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Autore: JosephineStories    17/04/2018    1 recensioni
La vita di Amy Davies scorre tranquilla: tra studio, amici e lavoro sembra non avere problemi.
Eppure le sue notti sono tormentate da un incubo, che col passare del tempo diventa sempre più reale.
Un incubo dagli occhi di ghiaccio.
Quegli occhi saranno la sua rovina o la sua salvezza?
Presto si renderà conto che non si può fuggire da ciò che la perseguita...
Copyright © 2015, Josephine-C
Questa opera letteraria è coperta da diritto d'autore e, in rif. alla Legge 22 Aprile 1941, n. 633 ogni tentativo di plagio,
in questo e altri luoghi, è punibile a norma di legge e pertanto verrà segnalato alle autorità competenti.
La parziale o totale copia del contenuto è punibile penalmente.
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
Capitoli:
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Le parole di David mi rimbombano in testa. Sono pietrificata e cerco di trovare una risposta nei suoi occhi, in quell'argento liquido che tanto mi ammalia.
Ripenso al tempo che abbiamo passato insieme: ai suoi repentini cambi d'umore, era così dolce al lago, così comprensivo... ma non appena gli descrissi il sogno cambiò totalmente, costruendo un muro tra noi.
Mi ritorna alla mente il nostro primo bacio: era tutto perfetto, fino a che non gli rivelai di aver scoperto di essere una Deveraux.
Poi c'è quella mattina a casa sua, dopo aver passato la notte insieme: il modo in cui mi guardava... improvvisamente tornò freddo e distaccato.
Non ho bisogno di leggere la verità nei suoi occhi, ripensandoci è tutto così ovvio.

-"Amor condusse noi ad una morte" è questo che pensi? È questo che ti spaventa?- chiedo, ripetendogli i versi che mi ha letto mentre ero incosciente. Guardo il tormento impresso sul suo volto e capisco che è così.
-Noi non siamo loro, David...- a quelle parole
lui sorride amaramente.

-Guardaci, Amy, non siamo loro? Ne siamo le copie perfette e l'attrazione che proviamo... non permetterò che ti succeda altro, non mi preoccupo per me. Non mi interessa il mio destino, non dimenticare che è stata Anita a morire- ribatte aspramente.

L'attrazione che proviamo... quindi anche lui è attratto da me? Cerco di nascondere l'euforia e darmi un contegno. Il suo tono irremovibile mi allarma non poco.

-Ma noi potremmo imparare dai loro errori! Noi siamo diversi, non puoi sapere cosa ci riserva il futuro. Il nostro destino non è scritto, siamo noi a deciderlo- lo guardo speranzosa.
Dopo il modo in cui mi ha salvata e mi è stato accanto, non gli permetterò di tagliarmi fuori.

Si passa una mano tra i capelli, un gesto che ho capito fa quando è molto nervoso.

-Non è solo questo. Io non sono adatto a te, non capisci? Guardami, dannazione!- si indica frustrato e la sua voce lascia trasparire tutta la rabbia che sta provando. -Io non sono gentile, non sono romantico, non cammineremo mai mano nella mano sotto un fottuto arcobaleno!-

Tengo il mio sguardo fisso nel suo e lentamente mi avvicino, per poi prendere il suo viso tra le mie mani. -Io non ti ho mai chiesto di cambiare, David, non ti ho mai chiesto una storia romantica. L'unica cosa che ti chiedo, è di non decidere al mio posto! Lasciami giudicare da sola cosa e chi è adatto a stare con me. Hai visto che stare lontani non è possibile, ci ritroviamo sempre insieme, ti chiedo solo di starmi accanto, non tenermi a distanza.-
Non so se sono le mie parole, oppure il mio sguardo implorante ma vedo che qualcosa nei suoi occhi cambia.

Anche lui stringe il mio volto tra le sue lisce e grandi mani. Appoggia la fronte sulla mia e io trattengo il respiro; la sua vicinanza mi fa accelerare il battito e il suo profumo mi stordisce.

Chiude gli occhi sospirando. -Sei la mia ossessione, il mio tormento...- mi sussurra a fior di labbra.

