Giochi di Ruolo > Vampiri: la masquerade
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Autore: Kodoma    15/04/2018    1 recensioni
Questo è un breve racconto basato una una recente campagna di Vampiri: la Masquerade ambinetata a Miami. La Contessa Bathory, principe di Miami, e sua figlia Valschenka incaricano un gruppo di vampiri molto eccentrici per svolgere due missioni a Tampa. Questo racconto narra delle loro avventure e disavventure. Le storia si svolgerà dal punti di vista dei personaggi, i quali saranno introdotti mano a mano nel corso della storia.
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Il Succubus

Il Succubus 

Paracelso 

La maggior parte dei miei “fratelli” troverebbe il mio laboratorio un luogo peculiare se non sgradevole, ma io lo amo, tutto è fatto per ricreare l'ambiente di uno dei luoghi che più mi emozionarono durante la mia vera vita. Visitai questo luogo in uno dei giorni più belli, con la donna che dava un senso a quella vita e uno scopo a quella attuale. Un sancta sanctorum a forma di Crystal Palace non è certo qualcosa di comune, specialmente per un vampiro. Popolato da una miriade di oggetti e invenzioni significative per la storia del progresso tecnico e per me, la cosa forse più particolare però è l'illuminazione. In superficie il sole è ormai tramontato da molto, ma io posso lavorare immerso in una replica di una soleggiata giornata primaverile inglese, con vista su Hyde Park. E' in quest'idillio che inizia a squillare il mio telefono (invenzione per cui nutro rispetto e ammirazione ma che a volte risulta decisamente ingombrante e fastidiosa). Rispondo e la mia giornata d'improvviso peggiora. La figlia della Contessa e siniscalco (di dubbio gusto) della città, Tanja Valshenka, richiede la mia presenza in un locale in centro tra un ora, nessun altro dettaglio. So già che non mi piacerà... Lasciare il lavoro è una seccatura, ma una convocazione così improvvisa e vaga non può essere che un cattivo segno. Attivo l'interfono accanto al mio banco da lavoro <<  Seth  >>

<< Si signore? >>
<< Temo di essere richiesto altrove, per favore prepara la nuova Lamborghini, almeno darà un senso a quest'uscita >>
<< Certo signore >>.

Recupero i miei effetti dalla scrivania, giacca e bastone dall'appendiabiti Sciangai e mi avvio verso il garage. In breve siamo in macchina e la città scivola oltre i finestrini oscurati. Apprezzo il tono elegante dato dal filtro solare a una città talvolta esteticamente troppo chiassosa, la cosa si nota sopratutto a Miami Beach, dove locali notturni illuminano ogni strada, senza nessun riguardo per il risultato complessivo. Mentre sono assorto la voce di Seth rompe il silenzio << Va tutto bene signore? Mi sembra preoccpato. >> chiede.

<< Tutto bene Seth, grazie. Stavo solo cercando di capire se, quello che mi circonda è il risultato del gusto di oggi, di massa e superficiale, o se sono io ad esser rimasto indietro >> rispondo io assorto.

<< Non saprei signore, personalmente ritengo che questa automobile sia stupenda e moderna allo stesso tempo >>

Ben poco si può fare per la mia destinazione, il Succubus un di parallelepipedo in cemento forato, il quale potrebbe anche essere bello, non fosse illuminato da neon rosa... ma il vero danno al buon gusto giace al suo interno. L'ingresso è sorvegliato da un bestione e la fila è fin troppo lunga. Guardo il mio orologio da taschino, questa coda potrebbe farmi tardare. Inaccettabile. Faccio per muovermi verso l'ingresso e noto due individui andare a parlare con il buttafuori. Un uomo di colore persino più grande, vestito con un completo verde (poco al mondo stona di più con il rosa dei neon) e un giovane con il volto illuminato dal tablet che tiene in mano, i vestiti lasciano pochi dubbi, Hipster... la banalità del distinguersi come mille altri. E' Lucas, un altro Tremere. In generale non si sa molto sul suo conto, è spuntato dal nulla durante la "guerra invisibile", aiutando con le sue competenze informatiche e guadagnandosi un posto tra di noi. Incurante delle occhiatacce e mormorii dei mortali in fila, superati da un terzo individuo,  raggiungo il buttafuori allungando un centone << Sono atteso >> il buttafuori sembra ritenere più cortese il mio approccio e mi lascia passare con fare ben più amichevole di quanto non avesse fatto prima.
Entro.

