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Autore: marwari_    15/04/2018    1 recensioni
|Rating Giallo per tematiche conflittuali. Sequel di "Beyond the Pale".|
Prue decide di prendere sotto la propria ala la giovane Paige, con la quale condivide un legame che nemmeno lei è in grado di spiegare.
Ben presto però, si accorgono di stare vivendo qualcosa molto più grande di loro e che, forse, non saranno in grado di affrontare.
{POV: Paige/Prue}
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paige Matthews, Prue Halliwell
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Charmed: Legacy'
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NdR: All'interno del capitolo sono presenti degli Easter Eggs.


Saga: Charmed: Legacy (Vol. II)
Titolo: The Forbidden Spell
Set: 1992 (pre-serie)
Capitolo: 4. La Notte delle Streghe, parte 1
POV: Prue Halliwell

 

 

Capitolo 4 – La Notte delle Streghe I

Prue sospirò pesantemente mentre sfogliava le pagine del piccolo libro che aveva tra le mani. Lanciò un'occhiataccia alla gatta che, come se niente fosse, stava sul letto di Paige intenta a lavarsi.

La sua espressione doveva essere stato qualcosa di ridicolo, perché la ragazzina che le stava a fianco si mise a ridere.

Prue sentì le guance diventare calde. Senza che lei si pronunciasse, Paige si morse il labbro e tornò con la testa china sulla scrivania, scribacchiando qualcosa con la sua matita su di un quaderno.

Era stata un'ottima idea legare la chiave del diario di Melinda al collare della gatta, perché per quanto odiasse ammetterlo, era una perfetta guardiana di un oggetto così prezioso, anche troppo, per i suoi gusti. Il dorso della sua mano, adornato da quattro graffi rossi di eguali dimensioni, ne era la testimonianza.

Prue aveva letto e riletto la prima pagina del diario, e più osservava il proprio nome scritto con eleganza con un inchiostro nero, più si convinceva di dover indagare. Forse era solamente necessario presentarsi all'anagrafe e pronunciare qualche nome per avviare una ricerca, eppure quell'idea non sembrava particolarmente allettante, né funzionale: se tutta quella faccenda era avvolta dal mistero e dalla magia – era ormai inutile chiamarla con un altro nome – di certo non poteva essere così semplice trovare degli indizi e raggiungere la verità.

«Prue?»

La mora sollevò lo sguardo verso Paige, che l'aveva interpellata senza distogliere la sua attenzione dal libro di testo che le stava accanto.

«Dimmi.» La incitò Prue.

«Hai trovato qualcosa di interessante?» Domandò con semplicità, mordicchiando la sua matita prima di tornare a scrivere.

«Nulla di che e nulla che dovrebbe interessarti, in questo momento.» La riprese con indulgenza. «Tu piuttosto, hai trovato qualcosa di interessate?» Chiese Prue, lasciando il libro aperto sulla sedia a dondolo per avvicinarsi all'amica.

«Sto studiando, ergo non credo di trovare qualcosa di lontanamente interessante.» Sbuffò la più giovane, appoggiando la schiena al cuscino. Alzò lo sguardo per incontrare quello di Prue, in piedi alle sue spalle, che la osservava con divertimento, scuotendo leggermente la testa «No, sul serio. Come fanno a piacerti queste cose?» Lanciò la matita sul quaderno, che atterrò con un leggero rimbalzo sul foglio.

«Se ci fossero dei quadri incantati scommetto che desterebbero d'un tratto il tuo interesse.» Scherzò Prue, riprendendo la matita e rimettendogliela in mano senza troppi convenevoli.

«Esistono, secondo te?» Paige spalancò gli occhi, una breve scintilla ad attraversarle le pupille.

«Chi lo sa.» Prue fece spallucce «Intanto credo sia abbastanza magico il fatto che certi autori dipingessero in modo così vivido e reale.» La più grande aggrottò la fronte, pensando per un momento a qualche sorta di incantesimo che permetteva di immortalare delle persone vere e trasformarle in quadri, oppure persone intrappolate dentro i quadri.
Follia, pensò.

