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Autore: Be_Yourself    15/04/2018    1 recensioni
Secondo un pensiero comune il destino è già scritto e per questo immutabile, definitivo, inevitabile. Lo era anche quello di Arthur Pendragon, destinato a trovare la morte per mano di Mordred nella battaglia di Camlann. Tutta la sua vita, le decisioni prese, le azioni compiute non avevano fatto altro che spingerlo inesorabilmente verso il momento della propria fine. Ma come sarebbe andata la storia del più grande re di tutti i tempi se ci fosse stato qualcosa (o qualcuno) che neppure il destino era riuscito a prevedere? Quante vite risparmiate e quanti nemici smascherati prima che fosse troppo tardi avrebbe visto la storia di Albion?
*
Spero di avervi incuriositi! La storia si apre con un prologo che racconta alcuni avvenimenti antecedenti all'inizio della serie, dopodiché la narrazione seguirà gli avvenimenti da metà della terza stagione in poi. Buona lettura!
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Merlino, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Prima dell'inizio, Più stagioni
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Capitolo 2
 Dolorosi ricordi

Una sottile pioggerella cadeva dal cielo grigio quel giorno, ma non per questo il principe e i cavalieri avrebbero rinunciato all'allenamento, dopotutto una battaglia vera e propria sarebbe potuta avvenire in qualsiasi situazione meteorologica, ed era meglio abituarsi ad ogni eventualità. Così mentre Arthur era intento ad allenarsi con la spada assieme ad un altro cavaliere – rimproverandogli qualche errore o complimentandosi quando questi lo coglieva di sorpresa – Merlin se ne stava ai margini del campo di addestramento, attendendo gli ordini del suo padrone e sbuffando per gli abiti che gli si stavano pian piano inzuppando a causa di quella pioggia leggera ma insistente. Tuttavia evitò di lamentarsi o di far notare troppo il suo fastidio, o era certo che Arthur lo avrebbe torturato usandolo come manichino umano, e lui non voleva sentirsi nuovamente tutte le ossa a pezzi, il dolore di un paio di giorni prima aveva appena cominciato ad attenuarsi. Preso com'era nel maledire mentalmente il principe e la sua suscettibilità, non si accorse della persona che gli si era avvicinata.
<< Ehi Merlin >> disse la voce di Aidan a pochi passi da lui << che ti è successo? Hai la faccia di uno che ha trovato uno scarafaggio nel porridge >>
Il mago sussultò appena, riemergendo dai suoi pensieri solitari, e si voltò a guardare l'altro: era vestito come la volta precedente, eccezion fatta per un logoro mantello di lana grigia che lo proteggeva dalla pioggia, e che sicuramente aveva visto giorni migliori. << A-Aidan, buongiorno. Che ci fai qui? >> domandò con un'espressione babbea dipinta in volto.
Il ragazzo alzò un sopracciglio nel notare la reazione di Merlin << Se basta così poco a prenderti di sorpresa ci credo che stavi per morire l'altro giorno nella foresta. Forse prima di tornare a Ealdor dovrei provare ad insegnarti qualcosa sulle basi del combattimento. Non credo che Hunith sarebbe tranquilla nel sapere che suo figlio rischia così facilmente di farsi ammazzare >>
<< Non preoccuparti, so badare a me stesso! >> rispose con l'aria di chi sapeva il fatto suo << Ma aspetta, hai detto che torni a Ealdor? >>
L'aria scettica non abbandonò nemmeno per un attimo il volto di Aidan, anzi, se possibile aumentò ancora di più << Considerando quello che ho visto non credo proprio che tu sia in grado di badare a te stesso, a meno che tu non sia uno stregone, cosa che ritengo improbabile visto che non sembri così idiota da praticare la magia proprio nel cuore di Camelot >> detto questo sospirò e lasciò cadere il discorso << Comunque sì, torno a Ealdor tra qualche giorno, per questo sono qui, volevo avvisarti così se hai qualcosa che vuoi che consegni o che dica a tua madre puoi farmelo sapere e io mi assicurerò che arrivi a destinazione >>
<< Oh, certo... magari le scriverò una lettera. Grazie! >> rispose impacciato Merlin, che era rimasto per un attimo a rimuginare sulle parole del ragazzo riguardo il suo essere uno stregone. Ah, se solo avesse saputo tutte le volte che aveva usato la magia proprio sotto gli occhi di Arthur o del re.
