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Autore: _ Arya _    16/04/2018    2 recensioni
2018
Killian Jones ha 30 anni e si trova nel periodo più buio della sua vita. Dopo aver viaggiato per 10 anni, l'incidente che ha ridotto in coma sua figlia lo costringe a fermarsi.
Ad un anno dal tragico giorno, chiede un miracolo al magico cerchio di pietre di Drombeg. E qualcosa accade.
1518
Emma Swan, 21 anni, è la figlia dei governatori della contea irlandese di Cork, nonché re e regina della provincia di Munster. Una vera principessa, ma soprattutto un'abile guerriera e una ragazza che sogna l'avventura. Ha grandi aspirazioni e non vuole limitarsi a diventare moglie e madre, come invece accade alle donne della sua epoca.
Dopo aver litigato per l'ennesima volta coi suoi genitori, i quali vogliono convincerla a sposare un principe della provincia di Connacht per salvare il popolo dalla crisi, decide di saltare la cena e fugge per sbollire la rabbia. Raggiunge il cerchio di pietre di Drombeg, dove ciò che accade potrebbe segnare per sempre il suo destino
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Ma voi con problemi di internet... avete tutti Telecom? Argh, lo odio.
Non è un nuovo capitolo. Ho aperto ora per controllare e ho visto che l'HTML era tutto sballato e non mi fa sistemare... quindi devo "ripubblicare". Per fortuna sono riuscita a salvare la recensione xD
Dopo un lungo weekend di lavoro, con calma domani (internet permettendo) recupero e recensisco le storie arretrate :D




 

Unexpected connection



-Papà, restiamo qui invece!
-Che cosa?
-Perché no? Sarebbe una nuova avventura. Possiamo continuare a viaggiare... ed essere tra i primi esploratori del Nuovo Mondo! Pensaci, potrebbe essere fantastico...
-Alice, io non lo so. Rischiamo di... alterare la storia. Non possiamo “scoprire” cose in anticipo, tutto deve fare il proprio corso, non sappiamo quali danni potremmo provocare.
-Non sono stupida. Lo so... ma io dico, viaggiamo e basta. Non dobbiamo per forza far sapere quello che troviamo... ce lo annoteremo sul taccuino per noi stessi. Un giorno torneremo a casa e potremmo scriverci un libro... ci crederanno in pochi, ma sarebbe ugualmente una storia bellissima. Non trovi?
L'entusiasmo della mia bambina, ormai cresciuta, era ciò che di più bello ci fosse al mondo. E non solo: aveva ragione. Se fossimo rimasti, avremmo avuto l'opportunità di vedere il nostro mondo sotto una luce completamente diversa. Forse più affascinante, perché ancora quasi incontaminata dalla presenza umana. E come dire di no a quel visino emozionato e colmo di speranza?
In fondo, saremmo tornati a casa un giorno e questo lo sapevo. La mia fede nella magia non aveva ormai limiti, ma come avrebbe potuto? Avevo viaggiato 500 anni nel passato. Ero tornato a casa, la mia Alice era tornata da me ed avevamo intrapreso di nuovo insieme quel meraviglioso ed incredibile viaggio: ormai non c'era nulla in cui non credessi.
Ma...
Alice...
La guardai ancora, per davvero. Era sbiadita. Come se non fosse lì. Come se fosse soltanto un fantasma.
Allungai una mano per prendere la sua, ma mi limitai ad attraversarla come fosse aria. Fu in quel momento che i suoi splendidi occhi si riempirono di lacrime, il meraviglioso sorriso si spense.
Non era lì. Non era mai tornata. Non ero mai riuscito a salvarla, ed ero ancora intrappolato 500 anni prima della sua esistenza.
-Mi hai abbandonata, papà...
-No! No, mai...
-Hai preferito l'avventura a me. Te ne sei andato per salvarmi, ma non sei più tornato...
-No, tesoro! Ti sbagli, non è così! Non c'è nulla di più importante di te, nessun viaggio al mondo vale quanto averti accanto piccola mia, credimi!
-Lo vorrei tanto...- stava singhiozzando, ormai -Vorrei tanto che per te fosse davvero così! Ma ormai è troppo tardi, ormai non tornerai più... mi hai abbandonata.
-NO!
-Addio papà. Sappi che ti vorrò sempre bene, nonostante tutto!
E la figura della mia piccola continuò a sbiadire sempre di più, fino a che non scomparve del tutto, lasciando indietro soltanto una piccola lacrima che si dissolse nell'aria.
L'avevo persa per sempre.