Le sue parole mi arrivano dentro, scavando a fondo nella mia anima. Lentamente avvicina le sue labbra alle mie con un timore reverenziale: quelle magnetiche lame d'argento puntano nei miei occhi, trafiggendomi.
Trattengo il respiro guardandolo e come al solito mi sento una falena attratta dalla luce, come Icaro che volò troppo vicino al sole: tuttavia stavolta ho la certezza che non resterò bruciata. Forse bruceremo entrambi, ma non sarà per il dolore o la tristezza, non questa volta e se è la dannazione ciò che ci aspetta, almeno saremo stati felici nella sua attesa...

Finalmente le sue labbra morbide come il velluto e calde come fiamme ardenti sono sulle mie e non non c'è più nient'altro che conti: la piazza, i suoi amici che ci fissano, il dolore alla testa...

Subito mi stringo a lui, approfondendo il bacio e dischiudendo le labbra; le nostre lingue si toccano inizialmente con timidezza, poi lui inizia a esplorare la mia bocca con ardore, con una frenesia che presto diviene inarrestabile.
Affondo le dita nei suoi capelli sottili e lui mi stringe a sé con una dolce fermezza: ora i nostri corpi aderiscono alla perfezione.
Non è soltanto un bacio: sono parole non dette, segreti non confessati, sentimenti rivelati; posso sentire il battito del suo cuore che come il mio batte all'impazzata.
Ci divoriamo a vicenda come l'ultima volta, i sentimenti e le sensazioni represse traboccano dai nostri corpi... il suo modo di baciarmi mi fa perdere la testa, vorrei che non smettesse mai.

Poi una fitta alla testa mi toglie il fiato. Nel giro di un secondo, sento la forza nelle gambe abbandonarmi.
Solo la stretta di David mi impedisce di cadere,
si stacca immediatamente da me con uno sguardo terrorizzato. -Amy! Che hai?- mi tiene le spalle, fissandomi con apprensione -ti ho fatto male?!-

-La... la testa- ansimo -il dottore mi aveva avvisata che sarebbe potuto accadere.-

Il suo sguardo si fa subito grave -ti riporto alla pensione, adesso.-

Vorrei ribattere, ma la sua occhiata ammonitrice mi blocca in partenza. Prima che io possa fare un solo passo, sento le sue braccia intorno alla vita e sotto le gambe.

-Che... che fai?!- biascico sconvolta -guarda che so camminare- gli faccio notare imbarazzata.

-Lo so, ma poi dove sarebbe il divertimento?- fa un sorrisetto malizioso -inoltre potresti cadere durante il tragitto e battere di nuovo la testa. Non è stato prudente venire qui- inizia a camminare, allontanandosi dalla piazza e stringendomi al suo petto. Se è un sogno non svegliatemi.

Il cuore mi batte all'impazzata e noto fugacemente i suoi amici che sussurrano sconvolti. Poi il mio sguardo cade su Valerie: sembra aver visto un fantasma.

Mi riconcentro sul volto di David: ha un sorriso compiaciuto che mi fa aggrottare le sopracciglia. Perché diavolo sta facendo quella faccia?

-Sai formaggino, sapevo di essere bravo ma addirittura farti svenire... sei proprio cotta- sorride maliziosamente.

A quelle parole arrossisco violentemente oltraggiata. -Non sono certo svenuta per il tuo bacio! Che presuntuoso, non era poi questo granché!- ribatto irritata.

-Per questo sei diventata viola? Scommetto che ci fantasticherai tutto il giorno- sussurra al mio orecchio, dandomi i brividi.

-Illuso- rispondo ma con voce strozzata, a causa del tono volutamente sensuale e insinuante che ha usato.

-Bugiarda- alza un angolo della bocca in un sorrisetto.

Proseguiamo in silenzio e lui non riesce a togliersi quell'espressione compiaciuta dal volto. Io decido di approfittare della sua vicinanza, visto che sento ancora le orecchie fischiare e un dolore costante: poggio la testa nell'incavo del suo collo, chiudendo gli occhi e inalando il suo profumo mentre lui mi stringe a sé protettivamente. Stare tra le sue braccia è come essere in un bozzolo, non credevo di poter provare cose del genere, mi sorprendo continuamente di queste sensazioni.

****

-Che diavolo è successo?!- la voce di Aiden mi riscuote dal torpore in cui ero caduta.

Credo di essermi addormentata, cullata dal passo lento e sicuro di David. Quando riapro gli occhi, scopro di essere nel corridoio della pensione.
Jess ci fissa, è visibilmente divertita.

