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Autore: FreddyOllow    20/04/2018    1 recensioni
Il cielo casca sul mondo ignaro dell'imminente distruzione. La musica del silenzio prepara l'ascesa al caos. Case, strade, città, tutto viene distrutto, bruciato dalle fiamme, disintegrato dalle bombe. L'odio affligge i sopravvissuti e la speranza rincuora i forti. Il cielo dipinge colori tetri, anneriti dal dolore e dal canto di mille tuoni. La terra muore, lacerata dall'uomo avido, corrotto. Sorge una nuova Era, come un alba splendida tra le fessure del male...
Genere: Avventura, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La brecciolina scricchiolò sotto le ruote del fuoristrada che rallentò fino a fermarsi. Una guardia armata con un cappello verde scuro si avvicinò a Patrick, mentre gli altri due uomini rimasero un poco più indietro, scrutando i paraggi.

"Patrick" disse l'uomo, curvandosi sul finestrino con un vago sorriso e appoggiando l'avambraccio  "come mai da questa parti?".

"Dobbiamo incontrare Julien" rispose Patrick "novità?".

"No, nessuna" disse l'uomo "aspetta... una cosa c'è..." l'espressione dell'uomo diventò grave "oltre il ponte, se imbocchi la strada ad est, c'è un covo di Runner. Hanno infestato un edificio abbandonato, credo una vecchia fabbrica o qualcosa del genere. Sono già morte tre persone, quindi è meglio se evitate quella strada".

"Un covo di Runner vicino Julien?" sussurrò fra sé Nathan perplesso, ma Patrick sentì le sue parole.

"Anch'io lo trovo strano" rispose questo, senza voltarsi "se non eliminiamo questa minaccia presto saranno alle vostre porte e poi, forse, toccherà a noi".

"Meglio se non fate niente" disse la guardia.

"Perché?" domandò Patrick confuso, anche Hellis, Cassandra e Nathan guardarono perplessi la guardia.

"Perché là vicino ho visto gironzolare mezzi militari" rispose la guardia "forse se ne occuperanno loro. Non c'è bisogno che vi sporchiate le mani e poi, non avete le armi adatte da quel che vedo. Vi ricordo che i Runner sono molto... beh... feroci".

"Magari per te" sottolineò Hellis pacato.

La guardia corrugò la fronte, ma non rispose, mentre Nathan, Cassandra e Hellis guardarono Patrick in attesa della sua risposta.

"Forse hai ragione" mentì Patrick "vorrà dire che ce ne staremo alla larga. Faremo il giro più lungo". 

"Okay" disse la guardia "allora fate buon viaggio. Salutatemi Julien" e indietreggiò di qualche passo.

Hellis mise in moto, ingranò la prima e partì lentamente verso il ponte, mentre dallo specchietto retrovisore la guardia col cappello verde scuro, impartiva ordini ai due uomini armati. Il fuoristrada arrivò sul ponte ostruito a zig zag da alcuni oggetti di fortuna, quali: carcasse di auto arrugginite e spogliate, compreso un camion anni 80 e altri tipi di cianfrusaglie simili alla postazione difensiva del casolare. Erano stati messi lì per rallentare un eventuale attacco, marcia o fuga di un qualsiasi nemico. Il pavimento del ponte era stato rinforzato, ma in alcuni punti, precisamente verso i bordi, c'erano piccole crepe e buchi grandi quanto un uomo. Per cui ai lati, era facile cadere dentro se si proseguiva a piedi. Una fittissima nebbia grigiastra si spalmava a vista d'occhio sotto il ponte, rendendo impossibile guardare al di sotto. Il fuoristrada serpeggiò diverse volte, prima a destra poi a sinistra, infine, superando i vari blocchi e il ponte, la vettura si fermò a un incrocio. A destra la strada si allungava per oltre venticinque chilometri fino alla fattoria di Bill Nortman, e dopo altri tre chilometri si arrivava a Julien. A sinistra invece, la strada sterrata portava direttamente verso Julien in meno di trenta minuti, ma prima, dovevano superare l'edificio infettato dai Runner e il fuoristrada non sarebbe passato inosservato, ne dai Runner, ne dai Militari, famosi per il sparate a vista durante il loro loschi esperimenti.

"Mi sembra chiaro la strada da prendere" disse Hellis, girando tutto il manubrio a sinistra.

Patrick sorrise. 

