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Autore: LightingThief    21/04/2018    2 recensioni
FF ambientata ad Impel Down subito dopo la sconfitta di Doflamingo a Dressrosa.
Il Re, ormai sconfitto, viene portato al Sesto Livello, ma qualcuno di inaspettato andrà a trovarlo. Qualcuno che non vedeva da fin troppo tempo.
[ Incontro fra Doflamingo e Corazon ]
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|| FanFiction partecipante al 1° Contest indetto dal GDR One Piece Caffè - Cambia la scena ||
Genere: Angst, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corazòn, Donquijote Doflamingo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Impel Down

I lugubri corridoi in pietra, ricostruiti ormai da poco dopo l’evasione orchestrata da Barbanera, incuterebbero timore a chiunque. Perfino il più coraggioso degli uomini, dinnanzi a quel silenzio devastante esiterebbe nel proseguire. Ma la figura che si aggirava da quelle parti si muoveva con decisione, facendo dei suoi passi l’unico rumore udibile nell’arco di metri e metri.
O forse non vi era neanche quel rumore ad accompagnare la sua andatura felina, nessuno poteva dirlo con certezza.

Si tratta solo del Primo Livello di Impel Down, quello dove i detenuti sono i meno pericolosi in assoluto. Ed il Marines che avanza lungo il corridoio, scortato semplicemente dall’austera figura di una delle guardie, lo sa fin troppo bene. Lui stesso aveva contribuito nello sbattere dietro le sbarre buona parte di quei criminali, importanti o meno che fossero, perché era questo il suo compito che ogni giorno svolgeva con onore. Sarebbe arrivato, prima o poi, un momento cruciale nella vita del Marines, il momento in cui avrebbe dovuto metter le manette di algamatolite all’unica persona sulla faccia della terra per il quale aveva rischiato la sua intera vita.
Rosinante Donquixote era fiero di quel che Law, il suo caro Law, faceva ogni giorno, anche se si trovavano ormai su campi opposti. Aveva quasi esultato, due anni prima, nel sapere che quel marmocchio era adesso uno dei nuovi Supernovellini, addirittura nella peggiore generazione. Insomma non seguiva di certo figure raccomandabili, considerato i guai in cui si era cacciato, ma Corazon, perché era quello il nome impresso sul cuore del biondo, non avrebbe mai smesso di approvare ogni singola azione di Law. Anche quella più pazza, come il cercare di distruggere il Laboratorio su Punk Hazzard, seguito dall’imminente sbarco su Dressrosa.
Aveva promesso a sé stesso che mai più avrebbe messo piede nella stessa isola di suo fratello, anche perché era stato lo stesso Sengoku a proibirglielo, visti gli eventi di anni addietro, ma Corazon era riuscito a farsi strada ed a veder il proprio ragazzo combattere contro il suo stesso fratello.

Non era stato facile, anche perché mettere fuori gioco la famiglia era un’impresa ardua, il tutto accompagnato dalle manomissioni dei rivoluzionari, però alla fine erano riusciti nell’intento più grande di sempre: spodestare suo fratello Doffy.
Avrebbe tanto voluto donare ogni singolo berry della propria paga per veder con i suoi stessi occhi Doflamingo crollare dinnanzi a quel ragazzino decisamente divertente, Rufy Cappello di Paglia. Insomma era anche merito suo se Law adesso era vivo e loro avevano fatto a pezzi uno dei più importanti trafficanti di armi e malavita nell’intero Nuovo Mondo.
Erano ancora ben chiare a Corazon le urla di Tsuru dopo aver espresso il personale desiderio di scendere a trovare il sangue del suo sangue. Più che comprensibile visto che era stata la stessa donna a ritrovarlo in fin di vita dopo aver rubato l’Ope Ope. Probabilmente se non fosse stato per Vegapunk ed i suoi esperimenti, Rosinante non sarebbe ancora vivo. Era stato difficile riprendersi, ma c’era riuscito. Aveva superato ogni problema, compresa la bruttissima cicatrice all’altezza del cuore che gli rammentava ogni singolo giorno della sua “quasi morte”. Ovviamente era stata una cosa graduale, il suo riprendersi, ed alla fine a distanza di anni lo aveva incontrato di nuovo, ma da lontano: quel moccioso che considerava come un figlio. Allora era un ragazzino che stava decidendo di partire per la Rotta Maggiore e lui aveva ordinato ad i propri uomini di ignorarlo, perché non sarebbe di certo riuscito a combinare nulla di buono, salvando così la vita di Law e soprattutto la sua partenza.
Ed invece eccolo li, era entrato nella Flotta dei Sette, con l’idea di far fuori Doflamingo semplicemente per vendicarlo. Ecco che cosa gli aveva sussurrato all’orecchio al suo arrivo a Dressrosa, dopo il grande scontro. Era stato emozionante per entrambi rivedersi, ma essendo su sponde diverse le cose sarebbero state più complicate del previsto. Ma a Law non importava che lui fosse un Marines, Corazon sarebbe rimasto sempre il suo sbadato preferito, o almeno così gli aveva detto il moro.
C’era però un’ultima cosa che avrebbe dovuto fare prima di impegnarsi nello scoprire che altro Law stesse tramando, forse riguardava Kaido ed indubbiamente il biondo lo avrebbe allertato ed aiutato, se possibile. Doffy, stranamente, aveva la precedenza su tutto perché dopo ben tredici anni Rosinante era pronto ad incontrare di nuovo il viso di chi lo aveva spezzato, distruggendolo. Voleva guardare in faccia il viso di colui che un tempo chiamava fratello e che si ostinava a non considerare più tale, senza però riuscirci davvero. Ma c’era una parte di lui, una parte neanche troppo sopita, che lo spingeva a ricordargli sempre che quel nome che tanto detestava era esattamente una parte di lui.
Per questo motivo doveva andare fin li. Doveva rivederlo.
Ne andava della propria stessa sanità mentale.

