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Autore: Katniss2507    18/04/2018    0 recensioni
Per questo era finita in quel pasticcio. Quando le era stata lanciata quell’assurda sfida, non aveva saputo tirarsi indietro.
“Maledetta vipera ossigenata, te la faccio vedere io l’incapace’’
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Sono passati ormai diversi anni da quando ho pubblicato questa One Shot. Ricordo con quanto divertimento (e quanto di getto) abbia buttato giù queste righe, sentendomi incredibilmente orgogliosa. Oggi, riaprendo questa storia e leggendola con occhi obiettivi, mi accorgo delle sue imperfezioni, delle incertezze e delle ridondanze…ma mi rendo conto anche che per me sarebbe impossibile cancellarla e far finta di niente, solo per tutelare il mio amor proprio.
Quindi ve la ripropongo, revisionata e corretta (o almeno, ci provo). Se vi va di recensire, leggerò il vostro parere e i vostri consigli con piacere.           
 Buona lettura!


Fra 








- Coraggio, Rosie, siamo qui da ore, scendi giù prima di farti male sul serio –


C’era vento quel giorno al campo da Quidditch.

Lily Potter,tutta tremante, sbuffò sonoramente accoccolandosi un po’ di più nel suo angolino, proprio sotto la tribuna dei professori.
Continuava, con scarsi risultati,a portarsi dietro l’orecchio una ciocca sbarazzina di capelli rossi sfuggita alla coda di cavallo che aveva fatto frettolosamente prima di uscire dal dormitorio.
Il vento, nemico di tutte le donne.
 
Riflettendoci, sarebbe stato meglio dar retta alla signora Grassa e prendere dei mantelli, tanto per non correre il rischio di ritrovarsi congelate fin dentro le ossa.
 
Se solo la sua stramba cugina fosse stata un tantino meno cocciuta e , soprattutto, meno orgogliosa, avrebbe potuto godersi il sabato pomeriggio stravaccata in sala comune davanti al camino, seduta sulla sua poltrona preferita a leggere la sua dannata rivista di gossip preferita.
 
Era tutta colpa dell’irritante testardaggine ereditata dallo zio Ron, di questo ne era più che convinta.


A circa dieci metri d’altezza, il viso rosso di vergogna di Rose Weasley le restituì un’occhiata contrariata. La guardava come se avesse appena detto la più grossa sciocchezza del mondo, con quell’aria da maestrina che sfoderava sempre quando pensava di trovarsi con qualcuno intellettualmente inferiore…tipo suo fratello, Hugo.
La cosa buffa, però, era osservare il resto del suo corpo mentre cercava di mantenersi ben eretto in sella alla scopa.
 
Rigida…e un tantino legnosa.
 
Era uno spettacolo penoso.
 
Dopo aver rischiato seriamente di rompersi l’osso del collo una decina di volte, Rose era finalmente riuscita a raggiungere una discreta altezza a cavallo della vecchia scopa di suo padre, ma più che ad una giocatrice di Quidditch, ricordava vagamente una scimmia urlatrice attaccata al ramo di un albero.


- Che cosa? Proprio ora che ho preso quota? Sei impazzita? Io farò un giro completo del campo, e tu starai li a guardare! –


Una folata di vento sembrò mettere a repentaglio il suo già precario equilibrio, ma  dopo un attimo di smarrimento  e una manciata di imprecazioni che avrebbero sicuramente fatto impallidire sua madre, la ragazza azzardò ad avanzare di qualche metro.


Si sarebbe fatta male.


- Vuoi che venga su a darti una mano? -  chiese Lily, non sapendo bene se ridere o preoccuparsi dei continui zig zag ad alta quota della cugina. Tra urletti e scossoni, Rose le rispose di avere tutto sotto controllo.


Si sarebbe fatta, davvero, molto male.


Rose era una studentessa modello, una di quelle menti brillanti che si incontrano raramente nella vita. Punteggio pieno ai G.U.F.O , miglior studentessa al corso di Aritmanzia e Prefetto Perfetto, come la prendevano scherzosamente in giro James e Albus. Neanche a dirlo, era la cocca dello zio Percy.                    
 I professori la adoravano, e tutti la consideravano una piccola leggenda, la degna figlia di Hermione Granger.
 
Nel volo e negli sport, però, era proprio una colossale frana.
Su questo si sarebbero trovati d’accordo tutti.
 
Era goffa e praticamente priva di coordinazione braccia- gambe: una catastrofe ambulante con una massa enorme di capelli rossi.                                                                                                                                         
 
Le poche volte in cui, sotto costrizione, si era azzardata ad imbracciare un manico di scopa erano tutte circoscritte alle lezioni di Madama Bump. E sarebbe superfluo aggiungere che,  alla fine di ognuna di queste, era sempre finita dritta in infermeria a farsi medicare qualche sbucciatura o, nel peggiore dei casi, a farsi mettere a posto qualche osso.
 
