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Autore: CHAOSevangeline    16/04/2018    2 recensioni
{ Viktuuri | AU }
In un tempo lontano, un tempo in cui ancora le leggende erano credute vere da tutti, esistevano delle creature speciali la cui pelle riluceva e il cui corpo era circondato da un’aura luminosa.
Esse erano le costellazioni, abitanti del firmamento. Degli esseri senza età e senza tempo dall’origine incerta.
Uno di questi abitanti della volta celeste era conosciuto per la propria bellezza: i suoi capelli corvini e il suo volto latteo mozzavano il fiato a chiunque lo guardasse. I suoi occhi a mandorla portavano a fremere persino il cuore più forte.
Un sorriso e uno sguardo erano sufficienti a stregare.
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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V. Solitudine
 

“La costellazione di Yuri si divise e del fiocco di neve che occupava il cielo non ne rimase che una metà.
Confinato nella volta celeste e a vagare sulla terra ingrigendo gli animi di chi lo incontrava per la sua parvenza cupa e priva di ogni bellezza, Yuri si riempì di tristezza.
Si narra che da dopo la maledizione che lo ha colpito il cielo sia diventato più brillante. Yuri piange ogni notte per la solitudine, per l’amore che non può né donare, né ricevere da nessuno.
E da ogni lacrima, nasce una stella.”
 


L’aria serale pungeva, ma non a sufficienza da spingerli a voler rientrare.
Viktor e Yuri erano seduti sulla collina, sotto la sequoia, a guardare il cielo.
Avevano con loro un’ampia coperta di lana sotto il quale si erano rifugiati, riuscendo a resistere all’intemperia abbastanza da non dover allontanare lo sguardo dal cielo, dalla fulgida luce delle stelle.
Era fredda quella luce, ma dava loro tepore e conforto.
Viktor, ecco, doveva fare un’ammissione: le stelle avevano perso tutto il suo interesse.
Lo avevano perso perché non c’era un senso, secondo lui, nel guardare qualcosa di lontano, nell’aspirare a raggiungerlo, quando aveva un’intera costellazione accanto a sé, tutta per lui.
Nel buio della notte Yuri riluceva e ogni suo poro emanava un bagliore azzurro, incantando la vista di Viktor. Tanti piccoli brillanti iridescenti sembravano cospargerlo.
Fianco contro fianco, spalla contro spalla.
Erano vicini, condividevano la stessa aria.
Viktor non aveva mai desiderato tanto la vicinanza di qualcuno.
Qualcuno con cui spartire quella collina, l’ombra delle fronde della sequoia anche se di notte.
Era tutto perfetto.
« Stanno per passare delle comete », annunciò Yuri.
Guardava il cielo come se fosse la meraviglia più grande, lui. Come se non desse peso al fatto di essere uno dei suoi abitanti di maggior valore.
Solo a quel punto Viktor guardò in alto. Si diede un contegno e smise di fissare Yuri come se da lui dipendesse il proprio respiro, il battito del proprio cuore.
« Puoi sentirle? »
« Sì. »
Un istante e due bagliori gemelli, per loro a pochi centimetri l’uno dall’altro, comparvero. Tracciarono una breve traiettoria e sparirono di nuovo nel buio del cielo.
Silenzio.
Quell’immagine mise a Viktor una certa malinconia, una sorta di timore in corpo.
Yuri si voltò verso di lui.
Sapeva che lo stava guardando, lo aveva sempre saputo.
Il suo volto non poteva arrossire, ma era come se lo stesse facendo. Aveva mostrato imbarazzo in altro modo, facendo guizzare talvolta lo sguardo verso il russo e scoprendo che questo non lo spingeva a desistere, ad allontanare gli occhi da lui.
Lo trovava bello?
Gli fu sufficiente un’occhiata per capire che Viktor si sentiva triste.
« Non devi soffrire per loro, Viktor », tentò di confortarlo. « Le stelle cadenti non si perdono. Cercano solo un posto migliore dove stare. »
Viktor schiuse le labbra.
Una spiegazione fin troppo esoterica per lui, che con gli anni aveva rinunciato a tutte le leggende troppo fantasiose e prive di prove o fondamento.
« Sei sicuro? »
Sembrava un bambino.
« Certo che lo è! » rispose Yuri, entusiasta solo per poterlo convincere. « Non ti fidi? Se non lo so io. »
Yuri non lo aveva detto con fare saccente e non irritò nemmeno Viktor. Era stato anzi carino.
« Perciò anche le stelle hanno un luogo che può non piacergli? »
« Ovvio », rispose Yuri. « Beh, forse non tanto. Le stelle non sono come me, non hanno volontà propria, ma… sì, può succedere. Trovare la collocazione migliore è la direzione verso cui tende la natura. »
Viktor annuì, silenzioso. Gli occhi ancora puntati verso il cielo.
Avrebbe potuto chiedergli mille cose: senti dolore quando si separano da te? Cosa provi? Ti dispiace? Ti mancano?
Si dimenticò subito di tutti quei quesiti.
« Io lo so dov’è il mio posto. »
Yuri sussultò sotto la coperta. Schiuse le labbra e guardò Viktor.
Era quasi… speranzoso?
« Dov’è? » domandò.
« Accanto a te. »
Viktor gli sorrise.
Ancora una volta, Yuri immaginò di arrossire.
« Sei bellissimo », sussurrò Viktor.
Dita calde sulla guancia. Scivolarono verso la nuca e lo attirarono a sé.
Viktor era come una calamita.
Respiro nel respiro, labbra su labbra.
Per Yuri che alle stelle non poteva chiedere nulla, era un miracolo che quel desiderio si fosse realizzato.
Non pianse, quella notte.
   
 
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