Serie TV > Supergirl
Segui la storia  |       
Autore: _valy    19/04/2018    2 recensioni
In cui Alex Danvers, nell’ordine, scarica un’app per incontri, è sul punto di cavarsi gli occhi per qualche commento di troppo su Supergirl, usa l’app nel modo sbagliato e finisce per incontrare qualcuno che già conosceva.
[Alex Danvers/Lena Luthor. Dating-App AU.]
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Note:


Avete presente quando avete un’idea per un capitolo, e poi aprite word e iniziate a scrivere e quello che ne esce fuori è una storia completamente diversa da quella che avevate in mente ma la postate ugualmente anche se non si incastra così bene con i capitoli precedenti perché sapete che non potrete fare di meglio in breve tempo? Ecco.
(Breve recap visto che è da secoli che non aggiorno: Alex ha scaricato un’app per incontri, ha iniziato a sentire una certa Helena (di cui ignora l’aspetto perché Alex è una novellina in fatto di dating app e non ha pensato di chiederle una foto) e le due hanno fissato un appuntamento in un locale.)
 
 




Giorno cinque, sabato sera
 

 


 

Alex non è nervosa. (Non lo è per niente. Alex è assolutamente, senza alcun dubbio, al cento per cento, serena e tranquilla e niente affatto nervosa e angosciata e sul punto di alzarsi e tornarsene a casa). Dopo tutto, non sono le 9.20, e lei non è seduta da sola in questo stupido locale da quasi mezz’ora, e il suo telefono non è al 7% di batteria e quasi del tutto senza rete - quindi quale ragione potrebbe mai avere per essere nervosa.
 

E se anche fossero le 9.20 di sera, e se anche lei fosse seduta al bancone del Quoters (e che nome assurdo è questo? Perché ha accettato di dare una chance a un locale con un nome così ridicolo?), da sola, da quasi mezz’ora - a sorseggiare birra come se fosse whiskey d’annata e ad ispirare compassione e pietà alla barista e ad attirare l’attenzione delle ragazze che entrano (rigorosamente in compagnia, perché chi è che si presenta in un locale simile da sola?), e se anche il suo telefono fosse al 7% di batteria e impossibilitato ad allacciarsi ad una rete e quindi a consentirle di andare su internet, o di aprire un’app a caso e scrivere un messaggio tramite questa app ad una persona a caso  - ecco, se anche questa fosse la situazione niente affatto ideale in cui si trova, non sarebbe comunque nervosa.
 

Perché lei è Alex Danvers, agente DEO di terzo livello, ed è preparata ad affrontare situazioni ben peggiori. (Ha affrontato situazioni ben peggiori. Per la miseria, si è gettata dal balcone di un edificio soltanto sei mesi prima. Ed è stata ad un passo dal finire nello spazio su una navicella, e non appena ha avuto il tempo di riprendersi è stata rapita e ha rischiato di morire annegata. E ha preso parte a un brunch con Cat Grant - ben due volte. Se è sopravvissuta a quello, può sopravvivere a tutto.)
 

Che cosa sarà mai aspettare ancora qualche altro paio di minuti in questo locale, fingendo di intrattenersi con un telefono che a stento ancora si illumina e gettando un’occhiata veloce alle sue spalle ogni volta che qualche nuova ragazza varca l’entrata (puntualmente in compagnia - perché a quanto pare tutte le altre lesbiche hanno frequentato la lezione del corso di How To Be A Lesbian in cui si trattava l’argomento “locali gay” e hanno imparato che non ci si presenta in un locale gay da sole). Insomma, sta già bevendo birra annacquata per cui ha dovuto sborsare una cifra ben superiore al suo effettivo valore, e la ragazza che l’ha invitata in questo locale è già in ritardo di venti minuti e in quell’angolo della sua testa che è sempre pronto a considerare il bicchiere mezzo vuoto Alex ha già accettato che Helena le ha dato buca - insomma, è già lì ad un passo dal fondo, quindi non è che aspettare qualche altro minuto possa farla cadere così tanto più in basso.
 

È una fottutissima agente DEO allenata per combattere contro alieni ed organizzazioni militari estremiste - ed altri cinque minuti non peggioreranno certo la situazione. E di sicuro non porteranno alle stelle il suo nervosismo, perché ad essere pignoli (e Alex vuole esserlo, perché non ha molto altro da fare al momento), è logicamente impossibile portare alle stelle qualcosa che non esiste - e il suo nervosismo è tra le cose che non esistono. Perché anche se la ragazza con cui aveva un appuntamento le ha dato buca, e lei è sola in un locale per lesbiche, e la barista la sta guardando con compassione - lei è Alex Danvers, e Alex Danvers non è mai nervosa.
 

(Le sue mani non stanno sudando - sono semplicemente umide per via della condensa sulla bottiglia di birra. E forse il suo cuore sta battendo un po’ più rapidamente del solito - ma è sicuramente a causa del rumore e della temperatura troppo elevata del locale. E se le sua dita stanno tamburellando un ritmo che solo loro conoscono sul legno del bancone, è perché ha trascorso gli ultimi quindici minuti a giocare al telefono e quella è una forma come le altre di deformazione professionale. Essere nervosi è tutta un’altra cosa.)
 

Una ragazza con i capelli blu e una maglietta di Supergirl addosso le si avvicina.
 

