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Autore: Kyomi89    25/04/2005    7 recensioni
Durante le vacanze di Natale è normale partire verso un altra nazione, in questo caso la meta della gita è la Francia, ma se durante la gita arrivasse una tormenta di neve, come reagirebbe la coppia intrappolata nella neve? Come si prospetterà il futuro per questa coppia? Leggete e lo scoprirete! (è la mia prima One-shot... siate clementi!)
Genere: Generale, Romantico, Drammatico, Avventura, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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S

S.O.S.: due maghi dispersi nella tormenta!

Mancavano ancora molte ore all’arrivo, la macchina avanzava con una lentezza unica, ma dopotutto la strada era piena di neve, per cui nessuno se l’era presa tanto. Motivi di sicurezza.

Erano in viaggio per raggiungere Chamonix-Mont-Blanc, la più nota stazione alpina della Francia situata a pochi chilometri di distanza dal Monte Bianco, come ovviamente suggeriva il nome, e si erano meravigliati per il solo fatto di non aver trovato traffico durante il viaggio. Dopotutto erano cominciate le vacanze di Natale, era strano che nessuno a parte loro si stessero dirigendo al centro montano per passare le festività lontani dalla città.

-Mamma, papà, quanto manca all’arrivo? – chiese la ragazza sedicenne dai lunghi e cespugliosi capelli castani.

-Ancora un po’ di pazienza tesoro, non manca molto, tra un’oretta dovremmo arrivare. – disse l’uomo che si trovava alla guida del veicolo che possedeva lo stesso colore di capelli della figlia. La ragazza si accasciò pesantemente sul sedile posteriore in mezzo ai due ragazzi che si erano seduti accanto a lei e che erano stati invitati a passare le festività con la sua famiglia.

-Dai Hermione… non è mica la fine del mondo se arriveremo appena questa sera all’albergo. – le disse il ragazzo moro con gli occhiali alla sua sinistra. -È già un miracolo se non abbiamo trovato traffico durante il viaggio! –

-Già… hai ragione Harry… - gli rispose la brunetta convinta, poi si voltò verso l’altro ragazzo alla sua destra dai capelli rosso fuoco. Era girato verso il finestrino.

-Si deve essere addormentato durante il viaggio, non è abituato a tragitti così lunghi e noiosi senza sei fratelli che lo stuzzicano di continuo. – ipotizzò il moro ricevendo come risposta una lieve risatina divertita da parte della ragazza. Però il loro amico non stava affatto dormendo, era più sveglio che mai, ma voleva godersi a pieno il meraviglioso spettacolo che vedeva al di là del finestrino dell’auto che per lui era uno spettacolo tutto nuovo. Quando però sentì i discorsi che i suoi due amici facevano, si sentì pervadere da una sensazione fredda come il ghiaccio e decisamente poco piacevole, ma non volle pensarci molto e continuò ad ammirare le distese innevate francesi che si intravedevano dal finestrino alla sua destra.

I tre ragazzi in questione erano Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger, studenti della migliore scuola di Magia e Stregoneria del mondo, Hogwarts. Si, proprio così: quei tre ragazzi erano dei maghi, con tanto di bacchetta e scopa volante, ma in quel momento si trovavano nella macchina dei signori Granger, i genitori della strega, che li avevano invitati a passare con loro le vacanze natalizie in Francia.

I ragazzi, quando ricevettero l’invito furono contentissimi, poche volte avevano passato le vacanze natalizie fuori dalla scuola durante quei sei anni che la frequentavano e quindi accettarono di buon grado l’invido dei genitori di Hermione. In particolare il più eccitato e nervoso dei tre ragazzi fu Ron: la sua famiglia discende da una generazione di Maghi purosangue, ovvero che non hanno mai avuto mescolanze con i non-maghi, comunemente detti babbani, e quindi non sapeva come comportarsi durante la vacanza visto che ci sarebbero stati solo babbani in quella piccola cittadina. Harry ed Hermione non erano per nulla nervosi come lui, erano eccitati certo, ma entrambi erano vissuti tra i babbani, per cui non avevano problemi particolari, in particolar modo Hermione non ne aveva visto che era addirittura figlia di due babbani.

Comunque, la grande agitazione di Ron svanì quasi del tutto quando i suoi due migliori amici gli dissero che lo avrebbero aiutato più che volentieri anche per le sciocchezze più insignificanti per farlo sembrare un vero babbano, ma il rosso sapeva che qualunque sarebbe stato l’aiuto offertogli da Harry e da Hermione non sarebbe servito a niente perché la grande agitazione di venire scoperto gli avrebbe di sicuro paralizzato il cervello.

-Stai calmo Ron! Mettiti comodo e cerca di rilassarti durante il viaggio! – gli aveva detto Hermione al momento della partenza. – Vedrai che quando arriveremo all’albergo non ci sarà nulla da temere! –

La ragazza lo aveva quasi convinto e fidandosi di lei, dato che era la più intelligente di tutto il gruppo, per non parlare di tutta la scuola, seguì il suo consiglio e ora, a nemmeno un’ora dall’arrivo, si sentiva tranquillo e rilassato esattamente come aveva predetto Hermione. Era fortunato ad avere un’amica come lei.

L’unica cosa della quale non era stato contento durante il viaggio, era che Hermione ed Harry parlavano esclusivamente fra di loro non calcolandolo nemmeno. Si sentiva quasi fuori luogo in quella macchina dove tutti chiacchieravano tranquillamente senza rispettare il silenzio e la tranquillità che servono per godere al meglio il panorama e che solo lui sembrava voler onorare, ma il colpo più grasso fu proprio in quel momento quando i suoi amici vollero solo in quel istante degnargli un po’ di attenzione, credettero che stesse dormendo. Ma dopo tutto non poteva evitare che si divertissero, lui praticamente si divertiva ogni giorno dell’anno, mentre Harry in quel periodo era decisamente troppo silenzioso e distaccato per i suoi gusti e Hermione si divertiva solo quando c’erano i compiti in classe di Trasfigurazione, cosa che negli ultimi tempi, per grande fortuna di Ron, stavano scarseggiando. Per cui cercò di non pensarci e rimase tranquillo accovacciato com’era con la testa appoggiata al finestrino a fissare il panorama francese.

Arrivarono alla tanto agognata meta verso sera, quando all’albergo i visitatori avevano appena cominciato a cenare.

-Abbiamo prenotato delle camere sotto il nome Granger. – disse il signor Granger alla signorina della reception in perfetto francese.

-Certo signore, queste sono le vostre chiavi, le stanze 22 e 23. – rispose cordialmente la signorina porgendogli le chiavi delle stanze.

