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Autore: kamy    15/04/2018    0 recensioni
La storia segreta di Iemitsu Sawada.
Songfic scritta sul testo della canzone ‘Stay’ degli Hurts: https://www.youtube.com/watch?v=1nP3XB7hrFo.
Scritta per arashinosora5927.
Genere: Dark, Fantasy, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Ringrazio anche solo chi legge.

 

Cap.1 Il piccolo Iemitsu

 

Resta!

 

Timoteo cercò di allungare la mano ossuta oltre le sbarre di metallo, tentando inutilmente di raggiungere la gamba del bambino dall’altra parte, lo sfiorò con la punta delle dita. Le sue unghie erano spezzate, sporche di sangue rappreso e terra.

Il bambino guardava il viso emaciato del padre, gli occhi incavati, le guance scavate e i lividi sulla pelle. Socchiuse gli occhi, i suoi capelli rossi erano tagliati da una parte sola, ricci, e la sua espressione era grave. Indossava una larga maglietta su cui era disegnata la faccia di un alieno, strappata in più punti e dei pantaloncini inguinali.

Timoteo indossava, invece, solo dei boxer violetti macchiati di sangue.

“Se vado col principe ti libereranno” disse il piccolo. Di sottofondo si udivano delle urla, provenienti dalle altre celle, e il gocciolio dell’acqua.

Timoteo fece stridere i denti ingialliti e negò con il capo, i capelli gli ricadevano scompigliati davanti al viso, ingrigiti in più punti.

“Non andare, ti prego. Preferisco una vita di torture che perdere il mio unico figlio. Non mi sono sottomesso a Ieyasu Simon per non perdere la mia dignità, non per perdere il mio bambino. Al massimo abbandonerò io i miei ideali, diventerò il mostro che vogliono” gemette.

Il piccolo negò con il capo e si alzò in piedi, con movimenti lenti.

“Tu sei troppo buono, papà. Inoltre non hai fiamme né del vecchio, né del nuovo trinisette.

Farò ciò che devo, sono io quello d’azione tra noi due” ribatté.

“No! NO!” gridò Timoteo.

Vide il bambino allontanarsi e gridò, le lacrime gli rigarono il viso, tentò inutilmente di afferrarlo.

“Iemitsu, torna qui!” ululò Timoteo.

Iemitsu si allontanò e raggiunse la porta con passi cadenzati, le urla strazianti del genitore risuonavano tutt’intorno.

Iemitsu aprì il pesante uscio di legno.

“Resta! RESTA! RESTA CON ME!” implorò Timoteo. Era in ginocchio per terra, quando il figlio uscì dalla porta, colpì il pavimento di pietra con entrambi i pugni, graffiandosi le nocche.

Iemitsu si richiuse pesantemente la porta alle spalle, guardando i simboli dei polpi viola che coprivano le pareti. Erano sia dipinti che su degli stendardi, il simbolo era anche su tutti i mobili.

Le guardie gli puntarono contro delle lance laser, di colore violetto. Avevano la pelle nera, ma i capelli bianchi e gli occhi rossi. I loro muscoli dirompenti si intravedevano sotto le tute da motociclisti che indossavano, avevano dei caschi legati alla cintola.

Il piccolo cadde carponi, deglutì un singhiozzo. Si passò una mano sul viso e regolò il respiro, si rialzò in piedi e allargò le braccia, fece un sorriso ebete.

“Non c’è bisogno di minacciare”. Chiuse gli occhi e ridacchiò. “Ho tutta l’intenzione di venire  in un posto in cui si fa la bella vita sulle mie gambe”.

< Mi dispiace, papà. Non ho trovato altra scelta, ma me la caverà, te lo prometto > pensò.

Le guardie annuirono e abbassarono le lance, spegnendo la lama laser.

“Ti porteremo al castello volante del principe in carrozza. Se proverai a fuggire, non ti riporteremo qui per un nuovo addestramento, ma ti uccideremo anche se sei parte della famiglia” disse la prima guardia.

“Se oserai dire al nostro ‘falso’ Boss che cosa facciamo davvero noi Carcassa, uccideremo non solo te, ma anche tuo padre per cancellare le tracce” ordinò la seconda guardia.

“Sarò muto come un pesce. Non vedo l’ora di vedere la mia nuova camera” rispose Iemitsu.

< Avrei voluto rimanere, papà, ma questo è il mio destino > pensò.

  
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