“Ne vuoi un’altra?” Le chiede inclinando la testa e indicandole la bottiglia di birra.
 

Alex ha gli occhi sgranati. La fissa, scuote la testa e -
 

“De-devo andare. Scusa,” le dice. E un attimo dopo esce dal locale.
 


(Dopo due belle boccate d’aria è disposta ad ammettere che quello non è stato uno dei suoi momenti migliori. Spera che la ragazza con i capelli blu non se la sia presa.)
 


---
 


Dopo dieci minuti, quattro giri attorno all’isolato, e approssimativamente 20.000 parole di discorso motivazionale intrattenuto da se stessa con se stessa nel teatro personalissimo che è la  sua mente, Alex ha elaborato un piano d’azione ed è pronta a metterlo in atto. È pronta a tornare al Quoters, sedersi al suo posto al bancone e concedere un’ultima chance a Helena. Entrerà nel locale, sfiderà la pietà della barista, ordinerà una birra e la berrà rivolta verso l’ingresso. E finita la birra se ne andrà - perché sarà anche una lesbica con un’insufficienza nella disciplina “locali gay”, ma ci tiene a quel briciolo di dignità che le rimane.
 


E il suo piano sarebbe perfetto, se non fosse che quando varca la soglia del Quoters non ci sono sgabelli liberi al bancone. E in quello che fino a dieci minuti prima era il suo posto, Alex trova Lena Luthor.
 
 

---
 


(E ok. Ora è disposta ad ammettere che forse è un po’ nervosa. Ma solo un po’, nulla che lei non possa gestire.)
 
 
---
 


Lena Luthor le pare essere sola (forse Alex non è stata l’unica lesbica a saltare quella lezione, dopotutto. Anche se - ora che ci pensa - non è affatto sicura che Lena sia lesbica, e non le pare giusto presumerlo solo dalla sua presenza in quel locale) - e anche stranamente agitata. Ha lo sguardo fisso sull’ingresso, le dita di una mano strette attorno a un bicchiere con un liquido ambrato e quelle dell’altra attorno al telefono. Alex la osserva abbassare lo sguardo sul telefono, scrivere per una manciata di secondi, e poi tornare a guardare nella sua direzione, verso di lei e l’ingresso. Alex è certa che a questo punto Lena l’abbia notata, e così si dirige verso di lei e la saluta, se non altro perché non salutare una persona che si conosce quando si è a meno di un metro di distanza l’una dall’altra è da maleducati, e non sarà un’estroversa in grado di intrattenere piacevoli conversazioni in ogni sorta di situazione, ma come quella voce che ogni tanto parla nella sua testa, troppo simile a quella di sua madre per passare inosservata, ama ricordarle - non è una maleducata.
 

Lena sorride, e dopo un’ultima occhiata nervosa ed esitante alle sue spalle, verso l’ingresso in quel momento libero, ricambia il suo saluto e le offre uno scotch - e chi è Alex per rifiutare?
 

(“Alex Danvers! Dev’essere un segno del destino, due volte in un solo giorno.. Scotch, giusto?” Alex finge di non notare lo sguardo incredulo della barista. Ha molto altro a cui pensare in ogni caso.)
 
 

---
 

 
Con i due bicchieri di scotch in mano, Lena le propone con una certa esitazione di spostarsi e sedersi ad uno dei tavolini dall’altro lato del locale. Alex accetta, perché sono le 9.40 e ha ormai accettato la dura verità - Helena non si presenterà all’appuntamento. Che sia a causa di qualche inconveniente, o perché non era interessata a lei tanto quanto lasciava intendere di essere, o per qualunque altra ragione dotata di un briciolo di senso (il programma Catfish le passa brevemente per la testa), questa serata non si concluderà come i messaggi di Helena dicevano si sarebbe conclusa. Ed è lì ormai, fuori casa, in un locale per donne che amano le donne (per la seconda volta in tutta la sua vita), e ha appena incontrato la prima faccia amica che abbia visto in tutta la serata - e in tutta onestà la prospettiva di bere qualche bicchiere, scambiare qualche parola con Lena, guardarsi attorno come farebbe una normale ragazza single della sua età, le pare senza dubbio preferibile all’alternativa che la sua mente aveva configurato pochi minuti prima. E forse anche il fatto che Lena abbia scelto un tavolo con un’ottima visuale sull’ingresso potrebbe aver giocato un ruolo nella sua scelta di seguirla, sedersi, e tentare di intrattenere una conversazione con lei che non degeneri nell’imbarazzo più totale dopo pochi secondi.
 

“Sei -”
 

“Hai -”
 

(Quell’ultimo punto potrebbe rivelarsi più difficile del previsto. A quanto pare, anche le abilità sociali di Lena lasciano a desiderare, nonostante le esigenze del suo lavoro.)
 

“Oh. Ah, prima tu..”
 

“No, no. Vai. Dimmi pure. Sono tutta orecchie. Vai prima tu.”
 

“No, insisto, vai. Mi hai offerto uno scotch, il minimo che posso fare è lasciarti la precedenza.”
 