-Ma papà, come ci disporremo nelle stanze? – chiese curiosa e confusa Hermione constatando che le stanze erano due e ricordando di quanto suo padre fosse protettivo nei suoi confronti.

-Semplice cara: tu e la mamma andrete nella stanza 22, io Harry e Ron nella 23. – ecco la fregatura, il signor Granger aveva rinunciato all’intimità con sua moglie per proteggere dalle grinfie di due ragazzi adolescenti la sua amata figlioletta.

-Caro… non fare l’antipatico, Harry e Ron si sono dimostrati sempre dei bravi ragazzi, non credo che farebbero qualcosa ad Hermione anche se staranno in camera con lei… - cercò di convincere il marito la signora Granger usando un tono sdolcinato e insistente della quale sapeva bene gli effetti che provocava su di lui.

-Uhm… e va bene, dopotutto saremo vicini di stanza… ma se succederà qualcosa di sospetto sappiate che verrò subito in camera vostra senza neanche chiedere il permesso, che sia ben chiaro! – minacciò il signor Granger rivolto a Harry e a Ron.

-Non si preoccupi! Non faremo nulla di male per tutta la vacanza ad Hermione! – risposero in coro i due ragazzi facendo poi il saluto alla militare tanto per rendere la scenetta comica.

-Bene! E ora andate.

Detto questo, i due gruppi si divisero per andare nelle rispettive stanze e disfare le proprie valige. La camera dei tre ragazzi era magnifica: c’erano un letto matrimoniale e un letto singolo messi in fila uno accanto all’altro perfettamente preparati come solo degli elfi domestici sanno fare; la finestra era in realtà una porta che dava su un balcone molto ampio e su un comodino, davanti al letto matrimoniale, c’era una Tv a colori. Tutti i mobili erano rigorosamente in legno lavorato e questo dava un tocco rustico alla stanza che piacque molto ai ragazzi che si gettarono subito nelle parti della stanza che avevano trovato più interessanti. Hermione si diresse verso il balcone per vedere il panorama, Harry sul letto matrimoniale (era stanco per il lungo viaggio, cerchiate di capirlo… NdAutrice) mentre Ron andò ad osservare la televisione che per lui sembrava quasi una scatola del mistero dato che non ne aveva mai vista una in tutta la sua vita.

-Che bel cielo stellato! – esclamò Hermione guardando il cielo notturno che gli si mostrava dalla sporgenza.

-Che bel letto morbido! – fece Harry dopo essersi buttato sul letto.

-Questo cos’è? –

Quella domanda fatta da Ron sconvolse almeno in parte gli altri due ragazzi che cominciarono a guardarlo con un’espressione quasi stupefatta.

-È un televisore Ron. – spiegò Harry ridacchiando. – serve per svagare in momenti di noia i babbani trasmettendo dei programmi. –

-Ah si! Papà me ne aveva parlato infatti… certo che è un oggetto strano, coma fa a svagare le persone se non si vede niente di speciale? –

perché non è acceso Ron! – disse quasi esasperata Hermione tornando dentro e accendendo l’apparecchio elettronico. Ron rimase stupefatto nel vedere tutte quelle persone apparire dentro quella scatola nera, tanto che credette quasi che anche i babbani avessero cominciato ad usare la magia.

-Che ne dite se dopo la cena guardiamo un film alla tv? Così tu Ron ti puoi abituare alla televisione e capire come funziona! – propose Harry capendo che se non fosse intervenuto i due avrebbero incominciato a litigare come al solito.

-Sono d’accordo! Ma adesso mettiamo i nostri vestiti nell’armadio, siamo già in ritardo. – disse Hermione aprendo la sua valigia e cominciando a sistemare le proprie cose in gran velocità.

La cena tipicamente alpina fu consumata con gusto da parte di tutti. Alla fine del pasto i tre ritornarono nella loro camera più stanchi che mai, ma non rinunciarono affatto ad un’ora di tv. Prima di andare a dormire, decisero che l’indomani sarebbero come prima cosa in tutta la vacanza, a fare un giro per il bosco che si trovava poco distante da lì e che solo nei giorni seguenti sarebbero andati a sciare sulle piste da sci.

La mattina si presentò agli occhi di tutti molto serena e pacifica, non c’era una nuvola in cielo e questo stava a significare che non ci sarebbero state nevicate per tutta la giornata, giornata ideale per un’escursione in montagna.

-Che tempo magnifico! – esclamò non appena assaporò l’aria fresca di montagna Ron. – Non vedo l’ora di cominciare la gita! –

-Non avere fretta Ron! Dobbiamo ancora prendere tutto il necessario per uscire. – gli disse Hermione cercando di calmare la sua impazienza.

-Dai Hermione! Almeno per questa vacanza cerca di divertirti e di non pensare a cosa potrebbe succedere se ci sarà qualche problema! Se poi verrà ce la caveremo come al solito, non sarà mica così pericoloso come affrontare un Ma… - Ron stava per urlare la parola Mangiamorte quando però la ragazza con una velocità di riflessi sbalorditiva gli tappò la bocca con la mano.

-Ron! Sei impazzito per caso? Non puoi dire “Mangiamorte” davanti a dei babbani! Va bene che loro non li conoscono, ma così sarebbe già un passo falso per farci scoprire! – sussurrò in modo che solo Ron la potesse sentire Hermione.

Di nuovo. L’aveva fatto di nuovo. Si era di nuovo lasciato sgridare da Hermione e di nuovo aveva fatto la figura dell’imbecille. Non ne poteva più, ormai Ron invidiava Harry non perché lui fosse uno dei maghi più importanti in tutta la comunità magica, ma perché lui non faceva delle figure da idiota come il diretto interessato. Si sentì uno stupido dopo l’ennesima figuraccia.

-Dai Ron, ora andiamo… - gli disse con un tono più gentile Hermione notando il mutamento radicale dello stato d’animo del ragazzo.

-Ehm… si certo.. solo un attimo che devo prendere una cosa su in camera… - in realtà non aveva dimenticato proprio niente, aveva inventato un pretesto per allontanarsi da lei per qualche minuto e per riprendersi da quei pensieri assurdi. Si fermò alla reception solo per qualche minuto cercando di riprendersi.

-Tutto bene? – gli chiese la signorina che la sera precedente aveva dato al signor Granger le chiavi delle loro camere.

-Tutto bene grazie… - disse velando la sua tristezza il rosso.