«Sarà.» Mugugnò scettica Paige, tornado alla sua lezione. «Lo sai, credo che alla fine i miei abbiano capito che non ti ha mandato la Harris.»

Prue sollevò lo sguardo d'un colpo, si sentiva andare in fiamme e quasi le prese il panico. Come avevano fatto a scoprirlo? Certo, sarebbe bastata una parola fuori posto al cospetto di qualche insegnante, ma che lei sapesse, se Paige stava lontana dai guai, i contatti tra i suoi genitori e la scuola erano ridotti al minimo.

«Come fai a saperlo?» Chiese Prue accigliata. Non che temesse qualche divieto, in fondo non stavano facendo nulla di male e non ci sarebbe stato nessun motivo per non vedersi più, ma l'idea di essere stata scoperta e smascherata come una specie di bugiarda o imbrogliona la mandava fuori di testa.

«Non chiedi soldi, non ti hanno mai vista a scuola e la Harris non li ha nemmeno avvisati prima di affidarmi a te,» Paige fece una smorfia e scrollò le spalle «non credo ci voglia molto, dovevamo studiarcela meglio.»

«Beh, e ora che facciamo?» Chiese Prue. In effetti, non aveva tutti i torti: la sua copertura faceva acqua da tutte le parti.

«Nulla.» Rispose la più giovane con semplicità «Non credo importi molto ai miei dal momento che rigo dritto e prendo voti decenti a scuola. L'altro giorno sono pure stata nominata la migliore della classe,» si bloccò, corrugando la fronte ed arricciando il labbro «anche se non sono sicura che sia un pregio visto gli elementi con cui condivido quella stanza.»

«Lo è di sicuro se ti distingui da loro, Paige.» La più grande le rivolse un ampio sorriso. «Sicura che a loro vada bene?»

«Positivo.» Paige annuì «Sei la prima amica che porto a casa e che loro invitano a restare.»

«Credi dovrei dire loro la verità?» Domandò Prue, ricadendo a peso morto sulla sedia dopo aver recuperato il diario. Odiava rimanere nell'ombra e nel torto, soprattutto ora che era allo scoperto.
Sua nonna le aveva sempre raccomandato di rivelare i suoi segreti.. ma in famiglia. Gli altri potevano anche ricevere bugie gratuite.

Anche se non le era mai sembrato un ragionamento pienamente corretto, non aveva mai avuto difficoltà a tener fede a quelle parole. Con Paige e la sua famiglia era diverso. Tutto era diverso, con lei.

«A loro sta bene, Prue. Solo se te lo chiedono.» Paige riprese a scrivere «Non c'è motivo di tirare fuori questa storia.. non stiamo facendo nulla di male, in fondo.»

«Forse hai ragione.» Mugugnò l'altra, tornando con il naso tra le pagine del taccuino.

Lesse per altri minuti, completamente immersa in quel diario che raccontava di creature spaventose e spietate, fiamme perpetue che si scagliavano contro i cuori malvagi e poi lesse degli uomini, ancora più violenti e crudeli di quelle demoniache creature, che condannavano ciò che non conoscevano in nome di qualcosa più grande. Erano riportati tanti nomi, tanti incantesimi, alcuni innocui altri più spaventosi, alcuni per allontanare gli spiriti maligni, altre per attirarli a sé, creazioni di porte per mondi infernali, paralleli, misteriosi e addirittura per evocare altre sorelle streghe. Parlava di patti di sangue, cosa che le risultava folle dopo quella volta a Campo Skylark – quando lei e le sue sorelle si promisero di rimanere amiche per sempre e si bucarono il dito con uno spillo, il che causò un'infezione a Piper – eppure non sembrava poi tanto una cattiva idea fare qualcosa di simile per unire, almeno in modo metaforico, le sue sorelle e Paige.
P
erchè anche se non ne conosceva il vero motivo, desiderava essere legata a quella ragazza, lo voleva disperatamente.

«Prue?»