“OH SMOKING SCUNNER”(disgustoso, ripugnante cumulo di merda)

Cos'ho fatto di male per meritarmi questo? Di fronte a me si erge un tempio di pacchianità in preda al delirio. L'edificio è solo un guscio protettivo per uno più piccolo, anch'esso a pianta rettangolare, un cortile di appena tre metri e la parodia di un fossato li separa. Il vero Sucubus è in pietra, alto due piani, con finestre e porte a sesto acuto, luci al neon colorate ne tingono le pareti esterne con tinte sgargianti. L'interno è anch'esso soffuso di luce rosastra, proveniente da intricati lampadari finto-medievali appesi al soffitto, il pavimento è in pietra nera e l'ambiente è suddiviso in navate da delle colonne gotiche, lungo le pareti si alternano tavolini e divanetti posti in finte nicchie. La navata centrale conduce al bancone, sovrastato da gabbie in ferro appese al soffitto, in cui ballerine e cubiste si dimenano a ritmo di una musica martellante e di dubbio gusto, millenni di evoluzione musicale portano a questo, pare. Il risultato complessivo sembra l'unione tra una discoteca e una fiera medievale (non ho mai capito il fascino esercitato sulle persone da un periodo in cui si moriva per mancanza di igiene, ne il perché ritengano necessario replicarli in modo ridicolmente fasullo). Mi scuoto dai miei giudizi estetici e mi accorgo che uno degli altri individui che avevano saltato la fila, il giagntone, si sta comportando in modo simile al mio, non precisamente coinvolto dal “mood” del locale e sembra cercare di capire cosa deve trovare. Non mi dice molto, potrebbe essere un fratello del clan o un ghoul. Se fosse il secondo sarei un poco invidioso, una guardia così mi sarebbe utile. Quando mostriamo gli inviti ci guidano verso una delle scale a chiocciola poste agli angoli della sala, l'unica con un cordone di velluto bianco a impedirne l'accesso le altre portano a dei salottini, questa al salottino privato della Valshenka. Poco prima di salire ci raggiunge un ragazzo, giovane, piuttosto anonimo tranne per l'abbinamento di una giacca di un completo economico con jeans e t-shirt. Il salottino è protetto alla vista da dei paraventi neri foderati di bianco e contiene un tavolino di vetro nero (il quale sarebbe anche passabile) che fa a cazzotti con delle sedie Ovalia (le quali ci ricordano che gli anni '70 non sono morti per tutti). Ho l'impulso di infrangere anni di segretezza sulla mie capacità e il mio clan creando una sedia per me stesso, il design di questi affari mi contagia con idee stupide. Mi siedo, aggiusto la posa parecchie volte infastidito, è una seduta inadatta, specialmente alla conversazione, se ci si appoggia allo schienale non si vede ne sente gran parte della stanza. Quindi per far conversazione bisogna stare sul bordo, spigoloso e che da l'impressione di poter ribaltare questi disastri ovoidali. Comunque per i primi minuti non sono neanche troppo infastidito, ho degli interlocutori con cui parlare e su cui scoprire informazioni. L'ultimo arrivato, Jesse, è un Ventrue. Ne ho sentito parlare, è considerato un paria perché ama vivere tra e come gli umani, mentre il bestione si chiama Cornèl, e a quanto pare ha un locale anche lui. Da l'idea di essere un tipo losco. Lucas non si degna di posare il suo tablet per tutta la durata della conversazione. Dopo mezz'ora il mio fastidio inizia a crescere, dopo un' ora inizio a essere arrabbiato. Dobbiamo aspettare un'altra mezz'ora prima che quella sottospecie di bawbag (scroto, una persona stupida o fastidiosa) si presenti all'appuntamento da lei fissato. Ora... io sono decisamente troppo diplomatico e saggio per esprimere a parole il mio dissenso per questo al siniscalco della città. Indossa un risicato tubino bianco, che la fa sembrare una prostituta di alto borgo... ma temevo di peggio, visto quello che ci circonda. Riassumendo quello per cui siamo stati chiamati: vuole che ci affianchiamo a due anziani nelle grazie della Contessa, a quanto pare non in grado di usare il benché minimo oggetto tecnologico (è così difficile usare un telefono o una cartadi credito?) a cui è stato affidato il compito di comprare all'asta, per la chiusura del museo di Tampa, un icona sacra di San Cristoforo Cinocefalo... non sanno più cosa inventarsi. Comunque questa irritante stronza ha anche un suo proposito (criminale) che vuole portiamo a termine, una compravendita di informazioni finanziarie potenzialmente molto redditizie (già più interessante), quindi dovremo fare questo mentre aiutiamo le cariatidi a comprare l'icona. Perché cazzo lo ha chiesto a questo gruppo di sconosciuti?... Probabilmente non ci dice molto della faccenda, siamo troppi per un banale viaggetto ma probabilmente non abbastanza per dei licantropi. Immagino che come gruppo siamo abbastanza capaci in vari campi, ma sicuramente avrebbe gruppi più fedeli e affiatati, quindi o vuole forzare una Coterie per il futuro o non vuole gruppi conosciuti che possano insospettire qualcuno. In più c'è Cassiopea nel gruppo... La protetta del primo Malkavian, se le succedesse qualcosa sarebbe un casino per tutti... Le considerazioni sono anche molte di più, prenderò tutte le  precauzioni possibili. Usciti da questo inferno propongo di contattare gli altri due e incontrarci domani notte per un meeting, a quanto pare Jesse vive con uno dei due, Irwin, un cavaliere inglese del medioevo... mentre io conosco bene Cassiopea, l'oracolo di Delfi. Decidiamo di vederci nel locale di Cornel la notte seguente. Lucas e Cornèl decidono di fare un salto all'Elisyum questa stessa notte per riuscire a scoprire maggiori informazioni sul viaggio da intraprendere. Salgo in macchina e mi avvio verso lo Xenia, il locale di Cassiopea per invitarla a questa serata in compagnia. Le farà piacere.