Aveva anche un carattere difficile, si arrabbiava per nulla ed era estremamente orgogliosa, eredità di quelle due teste calde dei genitori.


Per questo era finita in quel pasticcio. Quando le era stata lanciata quell’assurda sfida, non aveva saputo tirarsi indietro.

“Maledetta  vipera ossigenata, te la faccio vedere io l’incapace’’


La vipera ossigenata in questione altri non era che Scorpius Malfoy, la serpe mancata, quello che Rose amava definire “fatina velenosa’’.


Scorpius era la fotocopia del padre. Come lui biondo, taciturno, aveva ereditato i suoi stessi occhi chiari e l’espressione furba e attenta di un vero calcolatore doppiogiochista.                                                       Eppure, nonostante non gli mancassero una certa dose di pungente sarcasmo e di alterigia, era un Malfoy atipico. Quando era stato  smistato a Corvonero, ci era mancato poco che a Malfoy senior prendesse un colpo. Per non parlare poi di quando il povero Draco, sbirciando le lettere del figlio da sopra la spalla di sua moglie, aveva scoperto che il suo erede era pappa e ciccia  con il clan Potter- Weasley.
Il suo Scorpius, il suo perfettissimo rampollo aristocratico e Purosangue…
Per poco non si era ritrovato al San Mungo preda di un infarto.

Eppure era così.
 
 Scorpius si era ritrovato a condividere il dormitorio con Albus Potter, smistato a Corvonero come lui, e in poco tempo l’iniziale schermo di diffidenza e pregiudizio era crollato, sostituito da un’amicizia salda e sincera che dopo più di cinque anni durava ancora.                                                                                 
   Scorpius era sempre ben voluto a casa Potter, ad Harry piaceva davvero quel ragazzino sveglio ed intelligente, anche se gli ricordava tremendamente suo padre. Ed anche Draco, grazie anche alle pressioni di Astoria, alla fine aveva accettato di buon grado di ritrovarsi i Potter tra i piedi in diversi pomeriggi d’estate.
 
Il giovane Malfoy si era, a poco a poco, guadagnato la stima di tutti. Tutti esclusa Rose, si intende.


Fra loro era stata guerra aperta da subito, fin dal primo anno, da quando un pestifero Scorpius undicenne le aveva deliberatamente fatto cadere dei preziosissimi appunti di Pozioni dentro una pozzanghera, rendendoli illeggibili, e Rose aveva diplomaticamente rispisto alla provocazione facendogli un occhio nero.
Nonostante i vari tentativi di Albus e della sfilza dei cugini, non c’era stato potere che fosse riuscito a far andare d’accordo quei due.


Erano snervanti. Si scontravano e gareggiavano su tutto. Scacchi, compiti in classe, gara al regalo più bello, tutto per loro era terreno di scontro e motivo di dispetto.
 
Lily ricordava ancora di quando una mattina del terzo anno si era svegliata  a causa delle urla terrorizzare di Rose, che le era piombata in stanza con un enorme pipistrello stecchito impigliato nei capelli. Era stato uno scherzo di cattivo gusto, doveva ammetterlo, anche perché Rosie era praticamente terrorizzata dai roditori, con o senza ali .E che dire di quando, l’anno prima, Scorpius aveva fatto una delle sue entrate altere in Sala Grande con i capelli completamente…blu? La faccia colpevole ma soddisfatta di Rose l’aveva tradita, e nel giro di cinque minuti, era scoppiato il putiferio.


Questa, in effetti non era tanto diversa dalle solite scaramucce che si scambiavano, rientrava nella routine. Quei due spiantati erano perennemente in competizione. Hugo e Lily avevano anche messo su un piccolo banco di scommesse al riguardo, da bravi piccoli malavitosi quali erano.
 
La piccola Potter stava seriamente cominciando a sospettare che quella giornata sarebbe finita con un funerale, però.
Sua zia Hermione si sarebbe fatta venire una crisi di nervi, per non parlare dello zio Ron, che avrebbe finalmente avuto un buon motivo per uccidere il giovane Malfoy e, con una scusa, reclamare anche il sangue di Malfoy senior.


Il problema era che, doveva ammetterlo, se Rose si trovava in quella situazione ridicola, era solo e unicamente colpa sua. Se non avesse attaccato briga con Malfoy dicendogli che volava come una ragazzina e che aveva comprato il posto di battitore in squadra con il portafoglio di papino, lui non l’avrebbe sfidata a fare un volo completo sul campo da Quidditch e lei, mettendosi al riparo da una morte dolorosa, non avrebbe accettato.


