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Autore: ___Page    15/04/2018    2 recensioni
"Dopo essere uscita di casa senza ombrello, aver infilato un piede in una pozzanghera così profonda da inzupparla fino alla caviglia, aver strappato le calze e essersi ritrovata con il trucco colato per la pioggia ci mancava solo la macchina in panne.
Se l’era sentito, quella mattina, che sarebbe stato meglio non uscire di casa."
*Per il compleanno di Momo*
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Duval, Kayme
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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BRUTTA GIORNATA(?)



Strinse le ginocchia al petto, appoggiandosi con il mento, e sospirò sconsolata. Era stata una giornata allucinante, non riusciva a credere che fosse successo anche quello!
Si passò la mano sul volto, decisa a non piangere. Non voleva comportarsi da bambina, non voleva piangere anche se la tentazione era tanta. Dopo essere uscita di casa senza ombrello, aver infilato un piede in una pozzanghera così profonda da inzupparla fino alla caviglia, aver strappato le calze e essersi ritrovata con il trucco colato per la pioggia ci mancava solo la macchina in panne.
Se l’era sentito, quella mattina, che sarebbe stato meglio non uscire di casa ma non era come se avesse potuto scegliere, le cose da fare erano da fare. E Kaymie era da sempre una persona che si rimboccava le maniche, anche quando avrebbe solo voluto starsene tutto il giorno avvolta nella coperta come una crisalide nel bozzolo, a bere the caldo e fare maratone di film, se c’era qualcosa da fare lei la faceva. Anche se significava uscire di casa con un tempo da lupi, di malavoglia e con la sensazione che tutto sarebbe andato storto non appena avesse messo il piede fuori dalla porta.
Considerato l’umore sotto i tacchi, non avrebbe mai osato credere che sarebbe potuto peggiorare, non senza una pala con cui mettersi a scavare, attrezzo che la sorte le aveva gentilmente offerto. Ed ora eccola lì, uno scricciolo bagnato e arruffato, sotto la pensilina del bus, zuppa dalla testa ai piedi perché la sua Megalo si era rifiutata di accendersi, in un parcheggio distante da qualunque fermata di qualsiasi mezzo pubblico, proprio del bel mezzo dell’acquazzone.
Non avrebbe voluto disturbarlo. Non sentiva in genere la necessità di venire salvata dal principe azzurro, non era il tipo. Forse non era la persona più furba del pianeta ma era indubbiamente pratica, ragion per cui era stato del tutto logico decidere di prendere il pullman anziché telefonargli per farsi venire a prendere.
Ma alla terza corsa saltata e un rischio sempre più concreto di morire assiderata per colpa dell’umidità, che le si era infilata sotto pelle, e dei vestiti zuppi, si era rassegnata a prendere il cellulare e chiamarlo. E ora, in modo del tutto illogico e irrazionale, aveva voglia di piangere.
Perché la macchina le serviva, perché si sentiva incapace per non essere riuscita a sbrigarsela da sola, perché si sentiva in colpa, anche se era stupido, per averlo disturbato.
Tirò su con il naso  e si sciugò una guancia strusciando direttamente il viso sul dorso della mano, conscia che non sarebbe servito a nulla. Ormai aveva aperto i rubinetti e la frustrazione spingeva troppo insistentemente, tanto più che ormai il trucco era una maschera di chiazze sotto gli occhi e sulle gote.
Alzò gli occhi verso il cielo plumbeo, nulla più che una fetta grigia visibile tra il bordo del tetto della banchina e di quello del palazzo di fronte. Non sembrava intenzionato a smettere, anche se le previsioni davano sole per l’indomani. Si sperava, la aspettava da tutta la settimana almeno quella gioia!
Un rombo famigliare si levò da dietro l’angolo e Kaymie sgranò gli occhi e si girò di scatto, incredula e preoccupata. Non poteva essere, non riusciva a credere che… E invece sì, era andata a prenderlo in moto!
Con quel tempo!
Ma che gli diceva la testa?!
Kaymie si alzò veloce dalla seggiolina e corse sul marciapiede, fuori dalla pensilina, sotto la pioggia mentre la Motobaro frenava davanti a lei, sollevando qualche schizzo d’acqua che si schiantò sulle sue gambe, dalle ginocchia in giù, senza poi peggiorare più di tanto la situazione. Ancora basita, Kaymie lo osservò togliersi il casco, i capelli appiccicati sulla testa per l’umidità, e rivolgerle un sorriso smagliante.
«Tesoro mio! Scusa il ritardo!» la salutò Duval, prima di girarsi verso il portaoggetti sul retro della moto per tirare fuori un secondo casco. «Ecco tieni!»
«Duval, come mai non sei venuto in macchina?» domandò Kaymie, prendendo meccanicamente il casco. Non sapeva se era più preoccupata per tutta l’acqua che aveva preso o perché si era mosso in moto con quella pioggia.
«L’ho lasciata a mia madre stamattina, non mi serviva» si strinse nelle spalle il ragazzo. «Perché, è un problema?»
Se era un problema? Averlo obbligato a uscire con quel tempo infame, solo per venire a recuperarla, solo perché lei non era riuscita a farne una giusta manco per sbaglio?! Beh sì, tendenzialmente sì, era un problema!
Sopraffatta e sfinita, Kaymie abbassò gli occhi sul casco che teneva in mano e le sue iridi sbiancarono per la sorpresa. Accuratamente piegato e incastrato dentro il casco c’era la sua giacca impermeabile rosso corallo. Giacca che chiaramente Duval aveva avuto cura di portarle, per evitare che in moto prendesse troppa acqua. Perché Duval poteva essere sprovveduto, svaporato e distratto ma se si trattava di lei diventava premuroso, accorto e insospettabilmente arguto o comunque abbastanza sveglio da ricordarsi di portarle l’impermeabile.
Era così fortunata. Così fortunata…
«Ehi piccola»
Ancora sopraffatta, Kaymie sollevò di nuovo lo sguardo.
«Ti ho preparato una sorpresa per cena. Festeggiamo un po’ in anticipo, va bene?» affermò, prima di cercare di farle l’occhiolino, invano ovviamente.
Ormai al limite della credulità, Kaymie sentì un sorriso nascerle spontaneo sulle labbra e trasformarsi altrettanto spontaneamente in una risata. Non perché Duval fosse buffo quando cercava di fare l’occhiolino, non perché si fosse dimenticata che il giorno dopo era il proprio compleanno e nemmeno per isteria.
Il fatto era che andava bene, più che bene. In moto sotto la pioggia, con il rischio di cadere a ogni curva. Probabilmente l’indomani ci sarebbe stato il sole e loro sarebbero stati bloccati a casa con un mal di gola da primato nonostante gli impermeabili e Kaymie non aveva trovato il principe azzurro che nemmeno le interessava trovare.
No, aveva trovato Duval. E finché ci sarebbe stato lui, anche la peggiore delle giornate sarebbe stata eccezionale.





Angolo dell'autrice: 
E ce la fa! Per un pelo ma ce la fa! 
Mi spiace per la brevità e la bruttura della storia ma è il massimo che sono riuscita a fare e spero di averti strappato almeno un piccolo sorriso, Momo.
Buon compleanno di cuore e un bacio grande, grande tesoro! 
Con affetto. 
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