-NO! ALICE!
Ma Alice non c'era. E non c'era neanche la radura in cui mi aveva detto addio. C'era solo buio, io ero sudato e grazie al cielo era stato solo un incubo.
Al contrario delle mie lacrime, che erano reali.
Mi passai una mano prima sugli occhi e poi sulla fronte, cercando di tirarmi su a sedere per riuscire a recuperare il fiato.
Era buio, ma i dettagli della mia stanza erano ugualmente visibili grazie alla luce della luna che penetrava dalla finestra. Il grande letto a baldacchino, le pareti coperte di quadri, la scrivania e le poltrone davanti al camino spento. Nell'angolo a sinistra, invece, c'era una bella biblioteca di legno che dopo cena il re aveva chiesto di portare nella mia stanza. Lì avrei potuto tenere i libri che avrei recuperato nella biblioteca del castello o al villaggio. Ed ero deciso a riempirla, se fosse servito a trovare il modo per riavere Alice nella mia vita.
Non avrei permesso che quel maledetto incubo si avverasse, non avrei perso di vista il mio obiettivo. Per quanto affascinante ed unica potesse essere quest'esperienza, vi ero stato catapultato per uno scopo preciso. Ovviamente avrei vissuto, avrei cercato di vedere e scoprire il più possibile, avrei avuto una grande storia da raccontare a mia figlia... ma non me ne sarei dimenticato!
Non l'avrei abbandonata. Mai. E di quello, ero completamente certo. Sarei tornato da lei. Quell'incubo non si sarebbe mai trasformato in realtà.

 