-Alla tua amica le forti emozioni fanno questo effetto, credo sia stata sopraffatta dal mio fascino- sogghigna malizioso David.

Aiden ci scruta senza capire e io, irritata, do una gomitata a questo concentrato di arroganza che mi tiene tra le braccia.

-Sei davvero un cretino! Non è stato il tuo bacio- ripeto per l'ennesima volta -il dottore mi ha detto che sarebbe accaduto- alzo gli occhi al cielo infastidita.

-Quale bacio?!- esclama Aiden a quelle parole inorridendo.

-Andiamo in camera. Credo che Amy se la caverà...- Jess mi fa un occhiolino insinuante e trascina Aiden in camera sua, nonostante le proteste.

David apre la porta della mia camera, riponendomi sul letto con delicatezza; staccarmi da lui mi lascia un brutto senso di vuoto...
Per un attimo temo che voglia andare via, invece si siede sulla sedia accanto al letto.

Di nuovo si passa una mano tra i capelli nervoso. -Cosa stiamo facendo, Amy?- ma sembra chiederlo più a se stesso che a me.

-Stiamo solo passando del tempo insieme, non credo che questo ci ucciderà- rido per sdrammatizzare, il suo sguardo serio però mi fa subito perdere il sorriso... quindi cerco di cambiare argomento.

-Non voglio litigare o accusarti, ma posso chiederti solo una cosa?- domando timorosa.

-Dimmi.-

-Perché hai raccontato a Valerie della notte che abbiamo passato insieme?- mi stringo le dita delle mani nervosamente.

Lui sospira intristito. -Guarda che non ho mai raccontato nulla a Valerie. È stata Margaret Gleeson, lei ha fatto intendere che eravamo andati a letto insieme, quelle due si odiano... Quando Valerie mi ha chiesto conferma, le ho detto che tra noi non era successo niente del genere, in un certo senso volevo difenderti. Sapevo che una voce del genere non ti avrebbe fatto piacere. Una delle poche volte che ho scelto di fare la cosa giusta, mi si è ritorta contro come al solito- sorride amaramente.

-Perché non me l'hai detto subito?!- alzo la voce incredula.

-Perché hai concesso a riccioli d'oro il beneficio del dubbio, mentre io sono subito stato condannato. Sai, sono un tipo orgoglioso...- fa spallucce -a proposito, dov'è adesso? Si è già stufato di fare il bravo cagnolino?- chiede sprezzante.

Guardo verso il basso, mi sento in colpa per averlo giudicato male senza dargli la possibilità di difendersi, tuttavia il modo in cui parla di Mark continua a irritarmi.

-Scusami, io non lo sapevo... ma non devi comunque parlare di Mark così. Lui ha visto il modo in cui ho deciso di correre da te, non appena ho saputo la verità, ha capito che tra di noi non poteva funzionare. È stato molto maturo e comprensivo- lo difendo.

Lui mi guarda scetticamente -ma ti senti? Quello vuole solo entrare nelle tue mutandine. Perché sei così ingenua?-

Sospiro, decidendo di non rispondere e avere pazienza per adesso, oppure so già che finiremmo sicuramente per litigare...

Poi faccio un bel respiro e mi preparo a dirgli un'altra cosa che mi frulla per la testa da prima. -Io voglio ringraziarti, non solo per avermi salvata. Non hai detto nulla ai miei amici di ciò che quell'uomo stava per farmi... te ne sono infinitamente grata, so che non hai permesso nemmeno ai dottori di togliermi i vestiti...-

Quando alzo lo sguardo e lo fisso, vedo che si è irrigidito, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche. Punta i suoi occhi nei miei, intrappolandomi nel suo sguardo di ghiaccio.

-Non voglio che mi ringrazi e soprattutto, non voglio mai più sentirti dire che "quello" stava per succedere. Non sarebbe mai successo. Mai. Quel verme schifoso non ti avrebbe messo una sola mano addosso, non gliel'avrei permesso. Stavo per ucciderlo- la sua voce esprime tutta la rabbia che sta provando, e devo ammettere che fa quasi paura. -L'altro è fuggito, ma lui... lui non me lo sarei mai fatto scappare. L'ho pestato a sangue, l'unica cosa che mi ha fermato è stata la tua voce- sussurra come perso in quei momenti.
Noto le sue nocche ancora ferite e riesco ad avere una vaga idea della ferocia con cui si è scontrato con loro.