***

Lucas


Vedo un messaggio arrivare sul mio terminale, apparentemente incomprensibile a causa delle misure di sicurezza che avevo impostato, ma perfettamente capibile da me. La 
Valshenka vuole vedermi.
Inizialmente preso dalle mie ricerche e senza la minima intenzione di fermarmi, ignoro il messaggio e giro la testa verso Cerbero, il pastore tedesco che 
avevo tramutato in ghoul.  Cerbero, incrociando il suo sguardo con il mio, inclina la testa ed emette un mugolio.

<< ... Devi uscire bello? >> gli chiedo.

Cerbero mi risponde abbaiando.

Sospiro mentre prendo la pettorina e il guinzaglio, bisbigliando << Vabbè dai, cerchiamo di prendere due piccioni con una fava. >>

Se non fosse per Cerbero, non farei mai pause dal mio lavoro. A volte reputo Cerbero una seccatura in quanto mi interrompe spesso in un punto cruciale delle mie ricerche, ma so 
anche che se non facessi mai pause ciò non gioverebbe alla mia salute mentale. Anche se il mio concetto di "pausa" è sicuramente diverso da quello degli altri. Mi preparo a uscire e metto la pettorina a Cerbero prima di dirigermi verso il luogo dell'incontro, prendendo i mezzi pubblici.

"Meno rintracciabili, tanto non ho fretta" è il mio pensiero.

Durante il viaggio, tiro fuori dalla mia tracolla il tablet per continuare il lavoro che stavo ultimando prima di uscire. Il fatto di aver solamente staccato gli occhi dal terminale, per me,
è già una pausa. Arrivato al luogo dell'incontro, prima di entrare nel locale dove la Valshenka mi sta aspettando, vedo un'altro uomo, nero ed estremamente massiccio, avvicinarsi al buttafuori ed entrare nel locale dopo avergli fatto vedere il telefono, saltando in questo modo la lunghissima coda sotto le lamentele dei presenti. Noto dietro di me un uomo sulla cinquantina dai capelli rossicci. Riconosco quell'uomo: è Paracelso, un altro Tremere. Non conosco Paracelso direttamente, ma lo avevo già visto alcune volte ai raduni bimensili del mio clan. Mi ero guadagnato una certa fama tra i Tremere: sono l'unico di Miami attivo nella Tecnomanzia, l'arte di combinare la Taumaturgia con la tecnologia. Essendo però molto prudente e preso dalle mie ricerche, partecipo solamente quando costretto ai loro raduni bimestrali, delegando quando possibile a Hector Sinister, l'anziano del clan, il compito di leggere i miei lunghissimi resoconti.

