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Autore: Maximus Belmont    16/04/2018    1 recensioni
Breve excursus incentrato sulla routine quotidiana di Kakashi Hatake durante il suo regno da Hokage, ambientato in un giorno particolare 3 anni dopo gli avvenimenti della Quarta Guerra. Un giorno che nemmeno Kakashi avrebbe pensato potesse arrivare. Perchè lo temi, lo eviti...il destino arriva comunque.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Unavoidable Cyclical Future



 



***

3 anni. Tanto era passato dalla Quarta Guerra Mondiale Ninja ma nonostante ciò i ricordi di quei giorni erano vividi nella mente di chi li aveva vissuti. Il mondo, tuttavia, si era avviato verso un periodo di pace e di collaborazione fra Villaggi, lasciandoci alle spalle periodi bui e bellicosi.

Kakashi, suo malgrado, era stato insignito del titolo di Hokage divenendo il successore di Tsunade. Nonostante non avesse mai ambito a tale titolo, per via delle responsabilità che comportava, il suo regno nei 3 anni di carica non fu ne burrascoso ne sfiancante; l’unica minaccia che dovette affrontare fu quella del misterioso Toneri Otsutsuki sconfitto da Naruto in un duello senza esclusione di colpi, alla fine di un’ impegnativa missione di recupero.

Per il Sesto Hokage quindi le giornate proseguivano tutte uguali; quella che stava per iniziare però si sarebbe differenziata e distinta dalle precedenti. Nemmeno lui avrebbe mai immaginato che qualcosa del genere avrebbe potuto succedergli.
Kakashi aprì gli occhi, svegliato dal suono digitale della sveglia, e, come di routine, svolse i suoi quotidiani esercizi mattutini per mantenersi in esercizio. Aveva preso sul serio il suo nuovo incarico quindi, consapevole di non poter usufruire dello Sharingan, si allenava giornalmente così da affinare ulteriormente le sue capacità. D’altronde ora lui era l’Hokage cioè la massima autorità all’interno del Villaggio.

Conclusa la consueta serie di esercizi si recò in bagno facendosi una doccia gelata, si cambiò e si preparò un caffè. Un caffè amaro. Il caffè amaro infatti gli ricordava il passato, le difficoltà di un periodo che ormai sembrava appartenere ad un’altra epoca ma che, nello stesso tempo, continuava a rivivere nella sua mente ogni giorno, come se non si fosse mai concluso.

Si affacciò quindi alla finestra, sorseggiando quel caffè amaro e bollente mentre osservava quel Villaggio di cui era divenuto il leader. Il cielo era azzurro, con alcune nubi bianche che sembravano quasi dipinte sopra esso, una fresca brezza mattutina permeava le strade e il sole, debolmente, si affacciava alla superfice del pianeta tramite una multitudine di raggi che filtravano da quelle candide nubi.

L’attenzione di Kakashi fu rapita dalla coppia formata da Naruto e Hinata che, mano nella mano, stava procedendo lentamente lungo la via. Sembra che i due dovessero incontrarsi con Sakura e Ino che comparvero improvvisamente da dietro l’angolo.
I 4 iniziarono a conversare e, sebbene non capisse cosa stessero dicendo, era chiaro che Naruto, confermando la sua imprevedibilità, avesse detto qualcosa fuori posto, generando l’ira di Sakura che con un pugno lo fece volare dall’altra parte della strada. Ino rideva senza freni per quanto successo mentre Sakura sbolliva la rabbia e Hinata correva a prendersi cura dell’amato senza sensi.

Kakashi, sorridendo per quanto avvenuto, pensò che se avesse avuto ancora lo Sharingan avrebbe potuto leggere loro le labbra, comprendendo cosa avesse fatto infuriare Sakura. Lo Sharingan però era uno di quei frammenti di passato che non sarebbero mai più tornati, svaniti con la scomparsa di Obito.

Continuando a fissare la situazione si rese conto di quanto fossero cresciuti i suoi allievi. Erano ormai adulti, ninja completi e lontani da quei ragazzini che incontrò una decina d’anni prima.  Era felice. Davvero felice nel vedere come quel ragazzino biondo, un tempo bistrattato da tutti, fosse riuscito a far breccia nell’animo altrui, salvando prima il suo villaggio e poi il mondo intero per ben due volte. L’aver trovato quindi l’amore rappresentava solo l’ultimo passo prima della coronazione di quel sogno che si portava dentro fin da bambino.

Kakashi sorrise ancora spostando il suo sguardo su Sakura. Il carattere della kunoichi non era cambiato, ma aveva sviluppato una bellezza in cui raramente ci si imbatte, maturando un fascino senza tempo. Inevitabile quindi che i pensieri del Sesto Hokage si focalizzassero sull’ultimo e più problematico dei suoi allievi: Sasuke Uchiha.