La mora sobbalzò quando sentì bussare alla porta della camera ed essere chiamata subito dopo.
Cercò di sorridere alla madre di Paige, la quale timidamente faceva capolino da dietro la porta socchiusa, ma il suo cuore era paragonabile ad un cavallo al galoppo.

«Si sta facendo tardi, cara.»

«Grazie, Judith.» Prue si alzò lentamente dalla sedia, prendendo a recuperare tutte le sue cose, tra cui il diario, che fece scivolare nella borsa senza (si augurava) destare troppi sospetti. «Ah, prima di andarmene, volevo chiedervi una cosa.» esclamò Prue d'un tratto, infilando la giacca di pelle e facendo scivolare lo zaino sulla spalla.

«Di che si tratta?» domandò la donna incuriosita.

Prue attese di avere anche l'attenzione di Paige prima di parlare.

«Volevo invitare Paige a cena, domani sera,» rivolse un sorriso caloroso ad entrambe, che poi subito si spense «a casa mia.» Si corresse. Madre e figlia si scambiarono un'occhiata: Paige la stava già praticamente supplicando di darle il permesso, mentre l'altra era ancora impassibile «E a dormire da noi, se è possibile.» Aggiunse e poi piegò il viso di lato, accompagnandosi alla silenziosa e malcelata preghiera «Per il mio compleanno.»

«Perchè non mi hai detto che compi gli anni domani?» Paige spalancò gli occhi e la più grande si limitò a ridacchiare.

«Non voglio che spenda soldi per il regalo, so che lo avresti fatto.» Si fermò un momento, solo per ammirare la faccia imbronciata che le stava rivolgendo l'altra. A volte assomigliava a Phoebe, anche troppo. «E poi non sarà niente di speciale, solo la nonna, le mie sorelle ed io. E Paige, naturalmente, se potrà venire.»

«Sicura che non dispiaccia a nessuno?» Domandò Judith.

Prue scosse appena la testa, mantenendo il suo sorriso entusiasta. In effetti, la madre di Paige aveva ragione ad avere qualche dubbio: le cene per il compleanno di qualcuno erano sempre prese molto sul serio da sua nonna e aveva fatto pochissime volte delle eccezioni e in quelle rare occasioni non aveva certo accettato ospiti al di fuori della famiglia di buon grado. Quando aveva proposto Paige, invece, Penny Halliwell non aveva sbattuto ciglio, anzi, aveva persino chiesto se fosse a conoscenza del suo piatto preferito.
L'unica che la preoccupava, francamente, era Piper.
Sua sorella era sempre stata molto gelosa del tempo in famiglia e Prue era sicura che non avrebbe poi tanto gradito la presenza di Paige.
Molte volte si era sentita in colpa quando aveva invitato fidanzati o amiche, anche al solo pensiero di ferire Piper. Con Paige no.

Prue voleva che quella ragazza fosse partecipe di tutto quello che avveniva in casa sua, coinvolgerla il più possibile.. stare più vicina a lei.

«Ti prego, ti prego.» Paige aveva giunto le mani sotto il mento e continuava a ripetere quelle due parole sottovoce con una faccia quasi ridicola.

Prue sorrise nel vedere l'apparecchio argenteo spuntare ad intervalli regolare sui suoi denti.

«Immagino che ti sia meritato un premio per i tuoi voti, Paige.» Concluse infine Judith, sorridendo apertamente.

Prue rimase in disparte a guardare mentre le due si abbracciavano contente. Sua madre doveva essere incredibilmente sollevata nel poter dare alla figlia un riconoscimento per il rendimento scolastico. Da quanto ne sapeva Prue, non avveniva da anni.

La ragazza sorrise, già pensando alla cena futura e di quando, a notte fonda, si sarebbero riunite tutte e quattro nella sua stanza per parlare e cambiare regole ai giochi di società fino al mattino. Non aveva mai fatto, né pensato di fare quelle cose con nessuno al di fuori delle sue sorelle, eppure con Paige… era diverso. E Prue si sentiva felice.

