica.
 
-sicura che padre non si arrabbierà che abbiamo portato fuori questo libro?- le chiese distogliendo un attimo lo sguardo dalle pagine
 
-non preoccuparti- sorrise sula madre –Odino è un uomo saggio ma… diciamo pratico… non si interessa della sorte dei libri, e poi- aggiunse spolverando leggermente il bordo a lei più vicino del tomo –questo vecchio raggrinzito aveva proprio bisogno di un po’ di aria fresca-
 
Il bambino rise tornando a dedicarsi alla lettura.
La donna sorrise al suo piglio concentrato. Non le era mai capitato di conoscere qualcuno con altrettanta sete di conoscenza, e in un bambino per giunta! Un fruscio sul loro capo attirò la sua attenzione. Le fronde dell’albero stavano crescendo con una velocità apprezzabile ad occhio nudo.
Si girò di nuovo verso il figlio che, senza neanche bisogno di guardare, aveva poggiato una mano sul tronco e stimolato la crescita del fogliame con la magia
 
-stavi prendendo troppo sole, madre- spiegò lui senza staccare gli occhi dalle pagine.
 
Frigga sorrise ancora. Quello che era iniziato come un modo per stabilire un legame era diventato presto il motivo di maggior orgoglio per Loki. La magia gli scorreva talmente forte nelle vene da averlo reso già un mago migliore di lei. Sapeva bene (e sospettava lo sapesse anche lui) che non aveva più nulla da insegnargli, eppure lo trovava ancora sempre alla sua porta a chiederle di spiegargli qualcosa, per il puro piacere di stare assieme.
L’idilliaco quadretto venne disturbato da un urlo di battaglia ormai famoso. Il piccolo Thor, brandendo una spada di legno, stava rincorrendo dei colombi che avevano avuto l’ardire di poggiarsi al suo cospetto.
 
-mi ero quasi scordato che c’era anche lui- sbuffò il moro
 
-suvvia Loki- lo rimproverò dolcemente la madre –Thor ha il merito di portare un po’ di vivacità in questo austero giardino, altrimenti alquanto noioso-
 
Il bambino le rivolse uno sguardo scettico indicando il biondino che con un fendente aveva appena fracassato una statuetta che per 3000 anni aveva riposato indisturbata su un piedistallo.
 
-bhè… a suo modo- concesse Frigga.
 
Loki lo guardò tremando per non ridere dello sguardo furtivo che si lanciava intorno, mentre riappoggiava malamente sul piedistallo i cocci. Thor era intelligente ma aveva la soglia di concentrazione di un criceto sazio. In più era sempre sovraeccitato, i libri li evitava accuratamente lontano dalle lezioni con il maestro.
 
-madre- la chiamò col tono serio che usava quando la domanda gli premeva molto –se somigliassi a Thor… piacerei di più a mio padre?-
 
-Loki non farmi sentire queste sciocchezze!- lo rimproverò di nuovo Frigga, questa volta severamente –vostro padre vi ama allo stesso modo- aggiunse, rendendosi però conto di quanto lei stessa considerasse quella frase una bugia
 
-ma, madre… lui passa con Thor molto tempo e non fa che lodare la sua forza e la sua intraprendenza… a me sembra palese che…-
 
-vedi Loki- lo interruppe Frigga decidendo che era meglio non affondare in quel discorso –sono i figli che richiedono più lavoro ad avere più attenzioni dai genitori, è normale- gli accarezzò la testa –Thor ha un energia non commisurata alla sua maturità, Odino si dedica di più a lui perché sa che tu puoi farcela da solo, si fida di te-
 
Il bambino aveva di nuovo quello sguardo penetrante, di chi non è per niente convinto ma è troppo educato per rispondere. Fu il sopraggiungere di Thor a togliere d’impaccio Frigga. Il biondino si catapultò con la delicatezza di un panzer tra di loro brandendo nel pugno un mazzolino di violette con tanto di zolla e radici ancora attaccate
 
-sono per te mamma!- esclamò al solito esagerato tono di voce
 
-sono bellissimi tesoro- lo ringrazio Frigga
 
Loki sogghignò per la zolla che gocciolava terriccio e vermetti dappertutto e mosse le mani facendo apparire un vaso dal nulla.
La su abilità aveva trasceso le illusioni rendendolo capace di creare materia solida. Thor strabuzzò gli occhi mentre Frigga sistemava le violette nel vaso
 
-come hai fatto??- tuonò –anche io voglio saperlo fare!-
 
-mio caro tu hai una forza miracolosa- rispose Frigga –ma non credo tu possieda abbastanza concentrazione per imparare la magia-
 
-magari quando sarai più grande- aggiunse mentendo Loki, non appena vide la delusione sul volto di suo fratello.
Il biondo si illuminò di nuovo
 
-ok! Allora imparerò più avanti!- esclamò, e poi aggiunse un attimo prima di ripartire alla carica –da grande voglio essere proprio come te fratello!-

 
  
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