Lena la fissa per un secondo, prima di appoggiare le mani sul tavolo e decidere di non ribattere. Alex la considera una piccola vittoria (perché ha avuto il piacere di uscire in compagnia di Lena Luthor solo altre tre volte, prima di questo casuale incontro - e mai prima di allora l’ha vista cedere l’ultima parola. Ricorda ancora quel venerdì sera in cui Lena e Sam hanno discusso per dieci minuti per decidere chi avrebbe pagato la cena. Inutile precisare che Lena ha avuto la meglio). In ogni caso, Lena si prende il suo tempo prima di aprire bocca, come se stesse soppesando se dar voce al suo pensiero iniziale oppure proseguire lungo un’altra direzione - e Alex non può che guardarla con un sopracciglio alzato ed una piccola dose di crescente preoccupazione. Dopo un rapido sorso di scotch, Lena pare decidersi.
 

“Volevo chiederti se eri qui da sola.” Ah. Questo spiega l’indecisione. “Ma poi ho iniziato a pensare che forse fosse meglio non chiedertelo così direttamente, perché è vero che siamo amiche, o almeno, io ti considero una mia amica.. Ma se per te io sono una semplice conoscente non sentirti in imbarazzo ad ammetterlo. Insomma, come sai non sono una persona a cui è mai venuto naturale stringere amicizie, e non ne ho molte infatti, e quindi è normale per me considerare te e Kara come amiche, anche se noi due non ci conosciamo così bene e.. Cavolo, sono partita per la tangente, scusa.. Non volevo essere sgarbata, ecco. A chiederti una cosa simile. Quindi stavo pensando se chiedertela o no, ma poi mi è venuta un po’ di ansia perché.. Insomma, avrei dovuto comunque dire qualcosa, ed ero in silenzio da qualche secondo ormai e non volevo che tu mi considerassi strana e -”
 

Alex non può far altro che scoppiare a ridere. È una risata spontanea, genuina (e si augura che Lena non se la prenda - perché è una reazione che semplicemente non può controllare). È più forte di lei - la realtà che ha di fronte è al di là di ogni sua aspettativa. (Lena Luthor, in tacchi e vestito aderente e capelli legati - nella migliore delle rappresentazioni di una donna in una posizione di potere - che straparla e blatera come una ragazza qualunque, come se non trascorresse le sue giornate a fare affari con uomini che maneggiano milioni come se fossero briciole, con uomini che la sottovalutano quotidianamente e che spesso ignorano la sua opinione, come se non fosse abituata ad affascinare investitori e possibili concorrenti con la sua parlantina e il suo charme, come se - come se fosse una ragazza come lei, incapace nel modo più assoluto di gestire una conversazione tenuta in presenza di un’altra donna, anche nel caso in cui quell’altra donna sia lei. C’è qualcosa che Alex non può che trovare adorabilmente ironico in tutto questo.)
 

“Oh. Ho esagerato, eh?”
 

“No, oh mio Dio, Lena, no. Scusami. Scusa, è che.. Mi hai fatta ridere, tutto qui. Ma in un bel senso,” si affretta ad aggiungere Alex, cercando di correre ai ripari. “Oh Dio, ne avevo bisogno, grazie. “
 

“Oh.” Lena pare indecisa su come rispondere. (Alex non può biasimarla. Scoppiarle a ridere in faccia è stato decisamente esagerato, una battuta d’arresto nella loro già tentennante conversazione. Dio, le sue doti sociali fanno veramente pena.) “Non c’è di che? Sono felice di averti divertita.”
 

“Scusa, davvero. Non so che mi è preso. Sarà stata la tensione, mi fa avere strane reazioni.”
 

“Oh. Ok. Anche tu sei nervosa, allora? Bene. Cioè, non bene nel senso di - bene, di per sé. Lo dicevo solo così per dire. Perché.. Ehm, anche io sono un po’ nervosa stasera, ad essere sincera, ed è rassicurante sapere di non essere l’unica.”
 

“Magari è il posto, sai.” Le fa notare Alex, sperando che Lena colga la sua allusione. “È la prima volta che ci vengo. E.. Sì, non - non sono mai venuta molte volte in po-in posti simili, solo - solo una, prima. Con Maggie, quasi..” Alex si ferma un attimo per contare. “Quasi un anno fa, direi. Ed era più un bar, quello lì, e c’era meno gente.. E.. Sì, insomma, era diverso. Questo locale mette un po’ di ansia, immagino. Soprattutto se si viene da soli, come - come ho fatto io..”
 

(Ha già superato la sua quotidiana dose di onestà - e non ha nessuna intenzione di umiliarsi di fronte a Lena e di confessarle che c’è una ragione per cui è venuta in questo locale, da sola, e che questa ragione ha deciso di darle buca all’ultimo momento e di non presentarsi al loro appuntamento.)
 

“Anche io.” Risponde subito Lena, con il tono di voce più acuto che Alex le abbia mai sentito emettere. “Anche io sono venuta qui da sola.. Sì, sì, da sola.. Perché - ehm, perché non sapevo che cosa fare questa sera e così ho pensato che potesse essere interessante provare a.. Provare a fare un giro qui.. A vedere se.. Ehm, se c’era qualcuno di..”
 

“.. Qualcuno di?”
 

“.. Qualcuno di.. Di interessante, sì.. Qualcuno di interessante con cui - con cui parlare un po’, sai - beh, mi conosci, sai che io amo parlare con persone nuove..”
 