-Andate da qualche parte questa mattina lei e i suoi amici? –

-Beh, a dire la verità pensavamo di andare a fare un giro in montagna… -

-Ah, allora sarà bene che prenda questo. – la ragazza gli porse una bottiglietta di metallo contenente un qualche strano liquido. - È grappa. Se per caso mentre siete fuori incominciasse a nevicare forte vi aiuterà a riscaldarvi.

-La ringrazio, ma non credo che servirà oggi data la giornata. –

-Il clima cambia molto velocemente in montagna, se la porti comunque dietro per ogni evenienza. –

Finita la conversazione, la signorina si diresse verso la sala da pranzo dove un suo collega l’aveva chiamata e lasciò nuovamente solo il povero Ronald che non sapendo più che fare, si mise in tasca la bottiglietta e raggiunse i suoi amici fuori dall’hotel.

-Finalmente! Ma dove eri finito? – gli chiese Harry.

-Ero solo andato a prendere una cosa… -

-E cosa? – chiese curiosa Hermione con quel tono irritante che però ormai Ron era abituato ad ascoltare.

-Affari miei va bene? E ora andiamo!

Quella reazione da parte di Ron era inspiegabile, ma siccome quello fu l’unico momento di stranezza di Ron, ben presto gli altri ragazzi si dimenticarono dell’accaduto.

Camminarono su per la montagna attraversando il bosco e percorrendo varie stradine create apposta per i turisti che come loro amavano le scampagnate per i boschi. Di tanto in tanto o Ron o Harry volevano cominciare una battaglia a palle di neve tutti contro tutti che però veniva immediatamente fermata da Hermione che non ne aveva alcuna voglia. All’ennesimo tentativo di Ron per convincere la brunetta a giocare, il ragazzo perse la pazienza e lanciò comunque contro la ragazza una palla di neve colpendola in piena faccia. Volente o nolente a avrebbe giocato.

-Ronald Weasley! – l’aveva chiamato con il nome intero, significava che il suo tentativo di istigarla a lottare aveva funzionato. - Tu oggi morirai! –

In quel preciso istante, cominciò la battaglia a palle di neve più violenta che sia mai esistita e che si sia mai affrontata in tutte le Alpi Graie. Proiettili grandi quanto palline da tennis volavano a raffica da una parte all’altra, inseguimenti vari nel tentativo di colpire gli avversari e di sommergerli di neve e minacce di morte tanto per alimentare l’istinto di sopravvivenza dei partecipanti. Nessuno di loro fino a quel momento ricordava di essersi mai divertito così tanto prima di allora. Quando però si avvicinò l’ora di pranzo, la guerra di neve cessò e il trio dovette accasciarsi al suolo per la stanchezza.

-Alla fine chi ha vinto? – chiese Harry distrutto.

-Nessuno… siamo arrivati tutti e tre in parità… - gli rispose con il fiatone Hermione.

-No…! Ho… vinto… io…! – esclamò Ron anche lui esausto e a giudicare dal fiatone era il più stanco di tutti.

-E per quale motivo? – chiese seccata Hermione.

-Perché… sono crollato… per ultimo! – disse riprendendo fiato il rosso ricevendosi di conseguenza una leggera pacca da parte di entrambi gli amici.

-Sarebbe il caso però di tornare all’albergo… - propose Harry controllando l’ora sul proprio orologio da polso.

-Io sto per morire di fame… - aggiunse Ron.

-Motivo in più per alzarti e dirigerti con noi fino giù in paese! – lo rimproverò nuovamente Hermione.

-Va bene, d’accordo… - sbuffò seccato il rosso alzandosi di malavoglia dal letto di neve sul quale era disteso.

Fecero un bel pezzo di strada in silenzio ascoltando i propri passi, quando ad un tratto Hermione intravide qualche cosa che si muoveva tra i rami e che colpì in particolare modo la sua attenzione. Dato che era l’ultima della fila, i due non si accorsero che la loro amica di stava lentamente allontanando da loro e continuarono a camminare per il sentiero, quando all’improvviso sentirono un urlo.

-ARGH!-

-Ma questa è la voce di Hermione! – esclamò Ron voltando si verso dove era partito l’urlo.

-Dobbiamo andare a cercarla! – disse Harry.

-No! – si oppose Ron prendendo il moro per un braccio che era già partito in quarta. – Tu torna in paese e cerca una squadra di soccorso, andrò io a cercare Hermione! –

-Sei sicuro di farcela da solo? – gli chiese Harry non troppo sicuro su cosa fare.

-Harry! Hermione potrebbe essersi fatta male o chissà cos’altro! Meglio se va solo uno di noi due a cercarla, altrimenti perderemmo tempo! Vado io a cercare Hermione, tu torna in paese e fai in fretta! – detto questo i due ragazzi si divisero per andare ognuno a rispettare le proprie missioni. Ron si inoltrò nel bosco lasciando il sentiero, verso dove probabilmente si era diretta Hermione.

-Hermione! Dove sei?! Rispondimi! – la chiamò con tutto il fiato che aveva cercando di farsi sentire dalla brunetta, ma purtroppo non ricevette alcuna risposta.

Riprovò nuovamente con voce più forte.

-HERMIONE! RISPONDIMI TI PREGO!! – finalmente sentì la voce di Hermione non molto lontana da lui.

-Ron! Sono qui! –

Ron corse a tutta velocità verso la direzione da cui aveva sentito provenire la voce di Hermione e se non si fosse accorto subito di dove si stava dirigendo, sarebbe caduto in un dirupo dall’altezza sicuramente non fatale, ma che di sicuro la caduta improvvisa da lì gli avrebbe fatto più male che bene e si sarebbe ritrovato nella stessa situazione di Hermione che in quel momento giaceva a terra tenendosi una caviglia.

-Hermione! Tutto bene? –

-Tutto bene Ron! Solo che credo di essermi slogata una caviglia! –

-Aspettami che arrivo! – e si buttò scivolando per il pendio evitando così di farsi male. Arrivato a terra non poté trattenersi e pieno di gioia per l’aver ritrovato Hermione e l’abbracciò. Hermione come reazione a quella dimostrazione di affetto arrossì di colpo.

-R… Ron… - balbettò lei.

-Finalmente ti ho trovata Hermione! Ma si può sapere per che cavolo non hai avvertito né me né Harry che ti stavi allontanando? Stupida! –

-Mi dispiace molto di averti fatto preoccupare così tanto… non avevo intenzione di… - le sue parole vennero interrotte da Ron che le mise l’indice sulle sue belle labbra ben disegnate per zittirla.

