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Autore: Meramadia94    16/04/2018    2 recensioni
Sarah e i suoi fratelli, nel disperato tentativo di salvare il loro maestro, sono stati spediti in un'altra galassia, popolata da alieni e si troveranno in mezzo ad una terribile guerra. Si apre così una nuova serie di avventure in cui verrà concesso loro il grande privilegio di sapere se nell'universo esistono altre forme di vita e capire una volta per tutte che c'è un' unica, grande distinzione tra gli esseri viventi: buoni e cattivi.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello, Splinter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~'' Allora?''- fece Angel al telefono -'' com'è il mare?''
- E' stupendo...- fece Sarah guardando il panorama - la casa si trova proprio sulla spiaggia, si tratta solo di scendere un paio di scalini per ritrovarsi sulla spiaggia.-
'' Beata te che sei al mare...''- fece Angel -'' Ashton è da ieri che piange e frigna come un bambino dell'asilo, su quanto sia ingiusta la vita. Diciamo che non ha preso benissimo il fatto che ormai sei irraggiungibile...  e pensa che era persino arrivato a dire che ti eri inventata un ragazzo per attirare la sua attenzione.''
Sarah trattenne a stento una risata - Devo dire che ha davvero molta immaginazione... ma ha pure bisogno di uno psichiatra...- che a sua volta avrebbe avuto bisogno di andare in analisi, dando il via ad lungo circolo vizioso...
Dieci minuti con Ashton erano sufficienti a demolire un carro armato.
- Vorrà dire che quando torniamo in città, andremo a bere qualcosa assieme... ovviamente offro io.-
'' Dai, almeno per ora non ci pensare... anzi, quando torni, voglio tutti i particolari.''
- D'accordo.- fece Sarah attaccando il telefono.
Erano appena le otto di mattina.
Alzarsi a quell'ora, in un giorno senza scuola, per molti poteva sembrare un'eresia.... ma per lei, che era abituata da sempre, sabato e domenica inclusi, ad alzarsi alle sei di mattina per la sessione di allenamento, le otto erano come le dieci.
E poi... la luce che cresceva sul mare era uno spettacolo che a New York al massimo potevi vedere in foto o cercarlo su qualche video in internet... osservare la natura dal vivo non aveva eguali.
- Ehy...- fece Leo entrando in cucina.
- Buongiorno.- lo salutò Sarah con un sorriso togliendo la caffettiera dal fuoco - Ha chiamato Angel... voleva dirmi che Ashton si dispera come se non ci fosse un domani.-
Leo sorrise sedendosi a tavola - Un po' mi dispiace per lui...- si, ma giusto un po'.
Su un punto Raph aveva ragione: non era molto '' tollerante'' con quelli che facevano il cascamorto con le ragazze già impegnate, figurarsi con la sua... ma a sentire le descrizioni fatte da Angel... forse aveva un vantaggio mentale su quello.
- Dai, non parliamo di lui...- fece Sarah - godiamoci questi giorni assieme...-
La giornata cominciò nel modo più normale: a caffè e pancake. Una normale e tranquilla colazione, e nel frattempo discutevano su cosa fare in quei due giorni rimanenti.
Non c'erano limiti. Potevano fare quello che volevano. In quei giorni non ci sarebbero stati allenamenti, meditazioni, compiti scolastici e nemmeno pazzi psicopatici con manie di grandezza.
Per le ore rimanenti... solo calma e pace.
- Giusto. Possiamo fare quello che vogliamo. Ed io avrei anche un'idea.- fece Leo - aspettami qui...-
...
...
...
Poco dopo, Sarah ( abbigliata con una camicetta a mezze maniche, bianca e decorata con delle rose azzurre e pantaloni bianchi a mezzo tiro) e Leonardo erano in mezzo al mare. Su una barchetta a remi che era ormeggiata vicino alla casa.
- Una volta se non sbaglio hai detto che preferivi il mare alla montagna...- fece Leo - ed eccoci qua.-
- Te lo ricordi ancora?- fece Sarah - credo di averlo detto quando giocavamo al gioco della bottiglia... avevamo poco meno di otto anni.-
- E già allora eri una bambina deliziosa.- fece Leo - non sembrava quasi che... beh, hai capito.-
Sarah sospirò - Per essere addolorati di aver perso qualcosa... o qualuno... devi avere dei validi motivi. Ricordi felici che diventano nostalgici, perchè sai che non li rivivrai mai più... ma io non ho alcun ricordo della mia vita precedente. Ricordo loro... le loro facce, i loro nomi... ma non ricordo altro.-
Evidentemente lo shock era stato talmente potente da cancellare qualunque altro ricordo. Una specie di grazia. Almeno non aveva passato gli ultimi undici anni della sua vita a recriminare. A pensare a quello che aveva avuto e mai avrebbe riavuto e al perchè, magari covando sentimenti che l'avrebbero inghiottita in un baratro da cui non sarebbe mai più uscita.
- Mi dispiace che tu abbia dovuto...- fece Leo prendendole una mano.
- Vediamola così Leo.- fece Sarah cercando di sorridere - Non ci saremmo mai incontrati.- e probabilmente avrebbe perso la testa per uno come Ashton... rabbrividiva solo al pensiero che avrebbe potuto essere su quella barca con un'altra persona, magari proprio quel fesso...