-Eri a terra ma stavi sussurrando il mio nome. Ti ho presa e portata via di lì, ma ti assicuro che l'avrei ucciso con le mie mani.-

Restiamo in silenzio per qualche minuto, la tensione di prima si è smorzata ma vedo che è un po' impacciato. David impacciato? Questa mi è nuova...

-Sta' calmo. Non ti mangio mica! sei un fascio di nervi- lo prendo in giro ridacchiando.

-È che non sono abituato... non è che parlo molto con le ragazze di solito- abbassa lo sguardo imbarazzato.

-Quindi tu e Valerie non parlate di nulla?- domando stranita.

Alza un sopracciglio eloquentemente -mi stai davvero chiedendo come passiamo il tempo io e Valerie? Sicura di volerlo sapere?- fa un sorrisetto insinuante.

Incrocio le braccia al petto, innervosita.
-No grazie! Non mi interessa cosa fate- rispondo stizzita.

-Non sarai gelosa, formaggino?- domanda fin troppo soddisfatto.

-Gelosa io?! Non stiamo insieme- ribatto indignata.

-Che Dio me ne scampi! una rompiscatole come te poi!- fa una smorfia di finta paura. -Allora, come ti senti?- aggiunge, dopo il nostro piccolo battibecco.

Sospiro delusa, più che per la presa in giro, perché ha sviato l'argomento...

-Sto molto meglio.-

In realtà non riesco a fare a meno di pensare ai sogni che facciamo. Sapere che anche lui rivive quei ricordi mi dà sicuramente da pensare. La cosa strana è che non sogna la morte di Anita o la violenza con cui Frederick la trattava: sogna soltanto i momenti in cui erano felici e quando siamo insieme, anche io rivivo solo quelli.

-A cosa pensi?- interrompe il mio rimuginare.

-Ai sogni... al fatto che tu abbia sognato solo dei momenti belli e mai la rovina del loro amore... Cosa provava Frederick? Io riesco a percepire le sensazioni di Anita- spiego.

Mi fissa serio. -Lui la amava, non conoscevo questo sentimento e solo grazie a Frederick ho capito cosa significa donare il proprio cuore a una persona. Lo sentivo nei loro baci, nella gioia, dopo che lei ha accettato di sposarlo, potevo percepirlo in ogni fibra del mio essere.- Ha uno sguardo perso e pensieroso.

Prima che possa aggiungere altro, veniamo interrotti da qualcuno che bussa alla porta.

-Avanti!- rispondo.

La signora Miller entra, guardando prima me e poi dedicando un'occhiata di puro odio a David. Non credo che abbia dimenticato ciò che ha fatto a Sue...

-Amy, il membro della Sicurezza vuole parlarti. Lo faccio entrare?-

-Sì...- sospiro, preparandomi alle domande.

L'uomo che mi ha comunicato il rapimento di mia madre entra in camera, sedendosi.
La sua solita aria professionale mi mette in soggezione: inizia a farmi molte domande, sia a me che a David, facendolo innervosire parecchio. Il momento più brutto è dover rivivere l'aggressione e quando David nota che l'interrogatorio sta iniziando a turbarmi troppo, diventa una vera furia, costringendo l'agente a interrompere tutto; questo suo lato protettivo non smette di affascinarmi e lasciarmi confusa.
L'agente ci dice che non ci sono novità, né sul rapimento di mia madre, né sul mio...
Quelle parole mi fanno crollare di nuovo nella tristezza, mi assicura che farà di tutto per trovare gli uomini che mi hanno aggredita ma sono scettica al riguardo.
Quando va via, sento David borbottare qualcosa su quanto sia inutile e incompetente la Sicurezza dello Stato.

-Dovremmo andare a cenare, te la senti di alzarti?- chiede premuroso.

-Sì andiamo, ceni con noi?- domando di getto, pentendomene immediatamente. Non voglio sembrare una ragazzina disperata o appiccicosa, ma ho il terrore che vada via. Non posso fare a meno di pensare che tornerà al suo atteggiamento freddo e distaccato.