***


Non esisteva biblioteca affascinante quanto quella di Blarney. Sembrava uscita dal film de La Bella e La Bestia e mi chiedevo come fosse possibile che non se ne sapesse nulla. Era andata perduta? Cos'era accaduto, nel futuro? Perché non era stato documentato?
Nonostante l'orribile incubo della notte precedente, non riuscivo a non essere curioso. Un'altra cosa che non mi spiegavo, era come mai la famiglia reale non fosse citata nei libri di storia. Eppure non mi sembravano dei regnanti qualunque, soprattutto la principessa. Tornato a casa, avrei cercato di scoprire se esistessero eventuali leggende su una principessa guerriera o qualcosa del genere.
La sera prima, alle stalle, eravamo riusciti a parlare più che civilmente – una volta tanto. E per la prima volta avevo intravisto il suo lato dolce, col suo cavallo. Star. Era un esemplare davvero meraviglioso ed unico, un po' come lei a dir la verità. Anche se, al contrario della sua padroncina, gli piacevo!
C'erano poi i cavalli del re e della regina, Eclipse e Fly, e Captain. La giovane mi aveva detto che quest'ultimo fosse un cavallo selvaggio che avevano recuperato quasi un anno fa nei boschi, e l'avevano portato al castello per potergli curare una zampa ferita. Lo avevano tenuto per un mese e non aveva mai mostrato un carattere docile, eppure quando avevano deciso di lasciarlo libero non era voluto andar via. Lo avevano chiamato Captain, in quanto era completamente bianco e con un'unica macchia nera sull'occhio, come a formare una benda nera attorno ad esso.
Ne ero subito rimasto affascinato, ma aveva nitrito nel momento stesso in cui mi aveva visto ruotare il piede per spostarmi nella sua direzione. Gli unici che riuscivano ad avvicinarlo erano Emma e Sir Morgan, lo stalliere che avevo sostituito, ma nessuno lo aveva mai cavalcato.
Secondo la ragazza la ragione era che fosse uno spirito libero, anche se per qualche ragione aveva chiuso le sue ali. Comunque, non sarebbe stato così terribile visto che avrei dovuto gestire soltanto quattro cavalli. Le mattine le avrei passate a pulire e dar loro da mangiare, il resto della giornata lo avrei avuto libero per le mie ricerche. Ovviamente sarei dovuto passare altre due volte, ma solo per nutrirli e magari cambiare l'acqua. Non era nulla che non avessi già fatto, d'altronde, quindi andava bene così.
Sarebbe stato molto più complicato trovare ciò di cui avevo bisogno in biblioteca, visto che i libri erano migliaia. Nonostante la gentilezza e disponibilità di Lacey, la bibliotecaria, avevo già recuperato una ventina di libri riguardanti cure palliative, medicine, uso delle erbe e roba del genere. Speravo davvero di cavarmela da solo e non dover chiedere ai guaritori che avrei incontrato di spiegarmi praticamente ogni frase.
Anche se ero partito abbastanza male. Due ore a leggere “Tra la vita e la morte: come tornare”, ed ero giunto alla conclusione che fosse poco più di un romanzo fantasy. Avevo pensato che potesse essere utile perché parlava esattamente dello stato di coma, ma dubitavo seriamente che farle odorare un infuso di pollini selvatici e qualche goccia del Loughareema, il “lago che scompare”, sarebbe servito a qualcosa. Anche tutte le altre tecniche mi sembravano piuttosto inutili, e sì che avevo una mentalità aperta. Tuttavia non lo avrei abbandonato, una sola pagina utile sarebbe potuta bastare... non potevo correre il rischio di perdermela.
Sospirai esausto e gettai la testa all'indietro, chiudendo gli occhi. Ero già stanco, visto che le due notti precedenti non ero riuscito a dormire bene. Dio, già due notti. Chissà cosa era successo nel mio presente. Mi avevano dichiarato morto? Scomparso? Rapito? Avrebbero trovato la mia auto a pochi metri da Drombeg e nessun segno di me...
I miei genitori. Chissà cosa avrebbero pensato. Speravo che in qualche modo capissero che non li avevo abbandonati, che non mi ero suicidato o roba del genere. Anche se sarebbe effettivamente stata la spiegazione più realistica che avrebbero potuto trovare nel 2018, pur non avendo il corpo.
Un uomo che si allontana in un luogo isolato e poi scompare. Magari, avrebbero pensato che fossi andato fino al mare ad affogarmi.
