Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nihal_Dubhe    18/04/2018    3 recensioni
Si fissarono per un momento, poi l'altro storse il naso e riprese a guardare il suo piatto.
«Se sei qui solo per prendermi in giro, insultarmi o altro, allora-
«Piacere. Io sono Scorpius Malfoy. Da oggi in poi saremo compagni»
Finalmente Albus rialzò la testa con la prima espressione di meraviglia che gli vedeva fare da quando aveva messo piede sul binario 9¾ e scorto l'Espresso per Hogwarts. Guardava con gli occhi sgranati la mano che Scorpius stava tendendo verso di lui.
Scorpius non era stato sicuro che quella fosse stata la cosa giusta da fare finchè, timida, la mano di Albus non si era stretta leggera intorno alla sua. Le labbra del moro tremavano appena, come se fosse indeciso su cosa dire.
«Albus. Albus Potter»
.
[II cap.]
.
~Albus x Scorpius~
.
Dopo il VII libro, nomi prima traduzione italiana
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nell'istante in cui Albus Potter vide Scorpius Malfoy per la prima volta pensò che fosse assolutamente fuori luogo.

Lo aveva notato solo quando lo zio Ron aveva indicato Draco Malfoy e la moglie con un cenno della testa rivolto a suo padre Harry. Albus era ancora scosso dalle parole di poco prima dello zio per Rosie in merito all'essere diseredata se non fosse stata smistata in Grifondoro, perciò la visione di un'antica famiglia di Serpeverde non aiutò il suo umore. A niente valsero le parole dolci di sua madre per tentare di rassicurarlo.

Tuttavia, nonostante osservare quel terzetto non gli facesse piacere, non riuscì a staccare lo sguardo. C'era qualcosa di assolutamente fuori luogo in quel biondino della sua età. Non fu immediatamente chiaro che cosa fosse, ma lo divenne quando i genitori lo salutarono permettendogli di salire sul treno insieme ai coetanei.

Era vestito in modo assolutamente fuori luogo. Anche i suoi genitori lo erano, tutti tiratissimi nei loro abiti di sartoria, ma perlomeno indossavano vesti di colori neutri. Il signor Malfoy di un elegante nero, mentre la signora Malfoy di un pallido color pesca che sarebbe stato probabilmente più adatto ad una sala da ballo. Scorpius, invece, era stato costretto in abiti dal taglio più babbano ma dai colori sgargianti. Una giacca rossa faceva bella mostra di sé sopra un paio di pantaloni verde acceso. La camicia bianca era chiusa fino all'ultimo bottone da un papillon quanto meno nero, ma che lo faceva sembrare un damerino irrimediabilmente vestito male.

Tutti i ragazzi intorno a lui erano vestiti con delle normali felpe babbane oppure con caldi pullover di lana, tutti comodi e pratici per il viaggio, pronti per essere sostituiti dalle divise che li avrebbero accompagnati per tutto l'anno a scuola. Tutti tranne lui.

«E così quello è il piccolo Scorpius. Ma come lo hanno conciato? Madama McClan deve essere impazzita»

Anche suo zio aveva notato quell'eccentrico accostamento di colori e per un attimo lo fece ridere, ma poi aggiunse l'ennesima frase sbagliata, facendo sprofondare Albus ancora una volta nello sconforto.

«Cerca di batterlo in tutti gli esami, Rosie. Per fortuna hai il cervello di tua madre»

Albus non ascoltò il resto del discorso, né il battibecco che ne seguì con zia Hermione, ma ricominciò ad arrovellarsi sul suo più importante problema.

E se fosse stato smistato a Serpeverde?

Avrebbe sicuramente deluso tutti, ma più di chiunque altro suo padre. Ne era certo.

Poco dopo furono raggiunti sul binario dal resto dei cugini Weasley accompagnati dallo zio George, tra cui spuntava anche Victorie e, ovviamente, Teddy Lupin, con il quale aveva una relazione che gli unici a credere ancora segreta erano solo i diretti interessati.