-Se per te va bene...-

Sgrano gli occhi a causa della sua riluttanza, questo David impacciato mi stranisce sempre di più. È evidente che non sa come comportarsi ora che ha rivelato ciò che prova, non che questo cambi il nostro rapporto...
"Non cammineremo mai mano nella mano sotto un fottuto arcobaleno."
Non aveva nemmeno bisogno di specificarlo, so bene che non è il tipo da relazioni stabili ma nemmeno io lo sono mai stata...

-Andiamo- rispondo sorridendogli.

Quando arriviamo alla sala da pranzo, Aiden vedendoci insieme sbuffa, non nascondendo minimamente il suo fastidio. Sue non si avvicina come al solito, si limita a servirci la cena, lanciando gelide occhiate a David. L'unica contenta della sua presenza è Jess che conversa allegramente, sorridendoci ogni secondo.

-Stanotte preferisci dormire con me o con Jess?- chiede d'un tratto Aiden, guadagnandosi un'occhiata interdetta di David.

-Non dormi da sola?- domanda infatti subito dopo, stranito.

Arrossisco e abbasso lo sguardo imbarazzata. -Ecco... i... io... da quando sono stata aggredita non riesco a stare sola in camera. La verità è che sono terrorizzata- sospiro amareggiata -Mark è stato con me in questi giorni e quando era a lavoro Jess e Aiden lo sostituivano. Il dottore dice che è normale visto il trauma che ho subito...- fisso il piatto senza alzare lo sguardo.
Odio mostrarmi debole, io non sono così.

-Beh, posso dormire io con te stanotte. Sempre che tu non preferisca riccioli d'oro- propone con naturalezza e una punta di malizia.

La sua aria impacciata è già andata a farsi benedire. La forchetta di Aiden cade rumorosamente nel piatto facendo sobbalzare Jess, mentre io inizio a tossire, visto che il boccone mi è andato di traverso.

David invece se la ride di gusto, dandomi dei colpetti dietro alla schiena.

-Calma, formaggino, voglio solo farti compagnia, mi hai chiesto tu di starti accanto, no? Sarò un vero gentiluomo vedrai, non farei nulla di sconveniente con una tanto innocente come te- sorride angelicamente, facendo spallucce.

Non è la prima volta che si riferisce a me con questa frase, tutto per colpa di Aiden! 
Jess soffoca una risatina, mentre il mio migliore amico mi sta incenerendo con lo sguardo, intimandomi di rifiutare.

Io non ho il coraggio di dire altro, se non un flebile -ok...-

Così David chiama subito un domestico della tenuta, per farsi portare tutto il necessario.
Più la cena va avanti, più il mio nervosismo aumenta: è vero, gli ho chiesto di non tenermi a distanza ma non sono abituata a tutto questo...
E se stasera provasse ad andare oltre? Avrò il coraggio di fermarlo? Voglio davvero fermarlo? Ripenso a quella mattina prima del l'interruzione di Jess e sento subito il viso in fiamme; mi tormento nervosamente le dita delle mani e la cena sembra passare in un baleno.

Ci alziamo in silenzio, dirigendoci verso le nostre camere. Prima di andare via, Jess mi dà un leggero pizzicotto, strizzando un occhio; Aiden invece incenerisce con lo sguardo David, come al solito.

-Sta' attento Van Dalen!- lo avvisa minacciosamente, poi sbatte la porta della camera di Jess che ormai è divenuta anche la sua.

Entrati in camera la tensione non accenna ad abbandonarmi.

-Ti dispiace se uso il bagno? Ho davvero bisogno di una doccia- chiede.

Resto a bocca aperta, devo sembrare un pesce lesso. Ok, calma, c'è solo David Van Dalen di fronte a me che mi ha chiesto di usare la mia doccia, per poi passare la notte con me. Sta per venirmi un colpo...

Il nervosismo aumenta esponenzialmente, perché queste situazioni intime non fanno assolutamente per me. Come mi è venuto in mente di dirgli di sì?!

-D... doccia? Ma certo s... sì- balbetto.

Prima di chiudersi la porta alle spalle, mi fissa divertito. -Hey sei un fascio di nervi! Stai per andare a dormire non al patibolo, ti ho detto che farò il bravo- sbuffa riprendendo volutamente le parole che gli ho detto prima. Poi entra in bagno, scuotendo la testa divertito.

Cammino avanti e indietro nella stanza, facendomi mille problemi. Hai già dormito con lui, coraggio!
Apro l'armadio e prendendo il mio pigiama, inorridisco immediatamente: è rosa con degli orribili cuoricini.
Dannazione! perché gli ho detto di sì? Stringo il pigiama al petto, aspettando che il bagno si liberi.