-Ssh… non devi scusarti di nulla… ora dobbiamo solo cercare un posto dove rifugiarci mentre aspettiamo che torni Harry con i soccorsi, il tempo sta cambiando a vista d’occhio e ho come il presentimento che presto ci sarà una forte nevicata… - e infatti aveva ragione, le nuvole che fino a qualche ora prima erano inesistenti ora ricoprivano grigie e minacciose tutto il cielo sopra di loro.

-Ma dove lo troviamo un luogo dove rifugiarci in questa foresta? – chiese spaventata Hermione.

-Non ti preoccupare per questo, ti porterò sulle spalle e andremo a cercarlo insieme questo rifugio, con la caviglia in quelle condizioni non puoi di certo camminare, è tutta gonfia. –

-Da quando ti intendi di ferite e di slogature? – chiese sarcasticamente la brunetta non notando che il tono usato era tutto fuorché sarcastico.

-Da quando sono entrato nella squadra di Quidditch della nostra Casa! Ogni volta che vengo ferito mi portano là, cosa credi? – rispose in malo modo Ron. – E ora aggrappati al mio collo, come ti ho già detto ti porterò sulle mie spalle. –

Hermione fece quanto gli fu stato ordinato dal ragazzo si aggrappò a lui. La grande e calda schiena del ragazzo la fece sentire protetta e al sicuro come mai lo era stata in vita sua. Con lui si sentiva sempre in quella maniera, ma non lo aveva mai confessato a nessuno.

-Ron, secondo te riusciremo a trovare un rifugio prima che il tempo peggiori ulteriormente? – chiese quasi spaventata Hermione a Ron.

-Non ne ho idea Hermione… spero solo che non si metta a nevicare forte mentre noi stiamo ancora cercando un rifugio… - rispose Ron freddo. Quella risposta non rassicurò di certo la ragazza che in quel momento stava appoggiata alla sua schiena.

Camminarono tra gli alberi e la neve per circa dieci minuti senza parlare, il silenzio che si era creato attorno a loro era a dir poco pesante. Entrambi erano imbarazzati per via della situazione in cui si trovavano in quel momento, ma non volevano darlo a vedere e non sapendo cosa dire erano rimasti in silenzio per tutto il tempo.

I freddo cominciò a calare ancora di più facendo tremare Hermione. Ron sentì subito che c’era qualcosa che non andava e quindi, rompendo quel innaturale silenzio, domandò a Hermione come si sentisse preoccupato per la sua salute.

-Tutto bene Hermione? Vuoi che ci fermiamo? –

-No… ho solo un po’ di freddo… - rispose lei. Allora Ron la fece scendere a terra. – Ma… che fai?! – non ebbe neanche il tempo di finire di fare le domande che sentì sulle sue spalle il cappotto di Ron.

-Serve più a te che a me… io poi non ho così freddo. – spiegò lui. – Sarebbe meglio riprendere la marcia. –

Hermione avrebbe voluto gridargli contro che non doveva rimetterci lui solo per un piccolo brivido di freddo, ma preferì non dire nulla e di fare ciò che Ron le diceva. Si aggrappò nuovamente sulle spalle del rosso e dopo un paio di secondi erano nuovamente ripartiti. Proprio dopo pochi minuti, della neve cominciò a scendere dal cielo e a posarsi da prima delicatamente, poi, man mano che la loro marcia continuava, la caduta si fece sempre più forte e rigida.

-Accidenti! Siamo nei guai! Di questo passo non riusciremo mai a trovare un riparo! Ci sono solo alberi e cespugli! Neanche l’ombra di una grotta! – esclamò Ron. Non aveva alcuna intenzione di arrendersi, ma non poteva di certo negare l’evidenza. Ad un tratto però, per pura fortuna, riuscì a vedere la sagoma di quella che doveva essere un’apertura nella roccia. – Hermione! –

-Cosa succede Ron? – disse la ragazza rispondendo all’appello.

-Dimmi che vedi quello che vedo io! –

-Che cosa?

-Laggiù! – indicò l’apertura. – la vedi anche tu quell’apertura vero? –

-Si! Evviva! Siamo salvi! –

Ron, portando sempre in spalla Hermione, cominciò a correre verso la grotta rischiando più volte di perdere l’equilibrio per colpa della neve che pian piano cominciava ad aumentare di livello.

-Meglio se rimaniamo qui! Dovrebbe tenerci al sicuro intanto che aspettiamo l’arrivo di Harry con la squadra di soccorso! – disse Ron con tono imperativo a Hermione una volta entrati nella grotta.

-Lasciami pure qui! È meglio se raggiungi Harry in paese e informa la squadra di soccorso la mia posizione! Me la saprò cavare nell’attesa! – lo pregò la ragazza una volta che Ron la fece scendere a terra.

-Sei impazzita per caso? Il gelo ti ha bloccato gli ingranaggi del cervello? Io non posso lasciarti qui da sola! – la rimproverò il rosso.

-Ma se non lo fai nessuno ci troverà più!

-Ci troveranno invece! Ne sono sicuro! –

-Ron! Non fare il bambino viziato! Vai in paese e riferisci alla squa… - Hermione non finì neanche di parlare che la sua voce venne soprafatta da quella di lui.

-Smettila di trattarmi come un imbecille Hermione! – urlò furibondo Ron. – Mi tratti come se non sapessi fare nulla! Come se io fossi un perfetto idiota! Ma anche io so prendermi delle responsabilità, cosa credi?

Aveva le lacrime agli occhi per colpa della rabbia che tutto d’un colpo aveva trovato sfogo. Hermione impallidì a quella reazione da parte sua, ma gli rispose comunque.

-Ron! Io non ti ho mai considerato un idiota! Sei tu che sei paranoico! –

-Ecco! Lo stai facendo di nuovo! Mi tratti come se non capissi mai niente! Forse è così e non lo nego, ma questo tuo comportamento nei miei confronti mi fa sentire male sai? – ricominciò il rosso.

Per l’ultima volta Ron, devi credermi quando ti dico che tu non sei affatto un idiota! – cercò di difendersi Hermione.

-Vorrei crederti Hermione, ma non ci riesco… tu sei sempre troppo buona con tutti, solo con me ti comporti in modo freddo e severo nonostante io sia uno dei tuoi migliori amici; persino Harry è trattato meglio di me, anzi, lui viene trattato meglio di chiunque altro! Forse avrei fatto meglio a lasciar venire lui a cercarti al posto mio…lui è più coraggioso e più in gamba di me e poi vi avrei lasciato finalmente un po’ di intimità… - Hermione nel sentire quei discorsi diventò rossa ed assunse un’espressione confusa, per non dire shockata.

-Alt, Stop, un momento… Ron, si può sapere cosa stai dicendo? Di quale intimità stai parlando? E su quali tesi puoi confermare queste tue convinzioni?