Alex non può fare altro che alzare un sopracciglio in segno di incredulità. Lena è propensa tanto quanto lei ad incontrare nuove persone. E a parlare con loro.
 

“..con persone conosciute qui che non ho mai visto prima e di cui non so niente, assolutamente niente e..”


Alex ha un’improvvisa realizzazione. Oh Dio, come ha fatto a non accorgersene prima? Come ha fatto a non dedurlo, quando davanti agli occhi aveva così tanti indizi? Il vestito di Lena, i tacchi da capogiro, il trucco, il modo in cui continua a guardarsi discretamente intorno, a posare gli occhi su ogni nuova ragazza che entra nel locale - Lena è qui per una ragione.
 

“Oh mio Dio.” Quando Lena la fissa con un’espressione interrogativa, Alex si ripete. “Oh, mio Dio.”
 

“Cosa?”

 
“Non ci credo.” E non ci crede veramente. Come ha fatto a non rendersene conto subito? Come ha fatto a non tenere in considerazione questa possibilità, quando è entrata e ha visto Lena, da sola, al bancone? Davvero è stata così ingenua?
 

“A che cosa?” Chiede ancora Lena, come se non capisse la reazione di Alex - e Alex prende un respiro profondo e dà voce alla sua scoperta.
 

“Tu sei qui per.. Tu sei qui per rimorchiare!”
 

“Alex!” Lena è sconvolta. Si porta le mani alla bocca e inizia a scuotere la testa con decisione.
 

“Alex cosa? Ho ragione, vero? Eh dai, ammetti che ho ragione! Sei qui per fare colpo! Dai, si capisce.. Guarda che cosa ti sei messa addosso..”

 
“Che cos’ha che non va il mio vestito?” Le chiede, come se quella fosse la parte più importante di quello che Alex le ha appena detto.
 

“Beh, niente!” Si difende lei - prima di rendersi conto di essere un’idiota che si è appena scavata la fossa da sola. “È solo che.. Dai, lo sai.. Non farmi fare lo spelling..”
 

Questa volta è il turno di Lena di alzare un sopracciglio (e cavolo - quella ragazza sì che sa come farlo. Se non fosse mortificata per quello che deve dire, Alex di certo ne sarebbe impressionata.)
 

“Ok.. Ehm, diciamo che - che mette.. Mette in mostra la - la merc.. Le tue.. Il tuo - il tuo seno, ok? E non - non solo quello, anche - anche quello che c’è dietro, quello che hai dietro..”
 

“Puoi dire sedere, Alex. Non è una parolaccia.”
 

“Lo so che posso dirlo. È che è un po’ imbarazzante, non trovi?”
 

“Che cosa, pronunciare la parola sedere?”
 

“No.. No, usarla con - usarla tra amiche, per parlare di quella cosa tra amiche.. Vedi, c’era una ragione per cui ti ho chiesto di non farmi fare lo spelling! Non sono brava in queste cose!”
 

Lena scuote la testa sorridendo, ma non pare intenzionata a proseguire immediatamente la conversazione. Alex si limita a sorseggiare il suo scotch, ad osservare il liquido rimasto nel bicchiere diminuire ogni volta che ritrae il bicchiere dalle labbra e lo posa sul tavolo. Razionalmente, immagina che Lena stia cercando un modo garbato ma risoluto per dirle che sì, Alex ha ragione e quello era e rimane il motivo per cui ha messo piede in quel locale e che l’aver incontrato Alex ha messo momentaneamente in pausa il suo obiettivo finale e che forse questo è il momento di alzarsi dal tavolo nel loro angolino e di andare ciascuna per la propria strada - perché non le è possibile incontrare qualche nuova ragazza con cui trascorrere la serata (e possibilmente anche la notte? Alex non ne è sicura, ma immagina di sì) se Alex rimane incollata al suo fianco. È questo quello che quell’angolo del suo cervello che è sempre incline a convincerla che il bicchiere è mezzo vuoto le sta dicendo - che a momenti Lena aprirà la bocca, la ringrazierà per averle tenuto compagnia e con una scusa si alzerà e si sposterà dall’altro lato del locale, alla ricerca di qualcuno di più interessante con cui proseguire la serata.
 


E Alex è pronta. Davvero. Lena non le deve nulla, e può decidere di trascorrere il resto della serata come meglio crede, e non è che ad Alex piaccia poi così tanto la sua compagnia - e in ogni caso è probabilmente giunta l’ora di tornare a casa, se non altro per attaccare il telefono ad una presa e scoprire per quale ragione Helena non si è presentata (sempre che ci sia, questa ragione).
 

Ma poi Alex alza lo sguardo - e quello che vede di fronte a sé non combacia affatto con l’immagine mentale che quell’angolo del suo cervello le ha proposto. Perché la Lena di fronte a sé è nervosa, insicura, indecisa - quasi che stesse riflettendo su che cosa è opportuno dire, di quali segreti le è possibile parlare. E non è affatto interessata al mondo che si estende al di là del loro tavolo - il suo sguardo si alterna dal bicchiere ad Alex, da Alex al bicchiere.
 

E quando finalmente parla - lo fa con un sospiro, con una rassegnazione che Alex non ha mai pensato le potesse appartenere.
 