Nessuno degli altri parenti era potuto venire. Lo zio Percy e la zia Audrey erano entrambi impegnati con il loro lavoro al ministero, mentre la zia Angelina era a casa a badare alla piccola Roxanne, ammalata di Spruzzolosi infantile. Gli zii Bill e Fleur, invece, erano in Francia in quel momento, dove Dominique e Louis avrebbero iniziato rispettivamente il quinto e il secondo anno a Beauxbatons, a differenza della sorella più grande che frequentava l'ultimo anno ad Hogwarts.

I nuovi arrivati distolsero Albus dai suoi pensieri e anche James con le sue prese in giro riguardo a Hogwarts riuscì bene o male a distrarlo fino alla fine dei saluti con i genitori, ma dopo il caloroso abbraccio con Ginny non ne potè più. Doveva sapere.

«Papà, e se divento un Serpeverde?»

Harry si inginocchiò e lo fissò dritto negli occhi. Sembrò capire quanta paura scatenasse in lui quell'eventualità.

«Albus Severus, tu porti il nome di due presidi di Hogwarts. Uno di loro era Serpeverde e probabilmente l'uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto»

Albus non si sentì affatto rassicurato. Non solo avrebbe dovuto essere all'altezza del cognome che portava, ma pure a quella di entrambi i suoi nomi.

«Ma se...»

«... vorrà dire che la Casa di Serpeverde avrà guadagnato un ottimo studente, no? A noi non importa, Al. Ma se per te è importante, potrai scegliere Grifondoro invece di Serpeverde. Il Cappello Parlante tiene conto della tua scelta»

«Davvero?»

«Con me l'ha fatto» confermò Harry.

Era sbigottito, incredulo. Non aveva mai sentito quella storia prima d'ora. Una piccola speranza iniziò a farsi largo dentro di lui e insieme spuntò un sorriso sul suo volto.

Poteva scegliere. E suo padre gli aveva appena detto che non sarebbe stato deluso da lui in ogni caso. Non ne era ancora del tutto persuaso, la rivalità tra Grifondoro e Serpeverde era storica e non era certo migliorata durante gli anni di scuola di suo padre. Inoltre una volta Rosie gli aveva raccontato una cosa riguardante l'uomo da cui aveva preso il suo secondo nome.

Severus Piton, a quanto le aveva detto suo padre, era sempre stato un uomo e un insegnante orribile. Harry, invece, non aveva fatto altro che ripetergli quanto fosse stato coraggioso per tutta la sua vita e fondamentale nella sconfitta di Voldemort, eludendo sempre le domande sulle lezioni di Pozioni. Anche la zia Hermione aveva sempre confermato tutto, ma in genere anche lei, sempre così prolissa, evitava di scendere nei dettagli quando si parlava di lui.

Tuttavia, se poteva scegliere, ogni problema era risolto in partenza. Non avrebbe mai dovuto scoprire cosa davvero suo padre pensava riguardo ai Serpeverde. Si avvicinò alla porta del treno con un nuovo spirito. Salutò con affetto sua madre che si premurò di rassicurarlo ancora una volta che gli avrebbero scritto presto, abbracciò suo padre e diede un bacino a Lily, tremendamente offesa dal fatto che, come Hugo, fosse costretta a rimanere a casa. Infine salì sul treno insieme al fratello e ai cugini.

James e Fred corsero subito per il treno alla ricerca dei loro amici, mentre Molly li guardava con sguardo di rimprovero, in modo assolutamente identico a come era solita fare la loro nonna, prima di allontanarsi anche lei diretta verso la cabina dei Prefetti, essendo stata nominata proprio quell'estate Prefetta Tassorosso con grande orgoglio di suo padre. Victorie invece irruppe nello scompartimento più vicino, nonostante quello fosse pieno, e si sporse dal finestrino appena aperto con un colpo di bacchetta per salutare un'ultima volta Teddy, che aveva ormai concluso da un anno il suo percorso a Hogwarts. I sei studenti già seduti, un gruppetto di ragazzi del secondo anno Corvonero, non osarono fiatare, intimoriti dalla Caposcuola della loro Casa e allo stesso tempo ammaliati dai suoi bellissimi e lunghi capelli biondi. Lucy ridacchiò alla scena insieme a Rose, per poi avviarsi insieme, seguite a ruota da Albus, alla ricerca di uno scompartimento vuoto.