Il fuoristrada ripartì, sollevando nell'aria una nube di polvere. Gli alberi diminuivano man mano che avanzavano, perlopiù tronchi anneriti, marci, con pose assai spettrali ed eternamente tristi come un lamento perso tra gli l'ululati del vento nel completo silenzio. L'erbacce crescevano come morsi famelici pronti a strappare ogni lembo di terra senza pietà. Una nuova pianta per un nuovo mondo. Nera come la notte, ondeggiava tra i sussurri mortali di un epoca passata, lunga, sottile e intrecciata, ma immortale alle radiazioni. Declivi rocciosi a punta regnavano e sovrastavano apatici terreni collinari, come un mostro emerso da le viscere della terra per modellarla a suo piacimento. Il fuoristrada rallentò, scese una piccola discesa con un tronco marcio a sbieco, lo superò e continuarono a scendere per dieci metri, dopodiché svoltarono a sinistra. La vettura ondeggiò per qualche secondo sulla strada dissestata e sul pietrisco, poi l'asfalto divenne più liscio. Le foglie ricoprivano parzialmente il tragitto come una distesa di cenere che il vento di volta in volta trasportava inerme da un posto all'altro.

"Oltre quei tronchi distrutti c'è l'edificio infestato" disse Patrick, indicando gli alberi afflosciati "Prosegui per venti metri e poi spegni il motore, Hellis".

Poco dopo Hellis parcheggiò la vettura fuori dalla strada, vicino a dei tronchi bruciati che la coprivano un poco e infine, scesero dal fuoristrada. Le foglie nere si sbriciolarono sotto gli scarponi di Nathan. Un inteso odore di cenere e legno bruciato impregnava l'aria quasi del tutto irrespirabile. Si coprì la bocca con la mano, smontò lo zaino in spalla, cercò all'interno una bandana e la legò attorno alla bocca, in modo da poter respirare un poco. Patrick, Hellis e Cassandra fecero altrettanto. 

"Okay. Togliete la sicura alle vostre armi" ordinò Patrick "avanzeremo da lì" puntò il dito a destra, verso il terreno accidentato, protetto ai lati da alcune rocce annerite. "Non fate rumore. Non sparate se non ve lo ordino. Non fate un cazzo, capito?" si voltò verso Nathan, ignorando Cassandra e Hellis.

Nathan annuì in un primo momento, ma non riuscì a stare zitto "Ti sembro il tipo che fa cazzate?".

Patrick lo guardò per qualche istante, ma non disse niente.  

I quattro avanzarono nella boscaglia incenerita, tra gli arbusti che si sbriciolavano al solo tocco e tronchi d'albero a sbieco o intrecciati l'un l'altro. Vene di fulmini squarciavano il cielo plumbeo che dapprima rimanevano silenziosi per poi scoppiare in un minaccioso boato che risuonava forte nei loro timpani. 

"Pioverà?" domandò Cassandra a Hellis.

"Non sono un meteorologo" tagliò corto lui.

"Lo sei quando ti pare a te".

Hellis non rispose, ma accennò un lieve sorriso malizioso.

Avanzarono per trenta metri e si ritrovarono a ridosso di una collina. Una piccola scalinata quasi del tutto invisibile era ricoperta da rami e foglie nere. Non era molto visibile, ma gli occhi scrutatori di Hellis, la individuarono quasi subito. Patrick fece cenno a Cassandra di andare in avanscoperta. Voleva capire dove portavano quei gradini. Cassandra si mosse con la mitraglietta puntata davanti a sé e lentamente le foglie si sbriciolarono sotto i suoi scarponi. Il vento fischiava tra i rami secchi e spostava di qua e di là le foglie che si disintegravano nell'aria. Pose cautamente il piede sul primo scalino. Poi l'altro sul secondo. Dietro di sé, gli altri erano come spariti, ma erano a venti metri dietro un grande ammasso di tronchi e arbusti. Salì il terzo, il quarto, il quinto, poi si fermò di colpo. Si voltò a destra e vide qualcosa tra i cespugli; una sagoma nera. Puntò la mitraglietta in quella direzione e improvvisamente una raffica di proiettili piovve su di lei. Si gettò a terra, trascinandosi giù dalla gradinata. Gli altri uscirono da dietro il tronco, ma furono raggiunti anche loro da una scarica di proiettili e si ritirarono sparando alla cieca. Cassandra corse verso di loro e con un tuffo fu dietro l'albero. 

"Militari!" esclamò Hellis.

"Non ne siamo sicuri" disse Patrick "Tu cos'hai visto, Cassandra?".

