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Autore: Robigna88    20/04/2018    1 recensioni
Gli Avengers affrontano ogni giorno nuovi nemici e sono bravi in quello che fanno. Un po' meno bravi sono invece nelle questioni di cuore e, infatti, a parte uno di loro, nessuno ha una vita sentimentale stabile e qualcuno da cui tornare la sera, dopo una battaglia. Ma le cose, forse stanno per cambiare, almeno per uno di loro. Il più schivo e onesto tra tutti, il Capitano Rogers, si ritroverà investito da un sentimento che non conosce per niente bene e che non sa come gestire. Sarà tentato di spingerlo via ma sarà in grado di resistere all'emozione che Lidya Abel sa offrirgli anche solo sorridendo?
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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4.

 

 

 

 

 

“Salve” salutò Lidya con un cenno della mano. Lo sconosciuto, di nome Daniel per quel che ne sapeva, stava in piedi davanti alla vetrata che dava sulla parte più bella della città. Le mani incrociate dietro la schiena. Indossava un completo elegante ma lei non aveva alcun ricordo di averlo mai incontrato prima. “Daniel, giusto?”

“Daniel Miller” replicò l’altro annuendo, ma non si voltò.

La donna si inumidì le labbra, guardò Steve per un istante, poi Tony arrivare dalla parte opposta della stanza. Le indicò l’uomo con un dito, sul suo viso un’espressione interrogativa e Lidya si strinse nelle spalle in risposta.

“Salve!” esclamò Tony avvicinandosi al bar per armeggiare con la macchina del caffè. “Le piace la vista della città?”

“Ho visto di meglio.”

Stark rise mettendo dello zucchero in una tazza. “E dove, precisamente?”

L’ultimo arrivato finalmente si voltò, i suoi occhi erano di un blu intenso, brillante. Sulla guancia sinistra aveva una cicatrice che partiva dall’occhio e finiva quasi al mento. “È mai stato in Toscana, signor Stark? Le assicuro che per quanto New York sia maestosa, non c’è nulla come un’alba vista da un vigneto della Toscana.”

Tony annuì. “Sì, le credo” gli disse. “Ora potrebbe gentilmente dirci chi è e cosa ci fa in casa mia?”

Daniel Miller mise la mano in tasca e facendolo fece scattare tutti sull’attenti. Lidya si accorse che il braccio di Steve si era allungato fino a lei, davanti, quasi fosse pronto a spingerla via e proteggerla se fosse servito. Ma l’unica cosa che l’ospite tirò fuori dalla tasca fu un cellulare. “Ho un messaggio per lei signorina Abel” disse rivolto proprio a lei. “È una cosa privata.”

Stark si mise a sedere sul divano. “Questa è casa mia, lo sai vero? Non c’è niente che io non possa sentire.”

Gli occhi di Miller si poggiarono su Steve, quasi come se cercassero un minimo di ragionevolezza in lui. Ma il Capitano incrociò le braccia sul petto e parlò a Lidya senza neppure voltarsi a guardarla.

“Vuoi che ce ne andiamo, Lidya?” le chiese.

“No” la donna assunse la stessa posizione di Steve. “Potete rimanere.”

“Come preferisce” mormorò Miller cercando qualcosa sul cellulare, avvicinandosi a Lidya.

“Ah-ah” Tony lo avvertì. “Non c’è bisogno di avvicinarsi così tanto. Jarvis” chiese alla sua intelligenza artificiale. “Puoi collegarti al cellulare del nostro nuovo amico e mostrarci sullo schermo grande quello che deve farci vedere?”

“Certo signore!” Jarvis rimase in silenzio qualche secondo. “Sono pronto.”

“Prego” disse il padrone di casa a Miller. “Faccia partire il messaggio.”

L’altro ridacchiò. “Credete che voglia farle del male?” chiese. “Se volessi farlo, lo avrei già fatto.”

“Oh mi piacerebbe vederti provarci” Lidya piegò poco il capo e gli sorrise sarcastica.

“Anche a me” aggiunse Steve guardandola per un istante, per poi tornare a guardare Miller.

“Ho appena ristrutturato” si lamentò Tony alzandosi e raggiungendo il Capitano e Lidya. “Ma se proprio dobbiamo batterci, okay. Sono pronto” disse mettendosi di fianco alla sua amica.

Miller premette un pulsante sul suo cellulare e sullo schermo comparve il viso di Nick Fury. Sembrava un qualche collegamento in diretta. Lidya pensò che doveva aspettarselo, dopo la morte di Thierry. Eppure non lo aveva fatto.

“Siamo nervosetti questa mattina?” domandò Fury guardando i tre.

“Fury” mormorò Steve scuotendo il capo.

“Come cavolo facevi a sapere che ero qui?” gli chiese Lidya avvicinandosi allo schermo. Ma la risposta era piuttosto ovvia. “È stata la Hill, vero?”

“Perché sei così sorpresa? La Hill è un’agente devoto, al contrario di te.”

La donna rise. “Io ti ho dato undici anni della mia vita, Nick. Mi sembra una sufficiente dose di devozione.”

“Sì, undici anni in cui ti sei finalmente sentita parte di qualcosa. Eri smarrita prima dello S.H.I.E.L.D. Io ti ho dato qualcosa per cui lottare, per cui andare avanti.”

“Io non ero smarrita” Lidya scosse il capo. “Avevo appena perso mio padre, stavo semplicemente soffrendo.”

“E io ti ho aiutata a uscire da quella sofferenza. Quando mi hai chiesto di congedarti ho acconsentito, ma credevo che saresti comunque stata disponibile ad aiutare l’organizzazione se fosse stato necessario e invece...”

