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Autore: Wings_of_Mercurio    20/04/2018    2 recensioni
Stan sta tentando di rimettersi insieme dopo la rottura con Wendy.
Craig di combattere la sua solitudine.
Tweek di ricostruire la sua vita.
[Staig] [Creek] [Stendy]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Craig, Kyle Broflovski, Stan Marsh, Tweek, Wendy Testaburger
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Abbassate le armi! Vengo in pace! Non sono morta! È solo un periodo superimpegnato, e tra l'altro non sono a casa negli orari in cui normalmente scrivevo, quindi mi è difficile concentrarmi!
Comunque eccoci, vi dicevo che questo è un capitolo particolare, perché ci saranno due punti di vista che fino ad ora non avevamo considerato. Ma questa storia è anche loro, ed era in programma questo capitolo! Buona lettura!

 


35. 00:05


La vista fuori dall'enorme finestra mostrava solo uno squallido parcheggio, con appena un paio di macchine parcheggiate. Una era nera, e l'altra era rossa, e spiccava sul grigio dell'asfalto e del cielo e sul contorno dei marciapiedi innevati. La neve continuava a scendere pigra, ed era davvero un bello spettacolo da osservare nel tepore ospedaliero.
Wendy se ne stava a sorseggiare il suo caffé temporeggiando.
Si era offerta di prenderne uno anche a Clyde e a Bebe, gli unici che avevano accettato. Adesso però, l'idea di ritornare dentro quella stanza, non la attraeva. Era per questo che se ne stava con un braccio intorno al busto, e l'altro a sorreggere il suo caffé, davanti alle macchinette, proprio accanto a quella finestra. La vista era rilassante, l'esatto contrario dell'atmosfera che si era instaurata tra i suoi amici, che, all'interno, se ne stavano in uno strano silenzio.
Quella mattina era stata ben felice di accompagnare Bebe a trovare il suo ragazzo. L'amica non aveva fatto altro che spettegolare dal giorno prima sulla scena a cui avevano assistito in classe. Craig che teneva per mano Tweek. Nessuno, aveva fatto a meno di spettegolare, neanche lei stessa, ma non si sarebbe mai sognata di dirlo a Clyde. Nemmeno Token ne aveva fatto parola con l'amico, nonostante il rancore che Wendy poteva percepire da lui nei confronti di Craig. Doveva aver stabilito che fosse meglio se Craig chiarisse le cose con Clyde da solo. Del resto, Token era una persona molto discreta; lo sapeva perché avevano avuto un flirt l'anno prima, in una delle sue numerose pause da Stan, anche se la cosa non era mai sfociata in nulla di serio, e gli unici a saperlo, erano loro due e Bebe. Non l'aveva detto a Stan perché la cosa era stata così insignificante e breve che sarebbe stato inutile creare certi dissapori. D'altronde, lei e Token non si erano mai neanche baciati. 
Comunque, Bebe era stata di tutt'altro avviso, e aveva spiattellato tutto a Clyde l'attimo dopo essere uscita dalla classe. Bebe era incontenibile, specialmente se si trattava di sparlare, e Wendy aveva davvero odiato quando, origliando la sua conversazione a telefono, aveva sentito Bebe porre la questione come se fosse stata un affronto nei confronti di Clyde.
Quando poi poco prima erano giunte all'ospedale, non si erano sorprese di trovare Token a fare compagnia al quarterback. Non avevano parlato dell'accaduto, e l'atmosfera era stata rilassata, fin quando Craig non aveva fatto il suo ingresso nella stanza. Tutto era diventato strano, perché Bebe e Token irradiavano un'aura ostile che aveva afflitto tutta la camera, nonostante Clyde avesse accolto Craig come se nulla fosse.
Era evidente a tutti, persino a Craig, a quel punto, che Clyde sapesse, e che gli altri non avessero parlato d'altro, ed il disagio era aumentato, anche se Clyde non sembrava fregarsene particolarmente, o almeno tentava. 
Ad ogni modo, era una situazione del cavolo, e lei era stata felice di scapparne.