⁓✧⁓

Non era sorpresa per niente, in realtà, eppure non si aspettava di subire così tanto la chiara avversione di Piper circa la sua scelta. Avrebbe voluto tanto fare la dura e mostrarsi impassibile, ma la verità – che lo volesse ammettere o meno – era una sola: il parere di sua sorella era fondamentale per lei.

Di solito non le sarebbe importato poi tanto, o almeno, non riguardante le amiche che frequentava, ma ormai aveva capito che per lei, Paige, era una caso a parte su tutti i fronti. Certe volte si sentiva al settimo cielo al solo pensiero che sua nonna, una donna tanto severa e antipaticamente selettiva, avesse accettato ed approvato una ragazza come Paige e si mostrasse felice ogni volta che le proponeva di invitarla a casa.

Prue desiderava che Piper facesse lo stesso. Con la sorella più piccola era stato facile, poiché Paige era uno spirito talmente simile al suo che sarebbe stato strano il contrario; Piper era tutta un’altra storia e Prue proprio non capiva perché dovesse causarle tanti problemi, soprattutto il giorno del suo compleanno.

«Prue?» La ragazza di voltò di scatto nel sentire la voce sottile di sua sorella minore provenire da dietro lo spiraglio della porta socchiusa.

«Che c’è?» Domandò con tono distaccato, forse anche più acido di quello che avrebbe voluto.
Senza troppi convenevoli e senza dare il permesso a Piper di entrare, ributtò la testa nell’armadio.

«Devo parlarti.» Riprovò timidamente Piper, infilando la mano nello fessura per poter spingere la porta e sgusciare all’interno della camera. «Mi dispiace per prima.» Mugugnò colpevole.

«Sì?» Rispose secca l’altra, ricadendo all’indietro sui propri talloni mentre era in ginocchio davanti ad uno dei tanti cassetti.

«Senti, non voglio litigare il giorno del tuo compleanno, ma-»

«Allora perché non smetti di fare la perfida strega dell’ovest?» Prue inarcò un sopracciglio, rimanendo per un lungo minuto a guardarla in silenzio.

Piper la fissò con la bocca spalancata, per poi ricadere sul suo letto a peso morto. Il materasso la fece rimbalzare per qualche istante. Non era abituata ad appellativi del genere e Prue lo sapeva, probabilmente aveva sconvolto il mondo a sua sorella, sempre pronta ad aiutare e mostrarsi buona e gentile… ma in quel momento non le importava.

«Io non- guarda che- io non ho-» Piper cominciò a balbettare.

«Tu hai eccome!» Prue esclamò, sollevandosi in piedi e poggiando i pugni sui fianchi. Odiava assomigliare a sua nonna, in certe situazioni, eppure si era accorta che funzionava terribilmente bene, almeno con le sue sorelle. «Perchè odi tanto quella povera ragazza?» Chiese poi, finalmente dando voce alla paura che, ormai, la attanagliava da giorni.

«Io non odio Paige!» Rispose Piper immediatamente, facendo una smorfia.

Prue si accorse subito che sua sorella le stava dicendo la verità: era risaputo che Piper era fisicamente impossibilitata ad odiare una persona, o qualsiasi creatura, per la precisione.
«Perchè te ne sei andata quando ho detto alla nonna che l’avevo invitata stasera, allora?» Domandò la più grande, scrutando il viso di Piper mentre apriva ritmicamente le labbra, senza che nessun suono ne uscisse.

«Perchè- perchè- è una cena di famiglia.» Piper parlò velocemente e Prue vide le sue guance diventare appena rosse.

«Tu sei gelosa di Paige!» Le labbra di Prue si estesero in un largo sorriso vittorioso mentre le puntava il dito contro e le guance della sorella diventarono ancora più accese.

«Non sono affatto gelosa di quella ragazzina.» Borbottò infastidita l’altra, scacciando in malo modo il dito inquisitore della sorella.

«Andiamo, Piper! Di cos’hai paura?» Domandò Prue, questa volta visibilmente più seria. Non aveva nessun motivo per essere gelosa di Paige. Oppure sì? Perché obiettivamente la stava coinvolgendo nella sua vita più di quanto avesse mai fatto con una qualsiasi altra amica. Eppure non poteva farne a meno.