“Invece cosa?” chiese di rimando lei. “Ti brucia ancora che tre anni fa mia sia rifiutata di fare ciò che mi chiedevi.”

“Tre anni fa avevo bisogno di te, volevo affidarti una missione e tu hai detto no. Anche se, a quanto ne so, tu e la mia missione siete molto amici adesso.”

Steve e Tony si guardarono per un istante. “Sta parlando di me?” domandò Steve.

“Sì, sto parlando di lei, Capitano” confermò Fury. “Tre anni fa chiesi all’Agente Abel di aiutarla a integrarsi nel nuovo mondo. Ma lei disse che non voleva saperne.”

Lidya incrociò le braccia sul petto. “Integrarsi non è esattamente la parola che userei per descrivere ciò che volevi facessi” disse a Nick. “Ora si può sapere che diavolo vuoi?”

Fury respirò a fondo. “La morte dell’Agente Thierry ha messo in moto alcuni meccanismi che credevamo di aver bloccato per sempre. Pare che il tuo partner avesse qualche segreto di troppo. Le mie fonti dicono che aveva qualcosa che non gli apparteneva e il legittimo proprietario la rivuole.”

La donna si passò le mani tra i capelli. Non aveva idea di cosa stesse succedendo, ma credeva di sapere, di istinto, chi fosse quel legittimo proprietario. “Stai parlando di Ed Morton?”

“Esatto. Ma c’è di più.”

“Ah non vediamo l’ora di saperlo” si intromise Tony, il suo tono era sarcastico come sempre.

“Morton sta lavorando con il Consiglio.”

“Il Consiglio controllava lo S.H.I.E.L.D e l’organizzazione non esiste più” fece presente Steve. “Quindi cosa controllano adesso?”

“Controllano ogni cosa, Capitano!” esclamò Fury. “Non ho più tempo, dovete ascoltarmi. La prima persona con cui Morton se la prenderà sarà...”

“La moglie di Thierry” concluse Lidya per lui. “Lei non sa nulla di nulla, ma a lui non importerà.”

“Esatto” confermò l’ex direttore. “La seconda persona con cui se la prenderà invece...” si zittì perché sapeva che non c’era bisogno di continuare.

“Sarò io” mormorò Lidya mettendosi a sedere. Con le mani si coprì il viso alla disperata ricerca del controllo.

Steve la seguì con gli occhi, poi si rivolse a Fury. “Saremo pronti a riceverlo, quando verrà.”

“Oh sì, lo saremo” confermò Tony. “Sono pronto già adesso.”

“Morton non farà subito la sua mossa. Ma quando la farà sarà il caos” ragionò Lidya attirando l’attenzione degli altri. “Fino ad ora ha creduto che Thierry fosse ancora vivo, e quindi protetto dallo S.H.I.E.L.D. È forte ma non è stupido, non si sarebbe mai messo contro l’intera organizzazione. Ma ora che sa della morte di Thierry, ora che sa che lo S.H.I.E.L.D non esiste più... il campo è libero e il gioco può cominciare.”

“A noi piace giocare, vero Capitano?” gli chiese Tony, ma gli occhi di Steve erano fissi su Lidya. La sua amica, dal suo canto, sembrava sconvolta come Stark non ricordava di averla mai vista.

“Sì beh” parlò ancora Fury. “Io non potrò esservi di grande aiuto stavolta. Dovrete cavarvela da soli” il messaggio si interruppe e Daniel Miller uscì da dove era entrato.

Ci fu silenzio per alcuni istanti, poi Lidya si alzò. “Tony, puoi accertarti che la moglie di Thierry sia al sicuro?”

“Consideralo già fatto!” annuì lui. “Una volta che lei sarà al sicuro ci occuperemo di tutto il resto.”

“No” Lidya scosse il capo. “Di tutto il resto mi occupo da sola. È la mia battaglia, non la vostra. Sparì lungo il corridoio ma Steve la seguì.

 

 

 

 

 

***

 

 

 

 

 

“Non ti permetterò di andare da sola” le disse afferrandola piano per un braccio e facendola girare. “Se questo Morton è così pericoloso come sostenete, avrai bisogno di aiuto.”

“Posso cavarmela da sola, ma grazie della premura.”

“Io vengo con te.”

“No, tu non vieni con me.”

“Sì invece. Lo so che non mi vuoi tra i piedi, forse è come tre anni fa, quando non volevi avere niente a che fare con me, ma non mi importa. Non andrai da sola.”

Il viso di Lidya si tinse di tristezza. “È questo che pensi? Tre anni fa ho rifiutato la missione perché Fury voleva che ti convincessi che avevi bisogno di lui e dell’organizzazione. È questo che lui intende con integrazione: voleva renderti un perfetto soldato facendoti credere di non avere altra scelta se non lo S.H.I.E.L.D. Mi sono rifiutata di stare al suo gioco perché non volevo renderti prigioniero di niente e nessuno, volevo che ti rendessi conto che hai sempre un’altra scelta, volevo che potessi prendere le tue decisioni da solo, senza il lavaggio del cervello che loro sono capaci di fare. Volevo che fossi libero” gli disse. “Tu sei straordinario, Steve. E io volevo che quella straordinarietà fosse solo tua e di nessun altro.”

Steve le lasciò il braccio, entrambe le mani le si poggiarono sul viso. Gli occhi di entrambi si chiusero e le fronti si sfiorarono. “Io vengo con te” le disse, di nuovo.

La donna posò la bocca sulla sua in un bacio leggero che lui ricambiò. “No, tu non vieni con me” sussurrò poggiandogli una mano sul viso, dalle sue dita si irradiò una tenue luce azzurra. L’uomo cadde in terra addormentato e lei pensò che quello era il momento perfetto per andarsene via. Non aveva, però, fatto i conti con Tony.

   
 
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