Il tempo di un caffè e sarebbe rientrata. Un caffè sorseggiato molto lentamente.
Fu dopo un po' che la figura alta e slanciata di Craig attirò la sua attenzione. Lo vide appoggiarsi una sigaretta all'orecchio e poi cercare nella tasca alcune monete per infilarle nella macchina distributrice. Lo osservò mentre pigiava i tasti.
Di certo la stava ignorando di proposito, considerato che, anche se nelle ultime settimane non si erano rivolti la parola, comunque non avevano avuto un approccio tanto gradevole ad inizio anno.
<< Ehi Craig... >> lo richiamò.
Avrebbe voluto chiedergli dove fosse il suo quaderno, dato che se lo stava ancora domandando. Ma poi sicuramente Craig le avrebbe risposto male e lei non voleva incappare nella situazione.
<< Che vuoi? >> chiese brusco il ragazzo.
<< Posso chiederti una cosa? >> domandò Wendy, senza farsi minimamente intimidire. Craig era un coglione, ma lei era troppo curiosa, in merito a tutta quella vicenda.
Craig la occhieggiò col suo sguardo di ghiaccio. Sembrava quasi sul punto di mandarla a fanculo, ma qualcosa negli occhi di lei lo fece desistere.
<< Cioè? >>
Wendy tamburellò un paio di volte con l'indice sul bicchiere, a disagio adesso che doveva rivolgergli la domanda.
<< Tweek... >> iniziò.
Gli occhi di Craig scivolarono via dalla sua figura per prestare un'attenzione fin troppo ostentata alla macchinetta. Strinse le labbra e allungò un dito a toccare il vetrino, nonostante il caffé fosse ancora in erogazione.
<< Come mai stai con lui, dopo tutto quello che è successo? Voglio dire... non riesco a capire, come fai a non avercela con lui? >>
Non voleva essere critica, voleva solo cercare di capire perché un tipo scontroso come Craig fosse passato sopra ad una cosa del genere. Ad essere onesta, non le importava che stessero insieme, fintanto che Craig avesse trattato Tweek bene. Se invece c'era sotto qualche altra cosa, lo avrebbe scoperto, perché non avrebbe permesso a Craig di rovinare Tweek, che di problemi ne aveva già abbastanza di suo. Lo ammetteva, non si fidava abbastanza del ragazzo di fronte a sé da essere sicura al cento per cento che non stesse ricattando Tweek in qualche modo; anzi, non si fidava neanche abbastanza da non lasciare che quel semplice pensiero le sfiorasse la mente.
Il macchinario produsse un fischio acuto, e Craig alzò irruento lo sportellino per raggiungere il suo caffé. Era irritato, Wendy poteva ben dirlo.
<< Tu e Bebe non sapete proprio farvi gli affari vostri, uh? >>
Wendy aprì appena la bocca per dare vita ad una risposta acida, quando Craig continuò, girando il suo caffè con rabbia.
<< Perché nessuno è perfetto, Wendy, e stare insieme ad una persona vuol dire accettarne anche i difetti, non abbandonarla nei momenti difficili o cercare di cambiarla come desideri... >>
Wendy si sentì schiaffeggiata. Più che un'introspezione sul rapporto tra lui e Tweek, suonava come un'accusa contro di lei. 
Non riuscì a dire una parola, tanto si sentiva colta in fallo. Fu inevitabile che il suo pensiero tornasse a Stan.
Ci fu un attimo di silenzio, Craig prese un lungo sorso del suo caffé e si portò la sigaretta alle labbra, pronto ad uscire fuori. Sembrava sul punto di dire qualcosa, ma era come se le parole faticassero ad essere pronunciate.
<< Stan sta davvero cercando di ripulirsi. Frequenta gli alcolisti anonimi. Giusto perché tu lo sappia >> sputò poi.
Senza guardarla un attimo di più, sparì lungo il corridoio.
Wendy stava ancora cercando di metabolizzare cosa le avesse detto, mentre lo guardava allontanarsi. 
