“Kinako? Pensi che sia il caso che mi debba fare avanti io con Tenma o debba aspettare lui?” fu la domanda che uscì dalla bocca di Fey mentre lui e la sua futura madre erano soli in camera di quest’ultima. 
“Fey, questo dipende da te - iniziò lei - se non ne puoi più e vuoi dirglielo, fallo. E non fare come me che ho aspettato che fosse Kyou-chan a dirmelo” rise nello scompigliare i capelli al verde.
“E come dovrei fare?” continuò Rune preoccupato. Ancora gli pareva strano che Kinako accettasse... il fatto che lui amasse un ragazzo. Ma lei era l’unica con cui poteva sfogarsi il minimo necessario, e la stessa Nanobana era disponibile a dargli consigli.
“Tu non pensarci. Se lo ami come mi dici ogni giorno ad ogni ora,
vuol dire che le parole ti verranno fuori da sole” -concluse lei, prima di doversi congedare per andare a studiare.
O meglio, prima di mandare via Fey, perchè comunque era casa sua.
Al verde bastavano ed avanzavano quei pochi
minuti insieme, ma sperava di non fare una delle sue figure di niente davanti a lui. Non come la prima volta che aveva provato a dichiararsi, quando la squadra entrò negli spogliatoi poco prima del presunto momento.
 

"Solo perché il tuo sogno è stato rovinato una volta, lo abbandonerai facilmente ?!"
Se è un sogno che vuoi davvero diventare realtà, devi tenerlo fino alla fine!
 

Fey rimase tutta la notte a pensarci su in camera sua, ed il venticello primaverile che entrava dalla finestra non aiutava, visto che con quello il ragazzo continuava a pensare a Tenma. Era pure vero che i due si amavano reciprocamente, ma mai una volta che ci sia stata una dichiarazione, mai un “ti vuoi mettere con me?”, si erano messi insieme senza pensarci, poco dopo il loro primo bacio. E al verde non andava bene. 
 

Non pensare alle conseguenze
Butta tutto fuori ora!
Non accadrà nulla se rimarrai impalato lì
 

Il giorno dopo, Tenma aveva svegliato Fey con l’ennesimo messaggio alle sei del mattino, quando quest’ultimo non aveva neanche dormito un’ora.

TenMyLove: Ehi, Feycchan, sei sveglio? Ti va di dare due calci al pallone nel campetto vicino al fiume?

La voglia di Fey di mandargli un vocale nel quale gli urlava di essere stanco c’era, ma non poteva non cogliere l’occasione.Era domenica d’altronde, al campetto non c’era mai nessuno in quel giorno perchè di solito erano tutti fuori a fare qualcos’altro. Gli mandò semplicemente un emoticon con un pollice in su, non scrisse altro per evitare di dire ciò che voleva, in modo sbagliato, impacciato, o con un semplice accenno, visto che ne era capace. In altre situazioni gli era capitato, non voleva ripetere gli stessi errori fatti tempo prima.
 

Il vento della libertà
Sfidalo tutte le volte che serve!
Anche se non succederà oggi, riprova domani!
Inseguilo!
Fino a quando i tuoi sogni diventano realtà!

Fey corse giù per le scalette del campetto cercando di essere veloce il più possibile, non aveva molte forze in corpo ma non doveva neanche farle notare.
“Ehi. Come mai così presto? Non che io sia stanco, ma non sono neanche le sette...” cercò di chiedergli con una mezza verità,ma tanto Tenma poteva anche fregarsene della sua stanchezza.
“Il motivo è quello” fece quest’ultimo nell’indicare il cielo davanti, e confondendo Runeche pensava di essere cieco e di non vedere quello che il castano voleva fargli notare.
“Scusami ma credo di non arrivarci” fece il verde ancora più insicuro, cosa aveva visto Matsukaze nel cielo non gli arrivava in testa.
“Scemo, guarda. Sono sicuro che è la prima volta che ti capita. Quando mai ti è successo di beccare un’alba così bella da poter vedere il sole e la luna insieme, uno che sorge e l’altra che tramonta?” sorrise Tenma, provocando in Fey la voglia di strangolarlo per averlo svegliato, dopo una notte in bianco, per un’alba. Finchè poi Matsukaze non continuò la frase che aveva volontariamente interrotto, quasi a vedere la reazione di Fey.
“Sai, un po’ come noi due. La stessa cosa che accade, o meglio, che noi facciamo accadere, quando facciamo questo” concluse nello stampargli un bacio sulle labbra, sorridendo ancora più di prima. Fey continuava a pensare a quando gliel’avrebbe detto, a come l’avrebbe fatto, ma non poteva di certo interrompere l’atmosfera che si era creata tra i due.
“Allora ero cieco e scemo io, grazie per avermelo fatto notare” rise Rune nel prendere il pallone che era lì, fermo, a metà campo. 
“Non avevi detto di voler giocare un po’?” chiese con tono abbastanza provocante ed ironico, aspettando che fosse Tenma a togliergli il pallone dai piedi. E nel frattempo c’era qualche persona che iniziava a passare per il marciapiede accanto, se avesse voluto tentare in quel momento non avrebbe potuto farlo. C’era da aspettare ancora tanto?
 