Il viaggio procedette senza intoppi. Per una buona ora Rose aveva tampinato Lucy e la sua amica Penelope di domande su ogni cosa le venisse in mente, soprattutto riguardo la sala comune Grifondoro, cosa che fece chiudere nuovamente Albus in un ostinato silenzio, ma anche su quella Corvonero. Anche lei, infatti, non era mai stata così certa di riuscire a seguire le orme dei genitori e aveva condiviso spesso i suoi dubbi insieme al cugino. Quando finalmente le domande terminarono e i quattro si furono riempiti le pance dei dolcetti acquistati dalla strega del carrello, fu il momento delle sfide con il mazzo di carte autorimescolante e all'impiccato reimpiccabile, entrambi gentili regali dello zio George direttamente dal negozio di Tiri Vispi Weasley.

Quando alcune grida d'eccitazione, un paio di ore più tardi, si alzarono dagli scompartimenti vicini fu chiaro a tutti cosa stesse succedendo: Hogwarts iniziava a stagliarsi all'orizzonte, imponente e magnifica. Quello fu anche il segnale per gli studenti che era giunto ormai il momento di indossare le divise. Albus osservò a lungo la cravatta nera che contraddistingueva gli studenti del primo anno, non ancora smistati nella propria Casa. Più il castello si avvicinava e più la sua sicurezza sul vederla tingersi di oro e vermiglio di lì a poco si assottigliava.
Pregò davvero che il Cappello Parlante gli desse ascolto. Doveva ascoltarlo.

Quando finalmente scesero dal treno trovarono l'immensa figura di Grop insieme al più piccolo, seppur sempre enorme, fratello Hagrid. Quest'ultimo si vide sfilare davanti una processione di Weasley e Potter, tutti entusiasti di salutarlo e rivederlo.

«Hagrid, ma hai portato Grop con te!»

Rose era palesemente un po' spaventata, ma cercava di nascondere l'emozione dietro un sorriso tirato. Sua mamma li aveva sempre messi in guardia contro la tendenza del mezzogigante di circondarsi di creature pericolose, tra cui lo stesso fratello Grop, sebbene gli avessero sempre concesso i giusti meriti per l'aiuto dato durante la battaglia di Hogwarts.

«Ce lo dovevo portare, è diventato proprio un bravo gigante! Vero, Grop?»

Il gigante saltello accanto a lui facendo tremare il pavimento e ripetendo "Si Hagger" un paio di volte.

«Ora mi ci dà una mano, sai, con alcune creature. Ha anche una casa tutta sua, dentro la foresta. Ma ora basta chiacchierare. Primo anno! Con me, seguitemi!» concluse urlando verso il resto del binario.

Albus e Rose restarono soli mentre tutti i cugini si avviavano verso le carrozze trainate da Thestral. La sponda del Lago Nero era piuttosto vicina alla fermata del treno e lì una ventina di piccole barchette li stava già attendendendo, ordinatamente disposte in fila lungo il molo. Il viaggio fino al castello fu emozionante. Scivolarono sulla superficie del lago mentre Grop li salutava dalla riva. Hogwarts si stagliava sulla riva opposta contro il cielo illuminato dagli ultimi raggi del tramonto. Ad attenderli davanti all'imponente cancello, una volta scesi dalle barche e percorso il viale a piedi, c'era Neville che sorrise furtivo ai due cugini prima di rivolgersi a tutti gli studenti.

«Benvenuti al vostro primo anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Io sono Neville Paciock, il vicepreside di Hogwarts. Questa sera, prima del banchetto di benvenuto, verrete smistati dal Cappello Parlante in una delle quattro Case: Gridondoro, Tassorosso, Serpeverde e Corvonero. 

Quando verrete chiamati, andrete a sedervi sullo sgabello per essere smistati e, una volta saputa la vostra casa di appartenenza per i prossimi sette anni, andrete a vedervi al vostro tavolo insieme ai vostri nuovi compagni. Auguro a tutti voi un buon anno! E ora seguitemi»

Il cancello a quelle parole si aprì con forti rumori metallici alle sue spalle. Tra i giovani studenti, fino a quel momento in silenzio, iniziò a sollevarsi un mormorio. Alcuni emettevano suoni di ammirazione per ogni cosa, altri iniziarono ad interrogare gli amici su quale Casa avrebbero voluto scegliere e altri, inevitabilmente, additavano Rose e, soprattutto, Albus. La parola "Potter" era volata di bocca in bocca, ma Al cercò di non prestarci caso, ripetendosi nella mente ciò che gli aveva detto suo padre sull'oggetto dei pettegolezzi: che cambiavano in un battito d'ali di Golden Snidget.