<< Come lo sai? >> gli gridò, ma Craig si voltò solo per rivolgerle il dito medio, continuando a camminare a ritroso, poi andò per la sua strada.
Perché aveva tirato in ballo Stan? E perché lui sapeva e lei no? Stan non glielo aveva detto. Ecco perché. Sentì uno strano misto di sollievo e delusione. 
Sollievo, perché c'era una parte di lei che, seppure non voleva ammetterlo a se stessa, sperava che Stan smettesse di bere. E si diceva che fosse perché davvero gli voleva bene come a un amico di vecchia data, e non perché la solleticasse l'idea che ci potesse essere ancora una possibilità per loro. Perché ormai, non c'era. No? Ormai non era possibile tornare indietro; ormai lei aveva preso una decisione. E poi Craig aveva ragione. Chi era lei per meritare che Stan volesse ancora rimettersi con lei, se non gli era stata vicina quando avrebbe dovuto? Aveva sentito la sua sofferenza, ma ne era stata sorda, o meglio, aveva fatto finta di non sentirla, troppo impegnata a vivere la sua vita. Ma poteva biasimarsi, dopo che erano stati male per così tanto e per così troppo tempo, insieme? Si stava sentendo in colpa anche solo a pensare ancora a lui in quel senso, quindi avrebbe fatto meglio a smetterla, si disse.
Maledetto Craig.
E poi, oltre al sollievo, c'era la delusione. Delusione che Stan non la ritenesse più così importante nella sua vita da condividere con lei certe cose.


Ecco, c'era. Salì sul gradino della porta di ingresso e bussò al campanello.
<< Mamma! La porta! >> sentì lamentarsi dall'interno.
Kyle ruotò gli occhi. Bussò di nuovo.
<< Mammaaaa! Bussano alla porta! >>
Era ovvio che fosse stravaccato sul divano a giocare alla Xbox con quel culo lardoso che si ritrovava, ma no, Eric Cartman era troppo pigro per alzarsi cinque secondi e controllare chi vi fosse alla porta.
Citofonò ancora, questa volta in modo più prolungato. Quel culone doveva alzarsi prima o poi. 
<< Mamma, e che cazzo, dove stracazzo sei?! >>
Era incredibile che dopo tutti quegli anni sua madre non lo avesse ancora mandato a quel paese. 
Suonò di nuovo, perché di certo Eric lo avrebbe ignorato, pur di non alzarsi.
<< Ma porc-! >> 
Ci fu un tonfo, e poi un rumore di plastica. Doveva essersi alzato e aver buttato il joystick per terra. Si udirono poi altri piccoli tonfi, come se cercasse di farsi largo tra qualcosa sul pavimento a calci. Poi dei passi, subito interrotti.
<< Kitty! No! Cattiva Kitty! >>
<< Meow! >>
<< Togliti dalle palle, stupido gatto >>
Kyle si ritrovò a ruotare gli occhi di nuovo. E bussò col pugno ripetutamente, giusto per farlo sbrigare.
La porta gli si aprì dinanzi improvvisamente, tanto che restò col pugno alzato a mezz'aria.
Cartman lo occhieggiò sorpreso.
<< Ebreo >>
<< Culone >> lo apostrofò di rimando.
<< Cosa ci fai qui? >> chiese l'amico, sul volto un'espressione indecifrabile.
<< Volevo parlarti >> iniziò Kyle, serio.
Aveva riflettuto a fondo sugli eventi, e per quanto detestasse ammetterlo, non si era comportato bene nei confronti di Eric. O meglio, non è che si sentisse in torto, era solo che in un impeto di empatia aveva provato a mettersi nei suoi panni; e dato che aveva chiarito con Stan e Tweek, voleva farlo anche con lui.
Cartman lo guardò accigliato, gli occhi dorati che si accesero di curiosità, e si appoggiò contro lo stipite della porta. Aveva indosso solo una maglietta bianca con le maniche grigie corte, nonostante fuori si gelasse, anche se aveva smesso di nevicare già da prima di pranzo. Nessuno comunque aveva ancora spalato i vialetti, nè quello di casa Broflovski nè quello di casa Cartman, e per questo Kyle si era fatto strada tra la neve che gli arrivava fin ai polpacci. Fortuna che almeno le loro case erano attaccate.