<< Figurati, per me è un piacere! >> disse Aidan posando affettuosamente una mano sulla spalla dell'altro << Comunque sul serio dovresti imparare ad usare la spada e ad essere meno distratto >>
<< Merlin! >> tuonò in quel momento la voce prepotente di Arthur, facendo voltare entrambi i ragazzi nella sua direzione << Non sei qui per bighellonare. Passami la mazza. Subito! >>
Il servitore sussultò e si apprestò a fare quanto gli era stato ordinato mormorando delle scuse.
<< Non siete molto educato, principe. Non è carino interrompere con tale prepotenza una conversazione tra due persone >> disse Aidan nel solito tono insolente che Arthur aveva odiato dal primo momento.
Il principe dal canto suo sembrò accorgersi soltanto in quel momento della presenza del giovane avventuriero, e gli rivolse uno sguardo ostile << E tu cosa ci fai qui? >> sibilò a denti stretti.
Un sorriso fintamente innocente si dipinse su quel volto affilato << Cercavo Merlin, ma non c'è bisogno di essere geloso, principe, giuro che stavamo solo parlando, non ho intenzione di portarvi via il vostro caro servo. >> Oh se si divertiva a provocare Arthur, si divertiva un mondo, soprattutto se, come in quel caso, le sue parole riuscivano a dare il via a risate trattenute a stento tra i cavalieri.
Il principe assottigliò lo sguardo e gli puntò contro la spada << Non puoi parlarmi così, potrei farti imprigionare o addirittura giustiziare per questa tua insolenza. >>
Aidan ghignò << Prima voi e le vostre guardie dovreste riuscire a prendermi. Non crederete certo che mi pieghi senza lottare? >>
I due si fissarono negli occhi per lunghi istanti, e una tensione palpabile pervase l'intero campo d'addestramento, tanto che il tempo sembrò fermarsi: tutti avevano smesso di allenarsi, nessuno fiatava più, qualcuno tratteneva addirittura il respiro.
<< Sai una cosa >> cominciò a dire Arthur spostandosi verso il centro del cortile d'addestramento << se ti ritieni così bravo dimostrami cosa sai fare! >>
Aidan sbuffò una breve risata mentre si toglieva il mantello << Siete così ansioso di farvi umiliare dinnanzi ai vostri cavalieri? >> domandò prendendo le sue fidate spade e mettendosi a sua volta in posizione
<< Chi ti dice che non sarai tu ad essere umiliato? >> ribatté il principe con aria sicura, ma tutto ciò che ottenne in risposta furono gli occhi attenti dell'altro puntati su di lui.
Si studiarono a vicenda per interminabili istanti, muovendosi senza mai attaccare, entrambi in attesa che fosse l'altro a fare la prima mossa. Sembravano due bestie feroci in procinto di azzannarsi, anche se in realtà Aidan, visto il ghigno sicuro che gli incurvava le labbra e il suo atteggiamento fiero, sembrava più un lupo intento a giocare con una preda troppo stupida per scappare via.
Arthur lo osservava, osservava quel sorriso sghembo, il modo in cui si muoveva, il modo in cui teneva le spade, convincendosi sempre di più che il ragazzo di fronte a lui fosse un nobile e che loro due si erano già incontrati in precedenza.
<< Siete proprio sicuro di voler combattere contro di me? Non avete paura che potrei cogliere l'occasione per uccidervi? Chi vi dice che io non sia un nemico di Camelot? >> domandò con fare arrogante l'avventuriero.