Sfidalo con tutto ciò che hai!
Cogli questa occasione!
Puoi sicuramente farcela!
Realizza i tuoi sogni!
 

Rimasero lì a prendersi la palla a vicenda per una bella mezz’ora, nessuno dei due si stava seccando, alla fine stavano facendo ciò che più gli piaceva, ma fu a quel punto che finalmente Fey notò che erano cinque minuti che nessuno passava. Forse per il festival dell’inizio della primavera che si stava tenendo da lì a poco, erano tutti lì probabilmente. L’ansia iniziò a farsi notare, il verde stava per tentare un tiro, ma perse improvvisamente la forza nelle gambe e sbagliò completamente direzione. Ovviamente non fu l’unico a notarlo.
“Feycchan? Stai bene? Di solito non sbagli così” fece Tenma nell’avvicinarsi a lui, e Rune cercò di non iniziare ad agitarsi o a piangere per la confusione che aveva in testa. D’altronde doveva farlo, una volta buona, doveva dirglielo, Kinako credeva anche in lui, ma aveva un groppo alla gola talmente forte da non riuscire a parlare per abbastanza tempo da far sentire addirittura il rumore del vento che spostava i rami degli alberi.
“Fey? Rispondi! Mi sto preoccupando!” tentò di farlo parlare il castano, finchè Fey non iniziò a balbettare completamente insicuro e spaventato due tre parole, almeno per iniziare potevano andare bene. Forse.
“S-sì, sto b-bene. È-è solo c-c-che...” cominciò lui; Matsukaze notò che era ansioso, si vedeva, ma nel tentare di tranquillizzarlo prendendogli la mano riuscì a dargli pure un briciolo d’imbarazzo.
“Solo che?” chiese lui, che voleva scavare in fondo alle sue preoccupazioni. D’altronde cos’altro poteva fare il suo ragazzo?
“Solo che sono confuso! Non so più cosa fare! Ormai faccio solo la figura dell’impacciato con te, non posso mai dirti niente perchè non ne ho le forze, non mi sento degno ecco!” buttò fuori tutto d’un fiato. Una lacrima gli iniziò a scendere sulla guancia, si era sfogato ma solo in parte, però non sapeva cosa dirgli dopo.
“Non è assolutamente vero! E tu lo sai anche bene. D’altronde chi è stato tra i due a dire il primo ti amo? Tu! Non fare così, lo sai che mi cambia l’umore se vedo qualcuno piangere” fece Tenma nell’appoggiargli una mano in testa, finchè fu Fey, dopo aver sentito ciò che gli aveva detto, ad uscirsene con una frase alquanto incomprensibile ma che sicuramente il suo ragazzo avrebbe capito, si sperava.
“Tenma...” finì per abbracciarlo neanche alla prima parola “...io voglio che la nostra alba duri per sempre” singhiozzò cercando di calcare la parola nostra in modo da farsi almeno capire un po’.
Cosa che successe, visto che fu lo stesso Tenma a commuoversi. 
“Se è ciò che intendi, non posso fare altro che dirti di sì!” disse stringendolo ancora più forte, ritrovandosi poco dopo le labbra di Fey di nuovo sulle sue. Più che l’alba, in quel momento la cosa surreale era il vento, non pareva provenire da nessuna parte ma c’era, poi si fermava, poi ripartiva. Fey non era superstizioso, ma per una volta credette proprio che fosse stato voluto da qualcuno, quel vento, quasi a ricordargli il suo legame con Tenma. 
“Ti amo” continuò a singhiozzare tra una lacrima e l’altra, ormai non voleva più essere il ragazzo insicuro di prima. Se Matsukaze l’aveva fatto aprire in quel modo, sarebbe migliorato a vista d’occhio. Ed era questo che amava di più di lui.