<< Vuoi parlarmi? Oh, cazzo, non mi dire che si tratta di Tweek perché davvero me ne sbatto le palle dei tuoi pipponi! >> fece, distogliendo lo sguardo stizzito.
<< Bèh, sì e no, e non sono venuto a perdere tempo, quindi tu adesso mi ascolti >> rispose Kyle, leggermente irritato.
<< Hai un'attitudine da stronza, come Wendy. Te l'hanno mai detto? Adesso capisco perché Stan ti sta sempre attaccato al culo >> buttò lì.
In tutta risposta, Kyle digrignò i denti e lo colpì alla spalla.
<< Ouch! >> si lamentò Cartman, massaggiandosela << Questo non è parlare >>
<< Se smetti di fare il cretino che sei forse ci riesco! >>
<< Avanti, allora, spara >>
<< So che le cose tra di noi non sono andate esattamente bene, ultimamente >>
Cartman dondolò distrattamente la testa a destra e a sinistra, e fece una smorfia << Se per ultimamente intendi negli ultimi tredici anni, allora hai ragione >>
Gli occhi di Kyle si accesero di odio << E di chi è la colpa? Tua! >>
<< Tua >> disse in contemporanea Cartman.
<< Tu sei quello che si comporta da coglione sadico! >>
<< E tu sei quello che se la prende per qualsiasi cazzata. Dai, ammettilo >>
Kyle avrebbe voluto prendere a pugni quel sorrisetto compiaciuto sul volto dell'altro. Era palese che Cartman non stesse prendendo la conversazione seriamente, come del resto avrebbe dovuto aspettarsi. Tuttavia, si era ripromesso di avere un confronto civile, e per questo non fece altro che fissarlo fumante. Era già abbastanza imbarazzante essere andato alla sua porta, figurarsi tornarsene indietro lasciandogli vincere qualsiasi gioco stesse facendo.
<< Tutto ciò che volevo dirti è che mi dispiace per quello che è successo, ok? >> disse allora.
<< Per cosa? >> chiese ottusamente Cartman, e Kyle si infilò le unghie nel palmo dalla stizza perché era sicuro che volesse solo sentirglielo dire.
<< Che sia successo di nuovo. Per il fatto di Tweek. Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere di nuovo a quella cosa. Penso solo di essermi comportato da stronzo. Credo ancora che dobbiamo sostenere Tweek, perché non è colpa sua, ma penso anche che avremmo dovuto essere più comprensivi con te, non avrei dovuto darti addosso >>
Cartman lo guardò sospettoso << Cos'è? Sei qui a fare le veci degli altri? >>
Kyle abbassò lo sguardo.
<< No. Onestamente è quello che penso io. Sono stato insensibile, e mi dispiace >>
<< Tweek è un pazzo squinternato, Khal. Devono rinchiuderlo, devi fartene una ragione >>
<< Non sono d'accordo >> rispose ostinatamente Kyle. Non era andato lì per parlare di Tweek; non sarebbe stato lì a spiegare le ragioni per cui il suo pensiero deviava da quello di Cartman, anche perché non si sarebbero mai capiti, loro due.
<< Lo sappiamo entrambi che non vuoi che venga rinchiuso perché ti senti in colpa per non averlo cagato, Khal, ammettilo. Ma lo sai anche tu che è pericoloso >>
<< Lui non sta bene in quella clinica, Cartman... >> iniziò stizzito.
<< Oh, non sta bene? E cosa si aspettava? >> ridacchiò in quel suo modo irritante << Un hotel a cinque stelle? Avanti, Khal, stai offendendo la tua intelligenza. Lo sai anche tu che sarebbe più sicuro per tutti, se se ne andasse >>
<< Bèh, ho una notizia per te, culone: il dottore ha detto che non ne ha bisogno! >>
<< Infatti abbiamo visto tutti, come non ne abbia bisogno. Avanti, Khal, lascia stare la tua etica ebrea e ammettilo! Lascia funzionare quell'enorme cervello che ti ritrovi, bene, per una volta >>
<< Il mio cervello funziona sempre bene! >>
<< Non quando ti prendono le manie da buon samaritano >>
<< Tu sei solo geloso, Cartman, ecco cosa! >> lo accusò, come ultima difesa.