E forse non avrebbe imparato moltissime cose.
- Già... forse, a qualcosa è servito allora...- fece Leo.
Restarono a chiacchierare in mezzo al mare per almeno un paio d'ore, prima che decidessero di tornare verso riva. A pochi metri dal bagnasciuga, scesero per spingere la barca fino a terra.
Sarah fece per avviarsi sugli scalini e rientrare in casa... iniziava ad avvicinarsi l'ora di pranzo ed era il caso di iniziare a spadellare un po', quando...
- ODDIO!!!!- fece la ragazza sentendosi sollevare per le gambe per poi ritrovarsi in braccio a Leo - Ma che combini?-
- Faccio le prove.- fece Leo - Per quando ti dovrò portare in casa il giorno che ti sposerò.-
Sarah lo guardò come se avesse detto di aver visto Shredder fare le feste ad un cucciolo ed Hun che aiutava le vecchiette ad attraversare.
- Tutto bene...?- fece Leo.
- Sì...non so...- fece Sarah entrando in casa, seguita a ruota dalla tartaruga - insomma...-
- Ho... detto qualcosa di sbagliato?-
- Nononono, anzi...- fece Sarah. L'idea non le appariva così cattiva, anzi... l'abito bianco, i fiori d'arancio, circondati da amici e parenti nel giorno più bello della loro vita... '' finchè morte non ci separi''...
Da quando erano arrivati lì, ci aveva pensato che sembravano una coppietta appena sposata, in viaggio di nozze... sapeva che non era vero, ma era bello pensarlo.
Solo che renderlo vero...era un po' difficile.
- Ma tu lo credi davvero?- fece Sarah - pensi che potrà accadere un giorno?-
- Beh, ammetto che come idea possa sembrare... un po' strana.- e dire '' un po' strana'', era un eufemismo - ma siamo riusciti in imprese in cui molti sarebbero rimasti morti... insomma, siamo scampati ad una guerra tra rinoceronti e federati, ad un assassino spietato e al suo esercito di ninja, e siamo riusciti persino a salvarci in un modo in cui bastava avere la convinzione di non potercela fare a condannarci a morte...- ed erano pure scampati a tre fazioni di bande criminali - insomma, abbiamo affrontato di tutto, imprese disperate e siamo sempre riusciti a trovare una soluzione per uscirne nel migliore dei modi... vuoi che non troviamo un modo per realizzare qualcosa che può portare solo gioia?-
- Sarebbe bello...sì.- fece Sarah - Beh, intanto organizziamo il pranzo... non mi puoi mica sposare se non sai come cucino no?-
- Guarda che non è la prima volta che... AH!- fece Leo aprendo il rubinetto. Solo che non si era accorto che proprio in corrispondenza del getto d'acqua era rimasto un cucchiaino da caffè... ed aveva fino con lo schizzare dappertutto.
Sarah iniziò a ridere di cuore - Beh... sai come si dice no? Sposo bagnato, sposo fortunato.-
Leo rise a sua volta, pensando però che non gli serviva qualcuno che gli tirasse l'acqua addosso per farlo essere fortunato in amore.
...
...
...
...
-  A New York questo spettacolo te lo sogni proprio...- fece Sarah quella sera sdraiata su un telo da spiaggia, assieme a Leo.
Ed aveva ragione.
Il cielo stellato senza che spuntassero grigi grattaceli a rovinare la visuale, era qualcosa di incantevole.
- Mi dispiacerà lasciarlo...- commentò la ragazza accoccolandosi sul petto di Leo che le mise un braccio attorno alle spalle. Il pomeriggio seguente, anche se sul tardi, avrebbero dovuto radunare armi e bagagli e tornare in città.
- Qual'è il problema?- fece Leo - Possiamo sempre tornare. Quando e come vuoi. Mi faccio prestare la moto da Raph, dopo la scuola veniamo qui... passiamo un po' di tempo, torniamo...-
- Dici?- fece Sarah - e a New York chi ci bada?-
- Sono certo che Raph avrebbe tutto sotto controllo...- fece Leo - ammesso che Don gli faccia da vice.- concluse causando un attacco di ilarità.
Poco dopo, Sarah si addormentò e Leo fu costretto a prenderla in braccio per riportarla in camera sua. Al momento di andarsene però, gli mancò il cuore di lasciarla da sola... sembrava così indifesa in quel momento... poi si svegliava e combatteva come cento eserciti.
Pensò che era stato tremendamente ingiusto che a soli sedici anni avesse già perso due punti di riferimento, e che fosse stata straordinaria nel reagire e ricostruirsi una vita serena... perchè era così Sarah. Fin dal primo momento in cui era entrata in casa loro... nessuno aveva fatto dei commenti strani o detto che non sarebbe mai stata una di loro e non perchè umana, ma perchè femmina.
Sotto quel punto di vista, somigliava a Michelangelo. Riusciva a farsi voler bene senza il minimo sforzo...
Pure troppo a volte.
Ma era il minimo  che si poteva dare ad una persona che aveva già sofferto troppo per la sua età... ora era il turno della gioia.
L'avrebbe amata e protetta. Sempre.
 
  
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