<< Un'altro furbetto che vuole saltare la fila? >> mi chiede il buttafuori allungando la mano per impedire il passaggio.

<< No, un'altro con il messaggio sul telefono >> rispondo mostrandogli il messaggio che avevo messo in un formato comprensibile.

<< Passa pure >> mi risponde il buttafuori con un grugnito.

Dalla folla questa volta partono gli insulti e io mi limito a scattare una foto alla folla e ad abbozzare un sorriso. Sono molto impegnato ma comunque immortale, e se avrò tempo in 
futuro, la vita di molte di quelle persone sarà rovinata. Sempre che queste siano ancora in vita, ovviamente. Tendo a perdere molto facilmente la cognizione del tempo.

<< Ehi ehi ehi! Il cane non può entrare! >> esclama il buttafuori alla vista di Cerbero.

Infastidito, istruisco Cerbero di aspettarmi fuori dal locale. E' un cane molto ubbidiente e ciò mi rende certo del fatto che non sarà un problema. Fatto ciò, entro nel locale. Sapevo
già cosa aspettarmi, avevo già indagato sul conto della Valshenka e sul suo locale, e per quanto esso sia alquanto... pittoresco, la cosa non mi tange minimamente. Passando la maggior parte del tempo a raccogliere informazioni, avevo visto di peggio. Mentre Paracelso e la montagna nera vanno a prendersi un drink, mi avvicino alle guardie del privè della Valshenka, mostro il messaggio e salgo. La Valshenka deve ancora arrivare, quindi mi siedo su una sedia e incomincio a fare delle indagini su Paracelso e la montagna, i quali ben presto mi raggiungono. Inoltre si unisce a noi un altro vampiro che non ho mai visto, ma di cui avevo sentito parlare. Ha i capelli castani, gli occhi azzurri e l'aria di una persona che si è messa le prime cose che ha trovato nell'armadio. E' mediamente giovane e una persona con un buon olfatto noterebbe che ha lo stesso odore della tappezzeria di un'auto.  Egli è uno dei pochi vampiri che professa di non volerlo essere, una mosca bianca, per questo alcune persone sanno della sua esistenza nonostante tenga un profilo basso. Gli altri del gruppo provano a fare conversazione con me, ma non sono interessato a farla. La Valshenka si fa attendere almeno un'ora e fa il suo ingresso con un'entrata degna di lei. Ben presto, il nostro incarico viene svelato: dobbiamo recarci nella vicina Tampa con la scusa di aiutare alcuni inviati della principe, vecchie cariatidi non molto ferrate con la tecnologia (di cui ho già intuito l'identità) e nel frattempo recuperare un plico di informazioni da un certo contatto della Valshenka. La figlia della Contessa ci allunga una delle sue carte di credito per pagare il contatto e il suo biglietto da visita. Fotografo sia il biglietto da visita che la carta di credito, preziose informazioni su cui dovrò indagare. So benissimo che le persone non dicono tutto, e i vampiri ancora meno. Un numero così elevato di persone per recuperare un semplice plico può significare solamente una cosa: si prevedono guai all'orizzonte. E' da molto che non effettuo un'indagine sul campo ed è giunto per me il momento di uscire dalla sua comfort zone. Esco dal locale contento del nuovo incarico, sarà un'opportunità per allargare la mia rete di informazioni. Lavorare però con delle persone che non sanno minimamente coprire le proprie tracce è abbastanza una seccatura, contando che parte del mio lavoro prevede coprirle per i vampiri più "appariscenti". Raccolgo informazioni di professione, ma non mi va a genio l'idea di doverle coprire se troppo evidenti. L'unica cosa che manca è indagare e raccogliere informazioni sullo stato di Tampa...






Nota della Correttrice di Bozze

Salve a tutti! Scusate il ritardo nella pubblicazione, tra Pasqua e parziali sono state delle settimane impegnative. Alcune informazioni di servizio: quest'ultima parte scritta dal 

giocatore che interpreta Lucas sarà la prima e l'ultima, in quanto purtroppo il giocatore non ha il tempo per continuare questo piccolo progetto. Inoltre il prossimo capitolo del 

racconto sarà scritta dal master in terza persona, in quanto riguarda l'interazione di alcuni pg che non partecipano al racconto con dei png di rilievo per questa piccola avventura. 

Buona domenica

                           Kodama  

  
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