<< Io? Non prenderti in giro, Khal, sappiamo entrambi che sei tu quello geloso >> ribatté l'altro, con una sicurezza che lo punse.
<< Pfft. E di cosa? >> lo derise, sicuro di sé.
<< Perché sono chiaramente più intelligente di te, intelligentone! >>
Kyle sollevò un sopracciglio. Questa gli era del tutto nuova. Cartman aveva sempre cercato di denigrarlo in tutti i modi, ma non aveva mai negato il fatto che Kyle fosse intelligente.
<< Certo, come no. Ti piacerebbe! E sentiamo, in che modo saresti più intelligente di me? >>
Il sorriso di Cartman si allargò.
<< In tutto quello che faccio, Khal. Tu mi odi perché sai di non potere arrivare al mio livello, perché io dico e faccio tutto quello che voglio, mentre tu vorresti, ma sei solo soffocato dalla tua etica ebrea, e ti nascondi sotto la maschera del buon samaritano, mentre lo sappiamo entrambi che razza di persona sei, invece. Tu sei esattamente come me, e sai benissimo cosa sarebbe meglio farne di Tweek, sei solo troppo ipocrita e perbenista per ammetterlo >>
<< La mia etica ebrea? Questo è quello che sono, Cartman! Io al contrario tuo ho una coscienza! >>
<< Avanti, ammettilo, che mi odi perché io sono l'unico che riesce a vederti per quello che sei! >> 
Kyle sbuffò << Non sono venuto qui per incazzarmi... >>
<< Ti incazzi perché ti brucia. Ed hai la sabbia nella vagina >> ridacchiò.
<< Dio. Non si può proprio fare un discorso serio con te, vero? >>
<< Io sono superserio, Khal. Se fossi un po' meno bacchettone, saresti più gradevole >>
Kyle guardò nei suoi occhi per cercare di scorgervi una presa in giro che però non trovò. Era serio?
<< Sono bacchettone perché cerco di essere una persona decente? >>
<< Non sei un robot ebreo, Khal. Lo sappiamo entrambi che anche tu hai un sacco di cattiveria >>
<< E quando mai sarei stato cattivo? >> chiese Kyle, attonito.
<< Con me. Sempre >>
<< Solo perché te lo meriti! >> berciò. Stava per mandare al diavolo quel poco di pazienza che ancora gli restava.
<< "Non è che la rompi, quell'altalena, ciccione?" >> fece, distorcendo la voce così come era solito fare sempre << Sono state le prima parole che mi hai detto, il primo giorno di scuola >> gli ricordò.
<< Ero un bambino! >> si difese Kyle, scandalizzato.
<< Bèh, sfortunatamente per te, io lo sono rimasto >> ribatté Eric, col tono della presa in giro.
<< È già un bel passo avanti ammetterlo... >> poi si guardò intorno, ficcandosi le mani nel giubbotto << Sono stanco, di tutto questo, Cartman >> rivelò, guardandolo con serietà.
Eric sembrò cogliere il cambio di atmosfera, perché gli restituì lo sguardo serio.
<< Di essere un bacchettone perbenista del cazzo? >>
<< No! Di... questa cosa, tra me e te! >> gesticolò, indicando l'altro e se stesso con le mani.
Cartman sollevò un sopracciglio. I suoi occhi divennero suadenti, liquidi come miele.
<< ...me e te? >> chiese, mentre un sorrisetto a metà labbra gli si allargava sul viso.
Kyle tentò di ignorare i brividi che gli suscitò; non voleva indagare su cosa quel sorrisetto volesse dire, quindi il suo cervello lo ignorò così come l'aveva registrato.
