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Autore: maty9    17/04/2018    2 recensioni
Una storia d'amore nata inconsapevolmente, ma talmente forte da durare nei tempi. Un nuovo nemico da affrontare per Sesshoumaru, ma questa volta non sarà da solo. kagomexsesshoumaru
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kikyo, Kagome/Sesshoumaru
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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L'inizio
Camminavo a passo veloce ma lei mi stava dietro. Aveva fatto come le avevo detto io, e questo è un bene. Non aprezzavo che i miei ordini non fossero eseguiti, soprattutto quando ero già di pessimo umore. Non riuscivo a calmarmi, di rado provavo un odio accecante tanto quanto quello che provo tuttora per quell'essere viscido che ha agredito Kagome. Avrei dovuto fare a mille pezzi quell'essere in modo che niente potesse provare la sua esistenza in questo mondo. Per quale assurdo motivo gli ho concesso una morte veloce e indolore?   Se non fossi stato lì nei dintorni cosa sarebbe successo? Al solo pensiero mi ribolliva di nuovo il sangue. 

Ecco perchè odio gli esseri umani, sono così deboli, con un niente si fanno male, con ancora meno muoiono. Certamente non era colpa della miko, ma ho il presentimento che cose del genere le capitino molto spesso. E di nuovo mi ribolì il sangue. Non sopportavo affatto questa situazione. E cosa più insopportabile era il mio malumore, apparentemente inspiegabile. Dovevo distrarmi e mi venne in mente che Rin tossiva mentre mi stavo allontanando. Che si sia ammalata? Vorrei dimenticarmi di questa giornata il prima possibile.

Ci stavamo avvicinando al mio accampamento perciò mi fermai e la guardai quanto bastasse per capire che era alquanto sconvolta. 'Ci mancava pure questa adesso! Se si mettesse a piangere allora si che avrebbe dovuto avere paura, ma di me questa volta!'. 

Forse avevo veramente paura di me “Non ti ucciderò ( ancora pensai ) quindi controlla il tuo umore, non preoccupare Rin” le dissi prima di farle strada verso la caverna dove dormivano gli altri. Lei mi seguì senza fare rumore. Mi sedetti appoggiando le spalle alla roccia dura, lo stesso fece lei, dalla parte opposta alla mia, vicino a Rin. La guardava dormire beatamente e sospirò. Alzò gli occhi nella via direzione ma non ebbe il coraggio di constatare se la stessi guardando. Si fece forza e mi domandò il motivo per il quale mi trovassi vicino a loro?

“Mi servivi Miko, ieri Rin è tornata tutta bagnata e durante la notte era molto calda” la informai io.

Lei tocco la fronte di Rin e constatò che doveva essersi presa un brutto raffreddore. “Ho delle medicine, ma si trovano nell'altra borsa, che ho lasciato nella capanna.” disse frugando nella sua piccola borsa che aveva alle spalle “infatti qui dentro non c'è niente di utile, solo delle fogli che non fanno al nostro caso”.

“Puoi procurarti delle foglie qui intorno?”

“Vado a dare un occhiata allora” si alzò e si diresse verso l'uscità. Mi alzai immediatamente e la seguii, non era il caso di lasciarla da sola, poteva succederle di tutto, soprattutto grazie ai frammenti che portava al collo. Non potevo permettere che le accadesse qualcosa prima che guarisse Rin. Kagome non si voltò nemmeno e non mi chiese il motivo per cui la stessi accompagnando, si sentiva più al sicuro con me vicino, forse. Camminavamo nel bosco senza parlare, io guardavo solo lei e con l'udito mi accertavo che nessuno fosse vicino a noi. Lei sembrava non curarsi della mia presenza, camminava e quando vedeva una pianta la gurdava attentamente e l'annusava prima di coglierla.

“Conosci tutte le piante curative miko?” le domandai.

“Non tutte a dire il vero, la sacerdotessa Kaede mi sta ancora insegnando, la maggior parte delle piante le riconosco grazie a un libro che mi sono portata dalla mia epoca, sai ci sono elencati tutte le piante e i fiori del mondo con un disegno accurato per ogni specie” rispose lei mente continuava a camminare. 

“Di tutto il mondo?” 

“Si. Nel mondo ci sono innumerevoli piante, non tutte crescono in Giappone, alcune sono così rare che crescono solo in un determinato tempo e luogo. Ce ne sono altre che invece sono sempre verdi, come i pini di questa foresta.