“Non sono venuta qui per rimorchiare, come dici tu.. Sono - non lo so nemmeno io che cosa ci sono venuta a fare, a questo punto.. C’era.. C’era una ragione, all’inizio, quando ho deciso di venire, ma ora non c’è più.. Non c’è più da un po’, a dire il vero. Ma - non lo so, ho pensato di rimanere, per vedere com’è, no? Per avere un’idea di che cosa comporterebbe venire in locali come questo, incontrare ragazze, parlare con loro, pro-provare a conoscere qualcuna, finalmente.. Non-non sono mai stata molto brava in questo genere di cose..”
 

“Nemmeno io,” le confessa Alex - e per una volta, non le crea problemi condividere. (E preferisce pensare a questo – alla facilità con cui le ha risposto, con cui si è aperta e le ha ammesso di non essere diversa da lei, dopotutto – piuttosto che al respiro di sollievo che ha rilasciato quando ha scoperto che Lena non l’avrebbe salutata, non si sarebbe alzata da quel tavolo, non avrebbe qualcun’altra con cui continuare la serata.)
 

 
---
 


L’idea di ordinare shot di vodka e di tequila è di Lena - e quando alza il braccio per richiamare l’attenzione e lascia l’ordine alla cameriera, per la prima volta Alex vede in lei una traccia della ragazza ventiseienne che è. L’immagine le dà alla testa, in qualche modo (o è lo scotch che ha bevuto prima? Sì, è più probabile che sia lo scotch).
 

Lena scherza e ride gettando la testa all’indietro e rovescia uno shot cercando di prenderne due con la stessa mano e chiude gli occhi quando il DJ inizia a suonare una canzone che le piace - e Alex non l’ha mai vista così. Non è ubriaca, nessuna di loro due lo è, ma ha in circolo la giusta quantità di alcool, quella che le fa luccicare gli occhi e sciogliere la lingua. (La tequila le ha sempre fatto questo effetto. E pensare che solo pochi giorni prima giurava di avere chiuso con lei - e invece.)
 

“Dico solo che non sapevo che tu fossi lesbica, tutto qui! Non ti - non ti sto sgridando per non avermelo detto, eh. Sia chiaro! Perché ognuno è libero di dirlo oppure no, al cento per cento.. È solo che non me lo aspettavo!”
 

“Davvero? Non te lo aspettavi? Io ero convinta che lo sapessi! Pensavo.. Non lo so, pensavo fosse una di quelle cose che tutti sappiamo ma di cui per qualche ragione nessuno parla, come il fatto che Ruby è viziata o che Kara è Supergirl.. Insomma, sono quasi del tutto certa che se andassi su internet troveresti almeno un centinaio di articoli che parlano della mia omosessuali-”
 

“Aspe-aspetta.. Tu sai che Kara è Supergirl?”
 

Lo sguardo che Lena le lancia le comunica tutto ciò che le serve per elaborare una risposta.
 

“Io gliel’ho detto che la coda e gli occhiali non servono a niente. Questa cosa è ridicola. È rimasto qualcuno in tutta National City che ancora non sa di lei?”
 

Lena scuote la testa ridendo.
 


---
 


“No, non sono io ad avere gusti difficili!” Lena non sembra convinta delle sue parole, e Alex si sente in dovere di insistere. Non è sicura quale sia la ragione, ma al momento è estremamente importante che Lena non la ritenga una donna dai gusti difficili. “Te lo giuro!”
 

“Non so se crederti Alex.” Ribatte Lena con un sorriso. “Insomma, ti ho appena mostrato ben dieci potenziali partner sessuali -”
 

“Non chiamarle così,” la interrompe Alex. È momentaneamente sconvolta dal tono supplice che la sua voce ha assunto, ma suppone che anche la supplica sia consentita quando funzionale alla causa.
 

“Potenziali avventure di una notte?”
 

“Peggio ancora..”
 

“Dai, vienimi incontro.” Scherza Lena, e con una mano indica alcune delle ragazze che le ha mostrato pochi minuti prima. Una di loro indossa dei sandali. Non è questione di gusti difficili, insomma - i sandali, davvero? “Non posso riferirmi a loro come potenziali fidanzate.. Cioè, potrei - ma sarebbe un po’ inquietante, non trovi? Non le conosci nemmeno..”
 

“Non ci provare nemmeno.. Non farmi sembrare una disperata più di quanto già mi sento.. Però potresti almeno togliere il ‘sessuali’, partner va benissimo!”
 

Lena scuote la testa con decisione, puntando un dito sul tavolo. La superficie è appiccicosa, e lei lo ritrae all’istante con una smorfia disgustata in volto. (Alex non può fare a meno di pensare che è carina quando fa così. E di rimangiarsi quel pensiero non appena diventa consapevole di averlo avuto.) “No, no.. Così sembra che io stia parlando di affari! È la prima volta in sei giorni che non passo la serata chiusa in ufficio, non farmi pensare al lavoro proprio ora!”
 

“Partner romantici? Meglio?”
 

“No, non mi piace.” Insiste Lena. “Non mi piace niente. E non mi ricordo nemmeno più di che cosa stavo parlando prima di iniziare questo discorso, grazie tante.” Alex non ha nessuna intenzione di ricordarglielo. “Oh sì, ti stavo cercando una ragazza con cui andare a parlare!”
 

Cavolo. Purtroppo Lena non ha avuto bisogno del suo aiuto.
 

