Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Quattro Venti    19/04/2018    1 recensioni
"Le parole sciupano l’attimo.
Non dai loro vita. Le lasci lì, in punta di lingua, a galleggiare nel mare dei sottintesi. Tu non dici. Lui capirà."

I mosaici acquistano senso solo osservandoli da lontano; noi ci siamo baloccate a scegliere e ad assemblare delle tessere spaiate per puntare l’obbiettivo sul rapporto tra Aiolia e Shura, con l’occasionale comparsata del resto della compagnia cantante.
Cento momenti, cento esercizi di stile, cento variazioni sul tema. Una storia d’amicizia, odio, amore e reiterata imbecillità.
Perché sì, Odi et amo eccetera eccetera sarà anche il più abusato dei cliché; ma due cliché ci fanno ridere. Cento cliché ci commuovono. Perché si avverte oscuramente che i cliché stanno parlando fra loro e celebrano una festa di ritrovamento (Umberto Eco, 1977).
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Capricorn Shura, Leo Aiolia
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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032. Quel che resta del crepuscolo

 

 

Prompt: Tramonto / Fandom: Saint Seiya: pre Serie Classica e Hades–Sanctuary / Autore: Scorciacrape / Personaggi: Shura, Aiolia, Aiolos (in absentia)/ Quando: negli anni; aprile 1987

 



 

"Et d’étranges rêves,

Comme des soleils

Couchants, sur les grèves,

Fantômes vermeils,

Défilent sans trêves,

Défilent, pareils

À des grands soleils

Couchants, sur les grèves."

– P. Verlaine, da "Soleils couchants", in Poèmes saturniens (1866) –

 

 

 

Spogliandosene, ricomponeva Capricorn con cura, come se stesse imbalsamando un morto: la luce di brace, verso sera, l'incendiava d'un'ombra rossastra, che prometteva sangue; per quanto Shura strofinasse, non si cancellava. Vaticinava, allora, come un moribondo: domani sarebbe stato soltanto un altro giorno che per Aiolos non sarebbe sorto. Qualche piano più in basso, Aiolia pensava lo stesso.

Stasera, il sole sprofonda nelle tombe profanate da dentro; gocciolando rosso, non fa più promesse: restano a stento gl'avanzi del crepuscolo, senza domani, senza un altro giorno. Gradino per gradino, lungo la salita, Shura – come in vita – si ripete: è solo l'ennesimo tramonto.

 

 

 

 

 

 

Un po' per la topologia del Santuario, un po' per le scellerate scelte dell'architetto che l'ha progettato, in Saint Seiya le scale la fanno da padrone. Inutile dire che, tra le salite da Gran Premio della Montagna, noi abbiamo un debole per la disperata scalata dei tre redivivi – che, data la cronologia kurumadiana e col vincolo delle dodici ore, deve essere iniziata al tramonto.

   
 
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