Se solo ci fosse stato un modo per comunicare... ma cosa diavolo potevo fare? Tornare alle pietre? Magari non avrebbero funzionato. O magari lo avrebbero fatto, ma poi non sarei più riuscito a tornare nel XVI secolo ed avrei perso la mia occasione per trovare una soluzione per mia figlia.
Pensare a tutto ciò non faceva che aumentare il mio mal di testa...
-Jones! Siete vivo?
Pur conoscendola da molto poco, la sua voce era diventata inconfondibile. In qualche modo, era la cosa più vicina che avessi ad un' “amica”: era l'unica persona con cui potessi parlare più o meno normalmente, essendo quasi coetanei. Forse. Non le avevo ancora chiesto l'età, a dire il vero. Era sicuramente più giovane, ma non una bambina e quello era evidente.
-Swan? Cosa ci fa la principessa qui?
Domandai con un filo di sarcasmo, voltandomi nella sua direzione per trovarla con espressione imbronciata e braccia incrociate.
-Quindi? Vi mancavo?
-Molto divertente. Non ho niente di meglio da fare con questo tempo orribile, quindi ho pensato di passare a vedere come ve la cavate. Ma a giudicare dalla vostra faccia...
Trattenni un sorriso, non mi dispiaceva che fosse passata. Affatto. Era chiaro come il sole che anche lei cercasse compagnia, ma ero altrettanto certo che non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura. Tuttavia ero curioso: non aveva delle amiche?
-Le tue amiche non vivono a palazzo?- le domandai quindi, mentre le facevo cenno di prender posto sulla poltrona di fronte alla mia. Lei lo fece, ed afferrò uno dei libri dalla pila che avevo formato sulla grossa scrivania in mogano.
-Non ho delle amiche. Le ragazze che abitano al castello non condividono i miei interessi. La maggior parte delle mie coetanee sono già sposate...
-Senza offesa, quanti anni avete?
-Ne farò ventidue a breve. Nessuna offesa. Voi?
-Trenta fatti da poco.
Sembrò sorpresa, ma non seppi dire se in positivo o in negativo. Me ne aveva dati sulla quarantina?
Lei era un po' più giovane di quanto pensassi, ma non molto a dire il vero. Gliene avrei dati forse tre o quattro in più, al massimo.
-Ve li portate bene, allora. Lo ammetto. Ve ne davo 25 e pensavo fosse solo la barba a farvi un po' più vecchio.
-Beh, grazie allora. Avete ragione, non mi rado da un po'... rimedierò prima di diventare babbo natale.
Rispose con una lieve risata, che accese nuovamente i suoi occhi. Sì, la sua giovinezza era più che evidente nonostante sembrasse una ragazza con la testa sulle spalle!
-Che c'è? Adesso che sapete che ho superato da un po' l'età da matrimonio, mi trovate vecchia?
-Cosa?!- lo pensava davvero? Sapevo bene che in passato fosse normale sposarsi molto giovani, ma mi fece lo stesso impressione sentirla definirsi “vecchia”. Era veramente assurdo: non avevo mai capito come fosse possibile decidere con chi passare il resto della propria vita quando si era poco più che bambini.
-No, assolutamente no. In realtà lo trovo giusto... non credo che uno debba sposarsi solo perché la società lo impone. Guardate me.
-Sì, ma voi siete un uomo.
Ancora una volta, non seppi cosa replicare. Non avevo ancora avuto modo di pensare a quanto la società fosse diversa rispetto a quella a cui ero abituato, anche perché non ero ancora potuto uscire a conoscerla coi miei occhi.
In poche parole, mi trovavo in un'epoca in cui la più grande prospettiva di una donna era quella di diventare una buona moglie, e magari madre. Ecco perché le ancelle e le impiegate del castello erano tutte così giovani... ed io che ne ero rimasto stupito! Era semplicemente la norma. Se a diciott'anni andavano a sposarsi, probabilmente era impossibile che mantenessero il lavoro.
-Ascoltate- iniziai, cercando le parole giuste -Non sono abituato agli usi europei, è vero. Ma ciò che posso dirvi, è che io vi trovo troppo giovane per il matrimonio. Mi sembrate una ragazza curiosa, intelligente... penso abbiate tante cose da fare o vedere prima di pensare di metter su famiglia. Sempre che lo desideriate, ovviamente.
Stavolta fu lei a rimanere senza parole e fu impossibile non rattristarmene. Probabilmente, le giovani sopra i 25 anni venivano già definite “zitelle”, e magari costrette ad entrare in convento o roba del genere. Se non altro era ciò che la storia tramandava ma a giudicare dalle sue parole non doveva essere tanto diversa dalla realtà.
-Mi piace come pensate. Sarebbe bello che fosse così anche per i miei genitori.