“Ma nessuna di quelle che ti ho proposto ti interessava.” Aggiunge. E dopo un paio di secondi, “Alex, perché nessuna delle ragazze che ti ho proposto ti interessava?”
 

Alex non sa che cosa risponderle. (Forse è perché Lena non aveva torto quando l’ha accusata di avere gusti difficili. O forse è perché una delle poche ragazze che hanno catturato il suo interesse le ha fatto credere di essere interessata a lei, e poi ha rinunciato alla prima occasione di conoscerla. O forse è perché con ogni minuto che passa inizia a importarle sempre meno di quella ragazza - e sempre di più di quella che ha di fronte a sé.) Alex non vuole pensarci. Afferra due bicchierini di tequila, e ne porge uno a Lena, portandosi l’altro alle labbra. Lena lo afferra, butta giù la tequila e lascia cadere il discorso.
 


---
 


“Spero di non averti infastidita con una domanda simile..” Lena si affretta a precisare, prima ancora che Alex possa prendersi del tempo per riflettere ed elaborare una risposta sensata (la tequila sta iniziando a farsi sentire, cavolo. E in tutta onestà quando si è seduta e ha iniziato a bere non immaginava che lei e Lena avrebbero parlato così a lungo, e non di argomenti così delicati, per giunta).
 

“Ma no, figurati..” Le risponde, ed è con una certa sorpresa che si rende conto che non sta mentendo. “Per niente.. Sono passati mesi, non ho più problemi a parlarne..”
 

Lena sembra rassicurata dalla sua risposta. Alex non può che apprezzare la sua preoccupazione, la costante attenzione che dedica a questi piccoli particolari - al porre domande solo quando reputa che la persona che ha di fronte possa rispondere. È una gentilezza a cui non è così abituata. “Quindi sei.. Mhn, l’hai superata? La rottura, intendo.. E forse anche Maggie, non so che cosa possa essere più difficile da - da superare..”
 

“Maggie.. Decisamente..” Ammette Alex abbassando la testa. Non ha dubbi a riguardo. Lena le pare pensierosa, come se stesse riflettendo intensamente sulla risposta che le ha dato, e Alex si sente in dovere di precisare. “Ma l’ho superata, sono andata oltre.. Oltre la rottura, oltre lei.. Mi ci è voluto un po’, ma sono finalmente pronta a voltare pagina..”
 

Gli occhi di Lena sono fissi sui suoi (e - wow. Di che colore sono quegli occhi? Verde, grigio? Come ha fatto a non notarli prima?) “A cercare qualcun’altra?” Le chiede. “O a rimanere sola per un po’?”
 

Alex impiega un paio di secondi per rendersi conto che Lena ha parlato (e sono gli occhi, solo gli occhi. Perché lo sguardo di Alex non si è abbassato sulle sue labbra, e di certo non si è concentrato sulla scollatura ), e di fronte all’espressione interrogativa di Lena, e nella sua più totale incapacità di riprendersi e di elaborare una risposta convincente, si trova costretta ad improvvisare. “Questa sì che è una buona domanda,” è quello che esce dalle sue labbra - ed Alex immagina che avrebbe potuto fare di peggio. (E non vuole scendere nei particolari di che cosa avrebbe potuto dire. Certe affermazioni non necessitano di dettagli.)
 

Per sua fortuna Lena non si accorge delle sue tecniche diversive (il che è un buon segno. Il capitale e le ore spese dal DEO per allenarla stanno dando i suoi frutti, anche se in un campo diverso da quello per cui questo allenamento è stato pensato). “Eh, sai com’è - ho una laurea al MIT dopotutto..” Scherza in tono cospiratorio, ed è un occhiolino quello? “Mica le regalano così, a chiunque le chieda..”
 

Alex decide di ignorare l’occhiolino e di concentrarsi sulla prima parte del discorso. (Non è facile. Quell’occhiolino ha trasmesso all’intera frase una sorta di atmosfera, le ha dato un tono quasi allusivo che Alex non è certa di saper interpretare.) “MIT, davvero? Cavolo, ti invidio.. Quell’università sì che ti apre le porte.. Beh, quello e il nome ‘Luthor’..” Aggiunge con un ghigno volutamente esagerato.
 

“Ehi! Così mi ferisci.. Guarda che mi sono conquistata il mio lavoro..” Lena si porta le mani al petto, una finta espressione di rimprovero in volto. (E Alex - oh Dio, la tequila e la vodka le stanno dando alla testa, non c’è altra spiegazione. Perché per un attimo Alex non può fare a meno di chiedersi se Lena stia flirtando con lei. Se questo scambio di battute leggere, queste domande, i drink offerti e i piccoli sorrisi che Lena le sta rivolgendo possano rientrare nella definizione di flirtare. Ha bisogno di un dizionario. O di un giro su WikiHow - Come flirtare: 20 passaggi (illustrato).)

 
“Oh lo so, credimi. E non vorrei essere al tuo posto.. Quello che fai è.. Non so nemmeno come spiegarlo, alcune delle tecnologie che la L-Corp ha sperimentato o perfezionato sono impressionanti..” (Alex non è affatto certa che sia così che si flirta. Ma ha voluto provarci ugualmente. A sua discolpa, non ha avuto modo di controllare WikiHow, - e questo è il meglio che è riuscita a fare senza alcun aiuto esterno.)
 