«Sembri piuttosto coinvolta, Prue.» Piper alzò leggermente il mento, guardandola sottecchi e con le braccia conserte «I pomeriggi da lei, i compiti insieme, le gite al museo, le cene di famiglia...» lasciò la frase in sospeso, sospirando appena «È come se ci stesse rubando il tempo con te.» Prue osservò la sorella minore mentre le rivolgeva uno sguardo triste e rassegnato.

Era vero: trascorrevano molto meno tempo insieme, ma non perché ora c’era Paige. Avevano tutte e tre le loro faccende da sbrigare, l’unica differenza era forse che, ora, quella ragazzina stava con lei quando Piper non poteva. Era forse quello a darle tanto fastidio?

«Piper, hai visto anche tu che c’è qualcosa di speciale in lei.» Prue le impose una mano sulla bocca quando notò che stava per protestare, sorridendole scherzosamente. Anche se non poteva vedere il sorriso di sua sorella, poteva sentire le sue labbra muoversi sotto il palmo ed osservare i suoi occhi scuri mentre diventavano più luminosi «Non provarci nemmeno, so che lo hai percepito anche tu. Negalo se hai il coraggio.» Piper scosse la testa e quando la più grande la liberò, non potè fare altro che ammettere la propria sconfitta.

«Non è che Paige non mi piaccia.» Piper bofonchiò, scrollando appena le spalle «È solo che, non lo so, è tutto così veloce..» Disse, gesticolando in maniera esagerata.

«Sei solo preoccupata che veda il tuo pigiama dei Looney Toones.» Prue assottigliò lo sguardo in maniera allusiva.

«Spiritosa.» Piper le mostrò la lingua, per poi voltarsi dall’altra parte.

«Paige non ha delle sorelle, Piper.» Riprese l’altra, ora in tono più serio per ottenere nuovamente l’attenzione della sorella «E francamente, mi sento legata a lei, in qualche modo.»

«Questo l’avevamo capito.» Borbottò la minore abbassando lo sguardo.

«Voglio renderla più partecipe.» Comunicò Prue in modo deciso «Dopo la soffitta e il libro e tutte quelle cose strane che sono successe-»

«Prue, smettila con queste sciocchezze!» Piper la interruppe subito. Prue sapeva che ogni volta che solamente sfiorava l’argomento, la sorella lo troncava sul nascere. Ma non questa volta.

«No, devi smetterla tu.» Rimboccò aspramente, corrugando le sopracciglia «Non puoi negare che siamo legate, tutte e quattro. È scritto nel Libro delle Ombre e se ti fossi degnata di ascoltarmi mentre tentavo di spiegarti una delle nostre teorie, forse capiresti meglio!» Prue aveva parlato tutto d’un fiato per evitare che la sorella potesse interrompere il suo discorso, ma forse non sarebbe stato necessario: Piper era in silenzio ad ascoltarla, forse con lo sguardo perplesso, però la stava ascoltando, finalmente.

«Davvero ci credi?» Mormorò la ragazza incredula.

«Se per una buona volta ti decidessi di fermarti e pensare e credere-» Prue si interruppe, posando le mani sulle spalle sottili della sorella «solo per un minuto, Piper, credere a Paige e a me,» sorrise, quasi impaurita, prima di concludere «e alla magia, forse tutto ti sarà più chiaro.»

«È uno di quei nuovi giochi di società? Perché sono molto aggiornata.» Domandò con una smorfia.

«Piper!» Prue urlò esasperata, raddrizzando la schiena e passandosi le mani tra i capelli scuri. «Perchè non vuoi capire?»

«Stavo solo chiedendo!» Si difese l’altra, alzando gli occhi al cielo.

«Ti prego,» Prue tornò a guardarla, inginocchiandosi davanti a lei così da poterla guardare direttamente negli occhi «non è un gioco, Piper. C’è in ballo qualcosa di grosso. Ti lamenti sempre che non passiamo più tempo insieme, bene, questa potrebbe essere un’occasione per farlo.» Deglutì a fatica, ma era sicura che questa volta sua sorella la stesse ascoltando per davvero. «Potremmo non avere scelta, Piper.»

