Ringrazio anche solo chi legge.
Cap.2 Magician Doll
Per tutta la mia vita
ho atteso il momento giusto
Il bambino era seduto sul pavimento.
Dei pupazzi umanoidi
alti fino alle sue ginocchia camminavano avanti e indietro per la
stanza,
ripetendo ossessivamente il nome ‘Iemitsu’.
Il piccolo era intento a guardare
degli occhi al
microscopio.
Delle uova bollivano alle sue spalle,
in un contenitore
trasparente che lasciava vedere le innumerevoli bolle che si formavano.
Iemitsu mise gli occhi umani
all’interno di un contenitore
criogenico e li adagiò insieme agli altri contenitori,
sembravano degli
innumerevoli astucci.
Una serie di schermi sulle pareti
trasmettevano dei codici
di DNA, raffigurazioni di corpi umani e foto di diversi capitani dei
Varia.
Ognuno di essi aveva delle lastre accanto che facevano vedere degli
ingranaggi.
C’erano delle bambole di
pezza con gli occhi di bottone sul
pavimento, delle bambole di porcellana sui ripiani di legno della
libreria
insieme a dei pesanti tomi, mentre su una scrivania c’era un
carillon con una
ballerina che girava su una gamba sola. La melodia che proveniva dal
carillon
risuonava piano.
Iemitsu si alzò in piedi e
raggiunse l’uomo che stava seduto
sul letto, aveva un portello aperto sulla schiena. Gattonò
sul letto e inserì
un ‘floppy disk’ dentro un buco sulla schiena
dell’uomo, chiuse il portello e
lo accese.
Timoteo batté un paio di
volte gli occhi e fece un sorriso
bonario, piegando di lato il capo.
“Sarò il futuro
Nono Boss dei Vongola, piacere” disse.
Iemitsu strinse le labbra e
avvertì una fitta al petto.
< Non sono solo, ho i miei
giocattoli. Però lui è uno di
essi, non è davvero papà >
pensò. Avvertì gli occhi diventare liquidi.
“Ancora troppo poco
carismatico. La gentilezza va bene, ma
più animo” ordinò.
Timoteo annuì.
“Porterò forza
alla famiglia” disse secco.
Iemitsu sorrise.
“Meglio, ma non
preoccuparti. Abbiamo tantissimi anni per
prepararti. Il principe ha detto di programmarti per essere
‘Nono’, ma secondo
me ha esagerato. Insomma, Fabio sta ancora diventando
Settimo” borbottò.
Raggiunse in bicchiere colmo di una bibita energizzante arancione.
“E raramente
ci sono stati dei Vongola che sono entrati nell’anello uno
dietro l’altro
diventando numeri”.
“Non devi preoccuparti,
ragazzo mio. Farò il bene della
famiglia e riuscirò a diventare Nono, dovessi aspettare
l’eternità” promise
Timoteo.
Iemitsu si passò la mano
tra i capelli tinti di biondo.
“Così va meglio.
Tu sei la mia seconda doll più riuscita al
momento” si vantò.
Timoteo inarcò un
sopracciglio.
“Chi è la
prima?” chiese.
Iemitsu raggiunse un bambino dagli
scompigliati capelli
tinti di biondo oro, dalle iridi castane che brillavano di riflessi
aranciati,
il viso tondo, la pelle morbida. Indossava un cappello nero da mago
decorato
con una catenella, con una spilla a stella e una a nuvola. Il cappello
aveva
una fascia gialla.
Era identico a Iemitsu solo nel
fisico, ma negli occhi aveva
delle stelline.
“Me stesso”
sussurrò Iemitsu.
La doll bionda ridacchiò e
gli fece un occhiolino.
“Io però sono
meglio di te. Tu invecchierai, Magician Doll,
mentre io, Ginger Bread, resterò giovane in
eterno” disse.
Iemitsu finì di bere il
contenuto del suo bicchiere.
“Almeno io non mi
vestirò mai in quel modo” ribatté,
indicando la camicia di tela di Ginger Bread.
< Per tutta la vita
attenderò il momento giusto per
utilizzare le mie Doll per scappare. Riuscirò un giorno a
convincerli che
Ginger Bread è il vero me ed io fuggirò, per
ritrovare mio padre > pensò.