“Ora mi lusinghi.. Perché ho l’impressione che tu mi stia lusingando solo per farmi dimenticare che stavamo parlando della tua vita privata?” Lena accompagna queste parole ad un sorriso, ed Alex impiega qualche secondo a trovare la forza di allontanare lo sguardo dalle sue labbra arricciate e risponderle (Sono molto piacevoli. Da un punto di vista puramente estetico e assolutamente professionale.)
 

“Forse è perché hai una terribile opinione di me?”
 

“Preferirei parlare di deformazione professionale..” Questa volta Alex è certa di non essersi immaginata l’occhiolino di Lena. È tanto sconvolgente quanto attraente. “Comunque, se non sbaglio eravamo rimaste a te che ragioni sul significato che intendi dare all’espressione ‘voltare pagina’. Prenderti del tempo per te, o cercare una persona con la quale stare bene?”
 

“Sei persistente eh..” Le risponde con un sorriso, prima di riflettere che forse è giunta l’ora di ammettere la verità - e di rendersi conto che una parte di lei è felice di condividerla con Lena. “Posso risponderti che non lo so? Penso che dipenderà da tante cose.. Penso che.. Non so, non sto necessariamente pensando ad avere una nuova storia.. Ma se qualcuno che mi interessa dovesse farsi avanti, se si presentasse l’occasione di trascorrere del tempo con una ragazza che mi piace, che mi fa stare bene, che mi fa sorridere e divertire.. Non mi tirerei indietro, ecco..”
 

Lena le sorride e annuisce.
 


---
 


“Quindi hai deciso di rimanere qui stasera sperando di incontrare qualche ragazza? L’hai già fatto prima?” Le chiede ancora Alex - con la giusta dose di curiosità e di persistenza. (Insomma, è curiosa, sì. Ma come sarebbe curiosa di qualsiasi altra sua amica - immagina. Non ha molte altre amiche con cui testare questa ipotesi. Cavolo, la sua vita sociale fa pena.) “Hai.. Non so, hai già provato a uscire per fare conoscenze, prima di oggi? In locali gay o posti così.. O questa era la tua prima volta..”
 

“Più o meno..” Oh, questa sì che è una risposta chiara e niente affatto vaga.
 

“Che cosa vuol dire più o meno?”
 

“Mhm.. Vuol dire che è un po’ imbarazzante?” Chiarisce Lena abbassando lo sguardo. Per un attimo gli occhi di Alex si posano sul suo seno (e non è colpa sua - ok? Ci sta provando, ma quel vestito è semplicemente troppo. E comunque non è che quello che vede le piaccia poi così tanto, e in ogni caso gli dedica a malapena un’occhiata veloce). “Che forse ci ho provato prima, a frequentare dei bar, o a partecipare a serate gay nei locali.. A Metropolis, a dire il vero.. Ma non è mai andata proprio benissimo, ad essere sincera. Non mi viene così facile incontrare ragazze in questo modo.. Non è - non è il mio forte..”
 

“Oh. Ok.” I sensi di colpa la distraggono dal vestito - perché è quello che stava guardando, non certo il seno di Lena che quel vestito risalta al massimo delle sue potenzialità. “Lo capisco. Scusa, non avrei dovuto insistere..”
 

“Non hai insistito.. Anzi, mi fa piacere poterne parlare.. È solo dura, ammettere di non essere in grado di.. Non lo so, di uscire.. Di incontrare persone.. E in più - è una cosa che non faccio da un po’.. Quando ci ho provato a Metropolis è stato piuttosto umiliante, e da quando mi sono trasferita qui ho avuto così tanto lavoro da fare, tra la LCorp e CatCo.. E ho voi, ora.. Ho te e Kara, e Sam e Ruby e i ragazzi.” Lena ha gli occhi che luccicano mentre parla. Alex è commossa. “Ti dirò la verità, quando mi sono trasferita qui non - non avrei mai pensato di trovare degli amici come voi. È stato - è fantastico.. Davvero.. E praticamente ogni momento libero che riesco a ritagliarmi lo dedico a voi, e sono contenta così. È solo da qualche mese che - che ho pensato che forse posso avere qualcosa di più, no?” Aggiunge guardandola negli occhi, come se l’approvazione di Alex fosse essenziale in quel momento. “E ho pensato che è arrivato il momento di riprovarci, capisci? Di darmi una chance..”
 

Alex non può fare a meno di concedergliela, all’istante, senza esitazione. “E hai fatto bene, Lena. Hai completamente ragione, dovresti darti una possibilità.. Uscire, come hai fatto stasera, provare ad incontrare delle ragazze.. Cose così..”
 

Lena la fissa per un paio di secondi con uno sguardo che Alex non sa interpretare, prima di scuotere la testa, abbassare gli occhi e ammettere con un filo di voce “Sai, qualche settimana fa ho - oh Dio, è un po’ imbarazzante.. Insomma, te l’ho detto che non sono brava ad incontrare gente di persona, nei bar o nei locale.. Così.. Beh qualche tempo fa ho addirittura provato a scaricare un’applicazione di incontri.. Non fare facce!” Aggiunge subito, posandole una mano sulla sua, immobile sul tavolo. Ed è Alex o sta iniziando a fare caldo lì dentro? “Lo so che è imbarazzante.. E sai qual è la parte peggiore? Che per un po’ ho anche pensato che magari ce l’avrei fatta, che magari così sarei riuscita a conoscere una ragazza che mi interessasse.. E forse.. Non so, forse è stato così, ma poi il mio lavoro si è messo in mezzo e ho mandato all’aria la prima vera opportunità di conoscerla e ora non so più nemmeno io che cosa pensare,.. Mi sa che anche quella è una strada chiusa..”
 