Il grande ascensore che lo avrebbe condotto fino al Sesto livello di Impel Down era grande, e la guardia al suo fianco sembrava tremare accanto alla figura di Rosinante. Era chiaro, chiunque dotato di buon senso possedeva una minima dose di timore del livello più infimo in tale fortezza oscura. Ma lui non aveva paura, era semplicemente impaziente.
«Comandante Donquixote, le concediamo cinque minuti, non di più.»
A rompere il silenzio fu la voce tremante della guardia, che rivolse all’alto biondo uno sguardo di sbieco, prima di concentrarsi sull’apertura delle porte dell’ascensore.
Corazon annuì stizzito e non disse niente. In fondo, dopo gli eventi di tredici anni prima, non aveva perso la vecchia abitudine dello stare in silenzio.
Il suo amato silenzio.
Preferiva di gran lunga far parlare gli altri piuttosto che sprecar parole inutili. Parlava solo quando era necessario, però il vecchio vizio di inciampare sul suo stesso mantello o vederlo prender fuoco spontaneamente, non era andato via, purtroppo. E dire che lui ci aveva provato davvero a spacciarla per sceneggiata, quando in verità era abbastanza sfortunato di suo.

Con l’apertura delle porte il comandante mosse un passo verso la grande sala piena di celle, c’erano corridoi, ma lui sapeva dove andare, Tsuru glielo aveva detto, alla fine. Quindi si mosse rapidamente alla ricerca della cella con il numero corretto, e quando essa si presentò dinnanzi ad i suoi occhi, vide una figura appoggiata di spalle contro il muro. Teneva il viso basso, mentre i capelli biondi, ed adesso più scombinati del solito, erano tirati indietro. Gli occhi, ancora una volta, erano coperti dalle lenti rosate che lui stesso aveva consigliato, anni prima, a Doffy, mentre le labbra erano incurvate in un ghigno divertito.
Certo che suo fratello non aveva perso il tocco, anzi, era sempre quello di un tempo.
«Adesso i Marines vengono a vantarsi delle loro grandi imprese? Che c’è non avevate altro da fare?»
Doflamingo parlò con tono mellifluo, tanto da spingere Corazon ad arrestarsi a pochi metri di distanza, semplicemente perché quella voce, ancora, gli metteva un certo timore.
«Magari sono qui per interrogarti.» provò a ribattere Corazon dandosi un tono.
«Di certo non avrebbero mandato te, Rosinante. Fra tutti quanti sei quello meno adatto ad interrogare me.»
E Doflamingo sottolineò con estrema veemenza quell’ultima parola, decisamente pronto ad intimorirlo, ma Corazon deglutì e poi mosse un passo in avanti, stringendo i pugni.
«Ed invece io sarei la persona migliore per interrogarti, così potrei farti assaggiare almeno una minima parte del dolore che io ho dovuto patire per causa tua
Questa volta fu proprio il Marines a parlare con estrema decisione,  e se solo ne avesse avuto la possibilità lo avrebbe addirittura afferrato per strattonarlo, era una vera fortuna che vi fossero delle sbarre a dividerli.
«Andiamo, Corazon—… sei ancora arrabbiato con me per quello che ti ho fatto, ed anche quel tuo moccioso lo era, visto dove mi ritrovo adesso.» ma l’ex re di Dressrosa parlò con assoluta calma, grattandosi il mento. «Ma appunto, io adesso sono qui dietro le sbarre e tu no, dunque rifletti su questo, mio caro fratellino. Alla lunga chi ha avuto la meglio?»
Sorpreso come non mai dalle parole di Doflamingo, il giovane Rosinante si ritrovò decisamente senza parole. Aveva ragione, ormai si trovavano in situazioni definitive che comunque avrebbero segnato i rispettivi destini. Perché adesso Doffy era in una cella, in quella prigione di massima sicurezza, aveva perso tutto, la sua famiglia, i suoi compagni, la sua stessa vita, mentre Corazon era dalla parte opposta, aveva riacquistato tutto, aveva il potere e soprattutto aveva dei compagni disposti a proteggerlo ed ad aiutarlo. Era come se i ruoli si fossero invertiti e questa era una cosa alla quale Rosinante non aveva pensato. Lui voleva parlargli semplicemente per sbatter in faccia a Doflamingo quella sconfitta, ma quanto era amaro il sapore di chi batteva il proprio stesso fratello?