<< Se davvero tu avessi avuto intenzione di uccidermi lo avresti fatto nella foresta, non saresti venuto fin qui. Non sarebbe stata una mossa saggia. >> rispose il principe sicuro di sé.
<< Allora non siete così idiota come sembrate. Un cervello, dopotutto, ce l'avete. >> disse Aidan, con il solo scopo di provocare l'altro e indurlo ad attaccare. E la cosa funzionò, perché Arthur gli si scagliò contro mulinando in aria la spada e apprestandosi a colpirlo con un fendente dall'alto, che il giovane parò senza troppe difficoltà, ma subito il principe si scostò e ripartì all'attacco, ma senza successo.
Aidan era rapido nei movimenti, quasi acrobatico, inoltre aveva il vantaggio di non essere rallentato da un'armatura pesante come quella di Arthur. Tuttavia quest'ultimo punto gli costò un taglio sul braccio quando non riuscì a scansarsi abbastanza in fretta da un ennesimo colpo di Arthur. Un'espressione imbronciata si dipinse sul volto dell'avventuriero dopo aver lanciato una rapida occhiata alla macchia di sangue che si andava allargando sulla manica della tunica azzurra << Era la mia tunica preferita. Dannazione. >> borbottò, guadagnandosi un'occhiata perplessa da parte del principe.
<< Stai perdendo sangue, dovresti farti medicare! >> disse infatti questi, accingendosi a mettere da parte la spada.
Aidan per tutta risposta sbuffò una risata << Siete già stanco, mio signore? >> domandò beffardamente.
L'espressione perplessa sul volto di Arthur si fece ancora più marcata << Non puoi combattere in questo stato! >>
<< Questo lasciatelo decidere a me. Fintanto che riesco a stare in piedi e ad impugnare un'arma non vedo dove sia il problema. >> disse per poi attaccare nuovamente.
Per un po' il principe riuscì a difendersi bene, parando i colpi e riuscendo anche a prevedere le finte dell'avversario, ma dovette ammettere che quel ragazzo era dannatamente bravo; non era da tutti riuscire ad impugnare due spade lunghe con una simile facilità, non tanto per il peso dell'arma in sé – che in ogni caso non era da sottovalutare – ma per la difficoltà nel riuscire a coordinare i movimenti, e Aidan ci riusciva maledettamente bene, come se fosse nato per combattere. In un batter d'occhio, senza nemmeno capire bene come fosse successo, Arthur si ritrovò a terra, senza più la sua arma tra le mani e una delle spade dell'altro ragazzo puntata al collo.
<< Lo avevo detto che vi avrei umiliato. >> lo schernì Aidan << Però siete un abile combattente, ve lo concedo! >>
Quella situazione lasciò il principe shockato per alcuni istanti, che rivide nella propria testa una scena quasi identica e che ormai pensava di aver dimenticato per sempre: la prima volta in cui aveva combattuto contro Astrid. Lei gli aveva inflitto una sonora sconfitta e poi gli aveva detto qualcosa che suonava molto simile alle parole appena pronunciate da Aidan.
I cavalieri presenti nel campo di addestramento erano già pronti a scagliarsi contro il ragazzo in difesa del loro principe, ma questo non fu necessario perché Aidan rinfoderò in fretta le spade e porse una mano ad Arthur per aiutarlo ad alzarsi. << Andiamo non fate quella faccia rammaricata, non si può sempre vincere nella vita! >> rincarò la dose, fraintendendo le ragioni dell'espressione sconcertata e un po' babbea con cui l'altro lo stava fissando.
<< Tu sembri uno che non è abituato a perdere! >> ribatté il biondo accettando l'aiuto che gli veniva porto << Ma devo ammettere che combatti egregiamente, molti aspiranti cavalieri che si presentano da me non hanno un briciolo della tua bravura. Dove hai imparato? >> domandò poi con curiosità e sincera ammirazione, l'ostilità nei confronti dell'altro momentaneamente accantonata.
