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Autore: Laura_Cross    20/04/2018    1 recensioni
Messaggio Promozionale! Vieni anche tu presso lo studio Axtor, dove i tuoi sogni diverranno realtà. Vuoi essere più alto? Più basso? I tuoi occhi hanno bisogno di una revisione completa? Vienici a trovare… Ti aspettiamo.
Genere: Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Axtor, dove i tuoi desideri diventano realtà...
Vieni anche tu presso lo studio Axtor, dove i tuoi sogni diverranno realtà. Vuoi essere più alto? Più basso? I tuoi occhi hanno bisogno di una revisione completa? Vienici a trovare… Ti aspettiamo.

 
***
 
“Okay, io ti ho detto quello che penso, poi sono affari tuoi.”

“Eh mamma mia, che avrò mai fatto!” Jake sventolò il coupon dello studio Axtor, “voglio solo non mettermi più questi dannatissimi occhiali da vista, sono praticamente una talpa senza…”

“Se poi però ti succede qualcosa…”

“Ancora? Questo non è un film di serie C di fantascienza scadente, mamma! Andrà tutto bene, pensa che belli saranno i miei occhi non appena avrò due bulbi oculari cibernetici…”

Jake dovette indossare il visore per ben tre settimane ma dopo, oh, che pacchia! Aprì gli occhi e per la prima volta in vita sua riusciva a mettere a fuoco le persone davanti a sé senza usare gli occhiali. “Ci vedo!” Esclamò emozionato: allo specchio i suoi occhi sembravano quelli suoi vecchi, rifatti completamente da zero. Intanto, il chirurgo che l’aveva operato era soddisfatto nel suo ufficio che si compiaceva nel vedere il suo grasso conto in banca: 10000 crediti in più, ancora e ancora di più… Jake sarebbe stata un’altra persona che avrebbe fatto pubblicità gratuita.

Ne parlavano tutti i telegiornali, gli annunci erano ovunque per le strade e per i siti internet: era il boom degli interventi negli studi Axtor. Le persone si recavano lì in quegli stanzini super accessoriati e futuristici provenendo da ogni parte del paese: bastava fare un po’ di fila, parlare con il chirurgo di turno e poi proseguire per l’intervento. Certo, i risultati non erano immediati, ma stavano lavorando anche su quello: le poche settimane di degenza sarebbero diventate ore, se non minuti.

Presto le persone si sarebbero fuse tutt’uno con le macchine e secondo Jake sarebbe stato il passo successivo nell’evoluzione umana. Era normale andare in giro per New York e incrociare ragazze alte con le loro belle gambe lisce e metalliche o uomini che si erano impiantati delle braccia più robuste o muscolose; altri si erano limitati a cambiare il colore degli occhi o dei capelli tanto che fra i ragazzi andava molto di moda il giallo canarino. Lentamente la suddetta evoluzione si stava trasformando in un circo del tutto demenziale.

In classe di Jake per esempio, una sua compagna di classe, Wilma, era andata a farsi impiantare una chiavetta USB nel polso per poter cambiare anche il colore degli occhi a giornata: che stupidaggine. “Non puoi criticarmi,” gli disse un giorno a pranzo, mentre lo scrutava con le sue nuove iridi verde smeraldo, “sei andato anche tu alla Axtor, te la potevi far fare anche te!” Jake si era limitato a sbuffare e a tornarsene a mangiare la sua pasta scotta. Con certa gente era impossibile ragionare: non era difficile capire che non criticava chi ci andava per dei difetti fisici, ma chi ci andava per la vanità, proprio come aveva fatto Wilma.

Il punto di non ritorno avvenne tre mesi dopo il suo intervento agli occhi: gli studi Axtor avevano deciso di ingrandirsi e avevano comprato delle enormi proprietà nel Maine, a Tokyo e a Bruxelles. “Pensa quanti ragazzi potranno finalmente fare come noi!” Wilma commentò quel giorno, gli occhi arancioni fissi sui compiti di algebra, “stavano tutti morendo dall’invidia sui social quando mi sono fatta un selfie questa mattina…” Jake si morse la lingua per non risponderle male: perché qualcosa di bello doveva essere rovinato dalla società? Perché la Axtor non si era limitata a migliorare la vita delle persone invece che a sconvolgerle? Occhi gialli o cibernetici, porte USB nel corpo ed arti fatti di cavi e tubi… Roba da manicomio.

“Ma che gusto c’è ad essere tutti uguali?” Le chiese, incapace di tenersi la domanda per sé. “Vi siete guardati allo specchio tutti quanti?” Wilma sbuffò, portandosi i lunghi capelli castani all’indietro, “senti, se dici a me, io non sono uguale a nessuno, chiaro? Io sono Wilma. Semmai sono gli altri che mi copiano,” rispose con un tono che non ammetteva repliche. Jake scosse la testa sconsolato, osservando in silenzio l’altra dozzina di ragazze nella caffetteria che in quel momento avevano anche loro una porta USB nel braccio. Stavano diventando delle fotocopie sbiadite l’una dell’altra. Wilma, Brenda, Tania, erano tutte uguali, i loro normi ormai delle marche che mascheravano lo stesso prodotto: la Axtor.

Jake non poteva davvero farcela un giorno di più: arrivato a casa scrisse una lunga e-mail alla Axtor dove elencava tutti i suoi dubbi, ma solo un’ora dopo, in tutta risposta, gli mandarono uno sconto di 100 crediti sul prossimo intervento cibernetico. Grazie per la tua e-mail. Le tue parole ci permettono di crescere ogni giorno! Porta un amico con te, avrai uno sconto anche maggiore! Solo da noi, solo alla Axtor, dove tutto è possibile. Lo cancellò con rabbia ed imprecò ad alta voce. Si collegò al suo blog e copiò ed incollò tutta l’e-mail sperando che magari qualcuno sul web la pensasse come lui: Una volta si diceva “il mondo è bello perché è vario” ma la Axtor sta distruggendo la varietà che ci rende umani. Non restiamo muti davanti a questo scempio.

Invio.
 
***
 

Quando il camioncino della Axtor parcheggiò nel vialetto di casa di Jake, sua madre non poteva sapere della piccola crociata che aveva iniziato suo figlio sul web: così, l’uomo e la donna sorridenti fermi sull’uscio della porta che si erano presentati come dei medici non sembravano una minaccia. “Dobbiamo fare solo alcuni controlli per Jake, è la prassi,” disse la Dottoressa Smith, “possiamo vederlo?”

“Certamente.”
 

In un’altra parte della città, Wilma sorrise nell’aprire la sua casella di posta elettronica: un’e-mail della Axtor l’attendeva! L’aprì senza pensarci due volte, sfiorando lo schermo del cellulare con l’unghia blu elettrico. Grazie per averci segnalato l’articolo diffamatorio! La tua azione ci permette di diventare sempre più grandi. Per te, uno sconto di 100 crediti sul tuo prossimo intervento! Porta un’amica e lo sconto sarà maggiore! Axtor, dove i tuoi sogni si avverano. Ben gli stava a quel rompi scatole di Jake: magari dopo aver passato un po’ di tempo con la Axtor avrebbe cambiato idea, oltre che al suo look veramente datato.
“Pronto? Sì, volevo prenotare un altro intervento, grazie, volevo cambiare un po’ questi capelli che ora come ora sono proprio una schifezza, sa?” Si era veramente stancata di quel castano scuro: magari avrebbe potuto intonarlo con gli occhi…
   
 
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