-Vogliono costringervi a sposarmi?
-“Costringere” è una parola forte e fortunatamente sono più moderni, perché si sono sposati per amore. È raro. Ma sicuramente vogliono spingermi in quella direzione... convincermi. Pensate che la prima volta che ho rifiutato una proposta avevo sedici anni e lui ventotto. Lo trovo assurdo.
Assurdo era dir poco! Mi venivano solo i brividi solo a pensarci: era pura pedofilia. Avevo sempre provato rabbia nel leggere della condizione femminile nel passato, certe idee mi avevano sempre infastidito. Anche per questo motivo, nei miei viaggi avevo spesso tenuto lezioni a giovanissime bambine che non avevano il diritto di accedere all'istruzione di base. In molti stati del terzo mondo continuava purtroppo ad essere così, le giovanissime venivano viste come future spose e mamme senza alcuna prospettiva di scelta. Forse vi erano femministe un po' estreme al mondo, ma quando venivo a conoscere simili realtà... non riuscivo più a biasimarle.
-Mi dispiace.
-Non dispiacetevi. Sono abbastanza testarda da continuare a rifiutare chiunque per il resto della mia vita. Ma non ci vorrà così tanto: compirò trent'anni e nessuno più mi vorrà, potrò stare in pace. Almeno da questo punto di vista. E poi sono l'erede al trono.
-Davvero?- la successione non doveva essere solamente per linea maschile? Almeno, quello era ciò che credevo, e sicuramente valeva per i maggiori regni dell'epoca.
-Sono figlia unica per ora, ma comunque anche se avessi un fratellino non cambierebbe. È una questione complicata, vedete. I miei genitori mi sostengono, ma si preoccupano anche per me. Non possono cambiare da soli una società con idee che vanno avanti da centinaia di anni, ed il matrimonio sicuramente mi garantirebbe “protezione” e roba del genere. Credo che se davvero non mi sposassi lo accetterebbero, ma sarebbe molto stressante per loro. Sapete come vengono trattate le donne adulte non sposate? Vengono derise. Vengono disconosciute dalle famiglie e finiscono per vivere in strada, dove muoiono di fame o uccise da qualche maiale dopo essere state stuprate. O se non muoiono, si suicidano per disperazione. Non tutte, ma sicuramente è così per l'80%. E almeno un buon 15% si chiude in convento per scampare a questo destino.
Mi fece una tenerezza infinita il suo sguardo buio, ora completamente spento e quasi disperato. Avrei voluto abbracciarla, ma dovevo pur ricordarmi che fosse una principessa e non una mia amica e pari. In fondo, regina o no, era probabile che sarebbe potuta finire allo stesso modo anche lei. Se il popolo maschilista si fosse ribellato, non sarebbe stato troppo complicato deporla dal trono... e da lì in poi, dio solo sapeva cosa sarebbe potuto accaderle se fosse stata sola.
Osai quindi posare la mano sulla sua, e lei non fece una piega. Alzò solo lo sguardo su di me.
-Ascoltatemi, Emma. So di non essere nessuno per dirvi cosa fare, ma penso che non dobbiate rinunciare ai vostri sogni. Dopotutto nessuno sa cosa gli riserverà il futuro...
Sorrise lievemente, guardando le nostre mani unite.
-Vi ringrazio. Ammetto di avervi giudicato male, anche se non posso negare che siate un po' insopportabile quando vi ci mettete. Ma apprezzo il vostro modo di pensare e sinceramente non credevo che foste... così. Ditemi. In America c'è più libertà?
-Sì- risposi, dopo essermi lasciato scappare una risata per la prima frase -E' così. È vero che gli indigeni sono molto meno istruiti, ma c'è una certa parità tra uomo e donna. Anche loro possono essere cacciatrici o coltivatrici, e anche se la maggior parte si sposa... non è una vera imposizione. Io, comunque, non costringerei mai mia figlia a sposarsi. Se si innamorasse e fosse ciò che desidera è un conto, altrimenti la lascerei libera di scegliere chi vuole essere.
-E' davvero una ragazzina fortunata, la vostra Alice. Mi piacerebbe tanto poter venire con voi quando tornerete a casa, conoscere il mondo...
Per un attimo, un solo attimo, pensai di raccontarle la verità e chiederle di venire con me, quando fossi tornato alla mia epoca. Ma mi ci volle meno di un secondo per tornare lucido e rendermi conto che avrebbe pensato che la stessi prendendo in giro. Ovviamente. Non potevo lasciare che l'empatia mi portasse a commettere errori che avrebbero potuto portare irreparabili ripercussioni.