La porta si apre, facendo uscire tutto il vapore dell'acqua calda.
Spalanco gli occhi inebetita: David ha i capelli e il petto gocciolanti, un asciugamano in vita e lo sguardo completamente rilassato.
Lo fisso a bocca aperta, non riuscendo a distogliere lo sguardo. Il mio cuore accelera e arrossisco di nuovo, sembra che in sua presenza io non faccia altro! Sono patetica. Questa non sono io...

-Ti sembra il modo di uscire?!- urlo isterica, cercando di non guardarlo più del dovuto ma è davvero difficile.

Lui ride di gusto -scusami, avevo dimenticato la borsa. Coraggio vai, così nel frattempo mi vesto. Nessuna si è mai lamentata comunque, vedendomi così- mi sta prendendo in giro.

Entro in bagno alzando gli occhi al cielo, come si può essere così sicuri di sé?

Faccio una doccia veloce e indosso il mio pigiama imbarazzante. Quando esco dal bagno mi lui fissa divertito.

-Bel pigiama!- sogghigna ancora.

-Smettila! È comodo- mi difendo.

-Oh lo vedo! Meglio così. Per un momento ho temuto di vederti uscire con una di quelle camice da notte striminzite, come quella che indossavi l'altra notte- fa una smorfia a quel pensiero.

-Senti chi parla, guarda come dormi- indico il suo petto nudo, guardandolo eloquentemente.

Si distende sul mio letto come se fosse il suo e io lo fisso, inarcando le sopracciglia -prego, mettiti comodo- dico ironicamente.

Poi mi avvicino lentamente al letto e con cautela mi stendo accanto a lui, a una certa distanza.

-Sai, non avevo mai dormito tutta la notte con una ragazza. Solo con te mi succede spesso a quanto pare...- ha un tono pensieroso.

-Sono felice di essere la prima allora- rispondo non poco compiaciuta. -Credi che riusciranno a trovare mia madre?-

Lui si tiene la testa con una mano, spostandosi sul fianco e guardandomi.
Mi accarezza leggermente il viso. -La Sicurezza la sta cercando, Amy, il Terzo Stato non è così grande, avremo presto sue notizie.-

-Anche tuo padre sta collaborando con le ricerche- gli confesso e vedo che si irrigidisce subito.

-Devi stare lontana da mio padre. Non so perché si interessi a te ma non mi piace- c'è apprensione nella sua voce.

Sbuffo -lo fa soltanto perché vede il modo in cui ti comporti con me. In realtà credo lo faccia più per te... in fondo è tuo padre, ti vuole bene.-

A quelle parole lo vedo ridere di gusto -mio padre non mi vuole bene. È un bastardo senza cuore, proprio come me. Farai bene a tenerlo a mente se non vuoi farti male- e ha tutta l'aria di essere un avvertimento.

-Tu non sei senza cuore- ribatto determinata, affondando i miei occhi nei suoi.
Poi gli accarezzo dolcemente il viso e lui mi lascia fare: percorro con la punta delle dita i suoi lineamenti perfetti, il contorno della labbra carnose, le guance, il naso dritto e lui chiude gli occhi godendosi il mio tocco.

-Pensi di restare? Ad Albanuova intendo- chiede ancora a occhi chiusi, continuando a godersi le mie carezze quasi come un gatto, anzi direi più come una pantera pericolosa.

Non ci rifletto nemmeno -sì- rispondo.
Credo di aver maturato questa decisione nei tre giorni successivi all'aggressione: avevo già incaricato Matt di occuparsi della tenuta, dandole una sistemata e rendendola vivibile; forse ho sempre saputo che sarei rimasta. Inoltre è stata mia madre a chiedermelo...
Almeno questo suo desiderio voglio rispettarlo, a differenza delle altre volte però, non lo faccio solo per accontentarla; il suo discorso prima della partenza è davvero riuscito a fare breccia nel mio cuore, a farmi tornare la voglia di seguire i miei sogni. Con mia grande sorpresa confesso tutte queste cose a David, è incredibile quanto mi riesce facile parlare con lui...