L'avventuriero si strinse nelle spalle in un gesto vago << Quando uno va in giro da solo e spesso in posti pericolosi viene naturale imparare a difendersi. >>
A quelle parole Arthur sbuffò una risata carica di scetticismo << E ti aspetti che io me la beva? Quello non è il modo di combattere di uno che ha solo imparato a difendersi, perciò non mentirmi, non è una cosa che sopporto. >>
Le labbra di Aidan si incurvarono come al solito in un sorriso insolente << Allora è una fortuna che non siamo costretti ad avere a che fare l'uno con l'altro, no? Ora se volete scusarmi credo sia il caso che vada a medicare questa ferita. >> così dicendo si voltò allontanandosi dal campo di addestramento sotto lo sguardo attonito di Arthur e degli altri cavalieri


<< Merlin, sul serio, non c'era bisogno di disturbare il medico di corte, potevo cavarmela da solo, è soltanto un graffio. >> borbottò Aidan mentre Gaius era intento a ricucirgli la ferita che aveva sul braccio.
Il mago incrociò le braccia e guardò l'altro con aria di rimprovero << Mi sei quasi svenuto di fronte per quanto sangue hai perso. Come diavolo ti è saltato in mente di continuare a combattere contro Arthur con quello squarcio sul braccio? >>
<< In effetti il taglio è abbastanza profondo, mi sorprende che tu sia riuscito a tenere ancora una spada in mano dopo. >> gli diede man forte il medico mentre applicava l'ultimo punto e tagliava il filo << Inoltre la ferita avrebbe facilmente potuto infettarsi senza i giusti medicamenti. >>
Aidan alzò gli occhi al cielo << Sono sopravvissuto per anni senza che ci fosse Merlin a farmi da mamma chioccia. Me la sarei cavata anche adesso. >>
<< In ogni caso ha fatto bene a portarti qui, ora stai attento a tenere la ferita ben pulita, e niente combattimenti per qualche giorno o si riaprirà. >> disse Gaius mentre riponeva le cose che aveva usato e si apprestava ad uscire per il suo consueto giro di visite.
Prima di salutarsi Merlin insistette per farsi promettere da Aidan che sarebbe stato a riposo, ottenendo in risposta un poco incoraggiante “nulla che un po' di idromele non possa risolvere”, dopodiché tornò alle proprie faccende quotidiane: riordinare le stanze di Athur, lavare la sua biancheria, pulire le stalle. Solite cose insomma.
Quella sera, come sempre, portò la cena al principe, trovandolo vicino alla finestra intento a scrutare fuori con fare pensieroso. << Qualcosa vi turba, sire? >> domandò con una certa apprensione.
Il biondo non rispose immediatamente, spostò lo sguardo dall'esterno della finestra al foglio di pergamena che teneva tra le mani, accarezzando il sigillo blu notte della casa Wolf << Stavo solo ripensando a quello che è successo stamattina al campo di addestramento. >> rispose con aria cupa, aggrottando la fronte, combattuto tra il desiderio di esternare i propri pensieri e la paura di esporsi troppo.
Ma come sempre Merlin riuscì a trarlo d'impaccio, facendogli capire con poche parole che poteva fidarsi di lui. << Non è la prima volta che qualcuno vi sconfigge in una situazione come quella, non era una sfida ufficiale e non vi siete mai abbattuto per cose come questa, quindi perché siete così turbato? >>
A quel punto Arthur alzò lo sguardo, osservando gli occhi sinceri e amichevoli del suo servo, dopodiché si avvicinò al tavolo dove la sua cena si andava raffreddando e si sedette, senza però dare alcun segno di voler toccare il cibo << Non è l'essere stato sconfitto il problema, è che inspiegabilmente ciò che è accaduto questa mattina ha fatto riaffiorare un ricordo che pensavo di aver dimenticato. >> disse, per poi abbandonarsi pesantemente contro lo schienale della sedia con un sospiro sconsolato << O magari sono io che ultimamente non sono molto in me. Dalla storia del matrimonio con la principessa Elena è come se fantasmi del passato avessero deciso di riemergere uno dopo l'altro nella mia mente. >>
A quelle parole Merlin aggrottò la fronte, preoccupato << Cosa volete dire? >>
Il principe fece un altro pesante sospiro, dopodiché poggiò sul tavolo il biglietto che teneva tra le mani e lo spinse verso il servo. << Principessa Astrid della casa Wolf. È stata la mia promessa sposa per lungo tempo, mio padre e il suo organizzarono il matrimonio quando entrambi eravamo poco più che ragazzini, una cosa assurda, pensavo allora, ma questo ci diede il tempo di conoscerci e di... innamorarci. >> disse spostando nuovamente i suoi occhi azzurri carichi di malinconia fuori dalla finestra, perso nei ricordi.
