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Autore: Anown    18/04/2018    0 recensioni
Celia è una ragazzina apparentemente più piccola degli anni che ha e dal carattere un po’ infantile che ha un fratellino più piccolo dai capelli rossi. Un bimbetto un po’ invadente forse...
La storia è incentrata sulla sorella di Harold, è un personaggio che ho inventato e utilizzato in alcune oneshot e mi andava di scrivere qualcosa di breve più su di lei anche se c'è comunque Harold di mezzo, mi piace inserire bambini strani nelle storie...
Non mi dispiacerebbe ricevere qualche parere in proposito... se ci sono errori sia piccoli che grandi e in generale cose che non vanno bene. Spero di non aver fatto errori troppo gravi, ma in caso mi scuso in anticipo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harold, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Una mattina una ragazzina castana di undici o dodici anni a giudicare dall'aspetto, si incamminava verso la scuola, seguita a ruota da un bambino sui sei anni dai capelli rossi forse un po’ lunghetti per un maschietto, gli arrivavano fino alla base del collo.
La ragazzina si fermò e si girò.
-Ma che stai facendo, Harold?! Smettila di seguirmi come un anatroccolo, devi andare nella tua scuola! - si lamentò lei. La scuola del bambino era un isolato indietro, in teoria lei avrebbe dovuto lasciarlo là, in pratica il bambino aveva continuato a seguirla senza che lei se ne accorgesse, sapeva essere incredibilmente silenzioso quando voleva. Il bambino emise un brontolio.
-Non mi piace lì… per oggi non posso venire a scuola con te? Mi lasciano sempre solo o mi prendono in giro, i miei compagni sono davvero cattivi… - rispose il bambino cercando di muovere a compassione la sorella.
-Non posso portarmi dietro un bambino di sei anni in un liceo e poi non puoi stare sempre con me, ho quindici anni, non abbiamo niente in comune! Dovresti imparare a stare con quelli della tua età. - spiegò leggermente spazientita.
-Ah ah... Tranquilla mia piccola Celia… Per quanti anni dimostri, tu e la tua sorellina potreste essere gemelle! - disse una ragazza decisamente più alta e formosa dai morbidi ricci corvini mentre si avvicinava ai due.
-Guarda che sembrare più giovani è una bella cosa! Dici così solo perché sei gelosa! E poi non sai nemmeno distinguere i maschi dalla femmine, sceema, sceema.- disse Harold facendo una linguaccia mentre si nascondeva dietro la sorella. La ragazza rise e prese il bambino in braccio.
-Hey! Restituiscimelo! - esclamò Celia agitata.
-Mi piacerebbe davvero tanto avere un fratellino o una sorellina così piccola… gli metterei  dei vestitini da bambolina e gli acconcerei i capelli con qualche molletta. Sono sicura che ci starebbe bene… - disse affettuosamente la ragazza mentre il bambino era confuso e paralizzato.
-A-aiuto! - balbettò. Celia lo riprese e la incenerì con gli occhi.
-Andiamo, scherzavo… - rispose dolcemente. -Non devi arrabbiarti così. - sorrise e le accarezzò la testa. Celia si ritrasse con una smorfia infastidita. -Lo sai che ti adoro, averti in torno e come avere un’adorabile e graziosa sorellina… magari un po’ suscettibile. - Celia mise il broncio e si girò.
-Ci vediamo a scuola, Carly. Ora devo accompagnare il mio fratellino. - si limitò a dire allontanandosi. Carly sospirò, poi sorrise e riprese la sua strada.
-Quella ragazza… è cattiva con te? - domandò confuso Harold.
-Eh? È una vera strega non lo vedi? Hai visto cosa voleva farti? - disse con tono impostato come se stesse cercando di intimorire il bambino con una storia dell’orrore.
-Tu me le hai fatte veramente quelle cose! Ci sono un sacco di foto in cui porto un vestito verde e un fiocco blu sulla testa! - le ricordò. Celia sorrise, poi sospirò.
-Carly è convinta di voler essere mia amica a tutti costi, ma non fa altro che prendermi in giro e trattarmi come una bambina! Non lo fa davanti a tutti e a volte prende anche le mie difese ma... - la ragazzina sbuffò. -Non capisco proprio come dovrei comportarmi con lei. - spiegò infastidita. Harold sorrise.
-Non ho capito niente. - le disse. “...Ma che hai da sorridere allora?”