L’espressione del Sesto Hokage si fece seria e pensierosa: “Dove Sei Sasuke? Sei riuscito a trovare delle risposte? A scrollarti di dosso quel senso di colpa che ti ha spinto a partire?”.

Il suo sguardo tornò a posarsi su Sakura: “Sai? Penso che Sakura continuerà ad aspettarti indipendentemente dalla data del tuo ritorno. Dovessero passare anni lei sarà là quanto varcherai la soglia del Villaggio tornando dal tuo lungo viaggio”.

Si fermò per un istante iniziando a fissare il cielo per poi continuare a pensare: “Non lo fa trasparire ma le manchi più di qualsiasi altra cosa…”. Fu in quel momento che un falco comparve all’improvviso, planando sopra i tetti delle abitazioni della via per poi tornare a librarsi in cielo scomparendo all’orizzonte.

Kakashi pensò che non poteva trattarsi di un coincidenza, sicuro che fosse un messaggio del Fato desideroso di comunicargli che il suo ex-allievo stava bene. I pensieri del ninja, come il silenzio che permeava l’abitazione, furono però interrotti dal suo cellulare che, vigorosamente, stava vibrando sopra il tavolo in mezzo alla cucina.

Si avvicinò al tavolo, appoggiò la tazza di caffè e, prendendo in mano il telefono, rispose senza nemmeno guadare il display consapevole di chi ci fosse dall’altra parte.

Sei preoccupata?” disse Kakashi rispondendo.

Buongiorno anche a te! – esordì ironicamente l’interlocutore- Voglio solo assicurarmi che sia pronto e preparato…non è ancora tornato vero?” disse la misteriosa kunoichi dall’altra parte della cornetta.

No…non ancora. Suppongo sarà qui a minuti comunque” rispose con calma e tranquillità Kakashi.

Sembra abbia preso quel tuo brutto vizio di arrivare costantemente in ritardo…” continuò lei.

Kakashi stava rispondendole di non preoccuparsi quando sentì il campanello suonare.

Eccolo…sembra che finalmente sia tornato” disse l’Hatake con fermezza.

Bene…lascio tutto nelle tue mani. E Kakashi…niente, lascia stare…ci vediamo là” non disse altro concludendo la conversazione.

Kakashi ripose il cellulare in una tasca e si avviò verso la porta aprendola con delicatezza.

Ciao Obito…era ora. Hai finito il giro?” disse Kakashi con un insolito tono confidenziale e rassicurante.

Quello che gli stava davanti era un bambino di 6-7 anni che sembrava essere la sua fotocopia più giovane. Anche lui portava una maschera che ne copriva mezzo volto, aveva dei capelli “spinosi” che, orientati verso sinistra, andavano a formare un ciuffo e, infine, un’espressione decisamente rilassata con tanto di palpebre calanti come lo stesso Kakashi. Tuttavia, sebbene pettinatura e sguardo fossero uguali, il colore dei suoi capelli era di un intenso castano ramato mentre i suoi penetranti occhi erano intensamente verdi.

Certo  - rispose prontamente il ragazzo - ormai conosco perfettamente la struttura e la topografia del Villaggio

Perfetto…ti sei riscaldato quanto basta. Non penso che per te l’esame per diventare Chunin possa rappresentare un ostacolo. Lo sai che ho piena fiducia nelle tue capacità” affermò Kakashi, rivolgendosi nuovamente al ragazzo con familiarità.

Certo…lo so bene. Non ti deluderò…Padre
 

***


Note dell’Autore

Ciao^^ Racconto breve, incentrato su Kakashi, il cui scopo altro non è che togliermi un certo sfizio riguardante un particolare risvolto che mi sarebbe piaciuto veder concretizzato.
Il titolo fa riferimento all’inevitabile destino che investe certi individui che nulla possono contro di esso. Kakashi non ha mai dimostrato nessun tipo di ambizione ma inevitabilmente, considerando quanto ha sempre incarnato, il Fato ha fatto si che dovesse prendersi determinate responsabilità.
Dopo essere stato nominato Hokage, in virtù delle sue capacità, a Kakashi non rimaneva che divenire padre per poter tramandare la figura dell’ “uomo perfetto” agognato dall’intera popolazione femminile del Narutoverse. E chi, meglio della donna perfetta, avrebbe potuto dare alla luce il figlio del Sesto Hokage?
Riguardo la sua identità non mi dilungo supponendo che sia chiara e palese.
E direi che ho detto tutto quel che dovevo dire.
See You Space Shinobi^^
   
 
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