Erano lì, lei ferma sugli spalti e sua cugina a cavallo di una maledettissima scopa, vittime del freddo, da più di due ore ormai, e Rose non era ancora riuscita nel suo intento. Anzi, a dirla tutta c’era mancato poco che non si fosse schiantata contro la tribuna degli insegnanti nel tentativo di scansare un gufo trovatosi sventuratamente a volare da quelle parti. Ora si trovava ferma a circa metà giro di campo, tutta sbilanciata e mezza di traverso sul manico di scopa.
 
Ron sarebbe morto dal disonore.


Lily sospirò, sistemandosi meglio sulla gradinate, rassettando le pieghe della gonne. Dovevano, ormai, essere quasi le sei di pomeriggio, visto che il cielo cominciava a scurirsi e qua e là spuntava qualche piccola stella.
Una risata roca e soffocata la fece trasalire; il campo, eccetto loro due, era praticamente deserto. Spostando velocemente lo sguardo alla sua destra le parve, per un attimo, di vedere una scarpa maschile non molto lontano da lei, qualche gradinata più in basso, ma un battito di ciglia dopo era scomparsa. Un lampo di divertita consapevolezza le balenò negli occhi, e, lasciandosi sfuggire un piccolo ghigno, si rivolse piano ad un punto non precisato alla sua destra.

- Ti stai divertendo, vero Scorp? -L’aria si increspo come per effetto di un fenomeno ottico, rivelando un volto pallido, lievemente arrossato sulle guance, e due vispi occhi grigi lucidissimi.
 
Scorpius Malfoy si materializzò al suo fianco come dal nulla, lasciando cadere per terra, mentre si sistemava al fianco di Lily, un mantello dalla stoffa quasi impalpabile.
- Albus lo sa che gli hai fregato di nuovo il mantello di papà?-
- È solo un prestito, baby Potter, non ti agitare- disse il ragazzo dandole un buffetto sul naso - allora, la rossa svampita non demorde ancora? -
Rose, del tutto inconsapevole della conversazione che stava avendo luogo sotto il suo naso, procedeva a cavallo della sua scopa a passo di lumaca, lanciando di tanto in tanto qualche imprecazione non particolarmente femminile. Ormai, fatto incredibile, aveva quasi terminato il giro…ed era anche praticamente indenne!
 
- Non hai intenzione di dirle di smetterla vero?
- Scherzi Lils? Sborserei fiumi di galeoni per vedere scene di questo genere più spesso. E poi se l’è cercata, poteva anche rifiutarsi.-
- È di Rose che stiamo parlando, ogni cosa che dici la fa andare in bestia, ed è praticamente incapace di ignorare le tue provo…-
- Ha cominciato lei- s’indispettì Scorpius, sgranando leggermente gli occhi dopo aver visto Rose improvvisare una specie di picchiata involontaria – è una testarda insolente –

Scorpius mise su un broncio che molte ragazze avrebbero definito adorabile. Osservava Rose torvamente, eppure Lily sapeva perfettamente che dietro quell’espressione si aprivano un mondo di possibilità, pensieri che probabilmente anche lo stesso Scorpius avrebbe faticato a tirare fuori.
- Però è carina…-
- Però è car….ehi, ma che diavolo… è una megera scontrosa, fine della storia-
La ragazza scoppiò a ridere quando la faccia di Scorpius assunse il colore di un bel pomodoro maturo. Il ragazzo mormorò qualcosa che suonò molto come “dannati Potter’’ che se possibile la fece ridere  ancora di più. Era ancora prematuro tentare un azzardo, ma aveva in atto una scommessa con Hugo, e non aveva intenzione di perderla.
- Albus è il tuo migliore amico, potresti dire la verità almeno a lui, sai?-
- Non c’è niente da dire Potter. Io e la Weasley ci detestiamo cordialmente. Non mi farò utilizzare come un giocattolino per farti intascare il gruzzolo che hai scommesso con il piccolo lentigginoso, quindi non guardarmi così-
- Sai della scommessa?- si meravigliò Lily – come? –
- Albus…-
- Brutto traditore….SCORPIUS,ATTENTO! –

Fu un attimo. Un momento prima Scorpius la guardava confuso, il momento dopo si trovava sospeso a testa in giù appeso ad una corda invisibile come uno stoccafisso. Poco più in alto, Rose, affaticata e mezza tremolante sul manico di scopa, teneva la bacchetta puntata contro il ragazzo.