Celia stava cercando di studiare, ma era un po’ distratta e ripensava a ciò che le era stato detto la mattina. “Umh… in fondo che importa se sembro più piccola? E poi non è che se mi concentro e mi preoccupo di questo diventerò più alta e mi crescerà il seno.” pensò. In realtà non avere il seno non le dava alcun fastidio, ma temeva che le altre ragazze l’avrebbero presa in giro dicendole che si vedeva che pensava ancora come una bambina. Non ne era così sicura, ma quando l’aveva detto alle medie le sue compagne prima erano sembrate sbalordite, poi l’avevano effettivamente presa in giro. Non ci teneva a fare di nuovo una figura del genere quindi preferiva non dirlo. “Chissà cosa penserebbe Carly?” si chiese infastidita. “Comunque non sarebbe scomodo avere un grosso seno? Come farei a dormire a pancia sotto? È la mia posizione preferita!” pensò divertita. Mise via il libro e si distese sul letto a pancia sotto, poi cominciò a rotolarsi. “Vorrei proprio vedere come farebbe una tettona a rotolare così bene...”
-Sembra divertente! - esclamò una vocetta. Celia finì per cadere dal letto atterrando sul braccio.
-C-che diamine, Harold! Da quanto sei qui? - chiese dolorante. Il bambino stava seduto sul pavimento con un quadernetto e una matita verde in mano. Abbandonò gli oggetti e cominciò a rotolarsi sul pavimento.
-Da parecchio… - disse fermandosi. -Sai, credo che potrebbero svaligiarci la casa con te presente, tanto non te ne accorgeresti, sei sempre così distratta… -
-Una cosa è non notare una pulce come te, un’altra un ladro o due...- rispose indispettita. -Dovrebbero essere dei ninja per non farsi notare… -
-Ninja? Cosa sono? - chiese curioso il bambino.
-Umh… - Celia ci pensò sedendosi a terra. -Delle persone molto silenziose che ti derubano e uccidono senza che te ne accorgi… sono vestite di nero e di solito sono asiatiche… - spiegò in modo non troppo preciso.
-Sembra terribile! - esclamò preoccupato il bambino. Pensandoci, Harold era un maschio… crescendo avrebbe potuto superarla e anche di parecchio in altezza. Celia diede un’altra occhiata al fratellino e si tranquillizzò, sembrava così deboluccio di costituzione che le era davvero difficile immaginarlo come un ragazzo più alto di lei “...Eh?! M-mi sto davvero mettendo in competizione con il mio fratellino per quanto riguarda l’altezza e mi sto consolando del fatto che sembri deboluccio invece di preoccuparmi di farmi crescere il seno?!” pensò inquieta e sospirò. “Forse ho davvero il cervello di una bambina di sei anni in un corpo da quindicenne che dimostra undici anni...” sospirò rassegnata, a volte le venivano in mente cose molto infantili, ma in qualche modo, pensare a certe cavolate, rendendosi conto che erano tali, la divertiva molto... si accorse che il fratello stava guardando fisso verso di lei già da un po’ “Ma… che gli è preso?”
-Stiamo giocando al gioco degli sguardi, giusto? - chiese dopo un po’ cercando di non perdere la concentrazione.
-...No. - rispose Celia.
-Ah… è che mi fissavi… - rispose il bambino, poi tornò al quadernetto e alla matita verde e cominciò a scarabocchiare qualcosa. Dopo un po’ lo sentì emettere degli strani balbettii e si preoccupò.
-I...Ie...e...eri… Ho m...m…messo… un...n...na… ra...n..n? - il bambino sembrò sforzarsi, aveva l'aria parecchio frustrata, poi ricominciò. Nel frattempo Celia si avvicinò sempre più irrequieta. -Rana… si c’è scritto rana!- concluse prendendo il respiro. -Nnn… nellla borsa… d...di… ant...tttipa… antipatica… No, non è così… Ah ho capito! - concluse soddisfatto. -Ieri ho messo una rana nella borsa di quella antipatica! È questo che c’è scritto! - si girò verso Celia che si accorse che quello che aveva letto e su cui stava scarabocchiando era il suo diario. -Guarda Celia! Ho imparato a leggere, hai visto? - disse con orgoglio.
-Promemoria per me… nascondere meglio il diario perché ora la piccola pulce sa leggere… - disse a voce alta la ragazza.
-Allora? A chi hai messo una rana nella borsa, Celia? Celia? - Celia lo prese di peso e lo mise fuori dalla porta.
-Ora devo studiare, a dopo… -
-Hey! - si lagnò il bambino spingendo contro la porta ormai chiusa a chiave. -E dai... fammi entrare... -
La ragazzina guardò il diario e notò delle scritte verdi che aveva lasciato il bambino. Ci mise un bel po’ per decifrarle e pesò che il fratellino ci avesse messo molto per riuscire a scriverle. Alla fine riuscì a capire cosa aveva scritto, era qualcosa del tipo “Caro diario di Celia, oggi Erin ha tirato dei libri in testa a me e a dei bambini che mi stavano infastidendo… credo che dovrei sposarla. Non ho mai visto una bambina così incredibile. Pensi che Celia ne sarebbe contenta?” Celia per un attimo rise “Che carino… spero che gli altri bambini non gli facciano male... Mah, in caso basterà che li terrorizzi e minacci in qualche modo per farli smettere... si... credo che dovrebbe andare bene.” Poi rilesse il messaggio “Eh… è normale che gli piaccia una che gli ha tirato in testa un libro? Così piccolo ed è già masochista?” riflettè “Meglio che lo tanga d’occhio… o prima o poi mi porterà a casa una teppista...”


Angolo diversamente serio dell’autrice:

Non ho nulla contro le ragazze dal seno prosperoso… e neanche Celia in realtà, ma il mondo è bello perché è vario, c’è chi preferisce un seno piccolo e chi ne preferisce uno grande, insomma, se c’è anche chi ha Harold come personaggio preferito ci possono essere preferenze di ogni tipo. Personalmente non disdegno nessuna misura, ma non mi piacciono i seni innaturalmente grandi… p-perchè sto parlando di una cosa simile? S-suona piuttosto bizzarro... Eh. Non sono lesbica ma apprezzo molto le donne da un punto di  vista estetico, diciamo…
Scherzi a parte, spero vivamente che a qualcuno la storia possa essere piaciuta.
  
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