-Guarda che me ne sono accorto, cosa credi? Mi sono accorto che tu e Harry vi siete messi insieme senza dirmi nulla… - non capì il perché, ma quando pronunciò quelle parole Ron si sentì stringere forte il cuore.

-Ma che cosa stai dicendo Ron? Io ed Harry siamo sempre e solo amici! Non mi sono affatto messa con lui! – cercò di fargli capire la brunetta. – E ora, spiegami perché pensi di essere inferiore a Harry! –

Perché è vero! Sin dall’inizio delle nostre peripezie, a cominciare dal primo anno, tu ed Harry siete stati i punti di forza del trio: tu risolvevi i misteri e aiutavi Harry nei problemi, mentre lui salvava sempre la situazione…. E io? Io non ho mai fatto nulla per aiutarvi! Sono sempre stato una palla al piede per tutti! Non ho fatto altro che combinare guai! Persino Neville l’anno scorso si è dimostrato più utile di me! –

-Non è vero che non ci hai mai aiutato! Se non ci fossi stato tu al primo anno non avremmo mai potuto superare la scacchiere gigante!

-A parte quella volta, sono mai stato utile durante gli altri anni? Ho mai avuto motivo di vanto dopo le battaglie che hanno seguito quella volta? –

Hermione per la prima volta non seppe cosa rispondere. Cercò tra le pagine della sua memoria qualche avvenimento importante in cui Ron si era dimostrato importante per tirargli su il morale, ma era rimasta troppo tempo in silenzio a pensare e ormai Ron, stufo della compassione che la gente provava nei suoi confronti e di quella di Hermione, si ritirò sul fondo della grotta.

-Ron… - cercò di consolarlo Hermione avvicinandosi a lui.

-Lasciami in pace… Non ho bisogno della tua compassione… -

Quelle parole risuonarono come lame nelle orecchie di Hermione. Si sentì così miserabile e stupida, non sapeva cosa fare e l’unica cosa che sapeva era che tutto quello era successo per colpa sua e del suo modo di essere così perfettina e sapientona. Se magari l’avesse trattato un po’ meglio invece di farlo sembrare uno stupido, cosa che lui non era, non sarebbe mai successa quella litigata e adesso il suo migliore amico non sarebbe in quello stato. Avrebbe voluto piangere, ma non meritava per niente di ricevere le attenzioni di Ron, sempre se lui gliele avesse date, per cui si limitò a rimanere in silenzio là dove si trovava.

Passarono le ore, la tempesta di neve si faceva sempre più forte di minuto in minuto, i due cominciavano ad avere fame e i soccorsi non li avevano ancora trovati. Hermione cominciava ad avere un gran freddo nonostante i due cappotti che aveva addosso.

“Accidenti… la tempesta non accenna a smettere…” pensò. “Sto morendo di freddo… e dire che sto indossando sia il mio cappotto che quello di… Ron! Accidenti! Lui non ha il cappotto!”

-Ron! – lo chiamò preoccupata. – Ron! Non hai freddo? –

-Non devi preoccuparti per me Hermione. – le rispose il ragazzo, ma la voce che usò non piacque per niente a Hermione perché era tremolante, Ron stava praticamente morendo di freddo!

-Ron non scherzare! Stai tremando! – lo rimproverò nuovamente avvicinandosi a lui trascinando la gamba dolorante.

-Non è assolutamente vero! Io non sto tremando! –

-Smettila di fare il testardo Ron! Morirai congelato se non ti riprendi il giubbotto che mi hai dato! –

-Non lo rivoglio indietro! Serve più a te che a me! – Ron non ebbe neanche il tempo di accorgersi delle intenzioni di Hermione che subito la ragazza mise sulle sue spalle il cappotto che le aveva donato e poi si gettò fra le se braccia.

-Lo utilizzeremo in due allora! Non posso e non voglio che tu muoia congelato! Sei uno dei miei migliori amici e se ti dovesse accadere qualcosa so già che ne soffrirei! –

Ron rimase imbambolato per qualche secondo a fissarla, poi ricambiò l’abbraccio stringendo forte Hermione fra le sue braccia.

-Va bene… come vuoi… -

Erano attaccati l’uno all’altra da una dolce, piacevole e calda stretta. Hermione si sentì meravigliosamente bene con in quel dolce tepore che le provocava quell’abbraccio, non si era mai sentita così bene, avrebbe voluto provare quella sensazione per tutta la vita se avesse potuto, nutrendosi solo di quella protezione speciale da parte di Ron. Cominciò a sciogliersi in quell’abbraccio, tutti i muscoli del suo corpo si rilassarono e la sonnolenza cominciò ad invadere il suo cervello.

“Voglio dormire…” pensò. “Voglio addormentarmi tra le sue braccia, rimanere sempre abbracciata a Ron…” e così successe. Le palpebre di Hermione cominciarono a chiudersi lentamente per poi farla cadere in un sonno profondo.

Ron, sentì all’improvviso che qualcosa non andava, il respiro di Hermione si era fatto troppo regolare, ebbe paura di quello che stava succedendo.

-Hermione! Hermione non addormentarti! Non devi dormire! – urlò tentando di svegliarla, ma la ragazza non rispondeva.

“Oh no! Accidenti! Se continua a dormire morirà! Devo fare qualcosa, ma l’unica cosa che posso fare per aiutarla è usare la magia e io non sono ancora maggiorenne!” pensò preoccupato ron che ormai non sapeva più che cosa fare, poi però, guardando il volto innocente di Hermione, si accorse che non poteva lasciare che le succedesse qualcosa e che la avrebbe aiutata anche a costo di venire espulso da Hogwarts. Anche a costo della bacchetta.

“Non ho scelta Hermione… devo farlo… tu non approveresti di certo, ma se voglio salvarti devo farlo…”. Prima si tolse dalle spalle il giubbotto e con esso avvolse la ragazza come se fosse una coperta, poi, tirò fuori dalla tasca dei pantaloni la sua bacchetta e pensò intensamente a un legno abbastanza grosso che durante la ricerca di quella grotta, aveva intravisto nella foresta.

-Accio legno! – urlò e in men che non si dica il legno di cui aveva assoluto bisogno arrivò nella grotta tutto bagnato e pieno di neve. Allora Ron usò un incantesimo essiccante per asciugarlo e successivamente l’incantesimo Incendio per accendere il fuoco.

-È l’unica cosa che posso fare Hermione, spero che sia sufficiente… - pensò amaramente Ron tenendo Hermione ancora più saldamente e più appiccicata a lui. Gli sembrava quasi una bambina tanto gracile e minuta che era la sua amica in quel momento, tutta raggomitolata tra le sue braccia come se stesse ricercando in lui protezione e tranquillità.