"Solo una sagoma. Nient'altro" rispose Cassandra, scrollandosi di dosso la cenere.

"Sono loro" insistette Hellis "nessuno è pazzo da stare vicino a un edificio infestato".

"Il pazzo ha pure aperto il fuoco vicino a un covo di Runner" rispose Cassandra.

"Che vuoi dire?" domandò Nathan.

Un altra raffica di proiettili fece saltare la corteccia del tronco. I quattro si spostarono ancora più in basso, rimanendo più accucciati.

"Non possiamo neanche rispondere al fuoco" disse Patrick.

"Devono essere alla sinistra della scalinata" rispose Cassandra "Lì ne ho visto uno".

"Accomodati " aggiunse Hellis "se la tua testa salta, allora sapremo che hai ragione".

"Fottiti" imprecò Cassandra.

"Qualcuno vuole rispondermi?" disse Nathan infastidito.

Patrick si voltò accigliato "su cosa?".

"Il pazzo ha pure aperto il fuoco vicino a un covo di Runner. Cosa vuol dire?"  Nathan ripeté l'affermazione che aveva detto Cassandra.

"Che solo un idiota lo farebbe" rispose Cassandra scuotendo la testa.

"I militari sono un branco di idioti" sottolineò Hellis.

"Perché tu sei diverso da loro?" rispose Cassandra con un lieve sorriso malizioso.

"Poi dici che non gli devo ficcare una pallottola in testa" disse Hellis scuotendo la Glock e guardando Patrick.

Un altra scarica di proiettile scalfì di poco il tronco e spazzò quasi del tutto gli arbusti, sollevando in aria un piccola nube di cenere che si dissolse dopo qualche secondo.

"Ma non vi sentite?" esclamò Nathan irritato "sembrate un gruppo di bambini che litigano su chi ha ragione, mentre qualcuno, forse a meno di tre metri da noi, vuole farci fuori!".

Tutti si ammutolirono, ma Hellis sembrò infastidito.

"Okay, Nathan. Dicci il tuo piano?" disse Patrick.

"Quale piano?" 

"Lo vedi. Prima di parlare accertati di avere un piano" sottolineò Patrick "ora fate quello che vi dico..." non finì la frase che, a pochi metri da loro, uno straziante grido di dolore echeggiò nell'aria, ammutolendosi poco dopo.

"Cazzo!" esclamò Cassandra "fanculo, lo sapevo!".

"Fate silenzio" sussurrò Patrick.

D'un tratto si udirono delle ossa spezzarsi. CRACK! Poi un gemito gutturale e rauco, a tratti smorzato. Qualcosa rotolò giù dalla collinetta e urtò il tronco. I quattro si guardarono negli occhi e solo Hellis sembrò più calmo o forse non lo dava a vedere. Gli altri erano ansiosi e impauriti. Poi qualcos'altro venne giù dalla collinetta, strisciando tra le foglie sbriciolate. Un forte tuono echeggiò nel cielo plumbeo e i quattro sussultarono dallo spavento. 

"Al diavolo!" esclamò Hellis. Si alzò di scatto e puntò il fucile d'assalto davanti a sé, coperto dal tronco.

"Cazzo!" imprecò schifato.

C'era una testa mozzata accanto al tronco. La faccia dell'uomo era mezza dilaniata e il cranio aperto solo dal lato sinistro. Le cervella erano sparse tutt'attorno, mentre una scia di sangue con pezzi di cervello veniva giù dalla collinetta, formando una pozza di sangue alla base dei gradini. Poco dopo gli altri si alzarono.

"Non è un militare" sottolineò Patrick.

"Da dove l'hai capito?" domandò Hellis.

"Manca l'elmo".

"Può essere la sopra" puntò il dito Cassandra. 

"Non è un militare. Né sono sicuro" affermò Patrick.

"Io credo invece che lo sia" disse Hellis.

"Ma cosa importa se è un militare o meno" rispose Nathan "c'è qualcosa là fuori. Qualcosa che ha ucciso quest'uomo. Non mi sembra il caso di discutere su chi sia".

"Allora faccia strada" disse Patrick muovendo il braccio verso la scalinata.

Nathan imbracciò il suo fucile d'assalto e si diresse cautamente verso i gradini. La scia di sangue continuava a venir giù da dietro un ammasso di arbusti neri e da un tronco incenerito e incastrato su un altro. Puntò il fucile davanti a sé, salì lentamente i gradini e arrivò quasi alla fine della gradinata, poi il buio...

   
 
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