-Magari potrete, un giorno... ve lo ripeto, non perdete la speranza- dissi quindi semplicemente, mentre le nostre mani lentamente si separavano. Sì, lei mi aveva giudicato con troppa fretta anche se un po' di colpa l'avevo anch'io... ma nemmeno io l'avevo giudicata subito per quello che era.
Adesso, mi piaceva ancora di più. Mi piacevano il suo modo di pensare e di essere, e speravo sarebbe riuscita a trovare la sua strada e seguirla. Forse il cambiamento non era poi così lontano, visto che da lì a quarant'anni sarebbe salita al trono inglese la regina Elisabetta I: ma questo, ovviamente, lei non lo poteva sapere.
-Ci proverò. Ma tornando alla vostra domanda, non è che sono una persona asociale. Ho degli amici, maschi. La guardia che vi ha portato in cella, Graham... ed August, il figlio del falegname. È più facile, sapete... ho più cose in comune con loro che con le ragazze della mia età. Cosa dovrei fare, andare a bere il tè e discutere del mio uomo ideale? Lacey però è simpatica...
Beh, non stentavo a credere che i suoi migliori amici fossero dei maschi! Uno spirito avventuroso e ribelle come il suo, non era compatibile con quello della donne della sua epoca!
-A proposito di Lacey. Mi è sembrata... più grande.
-Vero. Ha 26 anni. Aveva sposato un certo Gaston a 18 ma è morto in battaglia... si è presentata qui perché cercava lavoro ed abbiamo scoperto che fosse una ragazza molto intelligente ed istruita! Così i miei genitori le hanno dato questo lavoro e... è felice. Forse è l'unica con cui parlo a dire il vero, in un certo senso siamo simili... ma lei riesce ad essere contenta immergendosi nella avventure dei libri, a me non basta.
-Sentite- mi balenò un'idea -Non è una vera avventura e non so nemmeno se è possibile... ma in questi giorni mi piacerebbe andare a conoscere Cork e i dintorni. Vi piacerebbe accompagnarmi?
Ne rimase sorpresa, e subito mi pentii di quella richiesta: ero stato decisamente troppo impertinente! Non solo ero uno sconosciuto, ma andavo a chiedere alla principessa in persona di portarmi a spasso. Era probabile che non potesse girare liberamente come se nulla fosse.
-Va bene.
-Eh? Davvero? Potete uscire?
-Non sono una reclusa. E per quanto i miei lo vorrebbero, esco anche da sola senza guardie appresso... quindi non sarà un problema! Vi mostrerò il posto volentieri. Magari quando il tempo migliorerà prendiamo i cavalli e andiamo a fare un giro.
-Grazie- sorrisi soddisfatto, e genuinamente contento. Magari sarei potuto diventare il terzo amico maschio della principessa: perché no? Era piacevole chiacchierare con lei, e visto che non era ancora scappata era probabile che la cosa fosse reciproca. Mentre lei mi mostrava il suo mondo, io avrei potuto raccontarle del mio – per quanto possibile. Ma fortunatamente l'America l'avevo girata a lungo e in largo, e con l'aiuto delle mie conoscenze storiche sarei riuscito a rendere i miei racconti plausibili. Quasi mi dispiaceva doverle mentire, ma non c'era alternativa per il momento.
-Adesso vi lascio continuare in pace. Ci si vede in giro, suppongo!
-Certo, ci si vede.
Quella sorrise e si alzò, ma prima di voltarsi si bloccò nuovamente.
-Quasi dimenticavo. Se avete problemi a dormire ditemelo pure, posso farvi preparare un infuso al biancospino. Anch'io ne ho fatto uso per un po' e con me funzionava...
-Eh?
-Vi ho sentito gridare stanotte- scosse le spalle -Il biancospino ha un effetto rilassante.
Non seppi se ringraziarla della proposta o scavare una buca e nascondermici dentro. Avevo urlato così forte? Oppure la sua stanza era semplicemente non troppo distante dalla mia? Ovviamente non l'avevo chiesto, sarebbe sembrato decisamente inopportuno.
-No, è... è stato un incubo. Sono stati giorni strani e... ma grazie.
-Come preferite. Allora vi consiglio almeno dell'essenza di lavanda quando fate il bagno.
-Va bene, grazie principessa!
Mi fece un cenno con la mano e dopo pochi secondi fui di nuovo solo, ma in qualche modo più ricaricato. Mi aveva fatto bene quella chiacchierata, così come la prospettiva di un'imminente gita nella Cork rinascimentale. Speravo soltanto che il tempo migliorasse il prima possibile, anche se purtroppo il gennaio irlandese non era mai stato famoso per le sue giornate di sole.
Comunque, la lettura ora mi sembrò molto più interessante!