- Malfoy, idiota, sei venuto a buttarmi giù dalla scopa? Arrivi tardi, ho vinto-
-Mettimi subito giù, brutta pertica ambulante, ero solo venuto ad accertarmi che non ti stessi frantumando l’osso del collo, goffa come sei-
- Goffa,goffa?- Rose arrossì dalla rabbia – come ti permetti principino slavato…?
- Ehm, ragazzi?-
- STA ZITTA TU!-
-TACI,POTTER!-

Lily venne praticamente investita dalle urla dei due ragazzi, che avevano parlato contemporaneamente, e si fece piccola piccola nel suo angolino. In realtà, avrebbe tanto voluto farsi una sonora risata, perché la situazione sfiorava il grottesco. Ma un po’ per non provocarli, un po’ perché la cugina aveva una bacchetta sguainata (e non sembrava crearsi chissà quale problema ad usarla), decise di rimanere in silenzio e godersi la scena.
Rose fece crollare rovinosamente Scorpius sulla gradinata, senza curarsi di riservargli un atterraggio morbido. Smontò anche lei dalla scopa e raggiunse il ragazzo a passo di marcia, con il fuoco negli occhi.

- Parola mia, Weasley, sei una pazza schizzata, fatti ricoverare al San Mungo-
-  Io sono pazza? Ho rischiato di spezzarmi la schiena a cavallo di quell’arnese infernale…è tutta colpa tua!-
- Avresti potuto benissimo tirarti indietro, lo sanno tutti che nel volo sei una schiappa!
- Come ti permetti, zotico ossigenato?-
- Chiudi il becco tu, squinternata- rispose a tono Malfoy – mi hai quasi rotto il naso –
- Paura di veder rovinato quel tuo bel faccino, vero? Povero, povero Scorpius. Come farebbe poi la Clarkson  con il suo bel giocattolino tutto arrossato e pieno di lividi…- replicò Rose stizzita ed irritata.
Calò un silenzio imbarazzato. Uno di quei silenzi strani in cui sembra che la tensione possa essere tagliata con un coltello. Rose aprì e chiuse la bocca, come se volesse aggiungere dell’altro, ma le parole faticassero ad uscire. Scorpius ricambiò il suo sguardo con gli occhi grandi come  due pluffe, mentre nella mente di Lily risuonava un’unica parola.

Bingo

- Weasley,hai appena detto che sono carino? –
Rose arrossì e si allontanò dal ragazzo con uno scatto, cercando di mettere più distanza possibile tra loro due.
- Era…era così, per dire –
Il ragazzo si rabbuiò, facendosi serio serio – perché le cose fra noi due devono andare sempre così? Parla chiaro Weasley. Che problema hai?-
- Io non ti devo proprio nessuna spiegazione, ed ora sparisci, provochi più problemi tu che il tranello del diavolo. La tua sola presenza mi irrita.
Detto questo, Rose si mise la scopa in spalla e, lanciando un ultimo sguardo di fuoco a Scorpius, si diresse a passo di marcia verso l’uscita del campo da Quidditch, seguita a ruota da Lily.
- Ehi, Rose, non ero io quello che doveva sparire? Sei una svitata- le gridò dietro il ragazzo
Vattene all’inferno, Malfoy.
- Lo sai, sei veramente impossibile - disse Lily caracollando dietro la cugina – tutta questa voglia di farti bella agli occhi di Scorpius, per poi trattarlo male. Lasciatelo dire Rosie. Sei una frana-
- Io farmi bella con quello? – rognò Rose con disappunto – era solo una stupida sfida, è da anni che va così. Noi siamo questo. Lui è un idiota. Non lo reggo-
- Ah si? E allora perché sul tuo diario c’è scritto il suo nome circondato da cuoricini rosa?

Rose  inchiodò impallidendo visibilmente ,e guardò la cugina con l’espressione stupita di una che ha appena  ricevuto una botta in testa. Si guardò alle spalle, controllando che Scorpius, ancora sugli spalti, non le avesse seguite ,per poi tornare, imbufalita, a concentrarsi su Lily .

- Chi ti ha dato il permesso di leggere il mio diario, brutta nanerottola – le disse, agitando la scopa in maniera minacciosa – io non ficco il naso nelle tue cose, vergognati! –
- Vergognati tu, mentire alla tua confidente, nonché cugina, preferita. Dovrei offendermi –
- Sta zitta, piattola –
- Allora Scorp ti piace davvero?-
- TI HO DETTO DI STARE ZITTA –
- …. –
- Cosa? -
- Rose? –
- Che vuoi ?
- Mi sono inventata tutto. Non sapevo nemmeno che avessi un diario. Hai circondato davvero il nome di Scorp con dei cuoricini rosa? –
Da lontano, Scorpius Malfoy sentì Rose lanciare un urlo apocalittico . La vide inseguire la cugina con la scopa ben inforcata in mano, nella riproduzione buffa del serial killer di uno dei quei film dell’orrore che piacevano tanto ad Albus. Soffocò un piccolo sorriso. La Weasley era sempre stata una spostata, ma, doveva ammetterlo, era proprio una spostata attraente.
  
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