-Vorrei chiedere a Jess e Aiden di restare con me. La tenuta Deveraux è così grande... potremmo vivere tutti insieme- per la prima volta sto dando voce ai miei progetti futuri, anzi per la prima volta ho dei progetti davvero miei e la cosa non mi intristisce, al contrario mi elettrizza.

-Ne saranno contenti, siete molto uniti- apre gli occhi, spostandomi una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

-Sì lo siamo. Loro sono la mia famiglia, il mio sostegno, sarei persa senza la loro presenza- sorrido.

-Sei così bella quando sorridi- sussurra, accarezzandomi anche lui il viso.

Il mio cuore manca di un battito sotto il suo tocco delicato, siamo vicinissimi: sento il calore del suo corpo e il suo profumo invitante.
Mi ritrovo a ripensare ai nostri baci ardenti di qualche ora fa e il desiderio cresce dentro di me. Voglio ancora quelle labbra tutte per me.

Senza nemmeno pensarci mi avvicino, posando la mia bocca sulla sua, sembra sorpreso dal mio gesto e a dirla tutta anche io lo sono. David mi incute sempre un certo timore a causa delle sue reazioni inaspettate, ma stavolta ho superato la paura e seguito l'istinto.

Inizialmente resta immobile, poi la sorpresa viene sostituita da uno sguardo bramoso: stringe la presa sul mio viso, baciandomi con ardore, assaporando ogni centimetro della mia bocca; si sposta su di me in uno scatto e il mio cuore accelera mentre il bacio diventa profondo.
Inizia a far scorrere le mani sul mio corpo, sotto la maglia del pigiama, dietro la mia schiena, spingendomi a inarcarla. Il suo tocco è forte e sicuro, in questo momento lo desidero più di ogni altra cosa.
Sposta le sue labbra morbide sul mio collo, lasciando una scia di baci bollenti. Chiudo gli occhi e sento i brividi familiari lungo la schiena, quelli che soltanto lui riesce a provocarmi. Allungo le mani sul suo petto liscio e duro, sembra essere stato scolpito dal più abile degli artisti.
Sento un desiderio mai provato misto alla paura, farsi strada dentro di me.

Si stacca di getto, respirando pesantemente e io faccio lo stesso.

-Se non ci fermiamo adesso, non ci fermeremo più- mi avvisa, con uno sguardo penetrante e serio.
Quando nota il timore nei miei occhi ritorna alla posizione precedente, scendendo dal mio corpo e stendendosi al mio fianco.

-Cazzo! Ti ho promesso che avrei fatto il bravo. Anche tu però non mi aiuti!- mi guarda sconvolto e si passa una mano tra i capelli innervosito.

-Scusa- ridacchio imbarazzata e ancora accaldata.

-Capisci perché ti tenevo a distanza? Questa attrazione che c'è tra noi è incontrollabile- si morde il labbro frustrato.

Riavvicina il suo viso al mio e gioca con una ciocca dei miei capelli, mentre io non faccio altro che restare immobile, ammaliata da quegli occhi tanto magnetici.

-Il modo in cui arrossisci ogni volta che ti sfioro, il fatto che nessuno prima di me ti abbia toccato in questo modo... mi fanno impazzire. Non puoi immaginare quanto io ti desideri in questo momento- sussurra sensualmente al mio orecchio facendomi sobbalzare a quelle parole.
Sento immediatamente un forte calore sulle guance, questo suo modo sfacciato di parlare, senza filtri, mi mette così tanto in imbarazzo... mi provoca un vuoto nello stomaco e continuo ad avere il respiro accelerato. Che diavolo mi sta facendo? Un incantesimo?

Sono ammutolita, potrei ribattere, dire qualcosa ma semplicemente la voce non accenna a uscire. Fa scendere le mani sui miei fianchi voltandomi e mi stringe tra le sue braccia: ora ho la schiena incollata al suo petto.

-Sarà meglio dormire, non vorrei farti svenire di nuovo- ridacchia.

-Non la finirai mai con questa storia dello svenimento, vero?- rispondo infastidita, avendo recuperato un po' di voce.

-Mai. Buonanotte, Amy- sussurra, stringendomi più forte.

Sospiro -notte, David- rispondo flebilmente.

Mi raggomitolo stringendomi a lui, beandomi del suo calore e facendo aderire perfettamente i nostri corpi, così da assaporare a pieno questo fugace attimo di felicità.

 

 
 
   
 
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