“Come sei bella in questo momento Hermione…” pensò Ron senza rendersi conto di ciò che pensava. “Vorrei tanto rimanere anche io così per sempre con te fra le mie braccia, ma probabilmente tu hai già qualcun altro a cui vuoi donare il tuo cuore… forse è lui che stai sognando in questo momento…” poi, il suo occhio cadde sulla tasca del giubbotto che la avvolgeva e vide che conteneva una bottiglietta di metallo. Si ricordò solo allora che era stata la signorina della reception a dargliela.

È grappa. Se per caso mentre siete fuori incominciasse a nevicare forte vi aiuterà a riscaldarvi. ricordò improvvisamente Ron. Tirò fuori quella bottiglietta tanto invitante e cominciò a berne il contenuto. Non bevve per riscaldarsi come gli era stato consigliato di usarla, bevve per cercare di non pensare a chi potesse essere il ragazzo a cui Hermione piaceva. Si, perché dopotutto ormai entrambi avevano 16 anni, non si sarebbe di certo stupito se Hermione avesse qualcuno a cui teneva particolarmente, ancora più di lui, ma tutto quello lo faceva mandare in bestia. Quella era la sua Hermione, nessuno l’avrebbe toccata senza il suo permesso. Non lo avrebbe permesso a nessuno.

Ma che sto pensando? La vita sentimentale di Hermione non può di certo riguardarmi!” pensò frastornato fra se e se. “E poi… d’ora in avanti non potrò controllare che non le succeda niente che la faccia soffrire… sicuramente Silente mi ha già espulso da Hogwarts…”

Mandò giù un altro sorso di grappa che gli bruciò la gola e le interiora in una maniera quasi infernale. Si era scolato già metà bottiglietta e già cominciava a sentire che la lucidità della sua mente stava andando a farsi benedire.

“Forse è il caso di smettere… meglio alimentare le fiamme con l’ultimo goccio rimasto.

Gettò il resto della grappa nelle fiamme e queste avvamparono alte fino a toccare il soffitto della grotta.

Ron rimase sveglio a vegliare per tutto il tempo su Hermione e sul fuoco, non poteva permettersi di addormentarsi anche lui, se sarebbero arrivati i soccorsi avrebbe dovuto chiamarli per far capire loro la loro posizione, ma le ore passavano e nessuno era ancora arrivato. Nel frattempo la tempesta di neve fortunatamente era cessata, ma con essa anche il falò si era spento lasciando i due ragazzi in completa balia del gelo notturno che stava arrivando. Hermione non si era ancora svegliata e questo non poté che preoccupare ulteriormente il povero Ron.

“Accidenti Harry! Quando ti decidi ad arrivare?! Se non ti sbrighi Hermione rischia di morire!” pensò disperato.

-Aiuto! Qualcuno mi sente?! Vi prego! Ho bisogno di aiuto! – non riuscì a trattenere l’impulso di urlare. Era proprio disperato se aveva ricorso a quella soluzione, ma subito dopo si accorse che se non lo avesse fatto nessuno li avrebbe più trovati. Infatti, subito dopo ricevette la risposta di una voce a lui famigliare.

-Ron! Hermione! – era Harry! Harry era riuscito a trovarli! Ron quasi non riusciva a crederci, aveva quasi paura che stesse sognando anche lui. – Ron! Rispondimi dove sei! –

-Siamo qui! Harry! Siamo qui! – urlò di nuovo più forte per farsi sentire. In un lampo arrivarono Harry e la squadra di soccorso.

-Ragazzi! Tutto a posto? – domandò preoccupato Harry non appena raggiunse la grotta.

-Come avete fatto a resistere per tutto questo tempo al freddo? – chiese incredulo un uomo della squadra di soccorso mentre prendeva in braccio Hermione per portarla nel furgoncino dell’ambulanza parcheggiato poco distante da lì. Ma Ron era troppo preoccupato per la salute di Hermione per poterlo ascoltare.

-Si riprenderà vero? La prego mi dica che si sveglierà! –

-Mi dispiace ragazzo, ma finché non la portiamo giù in paese non posso dirti nulla di certo… - gli rispose l’uomo. – Ma come avete fatto a resistere per tutto questo tempo? –

-Beh… ecco… questa mattina alla reception dell’albergo in cui alloggiamo mi hanno dato una bottiglietta di grappa nel caso avesse nevicato forte, io ho utilizzato metà di quella grappa per riscaldarci e l’altra metà per accendere un legno… - rispose lui.

-Ma tu sei tutto congelato! Non avrai mica dato il tuo cappotto per tutto il tempo alla tua ragazza spero! – Ron arrossì nel sentire che quell’uomo aveva scambiato lui ed Hermione per una coppia di fidanzati.

-Beh, si! –

-Vieni anche tu con noi! –

-Dove mi volete portare!? –

-Ron calmati! Ti vogliono solo portare al pronto soccorso! – cercò di tranquillizzarlo Harry.

-Ma io sto benissimo! Dovete preoccuparvi di Hermione piuttosto! –

-Ragazzo! Non fare il testardo e vieni con noi per favore! –

Ron fu condotto forzatamente nel furgoncino assieme a Hermione. Lo coprirono con una grossa coperta e gli diedero da bere della cioccolata calda per riscaldarlo. Arrivarono all’ospedale in pochi minuti e condussero immediatamente entrambi in una stanza vuota.

“Accidenti che schifo di vacanza… dover rimanere chiuso in una stanza d’ospedale come se stessi per morire… ora capisco come si sentiva mio padre l’anno scorso quando è stato attaccato da quel serpente…” pensò Ron guardando il soffitto dell’ospedale. Era terribilmente arrabbiato con se stesso: aveva utilizzato la magia fuori dalla scuola, sarebbe sicuramente stato espulso da Hogwarts per questo, ma ancor più era arrabbiato con se stesso perché ancora una volta sentiva di non essere servito a nulla.

Si voltò verso il letto dove in quel momento dormiva Hermione. Il suo volto così tranquillo e rilassato gli fece dimenticare per un attimo tutti quei brutti pensieri. Ripensò invece a quello che era successo nella grotta, delle sensazioni di piacere che aveva provato nel tenerla fra le braccia, a quanto lei fosse speciale ed importante per lui. Si alzò dal letto e si avvicinò di più a lei.