Quindi, colto da quella terribile consapevolezza, Corazon crollò sulle proprie stesse ginocchia, quasi a volersi avvicinare al vecchio re.
«Doffy tu mi hai sparato. Mi volevi morto e ci sei andato davvero vicino.»
«Ma a quanto pare non ci sono riuscito per davvero, mentre tu, mio caro, hai vinto, e questa volta per davvero. Mi avete portato via tutto, spero che tutto ciò ti renda davvero felice.» sibilò Doflamingo strisciando verso suo fratello, anche se con qualche difficoltà.
«In realtà sono combattuto vedendoti dietro le sbarre, Doffy, e sai perché? Perché tu sei una bomba pronta ad esplodere. Non hai idea del pericolo che ti porti dietro e questa tua sconfitta ti deve servire da lezione, perché tutto il male che fai, alla fine, ti si ritorce contro. Però sei anche sangue del mio sangue.»
Le parole di Corazon uscirono come un sussurro dalle sue labbra, quando finalmente riuscì a sollevare le brune iridi per poter guardare negli occhi suo fratello.
«Io ti ho sparato perché tu mi hai tradito. Hai tradito il tuo stesso sangue, Corazon, questa non è una cosa che posso dimenticare. Per me la famiglia è sempre stata tutto e—…»
«Io ti ho tradito perché tu hai ucciso nostro padre. Tu per primo hai tradito la nostra famiglia. Tu mi hai abbandonato quando avevo più bisogno. Sei stato tu a spingermi verso la Marina ed io non smetterò mai di ringraziare il grande ammiraglio Sengoku per esserci stato quando ormai sarei crollato.» 
Non si trattenne, allora, il giovane biondo, nel rispondere a suo fratello arrivando addirittura ad alzare il tono della voce, perché tutto quel discorso che Doffy stava facendo non aveva senso. Se lo rimproverava della sua entrata in marina l’unico che doveva additare come colpevole era sé stesso.
Probabilmente anche Doflamingo rimase un attimo spiazzato dalla prepotenza con cui Corazon mise in mostra le proprie emozioni, anzi, arrivò addirittura ad accennare un sorrisetto soddisfatto.
«Allora dovresti prendertela, anche tu, con quell’idiota di nostro padre. Lui e la sua voglia di farci diventare come tutti gli altri quando noi, in realtà, eravamo superiori al mondo intero. »
«Non biasimo nostro padre per la scelta fatta, biasimo te perché non hai mai provato a comprenderlo. Purtroppo sei sempre stato un Drago Celeste e questo non è mai cambiato. »
«Perché dovevo cambiare? Almeno io so chi sono e quel che valgo, non come questi uomini. Essere Re di un’isola non è neanche minimamente paragonabile a quel che avrei potuto possedere un tempo. Ma ormai tutto è andato in fumo, non preoccuparti. »
«Io volevo solo avere un fratello ma tu volevi essere un Dio. E’ questo il problema. Ancora non capisci che io non sono contento se tu adesso sei qui in tali condizioni! »
Ma nonostante la rabbia e la tristezza provate in quel momento, Corazon si ripeté con tutte le forze di esser forte, di non abbattersi e di non reagire alle sue provocazioni. Quindi passò una mano a massaggiarsi la guancia, per poi farla scorrere verso i capelli biondi.
«Siamo diversi, fratellino, questo lo hai sempre saputo—…»
«Siamo uguali ma tu hai deciso di metterci l'uno contro l'altro, Doffy, ricordatelo
E con quell’ultima affermazione il Marines si rimise in piedi, levandosi la polvere di dosso, sia dai pantaloni chiari, sia dal mantello che portava sulle spalle.
La guardia, che era rimasta in disparte per tutta la durata della loro discussione, si limitò a dare un colpetto di tosse per richiamare l’attenzione di Rosinante, segno che forse il tempo a disposizione era ormai giunto al termine. Era poco, lo sapeva, ed in quei cinque minuti non aveva concluso un bel niente.