Un sorriso triste si dipinse sul volto del mago, che raramente aveva visto il suo padrone così vulnerabile sotto il peso dei propri sentimenti, in effetti era successo soltanto quando aveva ammesso di provare dei sentimenti per Gwen, o quando Morgana era stata ad un passo dalla morte. << Doveva essere davvero una dolce e graziosa fanciulla per aver attirato in questo modo la vostra attenzione. >>
Arthur non riuscì ad impedirsi di sbuffare una risata, che però aveva il gusto amaro della malinconia << Nient'affatto, in realtà era un disastro come principessa, era un disastro proprio come fanciulla. Non era capace di indossare una gonna senza inciampare in essa ad ogni due passi, era goffa e maldestra in tutto ciò che faceva, con i capelli sempre in disordine e l'assurda capacità di fare pasticci anche soltanto mangiando. >>
<< Ora capisco perché la storia del matrimonio con la principessa Elena ve l'ha ricordata. >>
A quelle parole lo sguardo del principe si fece ancora più malinconico << Già, ma lei era molto diversa da Elena. Avresti dovuto vederla con una spada tra le mani, era meravigliosa e terrificante al tempo stesso, sembrava una persona completamente diversa, per niente goffa o impacciata. Durante la sua prima visita a Camelot mi sfidò a battermi con lei nel cortile di addestramento, dicendomi che non aveva intenzione di sposarmi e che la mia sola possibilità per averla in moglie era dimostrarle il mio valore in combattimento. Aveva un carattere forte e impossibile da domare, se voleva o non voleva qualcosa nessuno era in grado farle cambiare idea. Fu questo a farmi innamorare di lei, il suo carattere forte, il suo essere insolita nel comportamento, la sua capacità di sfidare tutti i canoni e le regole senza paura alcuna. Non riuscii mai a batterla in combattimento, né quella volta né le successive; a dodici anni quella ragazza sapeva usare una spada meglio di quanto facessi io, e a quattordici era già più brava di gran parte degli aspiranti cavalieri che mi è capitato di vedere in questi anni. Non avevo mai visto nessuno combattere come lei e riuscire a mettermi al tappeto con una tale semplicità... fino ad oggi. >> lo sbuffo contrariato che seguì quell'ultima affermazione era un chiaro segno che la sconfitta di quella mattina gli scottasse, ma dopotutto era normale, Arthur era sempre stato un tipo orgoglioso.
Ci furono alcuni istanti di silenzio, durante i quali Merlin metabolizzò le informazioni apprese, capendo finalmente perché negli ultimi tempi il suo padrone sembrava sempre così perso nei propri pensieri e più irritabile del solito. << Che cosa le è successo? >> domandò, per poi pentirsene immediatamente quando notò l'espressione di dolore che per un istante distorse i lineamenti del principe.
<< Dei banditi, nel bosco >> cominciò a dire con voce strozzata dall'angoscia, era sempre doloroso ricordare quella parte della storia. << sono spuntati dal nulla e l'hanno rapita. Da allora non si è mai più saputo nulla di lei. >>
<< Mi dispiace. >> mormorò il servo abbassando lo sguardo per il senso di colpa che provava nell'aver riportato a galla ricordi così dolorosi, un attimo dopo però un pensiero gli fece aggrottare la fronte << Però è strano, se combatteva così bene come dite perché non si è difesa? >> era stato un pensiero probabilmente sciocco, una delle solite cose che diceva senza prima collegare il cervello alla bocca, eppure fece scattare immediatamente gli occhi di Arthur su di lui, che presero ad osservarlo come se fosse l'unica persona dotata di buonsenso in tutti i cinque regni.