“Hermione… forse non riuscirò mai a dirti quello che provo per te, forse d’ora in poi non potrò farti sapere quanto tu sia importante per me… ma voglio almeno darti una cosa che prima, in quella fredda grotta, non sono riuscito a darti… che non ho trovato il coraggio di darti…”. Avvicinò il suo volto a quello di Hermione e annullò ogni distanza tra le loro labbra. Fu un bacio molto intenso, ma anche molto corto. Hermione non poteva di certo ricambiare quel bacio e Ron era imbarazzatissimo per quello che aveva appena fatto. Si allontanò da lei subito dopo pochi secondi, tutto rosso in volto.

“Quanto sei stupido Ron! Devi togliertela dalla testa!” si rimproverò il ragazzo ripensando alla grande cazzata che aveva appena compiuto. Tornò nel suo letto e cercò di addormentarsi, ma non poté fare a meno di sentirsi felice per aver baciato Hermione.

La mattina seguente vennero a trovarli Harry e i signori Granger, volevano sapere come stavano i due ragazzi. Fortunatamente quella mattina Hermione si era svegliata e a giudicare da come sprizzava energia, era in piena salute. Certo, al suo risveglio si era sentita alquanto spaesata dato che si era svegliata in un letto d’ospedale quando si era addormentata tra le braccia di Ron, ma poi capì quanto era successo e tornò la solita Hermione di sempre. Ron nera felice sia della visita sia del risveglio dell’amica.

-Hermione! Ti sei svegliata per fortuna! – l’aveva abbracciata il padre.

-Eravamo tutti così preoccupati per te! – disse la madre con le lacrime agli occhi.

-Non fate così… non mi è accaduto niente di male dopotutto! Ho solo una caviglia slogata! – cercò di tranquillizzarli Hermione con pochi risultati.

-Ma ti sei anche addormentata durante la tormenta! Meno male che c’era Ron con te! Altrimenti non saresti qui con noi ora! – spigò Harry dando poi una pacca sulla schiena al rosso come per dirgli “Sei stato grande!”

-Io non ho fatto nulla… - disse Ron con un filo di voce, quasi come un sussurro.

-Non è vero! Se non ci fossi stato tu Hermione sarebbe rimasta a congelare! – si congratulò con lui il signor Granger. – Sei proprio un bravo ragazzo! –

-Vi ho detto che io non ho fatto niente… non merito questi complimenti! – alzò la voce innervosito Ron.

-Ron, ma che i prende? Di solito non fai altro che vantarti quando fai qualche cosa di unico… - gli fece notare Hermione.

-Io non ho fatto proprio niente di unico! Non ho fatto proprio niente! –

-Ma perché sei così testardo? Ron! Sei tu che mi hai salvata! –

-Non sono stato io! È stata la magia! –

Cadde il silenzio nella sala. Fortunatamente non c’erano infermiere ficcanaso nei dintorni o dottori che li potessero sentire, altrimenti sarebbe stato un brutto guai.

-R…Ron… ma che cosa…? – domandò Harry confuso.

-Avete capito bene tutti! Per fare in modo che quel fuoco si accendesse, per tentare di tenere me ed Hermione al caldo, ho dovuto usare la magia! Sono solo un buono a nulla che non sa fare nulla senza l’aiuto della bacchetta magica per vivere! E come se non bastasse verrò sicuramente espulso per questo! Senza contare che mi distruggeranno la bacchetta! –

-Ma Ron! Tu hai utilizzato la magia per salvare Hermione! Non credo che… -

-Che Silente permetta a quelli del Ministero di usare la legge su di me? Harry, Silente l’anno scorso ti ha salvato perché eri veramente in pericolo! Eri stato attaccato da due dissennatori! Il mio caso è ben diverso! Io ed Hermione non siamo stati attaccati da una qualche creatura pericolosa! –

Tutti i presenti guardarono Ron con uno sguardo pieno di tristezza e dispiacere. Non era giusto che venisse punito solo per aver salvato Hermione. Harry chiese ai signori Granger se potevano accompagnarlo all’albergo perché doveva inviare immediatamente una lettera a Silente e chiedergli se Ron dovesse veramente venire espulso. Lasciarono così Ron ed Hermione da soli all’ospedale in quella stanza che dopo le ultime rivelazioni era diventata silenziosa come una tomba. Hermione guardava Ron sconcertata. Non aveva neanche immaginato che Ron avesse utilizzato la magia per salvarla. Ron aveva sacrificato la sua carriera scolastica per salvare lei!

-Perché lo hai fatto! – chiese Hermione a Ron con un tono di rimprovero.

-Che cosa?

-Perché hai voluto sacrificare la tua carriera scolastica e la tua bacchetta? Perché non hai provato a trovare un modo meno rischioso per aiutarmi? – Hermione cominciò a piangere. – Perché sei così tremendamente stupido? Io ti ho fatto soffrire in quella maniera e tu mi hai aiutata sacrificando la tua carriera scolastica! Non meritavo questo! Mi dovevi lasciarmi morire di freddo in quella grotta! –

Ron scese dal suo letto e si sedette su quello della ragazza. Non poteva sopportare che piangesse. Non sapendo come fare per consolarla la abbracciò. Hermione sentì di nuovo quella calda e piacevole sensazione che aveva provato quando Ron l’aveva abbracciata nella grotta. Affondò il suo volto nel petto muscoloso di Ron per cercare conforto. Non voleva allontanarsi da lui. Non voleva che lui venisse espulso da Hogwarts. Piuttosto si sarebbe fatta espellere lei. Era stata lei a combinare tutto quel casino, non Ron. Era lei che doveva essere punita, non lui.

-Mi dispiace! Io non volevo che accadesse tutto questo! – singhiozzò Hermione.

-Non è stata colpa tua… non devi scusarti… - cercò di consolarla Ron.

-Invece è stata colpa mia! È colpa mia se hai dovuto usare la magia! È colpa mia se abbiamo fatto quella litigata! È colpa mia se… -

-Se sei così importante per me… - Hermione non ebbe neanche il tempo di finire la frase che Ron le confessò quello che provava per lei. Questo però fece sentire la brunetta ancora più triste.

-Anche tu sei importante per me Ron! Non voglio allontanarmi da te! – continuò a piangere. – Io ti amo! –

Ron non credette a quello che sentiva: Hermione gli aveva veramente detto che lo amava? Non ci poteva credere. Era felice e triste allo stesso tempo, felice di quella rivelazione, ma triste perché il loro sarebbe stato un rapporto a distanza.

Rimasero così abbracciati a lungo. Nessuno dei due voleva staccarsi e cancellare quella bella sensazione, ma sapevano che prima o poi sarebbe accaduto.