«Adesso vai pure—… ti senti meglio dopo questa visita, Rosinante?» domandò Doflamingo sollevando un ginocchio, sul quale poggiò il viso, in modo da guardare il fratello.
«No, ma dovevo farlo.» rispose Corazon con tranquillità prima di esitare un attimo nella sua ultima mossa. Inspirò profondamente e poi tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una copia del giornale odierno e la gettò oltre le sbarre del fratello.
Ne aveva già parlato con la sicurezza, avvertendoli di ciò che avrebbe fatto, per questo motivo avevano controllato con attenzione il giornale prima di concedergli di portarlo al detenuto.
In quel momento Doflamingo scoppiò a ridere divertito, o forse era solo una risata disperata di chi non aveva più nulla da perdere, ed allora tirò indietro il viso, passandosi una mano fra i capelli.
«Ascoltami con attenzione, Rosinante, perché questa sarà la prima ed ultima volta che ripeterò una cosa simile—… il tuo moccioso adesso è in pericolo, perché distruggendo il mio regno e la mia fabbrica di Smile si ritroverà con Kaido alle costole. Non a caso lo chiamano Kaido dalle Cento Bestie, lui è di certo anche più pericoloso di me visto che abbiamo obiettivi differenti. Però a me non importa, io sono fuori dai giochi, mentre lui ha appena iniziato un pericolosa scommessa con il fato
Quasi pietrificato da quella confessione, Corazon si voltò leggermente, per guardarlo di sbieco, assicurandosi quasi che suo fratello non stesse mentendo.
«Lui sperava di mettervi l’uno contro l’altro.»
«Lo so quel che Law sperava—… ma le cose sono andate diversamente. A proposito, conosci l’isola di Wano? Credo che sia un buon posto in cui andare in vacanza.»
A
veva capito bene? Doflamingo gli aveva davvero detto dove andare? Anche perché le notizie su dove si trovasse Kaido erano non molto sicure, quindi quella frase adesso confermava una serie di dubbi che la marina possedeva da tempo.
«Wano—…»
«Già, Wano—… sono parecchio sicuro che il tuo moccioso si trovi li, sotto la protezione della Fenice, considerato con chi è alleato. In ogni caso, visto che stai andando salutami anche quella vecchia bastarda di Tsuru, si è rifiutata di portarmi il giornale.»
«Quella donna fa ancora il culo alla gran parte dei pirati.»
«Bah—…» e con un cenno della mano, Doflamingo fece cenno a suo fratello di allontanarsi mentre s’andava a prendere il giornale.
Quasi con un sorrisetto sulle labbra Corazon lo guardò di sbieco prima di annuire ed incamminarsi verso il grande ascensore dal quale era arrivato. Magari non era stata la miglior discussione di sempre, anzi, lui stesso si era addirittura sentito colpevole, ma in quel momento aveva ottenuto qualcosa in più su Law, perché sapeva dove trovarlo per provare a dargli indirettamente una mano. La guerra contro l’imperatore era una delle cose più pericolose che un giovane pirata potesse fare, ma conoscendo quel marmocchio ed i suoi amici, praticamente era certo che uno scontro ci sarebbe stato presto.
Forse fin troppo presto.


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Nota dell'autrice:  Finalmente ho avuto modo, partecipando a questo contest del GdR di cui faccio parte, di scrivere di Corazon e Doflamingo, perché personalmente avrei amato tantissimo una possibile reunion fra i due, ma sappiamo tutti com'è andata. 
Per il resto mi sono divertita molto a parlare anche di Wano, anche se accennando a quell'isola ed alla prossima saga, e magari, se un giorno avrò tempo ed ispirazione, proverò a scrivere altro continuando da questa situazione. 
In ogni caso grazie a tutti per l'attenzione. 
LT 

   
 
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