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Autore: _Pobluchan_    18/04/2018    1 recensioni
Aveva anche sempre desiderato essere maschio, essere forte come un maschio, così che nessuno potesse mettere in discussione il suo coraggio e la sua determinazione. Eppure ora che finalmente si stavano avverando i suoi desideri desiderava altre cose: essere una ragazza, per esempio. Ma essere una ragazza comportava per forza dei cambiamenti evidenti a tutti i suoi compagni e se venivano notati avrebbero portato a tante domande...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyoka Jiro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fin da piccola lo desiderava, si era impegnata, si era allenata e ce l'aveva fatta. Ora stava studiando per diventare ciò che aveva sempre desiderato.
Già, desideri.
Aveva anche sempre desiderato essere maschio, essere forte come un maschio, così che nessuno potesse mettere in discussione il suo coraggio e la sua determinazione. Eppure ora che finalmente si stavano avverando i suoi desideri desiderava altre cose: essere una ragazza, per esempio. Ma essere una ragazza comportava per forza dei cambiamenti evidenti a tutti i suoi compagni e se venivano notati avrebbero portato a tante domande, tipo: perché questo improvviso cambiamento?
Non era improvviso, era dall'inizio dell'anno scolastico che Kyoka desiderava essere più carina, più femminile. Magari con uno stile kawaii e innocente come Ochako, oppure uno più provocante e sicuro come quello di Momo. Non le importava molto, voleva solo riuscire a ricordare a coloro che la circondavano che era femmina, che nonostante i capelli corti, l'aria da dura e le battutine era pur sempre una ragazza… senza tette, ma una ragazza.
Eppure per gli altri era solo un compagno di classe.
Si erano tutti stupiti del fatto che fosse così premurosa e che si occupasse tanto dei suoi compagni, eppure lei era sempre stata così, non era davvero una dura.


“Sai, quando suoni mi sembra finalmente di vederti davvero. Sei carina.”


La prima volta che qualcuno le disse che era carina era arrossita e aveva cercato di cacciare Kaminari tirandogli le sue scarpe e mettendo in mostra i suoi calzini coi coniglietti di cui si vergognava tanto.
Da quella volta vedeva spesso Kaminari spiarla da dietro l'angolo, ma non diceva niente, non voleva mandarlo via, ma se lo avesse invitato sarebbe stato troppo strano per tutti.


“Scommetto che hai anche una bellissima voce, una di quelle femminili e innocente come te.”


La prima volta che qualcuno le disse che era femminile stava suonando sotto un albero nel cortile della scuola, era arrossita come un pomodoro, ma non aveva mandato via Kaminari. Si era limitata a nascondersi appena dietro ad una ciocca di capelli e sorridere senza smettere di suonare.


“Non ci credo che riesci a suonare con costanza, studiare con buoni risultati e mantenerti così forte. Come ti ammiro.”


La prima volta che qualcuno l'aveva invidiata era sudata fin dietro alle orecchie e aveva il respiro affannato per la corsa. Senza dire niente aveva accelerato, sicura che Kaminari l'avrebbe seguita.


“Nessuno crederà mai che sto uscendo con una ragazza così bella. Sei troppo per me, ancora non ci credo. Non è un altro dei tuoi stupidi scherzi, vero?”


La prima volta che qualcuno le disse che era bella era in mezzo ad una strada affollata, tremante per le forti emozioni e felice come mai prima d'ora. Aveva avuto il coraggio di indossare un vestito giallo e molto frufru e per la prima volta non si era sentita a disagio. Non rispose a quella domanda, semplicemente continuò a camminare prendendo Denki per mano.

La prima volta che fece l'amore non ci fu bisogno di usare parole, rimasero in silenzio ad ascoltare il battito dei loro cuori che formavano una curiosa melodia un po' stonata e fuori tempo.


“Se te lo chiedessi adesso, mi sposeresti? Non voglio che tu ti senta costretta, voglio che tu faccia esattamente ciò che vuoi. Però mi piacerebbe...”


La prima volta che le dissero che poteva fare ciò che voleva non sapeva cosa fare, non ci aveva mai pensato davvero. A parte diventare un eroe non aveva mai avuto un desiderio abbastanza forte da convincerla a fare ciò che voleva.


“Lo voglio.”


La prima volta, e ultima, che si trovò su un altare non ebbe nessun dubbio, nessun ripensamento. Nonostante Denki fosse uno stupido, fesso pikachu, lei non voleva altro. Così come lui era stato il primo a notare la sua femminilità, lei era stata la prima a notare la sua gentilezza e intelligenza. Non distolse gli occhi dai suoi e dentro a quel vestito pieno di fronzoli femminili e kawaii pronunciò quelle due parole per la prima volta.


“Lo voglio.”

  
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