Alex ha smesso di ascoltare. Le sue orecchie hanno registrato la parola ‘app per incontri’ e il suo cervello è entrato in modalità di emergenza - perché quello è un argomento molto, molto pericoloso. Davvero, Alex ha ben poca intenzione di dar corda a Lena e di portare avanti il discorso. Perché non ha pensato all’app, a Helena, all’appuntamento da quando si è seduta con Lena e due bicchieri di scotch a questo tavolo (e il fatto che non ci abbia pensato fino ad adesso è forse il vero punto su cui il suo cervello dovrebbe concentrarsi) - e non ha nessuna voglia di iniziare a pensarci ora. Quello sarà un problema per l’indomani, quando si sveglierà nel suo letto e il suo telefono sarà carico e potrà scoprire se esiste una ragione per cui quella ragazza non si è presentata, e decidere se finalmente è arrivato il momento di cancellare quella ridicola applicazione. (Alex ipotizza di sì. Non è sicura di quale sia il motivo, ma inizia a sospettare che non sarà quell’applicazione a permetterle di incontrare una ragazza che trova interessante.) Per sua fortuna non impiega molto per trovare una soluzione al suo problema.
 

“Beh..” Inizia Alex, ed è disposta ad ammettere che come inizio non è promettente. “Sai come si dice, Dio chiude una porta e apre un portone.” Lena la fissa come se stesse parlando in una lingua aliena. “L’app non ha funzionato? Chi se ne frega! Sei in un locale gay, sei giovane e vestita per conquistare - forse è l’ora di alzarsi e provare a guardarsi intorno! Su, butta giù lo shot e seguimi!”
 

Lena protesta, ma quando Alex si alza e le tende la mano finisce per fare esattamente quello che Alex le dice.
 
 

 
Sono di ritorno al loro tavolo dieci minuti dopo.
 

“Ok. Questo piano di trovarti una ragazza non è andato proprio tanto bene.”
 

“Alex. Non una parola.”
 

“Ma -”
 

“Non.”
 

“Lena..”
 

“Una.”
 

“Per fa-”
 

“Parola.”
 

Alex sbuffa. “Ok. Offrimi da bere e giuro che non ne parlerò mai più.”
 

Lena ordina un altro paio di shot.
 

 
---
 


“Credo di essere ubriaca.”
 

Alex annuisce, in parte perché è la terza volta in cinque minuti che Lena ripete questa frase quindi Alex sospetta che sia vera, in parte perché anche lei crede di essere ubriaca e non è affatto sicura di quello che potrebbe uscire dalla sua bocca se decidesse di aprirla. Uh, questa sì che è una brutta immagine mentale di cui avrebbe fatto volentieri a meno.
 

“Che cos’è quella faccia? Anche tu credi di..” Un singhiozzo. Alex non aveva mai sentito Lena singhiozzare. “Di essere ubriaca?”
 

Alex annuisce una seconda volta.
 

“E credo di essere stanca. Sono stanca, Alex. Andiamo a casa?”
 

Alex annuisce una terza volta. Ora che Lena l’ha proposto, ha scoperto di avere un’immensa voglia di tornare nel suo appartamento, di buttarsi sotto le coperte e di stirare le gambe e magari di abbracciare il cuscino. Oh - l’ha detto ad alta voce?
 

“Sì.. L’hai detto ad alta voce. Se ti..” Un altro singhiozzo. Lena è stranamente adorabile quando singhiozza. Dio, per avere certi pensieri deve essere veramente ubriaca. “Se ti fa stare meglio, anche io abbra-abbraccio il cuscino quando dormo.”
 

E ora il suo cervello annebbiato dall’alcool le sta proponendo un’immagine di Lena in un pigiama di seta coricata su un letto con delle coperte color pesca (e Alex odia il color pesca) con un cuscino stretto tra le braccia. (È veramente arrivata l’ora di andare a casa.) Alex fatica a trovare la forza di distogliere la sua attenzione da quella immagine.

 
“Vuoi dividere un taxi? Per tornare a casa, intendo?” 
 

Ecco, questo sì che è un argomento sicuro - ci sono poche cose meno sexy ed allusive dei taxi. La probabilità che il suo cervello intossicato le fornisca un’immagine mentale incentrata su delle autovetture gialle, sporche e puzzolenti è molto bassa. Ed ha ragione, perché quando Lena le risponde che “Perché no, è una buona idea”, il suo cervello decide di non presentarle nessuna nuova immagine che occuperà in modo esclusivo la sua attenzione per i successivi 15-20 secondi.
 

Niente affatto - perché il suo cervello decide di fare qualcosa di meglio.
 

Alex apre la bocca per rispondere “Ok,” ma le parole che escono dalle sue labbra sono altre.

 
“Oppure potresti venire a casa mia.”
 

 
 



Note: Non fate come Alex e Lena – bere fa male.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supergirl / Vai alla pagina dell'autore: _valy