<< Già! >> confermò invece << Sono stanco di tutti questi colpi bassi. Onestamente ancora non ho capito perché te ne importa ancora di cosa faccio con Heidi quando non hai fatto altro che trattarla male! >>
Al nome della ragazza, il sorriso di Cartman sparì, così come si indurì il suo sguardo.
<< Voglio dire, è chiaro che non te ne importa niente di lei, altrimenti non... l'avresti trattata così. È stata colpa tua, solo colpa tua, se tra di voi è finita, quindi non capisco perché... >> iniziò Kyle, credendo di essere ragionevole.
<< È stata tua la colpa, Khal! >> rispose incazzato << Perché non sai farti i tuoi cazzi da ebreo! >>
Kyle sembrò essere preso in contropiede, dall'esplosione dell'altro << Scusa tanto! Ma non potevo permettere che la trattassi così, ridendole alle spalle e deviandola! >>
<< Oh certo! >> assentì Cartman, ruotando gli occhi con le braccia incrociate << Perché tu sei un cazzo di eroe, che non voleva fottermi la ragazza, solo troppo sentimentale per lasciarla affogare nel suo dolore da sola, vero, Khal? Ma non vedi quanto sei ebreo? >>
Kyle strinse le labbra e i pugni. Il suo sguardo divenne di fuoco, ma tentò di combattere l'istinto omicida.
<< Lo sappiamo entrambi che il problema non è Heidi! L'hai fatto anche con Nichole! >> 
<< Soffri di manie di persecuzione, ebreo >>
Fu più forte di lui, non riuscì a trattenersi dallo scattare e afferrare il colletto dell'altro, strattonandolo. Si fermò solo quando i loro volti furono a un centimetro di distanza, col pugno alzato a mezz'aria, senza che questo impattasse sulla faccia da stronzo dell'altro.
Gli occhi dorati di Cartman lo sfidarono ad andare avanti, così come il suo sorrisetto smilzo.
<< Sei così prevedibile... >> lo canzonò Eric, portando una mano a stringere quella di Kyle che si aggrappava alla sua maglietta, allontanandola da sé, non con stizza, ma quasi accompagnandola.
La mano di Cartman era calda, contro la sua, e quel contatto gli creò un disagio tale che Kyle allontanò la mano ancor prima che l'altro potesse abbassargliela del tutto.
Kyle aveva ancora le sopracciglie aggrottate, e guardava Eric come se volesse aprirgli la testa a metà con uno sguardo e guardarci dentro << Non capisco perché lo fai! >> 
<< Mi piace vederti incazzato >> lo prese in giro.
Kyle gli rivolse un'occhiata tra la commiserazione e l'esasperazione.
Cartman allungò due dita verso la guancia di Kyle, e la strinse in un pizzico.
<< Perché sei un piccolo mostriciattolo >>
Kyle lo guardò basito, mentre Cartman alllontanava la mano; si massaggiò la faccia per lenire quel lieve dolore, ma ciò che lo fece restare senza parole era che quella scena non accadeva per la prima volta. Già in passato Cartman gli aveva stretto la guancia e gli aveva detto che fosse un mostro. Però sei il mio piccolo mostro, gli aveva detto, e adesso quelle parole galleggiavano non dette nello spazio fra di loro e rimbalzavano sugli occhi di Eric.
<< Perciò ti conviene non farmi incazzare! >> riuscì a squittire, rossissimo in volto.
Cartman se ne accorse, perché ghignò.
<< Comunque, ormai il passato è passato. Cerchiamo di non metterci più sulla strada l'uno dell'altro, d'accordo? >> provò Kyle, con tutta la buona volontà che riuscì a raccogliere, tendendo la mano aperta verso Eric e con gli occhi che rilucevano di determinazione.
Cartman osservò la mano tesa dell'altro mordendosi il labbro inferiore, poi riguardò verso Kyle, prima di sciogliere le sue braccia incrociate e stringergliela vigorosamente.
Kyle riuscì appena a realizzare quanto forte fosse la stretta dell'altro, che Cartman lo tirò con la mano verso di sé, fin quando i loro sguardi non furono vicinissimi.