Il principe era rimasto scioccato da quell'affermazione, perché dannazione era esattamente ciò di cui nessuno si era reso conto a parte lui, ciò per cui suo padre gli aveva dato dello sciocco quando glielo aveva detto. Si riscosse immediatamente da quell'attimo di stupore, tanto era inutile continuare a rimuginarci sopra, i fatti erano quelli e nulla avrebbe riportato Astrid su quella terra. << Ora dovresti andare. >> disse a Merlin in tono formale, portando finalmente l'attenzione alla propria cena.
Il mago annuì ed abbandonò le stanze del suo padrone, capendo che il momento delle confidenze era finito e che Arthur evidentemente desiderava restare da solo.
Mentre si dirigeva verso la sua di stanza non riuscì a non pensare a quanto la sorte potesse essere crudele alcune volte. Arthur e Astrid si erano trovati incastrati in un matrimonio combinato, e inaspettatamente avevano avuto la fortuna di innamorarsi l'uno dell'altra, ma lei era stata strappata prematuramente a questo mondo. Ora Arthur amava Gwen, ma le leggi di Camelot non permettevano la loro unione, e quindi i due erano costretti a nascondere i propri sentimenti, inoltre poco tempo prima aveva rischiato di trovarsi incastrato in un matrimonio con qualcuno che non amava.
A volte il destino aveva davvero un insano senso dell'umorismo.


Appena fuori dalle mura della città, nascosti dalle tenebre di una notte senza luna, tre losche figure si aggiravano furtive, le mani pronte sull'elsa delle spade per qualunque evenienza, e gli occhi attenti a scrutare ogni movimento.
<< Cosa ci facciamo qui? È una perdita di tempo. >> disse il grosso uomo dalla folta barba nera, sputando a terra come a sottolineare il proprio disappunto.
Uno degli altri due lo fronteggiò minaccioso, nonostante fosse più basso di almeno una dozzina di centimetri non sembrava spaventato. << Chiudi il becco, è soltanto colpa tua se siamo in questa situazione. Avevamo un compito semplicissimo: trovare il modo di introdurci nel castello ed uccidere Arthur Pendragon, il tutto con discrezione. Ci è stata promessa una grossa ricompensa ma come al solito tu dovevi attirare l'attenzione cercando di infilarti nella sottana di qualche femmina che non gradisce le tue attenzioni. >>
Un sorriso sprezzante si dipinse su quel volto barbuto << Beh ormai è andata, cosa hai intenzione di fare? Puoi anche uccidermi ma questo comunque non ti aiuterà a tornare al piano originario. >>
<< Lascialo andare Gabe, è inutile discutere con lui! >> disse il terzo uomo, una figura minuta interamente avvolta in un mantello, la voce calma e pacata, dei tre sembrava senz'altro il più pratico << Per ora possiamo solo attendere. Continueremo a restare accampati nei boschi qui vicino e terremo d'occhio le guardie per capire quando sarà più opportuno agire. Ah, il primo che fa qualcosa di sbagliato o da il via ad una zuffa finirà in una fossa anonima con la gola tagliata, siamo intesi? >> aggiunse infine puntando minacciosamente il suo unico occhio – l'altro era coperto da una benda – sui due mercenari suoi compagni di avventura. La voce era sempre calma, ma un suo singolo sguardo sarebbe bastato ad acquietare perfino l'inferno.



Angolo autrice
Ed ecco il terzo capitolo! Che dirvi, spero che vi piaccia. Magari lasciatemi un commentino per farmi capire se devo continuare o meno questa storia.
In ogni caso grazie per aver letto.
Ci vediamo alla prossima!

 
  
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