Dopo l’accaduto, i Granger riaccompagnarono i ragazzi in Gran Bretagna. Ron tornò dai suoi genitori e con lui andarono anche Harry e Hermione anche se la ragazza a dir la verità sarebbe rimasta con loro in giornata. La vacanza non era stata per niente piacevole.

-Ron… non abbatterti! Vedrai che ci sarà una soluzione! – cercò di confortarlo Harry mentre stavano tornando ala Tana. Hermione nel frattempo camminava in silenzio dietro di loro.

-Lo spero proprio amico… io non voglio lasciare voi due da soli… - disse Ron parlando ad entrambi i due.

-Neanche io lo voglio! E poi mi spieghi a chi ci dovremmo rivolgere una volta che io e lei saremo nei guai se tu non ci sei? – scherzò il moro. Quella battuta fece tornare a Ron la risata. Capì che per i suoi amici non era mai stato una palla al piede e che era veramente stato uno stupido a pensare di essere inutile: lui era importante solo per il fatto che era loro amico. Tutto il resto non contava, non era mai contato.

-Ron! Harry! Come mai siete già di ritorno voi due! – urlò loro la signora Weasley non appena li vide rientrare alla Tana.

-Non eravate con Hermione e i suoi genitori in Francia? – chiesero insieme Fred e George, i due gemelli fratelli maggiori di Ron.

-Ma come? A quest’ora avreste già dovuto ricevere una lettera dal ministero della magia! – esclamò Ron stupito.

-Dal ministero della magia? Che cosa hai fatto Ron! – si stupì la signora Weasley.

-Mamma! È arrivata una lettera da parte di Silente! È per Ron! – disse Ginny, la sorella minore di Ron portando con se una lettera.

-Cosa dice? – chiese il diretto interessato spaventato.

-Leggi tu… - Ginny porse al fratello la lettera con un’espressione quasi soddisfatta. Ron cominciò a leggerla e ciò che la lesse lo fece rimanere senza fiato.

Caro signor Weasley,

Da quanto ho potuto sapere dalla lettera che il signor Potter mi ha spedito l’altro giorno, lei avrebbe utilizzato degli incantesimi fuori dalla scuola nonostante lei non sia ancora maggiorenne. Sa bene che questo avvenimento le potrà costare l’espulsine dalla scuola di Hogwarts che ora lei sta frequentando, ma sempre secondo il racconto dell’accaduto che il signor Potter ha avuto la gentilezza di mandarmi, lei ha utilizzato la magia per salvare lei e la signorina Granger da una possibile ed inevitabile morte.

Alla luce di ciò ho deciso di non espellerla dall’istituto fino a quando non troverò un buon motivo per farlo e ho fatto in modo che il Ministero non le mandi alcuna lettera di avviso per un’udienza disciplinare o per distruggerle la bacchetta.

Le auguro un felice natale

Preside Albus Silente.

-Che dice la lettera? – chiese preoccupato Harry vedendo l’espressione sconvolta dell’amico, ma si risollevò subito, perché quest’ultimo gli saltò addosso stritolandolo in un forte abbraccio.

-Grazie Harry! Questo è il più bel regalo di Natale che mi potessi fare! – gridò il rosso pazzo di gioia.

-Cos… Vuoi dire che non ti espelleranno? Non ti toglieranno la bacchetta? – l’espressione entusiasta che Ron aveva sul volto confermò la sua domanda. – Ron! Ma è fantastico!

Il moro avrebbe voluto stritolarlo per la felicità, ma Ron era corso fuori in giardino, dove avevano poco prima lasciato Hermione.

-Hermione! Hermione! – la chiamò mentre le correva incontro.

-Cosa succede Ron? – gli domandò incredula Hermione, ma prima che potesse ricevere una risposta sentì le forti braccia di Ron avvolgere il suo corpo minuto.

-Non sarò espulso! Non mi toglieranno la bacchetta! È meraviglioso! – esultò Ron stringendo a se ancora più forte Hermione che appena sentita la notizia non poté fare altro che scoppiare di felicità.

-Dici sul serio? Non mi stai prendendo in giro? –

-Che motivo avrei? – e senza neanche rendersene conto prese il volto di Hermione e lo avvicinò al suo facendo toccare le proprie labbra con le sue.

Hermione non credeva a quello che stava succedendo. Ron la stava baciando? Stava sognando? Non volle neanche pensarci, non voleva che quello fosse solo un sogno e ricambiò il bacio con più fervore di quanto immaginasse dischiudendo le labbra e permettendo a Ron di approfondire il suo bacio. Entrambi, in quell’attimo, persero ogni contatto con l’ambiente circostante, non si resero nemmeno conto che gli occhi di Harry, Ginny, Fred, George e i signori Weasley che nel frattempo erano usciti dall’abitazione e li avevano raggiunti, assieme a quelli dei signori Granger, erano puntati fissi su di loro.

Quando i due interruppero quel dolce contatto tra loro, Fred e George cominciarono a fischiare e assieme a Ginny, Harry e il signor Weasley avevano iniziato ad applaudire forte, mentre le signore Weasley e Granger, commosse per il lieto evento, stavano per cominciare a piangere di gioia (neanche si sposassero… NdAutrice) e il signor Granger invece guardò in modo molto cagnesco il povero Ron, che ebbe la certa impressione di non essere più tanto simpatico a quello che un giorno avrebbe sperato di avere come genero.

Non curante di tutto ciò, Ron ricominciò a baciare e a stringere a se la sua adorata Hermione. Sapeva che qualunque cosa fosse successa, d’ora in avanti avrebbe voluto che Hermione fosse al suo fianco e sperava con tutto il cuore che anche per lei fosse lo stesso, perché lui per lei ci sarebbe sempre stato. Per sempre. Anche nel campo di battaglia della Seconda Guerra. Lui ci sarebbe sempre stato, sia per lei che per Harry.

THE END

Questa è la prima One-Shot che io abbia mai creato in tutta la mia vita! E poi è anche una Ron/Hermione, la mia coppia preferita! Devo proprio essere fiera di me stessa! Però non sono io che devo giudicare la mia FF, ma voi, e visto che so che chi legge le FF è anche un bravo critico, sono sicura che scriverete un piccolo commentino, vero? VERO?!

Richieste assurde a parte, chiedo scusa per quelli che leggono le altre mie FF (L’anima della zanna e Bit power no shi ki) per il ritardo mostruoso che sto facendo, ma il problema è che il disco fisso del mio computer è saltato e devo riscrivere i capitoli che avevo scritto e che non ho postato sul sito, tutti da capo. Vi chiedo ancora scusa per il ritardo.

Bene! E con questo ho finito! Alla prossima!

  
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