<< Ci proverò >> disse, con aria sorniona.
Allora Kyle ritirò la mano e lo guardò con sufficienza, allontanandosi.
<< Bene, lo spero >> commentò.
Poi si voltò per andare via. Era già riaffondato con gli stivali nella neve quando Cartman lo chiamò.
<< Khal >>
Kyle si voltò verso di lui, rivolgendogli tutta la sua attenzione.
<< Ti va di andare al cinema, ebreo? >>
Kyle fece un impercettibile sorriso. Non c'era nessuna cosa che più gli piacesse fare con Cartman che andare al cinema, forse perché a loro piacevano gli stessi film, o semplicemente perché era uno dei rari momenti dove non si scannavano a parole, per forza di cose. E poi era una cosa loro. Era il modo in cui Eric stava mostrando di aver apprezzato il passo che aveva fatto verso di lui.
<< Perché no? >>

Questo è un momento Kyman. Come ho già detto, non sono proprio una Kyman shipper, perché non riesco ad immaginare un rapporto salutare, tra i due, o semplicemente penso che il loro rapporto sia fantastico così. Tuttavia, penso che ormai sia comprovato, o almeno, che sia una teoria ormai  ampiamente diffusa (persino al di fuori di noi fangirl sfegatate) e in cui credo fermamente, che Cartman sia in qualche modo innamorato/attratto da Kyle, anche se a livello inconscio. Cartman è ossessionato da Kyle, sotto ogni punto di vista, e le prove a sostegno sono talmente tante che dovrei stare qui fino a stasera solo per elencarle. Ma penso non ce ne sia neanche bisogno. E niente, qui, in questa storia, Cartman ha 18 anni, e ne ha avuto di tempo per realizzare la sua omosessualità latente (vabbè, anche su questo è inutile stare a discutere, Cartman è tipo un prototipo di Stewie Griffin, ma nel suo caso la cosa è molto più sottile ma non meno evidente) e quindi anche gli eventuali sentimenti per Kyle. 
Tuttavia, non credo che Kyle possa ricambiare, tutto qui.

Comunque non temete, nel prossimo capitolo tornerà Stan con la sua incontenibile allegria!

ATTENZIONE! Vi avevo annunciato che volevo dirvi una cosa importante su questa storia. Ecco, può non sembrare, ma Kyle è uno dei personaggi principali, molto più di Wendy. TheDarkiti, che ringrazio tantissimo per avermi sostenuta insieme a _Delilah_, Leitmotiv e alle altre ragazze che mi hanno dato un'opinione sulla storia (grazie davvero, vorrei ringraziarvi una per una! ), in un commento aveva argutamente osservato che è sempre stato Tweek a muovere i fili alla base della storia. Invece io adesso vi svelo l'arcano e vi dico che c'è qualcuno ancora più a monte che ha mosso tutti i nostri personaggi, e quel qualcuno è Kyle. 
Non è solo un personaggio di sfondo, Kyle è il cuore di questa storia. 
È per lui che Cartman si è accanito su Tweek, e quindi è per lui che Tweek è andato in clinica. È per lui la rivalità che Tweek sente nei confronti di Stan, ancor prima di scoprire la sua tresca con Craig, ed è paragonandosi a lui che Stan ha così poca stima in se stesso. Ancora, è per il modo in cui Stan è amico con Kyle che Craig inizia a desiderare di potersi avvicinare al ragazzo, così come detto nei primi capitoli, è per invidia di Kyle che Craig si avvicina a Stan, così come è per invidia nei confronti di Kyle, per cui Tweek ha un debole, che Craig ritorna da Stan. Insomma, questa non è solo la storia di un triangolo/quadrangolo, è una storia di amicizia e gelosia, e Kyle vi è al centro.
Spero solo di essere riuscita a spiegare quanto per me questo personaggio sia importante, in questa storia, e quanto i personaggi siano legati tra di loro a triplice corda a causa sua.
Dopo ciò, spero di poter aggiornare presto! T_T
E grazie ancora per il vostro supporto!
  
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