“Sai più cose di quel che dimostri miko!” la sfidai.

“Niente affatto! È solo che nella mia epoca queste cose ci vengono insegnate sin da bambini e a dirla tutta non ero e non sono una studentessa modello. Con tutto questo viaggiare nell'epoca Sengoku sono rimasta rimasta parecchio indietro. Ho ancor così tanto da imparare”.

Sembra anche umile. Interessante. “Che cosa vi insegnano nella tua epoca?”. Ormai ero proprio curioso, non avrei mai pensato che ci fossero cose a me sconosciute.

Riflettè prima di ripondere, alla fine disse: “Sin da piccolissimi ci insegnano a parlare e scrivere il giapponese, nonché le regole basilari della vita, come il luogo in cui viviamo e il modo in cui nasciamo. A sei anni circa andiamo a scuola e lì le lezioni sono suddivise in base alle varie materie come la geografia, l'arte, la lingua, la matematica, la letteratura, la storia del giappone e del resto del mondo. Sono successe nel mondo molte cose brutte che non posso rivelare. Ma in compenso ci sono anche tantissime cose belle”.

Non capii quasi niente di quel che stesse dicendo. Matematica? Storia? Geografia? L'unica geografia che mi serve è quella delle mie terre. E l'unica arte che dovrebbero insegnare era quella della guerra.                   

Non potevo assolutamente farle capire che non comprendevo quelle cose strane che mi stava dicendo perciò annuii silenziosamente. E lei sorridendo continuava a cercare le sue erbe mediche. La sentivo sicuramente più tranquilla. Era un bene. Non sopportavo di vederla così triste e tanto meno sopportavo la mia reazione. Era a una decina di passi da me e io la scrutavo attentamente, non volevo perdermi niente di quello che faceva, mi sembrava la cosa più interessante del mondo e dovevo continuare finchè lei me l'avesse permesso.

In quel preciso momento era vicino al tronco di un grosso albero, il quale ai suoi piedi ero ricco di alcune piantine che emanavano un forte profumo. Lei si chinò per annosare dolcemente quei fiori di colore viola chiaro. “Questi fiori si chiamano ciclamini, hanno un buonissimo odore, riesci ad annusarle da lì?” mi guardò all'improvviso e io non feci in tempo a distogliere lo sguardo. 

'Certo che potevo annusarli da luogo in cui mi trovavo, sono un demone cane, riesco ad annusare a distanza di chilometri' pensai. Ma non glielo dissi, anzi mi avvicinai a lei senza dire niente e iniziai ad annusare qui fiori dicendo “Si, sono molto profumate” senza smettere di guardarla.

Lei arrossì vivamente capendo che la stvo osservando così intensamente, perciò si allontanò da me e ricominciò a parlare a voce bassa. “Anche se devo dire che preferisco altri fiori come il gelsomino e le rose, sono molto più profumate! Ah ecco un'altra piantina che stavo cercando, dovrei avere tutto adesso Lord Sesshomaru. Possiamo tornare”. Ed era già in camino, non si volto affatto verso di me, ma sentivo che i suo rossore era sempre più acceso. Camminava in direzione della caverna e tutt'intorno a lei si stava iluminando creando uno spettacolo magnifico. Nessun alba mi è mai sembrata così bella. La segui senza aggiungere altro, anche perchè che cosa avrei potuto dirle senza farle capire lo stato in cui mi trovavo? In fondo sono sempre stato un demone di poche parole, che preferisce combattere piuttosto che perdere tempo a chiacchieratre con un'umana, e così doveva continuare ad essere.

Ultimamente stavo facendo delle cose proprio strane, che non si addiocono a un grande youkai come me. E questo mi irritava non poco ma nel contempo é impossibile rimanere inermi al fascino di questa donna, e sapevo che mi avrebbe sorpreso sempre di più. Ero preoccupato che se avessi passato di  nuovo del tempo da sola con lei,  il mistero del suoi comportamenti e il suo fascino mi avrebbe travolto completamente. Mi sentivo stranamente felice, come se avessi appena vinto una grande battaglia. Non capivo il perchè di quelle sensazioni mai provate prima.

…........

Col senno di poi quello è stato l'inizio di tutto. 
   
 
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