 

EMMA POV

Mi gettai sul letto con un sorriso impossibile da spegnere.
Avevo veramente giudicato male quel Jones! Non avrei mai immaginato che potesse avere idee tanto liberali, che potesse effettivamente vedermi come una persona – e non solo come una donna. Era veramente raro, anche se ovviamente quasi tutti erano gentili con me visto chi ero. A dir la verità, raramente avevo incontrato uomini rudi o maleducati – se non in battaglia – tuttavia c'era sempre quella riverenza... quella specie di “velo” che rimaneva in mezzo. August e Graham facevano eccezione, così come diversi dipendenti a palazzo... ma con loro non avevo grandi rapporti. Avevo poche vere amicizie come avevo spiegato a Jones, ma questo non mi era mai pesato. Ero del parere che fosse meglio circondarsi da poche persone vere piuttosto che decine e decine di amiche false.
In più, non temevo i momenti di solitudine... anzi. Amavo passare del tempo sola con me stessa, ogni tanto... la calma e la libertà che avevo, erano ineguagliabili. Sì, era colpa mia se non avevo amiche femmine: nessuna fino ad ora era stata in grado di capirmi e di capire le mie necessità, se non Lacey! Anche per questo odiavo le cene di gala e le grandi feste, perché ero costretta a parlare e cercare di socializzare con dame con le quali non avevo davvero nulla da dirmi!
Il popolo mi amava e io amavo loro, ma sapevo anche di avere una reputazione “particolare”. Quello della “principessa ribelle”, la “principessa maschiaccio” ed altri termini, alcuni dei quali alludevano al fatto che non fossi maritata... ma quelle definizioni in realtà mi facevano solo sorridere, perché erano effettivamente giuste. Cosa potevo farci? Ero nata diversa e non avevo alcuna voglia di cambiare solo per compiacere l'opinione pubblica e la società.
Era raro che una ragazza compiesse vent'anni senza essere sposata, eppure io ne avevo compiuti addirittura ventuno... e presto sarebbero diventati ventidue. E poi ventitré.
Perché non avrei sposato, quel Neal. Per quanto i miei genitori desiderassero spingermi a conoscerlo, mi sarei appunto limitata a quello.
Sarei diventata la principessa o regina zitella, un giorno? Pazienza! Me ne sarei fatta una ragione! Avevo altre qualità e, se davvero sarei salita al trono, le avrei fatte valere.
Speravo vivamente che esistessero altri uomini come Killian Jones. Quando addirittura mi aveva definita troppo giovane per sposarmi, per un po' mi ero offesa... ma quasi subito mi ero sentita stupida! Non mi vedeva come una bambina, mi vedeva come una persona che desiderava altre cose... ed ero rimasta senza parole. Era raro che qualcuno riuscisse a leggermi dentro, lui invece aveva subito centrato il punto. Ero curiosa, sì. Avevo davvero tante priorità, prima di pensare ad una famiglia... e non era neanche detto che lo avrei mai fatto! Per il momento, la sola idea di avere bambini mi terrorizzava! Non avevo il minimo istinto materno e difficilmente sopportavo i pianti dei neonati. Probabilmente sarei impazzita, se avessi dovuto passare le giornate a badare ai figli!
Ero davvero, davvero felice che Jones fosse piombato nella mia vita. Ero felice di sentirmi compresa senza dover stare a dare spiegazioni, una volta tanto. Felice di essere trattata con estrema normalità, da qualcuno di diverso dai miei genitori ed i miei due amici!
Speravo che il tempo si sbrigasse a migliorare, perché la prospettiva di una gita a Cork in compagnia non mi dispiaceva. Magari sarebbe stata un'occasione per conoscersi un po', parlare... divertirci. Divertirmi come una persona qualunque.
E se fosse diventato mio amico... un giorno, avrei potuto chiedergli di portarmi a vedere l'America assieme a lui.



 

Angolo dell'autrice;
Ciao! Nel weekend non sono riuscita a postare l'altra perché ho avuto dei giorni moooolto pieni - finalmente finiti AHAH. Per ora. Ma siccome voglio lasciare inalterati i giorni per gli aggiornamenti, almeno per adesso... posto prima questa.
Inizia con un brutto incubo di Killian, che ancora fa fatica a credere a quello che gli sta accadendo... ma ci prova. Coi cavalli ha iniziato bene, e ha iniziato a setacciare la biblioteca per trovare qualcosa che possa aiutarlo. Non si aspettava che Emma andasse a trovarlo ma alla fine gli ha fatto piacere u.u
E stavolta la loro chiacchierata è stata ancora più positiva... lui giustamente rimane sconvolto dallo scoprire che certe realtà sono effettivamente come la storia le descrive... ma Emma è invece piacevolmente sorpresa della sua mentalità aperta. Sicuramente non si aspettava un uomo come lui, un uomo che la vede addirittura troppo giovane per sposarsi. E oltre a questo, sembra anche che sia riuscito a cogliere i desideri di lei. Il suo modo di essere. Questo gli ha fatto guadagnare molti punti, quindi andranno insieme a fare una bella gita a Cork appena il tempo migliorerà... e chissà come andrà! Le battutine continuano a non mancare, certo, ma stavolta con molta più simpatia da parte di entrambi xD
E abbiamo visto che in fondo neanche i genitori di Emma sono male e sono in parte simili come Snow e Charming in Ouat... ma giustamente si preoccupano per la loro unica figlia e vorrebbero un futuro sicuro per lei.
Comunque, che dite della nuova puntata? A me stanno piacendo molto Alice e Robin, sono carinissime insieme! (E vabbé, Rogers con Tilly è l'amore, pur non sapendo che è sua figlia). Invece cavolo, Hansel addirittura rapisce Henry o.O sono curiosa di vedere che combineranno adesso...
Intanto un abbraccio, e a presto! Domani recupero gli arretrati, avendo finalmente un giorno intero da passare a casa!
   
 
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