«In che senso?» Piper corrugò le sopracciglia, chinandosi appena nella sua direzione per dimostrarle che, effettivamente, l’attenzione era rivolta a lei.

«Nel senso che se abbiamo ragione, noi quattro siamo state scelte da-» serrò gli occhi per pensare ad una parola che potesse andare bene, ma nessuna sembrava fare al caso suo «da- poteri superiori molto, molto tempo fa. È il nostro destino, Piper.»

«Il nostro destino?» La ragazza le rivolse un sorriso tirato «Mi stai facendo venire un’emicrania.» Mugolò con voce strozzata.

«Lo so che sembro pazza, Piper.» Prue sorrise quando la sorella cominciò ad annuire in modo convulso «Ma ti ricordi il patto al lago? Insieme per sempre? Sapevi anche allora che eravamo legate da qualcosa di più dal fatto di essere sorelle.»

«Eravamo delle bambine, Prue, era diverso.» Sussurrò l’altra.

«Invece si tratta proprio della stessa cosa.» Prue le sorrise tranquillamente «Ci avevi creduto allora, Piper, con tutto il cuore. Ti sto chiedendo di crederci un’altra volta.»

«È davvero così importante per te?» Piper le chiese con un filo di voce, osservandola con un sorriso storto.

«Lo diventerà anche per te, un giorno, te lo prometto.» La maggiore sospirò sollevata, racchiudendo la sorella in un abbraccio, che venne prontamente ricambiato.

«E Paige?» Piper domandò scettica, anche se la mora sapeva benissimo che stava cercando di celare i suoi veri sentimenti. Non capiva perché volesse farle credere di non fidarsi di Paige, ma era anche vero che a Piper serviva molto più tempo a sciogliersi, rispetto a tutte le persone che conosceva.

«Anche Paige.» La più grande arricciò il naso sorridendole «Fidati, imparerai ad amarla anche tu.»

«Amarla?» Piper le rise praticamente in faccia «Non credi di correre un po’ troppo?»

«Sì- insomma, a volerle bene.» Si corresse Prue di fretta. Sentiva le guance letteralmente in fiamme e il cervello del tutto assente. Come le era venuto di dire una cosa del genere? Forse si stava preoccupando troppo e forse, molto più probabilmente, sua sorella aveva ragione e stava solo diventando pazza.

«Va bene, smettila di farneticare adesso.» Piper si sollevò di scatto dal materasso, le sue labbra ancora piegate in un largo sorriso divertito mentre spingeva Prue verso l’armadio «Muoviti a scegliere un vestito, non stai mica per incontrare Tom Cruise!»
 

⁓✧⁓

La cena si svolse in armonia.

Piper e la nonna facevano spola tra la sala da pranzo e la cucina, portando pietanze su pietanze, una più buona dell’altra. Parlarono di tutto, con Prue che conduceva abilmente la conversazione cercando di coinvolgere tutte quante e Phoebe ovviamente non si trattenne dal raccontare vari aneddoti che la riguardavano, solo per fare ridere Paige e morire di imbarazzo la sorella maggiore; era un rito di passaggio durante ogni compleanno e la nonna non fece niente per evitarlo, anzi, si prolungò lei stessa ad aggiungere i particolari più succulenti.

Prue si sentiva estremamente felice nel vedere la sua giovane ospite illuminarsi quando le sue sorelle la rendevano partecipe delle tradizioni della famiglia, come il taglio della torta, le canzoncine storpiate (che Phoebe si era premurata di insegnarle prima cosicché fosse pronta anche lei al momento giusto), la ritirata strategica in camera di Prue per la notte (l’unica ad avere la tv in camera) senza supervisione di Penny, i popcorn sostituiti dai froot loops durante il film post-cena: Kill It Before It Dies, una pellicola che – ne erano certe – sarebbe diventato un classico ricorrente per ogni compleanno delle sorelle Halliwell.