Rose lo affiancò e gli strinse la mano mentre varcavano la soglia della Sala Grande. Albus sentiva la mano umida a causa dell'ansia che lo accompagnava ormai dal binario 9¾, ma non voleva lasciare la presa. Così strinse più forte la mano di Rosie, cercando nella cugina il sostegno e la forza che non riusciva a trovare dentro di sé.

«Lo sai? Il cielo sul soffitto è una magia»

Albus ridacchiò. Sapeva che anche sua madre l'aveva detto al tempo del suo primo anno, lo zio Ron la prendeva spesso in giro per come era saputella i primi anni e non mancava di ricordare alla figlia quanto avesse preso da lei.

«Anche tu l'hai letto in "Storia di Hogwarts"?»

Rose lo guardò stupita.

«L'hai letto? Io non ancora! Me l'ha detto la mamma»

«No, io intendevo-

Ma non ci fu tempo per chiarire il malinteso. Ormai erano tutti davanti al tavolo dei professori, davanti al quale c'era, ritta come un fuso ed elegantissima nella sua veste viola, la Preside, la professoressa McGranitt.

L'intera sala ammutolì e Albus si concesse giusto qualche attimo per guardarsi intorno, prima che il discorsi della preside iniziasse. Le tavolate erano quasi del tutto piene tranne che per l'estremità più vicina al tavolo dei professori. Riconobbe le teste nere di suo fratello e Fred più quella rossa di Lucy al tavolo di Grifondoro, mentre non si soffermò nemmeno ad osservare i ragazzi di Serpeverde in un gesto puramente scaramantico.

Alla destra dei professori c'era un piccolo gruppo di studenti e ranocchi a formare il coro, gli unici ad avere gli occhi fissi sul piccolo professore brizzolato davanti a intento a guidarli durante la canzone di benvenuto. Davanti alla professoressa McGranitt c'era invece un comunissimo sgabello di legno sopra il quale svettava un vecchio e lacero capello marrone. Quando la canzone terminò con l'ultimo gracidio, la preside prese parola.

«Benvenuti a questo nuovo anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts»

Un boato esplose tra gli studenti che si affievolì alla stessa velocità con cui era nato ad una sola occhiata della McGranitt.

«Come il professor Paciock vi avrà spiegato, ora verrete smistati in una delle quattro Case. Lascio quindi la parola al Cappello Parlante e al coro per la consueta canzone di inizio anno»

La punta del cappello si animò all'improvviso e le strane pieghe nel tessuto divennero ora gli occhi e la bocca di quella strana creatura. La voce del cappello cantò delle virtù e dei pregi di ogni Casa, così come delle imprese che si possono compiere con l'unione di tutte e quattro. Albus ascoltò rapito e inevitabilmente le parole con cui il Capello descrisse i Serpeverde lo colpirono. Non parlava di cattiveria, scorrettezze, inganni. Parlava di lealtà, astuzia, amicizia...

No. Non doveva lasciarsi abbindolare.

Non Serpeverde. Non Serpeverde. Non Serpeverde.

La McGranitt riprese la parola, questa volta tenendo saldamente una lista tra le mani.

«Agnes Macmillan»

Una piccola ragazzetta castana si avvicinò tremando allo sgabello. Il cappello non fece in tempo a sfiorare i suoi capelli che già urlava "Tassorosso" seguito dagli applausi del tavolo corrispondente.

Non Serpeverde. Non Serpeverde. Non Serpe-

«Albus Severus Potter»









~NOTE~

Salve a tutti!
Questa è la prima fan fiction long vera e propria che scrivo nel mondo di Harry Potter! Siate clementi!
Spero che questo primo capitolo vi abbia incuriositi e vi sia piaciuto ^^
Pensavo di pubblicare, impegni permettendo, ogni due settimane il mercoledì alle 19. Spero di riuscire a rispettare il più possibile questa scadenza!
DidiNihal
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nihal_Dubhe