032. Quel che resta del crepuscolo
Prompt: Tramonto
/ Fandom: Saint Seiya: pre Serie Classica e
Hades–Sanctuary
/ Autore: Scorciacrape / Personaggi: Shura,
Aiolia,
Aiolos (in absentia)/ Quando: negli
anni;
aprile 1987
"Et d’étranges
rêves,
Comme des
soleils
Couchants, sur
les grèves,
Fantômes
vermeils,
Défilent sans
trêves,
Défilent,
pareils
À des grands
soleils
Couchants, sur
les
grèves."
– P. Verlaine,
da "Soleils
couchants", in Poèmes
saturniens (1866)
–
Spogliandosene,
ricomponeva
Capricorn con cura, come se stesse imbalsamando un morto: la
luce
di brace, verso sera, l'incendiava d'un'ombra rossastra, che
prometteva sangue;
per quanto Shura strofinasse, non si cancellava. Vaticinava,
allora, come un
moribondo: domani sarebbe stato soltanto un altro giorno che per
Aiolos non
sarebbe sorto. Qualche piano più in basso, Aiolia pensava lo
stesso.
Stasera,
il
sole sprofonda nelle tombe profanate da dentro; gocciolando
rosso, non fa più
promesse: restano a stento gl'avanzi del crepuscolo, senza
domani, senza un
altro giorno. Gradino per gradino, lungo la salita, Shura – come
in vita – si
ripete: è solo l'ennesimo
tramonto.
Un po' per la topologia del
Santuario, un po' per
le scellerate scelte dell'architetto che l'ha progettato, in
Saint Seiya le
scale la fanno da padrone. Inutile dire che, tra le salite da
Gran Premio della
Montagna, noi abbiamo un debole per la disperata scalata dei
tre redivivi – che, data la cronologia kurumadiana e col vincolo delle
dodici ore, deve
essere iniziata al tramonto.