Prue aveva regalato il VHS alla sorella minore un giorno di Settembre, dopo averlo avvistato in una vetrina di un blockbuster mentre tornava a casa dal museo. Non avevano ancora avuto l’occasione per provare a vederlo senza che Penny potesse venire a conoscenza della pellicola horror, vietata, in casa sua. Per il compleanno di Prue si era presentata l’occasione perfetta, poiché, di solito, la nonna le lasciava un po’ da sole, prima della mezzanotte, finché non decideva di dare l’ordine di spegnere le luci.

Ogni volta facevano finta di darle retta, per poi ritrovarsi a morire di sonno il giorno seguente.

Nessuna di loro si aspettava un epilogo differente per il compleanno di Prue.

«Non fa paura.» Commentò scettica Paige, aggrottando le sopracciglia mentre osservava con attenzione le immagini in bianco e nero che scorrevano sul piccolo schermo. «Voglio dire, a questo punto non era meglio guardare Nosferatu o Frankenstein di James Whale?» bofonchiò, immergendo la mano nella ciotola dei cerali e portandosene alcuni alla bocca.

«A qualcuno piacciono i film vecchi?» Chiese Prue con tono canzonatorio.

«Vintage.» La corresse la più piccola con una smorfia.

«Anche a Piper, solo un po’ più romantici, vero?» Prue infilò il gomito tra le costole della sorella, la quale già abbastanza tesa per il film, saltò sul posto come colpita da una scossa d’elettricità.

«Ehi!» Protestò, dando una spinta alla sorella.

«Shh!» Le zittì Phoebe, a pancia in giù verso i piedi del letto, le ginocchia piegate e i piedi all’aria. «Adesso arriva Billy.» Disse stralunata.

Passarono pochi minuti prima che il film terminasse, ma a quel punto, nessuna delle quattro era abbastanza stanca per andare a dormire. E poi ancora non era mezzanotte.
Si guardarono per alcuni minuti in silenzio prima di rifiutare, con voci accorate, la proposta di Phoebe di riguardare da capo la sua videocassetta.

«Ma io non voglio andare a dormire.» Mormorò con una faccia esageratamente triste.

«Nemmeno io.» Convenne Prue e dallo sguardo di Paige e di sua sorella poteva benissimo capire che anche loro condividevano il medesimo pensiero. «Potremmo-»

«Ragazze?» Puntuale come un orologio svizzero, pochi istanti prima dei rintocchi della mezzanotte, Penny Halliwell bussò alla porta della nipote più grande. Il cigolio si unì ad un coro di mugolii contrariati. «È ora di andare a dormire, avanti, domani avete tutte quante scuola.» fece notare la donna con tono autoritario, eppure sempre mantenendo un sorriso sul volto.

«Ancora un po’, nonna, non siamo stanche.» Protestò Prue. Non era un tipo da ribellarsi, lo sapeva bene, infatti sua nonna non ci pensò due volte prima di entrare in camera sua e poggiare il pugno destro al fianco.

«E cosa vorresti fare, Prudence?» Le domandò con voce impostata.

In un lampo, il suo cervello aveva elaborato una strategia vincente che potesse mettere d’accordo tutti e dimostrare a Piper che le sue intenzioni riguardo la magia erano buone. Doveva solo riuscire nel suo intento.
«Non lo so.» Mormorò l’altra, scrollando appena le spalle «Potremmo fare vedere a Paige le nostre vecchie foto o i nostri vecchi giochi,» cominciò con tono elusivo «è ancora tutto in soffitta, vero?»

Quando sentirono nominare la soffitta, tutte le donne presenti si irrigidirono e tutte per motivi differenti. Prue fu sorpresa di sentir parlare sua sorella minore per prima, quella che più era estranea a tutta la faccenda.

«Forse c’è qualche vecchio film che possiamo prestare a Paige.» Propose con entusiasmo, mettendosi in ginocchio sul letto.

«E qualche libro di cucina.» Pigolò Piper, guardando la sorella maggiore con la coda dell’occhio.

Prue non poteva esserne certa, ma sperava tanto che sua sorella stesse provando a crederle e quindi a reggerle il gioco.

«E ci sono degli album che non vedo da anni.» Si intromise poi prontamente, sfoggiando uno dei suoi soliti sorrisi.

«Mi piacerebbe molto!» Intervenne infine Paige, ma venne zittita dal profondo sospiro della nonna.

«Ma che cosa siete, le P4?» Sospirò profondamente la nonna, portandosi una mano alla fronte. «Il nuovo club delle teenagers contro Penny? State cercando di farmi impazzire? Lo sapete che è pericoloso andare in soffitta e poi è decisamente troppo tardi.» Esclamò concitata, le mani che si agitavano dappertutto. «Ve ne prego, dormite.» Le osservò ad una ad una e dopo un buon minuto di silenzio, diede loro la buonanotte e si richiuse la porta alle spalle.

Prue corrugò la fronte, le parole della nonna che le ronzavano in testa: per quanto fosse assurdo, non aveva mai pensato che tutti i loro nomi cominciassero per P. Anche quella era una coincidenza? Troppi indizi portavano verso la sorellanza delle streghe che aveva letto più e più volte nei libri e soprattutto nel diario di Melinda.

Le sorelle si guardarono per un lungo momento, poi Prue sorrise.
«Vi voglio pronte tra un'ora.» Disse con un sorriso sghembo.

Piper e Phoebe non parlarono, si limitarono ad annuire con degli sguardi seri. Poi si alzarono e andarono rispettivamente nelle loro stanze.

Quando la stanza piombò nel silenzio più totale, Prue stava osservando con divertimento la faccia perplessa di Paige. La poverina doveva sentirsi frastornata dagli ultimi avvenimenti, ma non poteva darle torto.

«Andiamo in soffitta?» Chiese titubante, inarcando il sopracciglio.

«No.» Prue scosse la testa e recuperò una torcia dal cassetto del comodino. La colpì un paio di volte con il palmo della mano per accertarsi che funzionasse. Poi la spense e la rimise a testa in giù sulla scrivania.

«E allora di che stavate parlando?» Domandò la più piccola, sempre più impaziente ed incuriosita dall’alone di mistero che stava pian piano calando sulla faccenda.

Le piaceva. Le piaceva da morire stare con Prue e lei poteva percepirlo.
«Lo vedrai.» L’altra le fece l’occhiolino «Le Halliwell si arrangiano sempre.»

 

 

 

Note:

  • I nomi di Mr. e Mrs. Matthews dovrebbero essere Mark ed Helen. Dal momento che non vengono mai nominati nel telefilm e questi nomi sono supposizioni (non ufficiali), ho deciso di cambiare il nome della madre di Paige in Judith in onore di una delle mie attrici inglesi preferite: Judi Dench.

  • Camp Skylark. Patty e Sam sono entrambi stati uccisi sul molo del campo estivo, frequentato dalle sorelle durante l’estate. Appare solamente in un episodio della seconda stagione [S02E08].

  • Il patto di sangue (Blood Oath). [S01E09] Phoebe ricorda il patto che fecero da bambine di essere amiche oltre che sorelle. A seguito di ciò, a Piper venne un’infezione al dito. Dal momento che si fa riferimento ad un lago come luogo dell’accaduto, è molto probabile che si tratti proprio del laghetto di Camp Skylark.

  • Il capitolo è stato diviso in due parti a causa della lunghezza. Questa prima parte è di circa 4k800 parole, il prossimo capitolo ne conterà più o meno 5k500.
     

Easter Eggs:

- La perfida Strega dell’Ovest, da "The Wizard of Oz". Si fanno molti riferimenti a questo film durante tutta la serie: Piper si traveste da Glinda per halloween [S03E04], le scarpette rosse (nel romanzo originale di color argento) vengono utilizzate sempre da Piper nella quinta stagione [S05E03] ed infine Henry afferma che ogni volta che Paige guarda questo film, piange [S08E15].

- Kill It Before It Dies (dal telefilm), pellicola inventata. È il film preferito di Phoebe, più volte citato durante la serie [S02E18, S03E13, S05E20].

   
 
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