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Autore: DhakiraHijikatasouji    21/04/2018    0 recensioni
~"Si può essere ossessionati da un qualcosa...o da qualcuno, che forse non è mai esistito veramente?"
Un evento è capace di sconvolgere tutta una vita.
Un errore è capace di distruggere un'intera esistenza.~
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SU WATTPAD LA STORIA COMPLETA!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
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4. Simbiosi


Sfortunatamente il tempo non era a favore di Tom. La pioggia era cominciata a cadere, ma per fortuna non era ancora buio per le strade. Thomas ripensava a prima a come aveva reagito con Gordon e ancora non riusciva ad ammettersi l'errore. A lui sembrava di aver fatto bene, perché Gordon non aveva rispettato il suo volere. Si tirò su il cappuccio della larga felpa continuando a camminare sull'asfalto bagnato. Meno male la casa di Gustav era vicina a quella sua. Arrivò aumentando il passo, non ne poteva più di quella pioggia. Bussò con poca forza nonostante la fretta. Alla porta venne ad aprire proprio Gustav, che la prima cosa che fece, fu assumere un'espressione stranita.

- Prima di chiedermi cosa io ci faccia qui...posso entrare?- Lo precedette Thomas. Questo si discostò dalla porta facendolo passare senza aggiungere niente. - Ascolta, mi dispiace- Disse lasciando lo zaino da una parte. Ecco, Gustav adesso si stava seriamente spaventando. Kaulitz che chiedeva scusa? Naah, non esiste.

-Ok, Kaulitz, dove sta la fregatura?- Rispose incrociando le braccia. Tom non poteva dargli torto, d'altronde lui e Andreas avevano sempre provveduto a dare noia a lui e a Georg quasi ogni giorno.

-Non c'è nessuna fregatura, è solo che non volevo stare a casa mia, adesso mi fai copiare i compiti?- Ecco, adesso lo riconosceva molto di più. Gustav sospirò prendendo i propri esercizi. Thomas intanto si sedette a tavola. - Dove sta tua madre?-

-E' fuori, non so quando torna- Gli lasciò il quaderno davanti con gli esercizi e Tom cominciò a copiarli come un africano che finalmente riesce a mangiare qualcosa di sostanzioso. - Tu cosa ne pensi del nuovo compagno?- Si sedette anche lui davanti a Thomas. Questo fece spallucce.

- E' un tipo strano-

- Già, molto strano- Sorrise Gustav e Tom fece una risatina. Si trovavano d'accordo. - Però non è da escludere-

- In che senso?-

- Cioè secondo me non va giudicato a primo occhio, tentare un dialogo con lui potrebbe rivelarsi interessante. Georg ci ha provato oggi a pranzo- Thomas alzò la testa con sguardo interessato.

- E? Come è andata?- Gustav si stupì di tanto interesse, ma non se ne curò più di tanto.

- Ha detto che è interessante, ma molto chiuso in sé stesso, dice che odia il sole, sopratutto quello di Settembre, sinceramente questa cosa la devo ancora capire...-

- Bhe, parlando di lui dobbiamo capire ancora tante cose- Rise Tom.

- Già, e poi si è dato la nomina di "persona della quale non si può fare a meno", roba da matti! Il bello è che poi Georg ha confermato questa ipotesi! Quando è tornato al nostro tavolo ha detto che avrebbe voluto discutere ancora di più con Bill! Assurdo, semplicemente assurdo!-

- Magari il tuo Georg si è preso una sbandata- Fu in quell'istante che Gustav scoppiò a ridere quasi piegandosi in due.

- Georg? Una sbandata per quello? Ahahahahah!! Georg è sempre stato un tipo socievole, che prova ad attaccare bottone. Certo che voi pezzi grossi siete dettati a pensare sempre male eh- Tom non rispose riflettendo attentamente su quelle parole. Lui e Andreas erano considerati dei pezzi grossi, eppure Thomas non si sentiva minimamente così. Da quando aveva visto Bill, pensare di fare del male alle altre persone gli faceva solo senso e quindi credere di averlo fatto negli ultimi anni da dopo l'incidente...non lo faceva sentire come Gustav lo aveva definito.

- Prima volevo scusarmi davvero- Il sorriso di Gustav si spense ritornando serio. - Sia a te che a Georg, per tutto quello che vi ho fatto, per quello che è successo..- Gustav sospirò. Era difficile da accettare, ma c'era una grande verità che Gustav si era tenuto dentro da troppo tempo.

- Tom? Hai presente l'incidente? Ecco, prima di quello...io, te e Georg...eravamo amici- Il ragazzo rimase a bocca mezza aperta quasi e Gustav capì che doveva continuare, era giusto che avesse delle spiegazioni. - Sì, eravamo inseparabili. Ci conoscevamo meglio di chiunque altro. Facevamo i compiti insieme, uscivamo insieme...poi tu sei sparito sempre più lentamente. Avevamo cominciato a pensare che avessi qualcuno, come una ragazza...insomma che ti fossi innamorato, ed era strano perché sai benissimo anche tu che "Tom Kaulitz innamorato" è una barzelletta bella e buona. Insomma ci vedevamo sempre di meno e le distanze hanno cominciato ad ampliarsi fino a quasi ignorarci. Poi siamo venuti a sapere del tuo incidente e ti siamo venuti a trovare in ospedale. Quel giorno però non eri solo. Abbiamo visto una persona accanto al tuo letto. Ti stava parlando e sentivamo che piangeva, ma non siamo riusciti a vederle il viso. Quando è uscita è scappata via senza darci il tempo di capire chi fosse. Siamo entrati e il dottore ci ha informato della tua perdita di memoria. Poi ti sei svegliato e sei praticamente entrato sotto l'influsso di Andreas. Prima bullizzava anche te insieme a noi, ma un giorno di quelli che seguirono hai reagito. Avete cominciato a picchiarvi e sei riuscito a tenergli testa, così ti ha preso in simpatia e questa volta non avevamo più nessun modo di contattarti...neanche i tuoi ricordi, perché erano spariti in un puff- Thomas era rimasto letteralmente pietrificato, non riusciva a muovere un muscolo da quanto questo racconto lo avesse lasciato di stucco. Questa parte sua madre non gliel'aveva detta e magari non le aveva detto tante altre cose, oppure non le riteneva importanti, e altre ancora non ne era a conoscenza. Pensava poi anche a quella persona che piangeva. Chi era? Simone? Non gli veniva in mente nessun altro in effetti.

- Io...Io...mi dispiace...per tutto, per qualsiasi cosa- Riuscì a dire solo questo, ma per Gustav era sufficiente.

- Dai, vieni qui- Gustav si alzò facendo il giro del tavolo e allargando le braccia. - So che non sei il tipo da abbracci ma...- Non lo lasciò finire che fu proprio Tom a gettarsi in braccio a lui.

- Grazie per avermi detto queste cose, e ti prego di perdonarmi per quello che è successo con Andreas in tutti questi anni. Ascolta, puoi levare pure il quaderno. Io ti chiedo, tienilo bene a mente perché non lo farò mai più, di aiutarmi a migliorare...perché ultimamente non vado troppo bene a scuola-

- Certo, siediti- Thomas eseguì e Gustav sospirò. - Eeeh troppe seghe e troppo poco studio- Tom rise e dovette essere sincero, non se ne sarebbe voluto andare. La compagnia di Gustav in quel momento la gradiva tantissimo e non voleva lasciarlo per andare da Andreas e Selene a bere e fare sesso in qualche bagno, ma d'altronde doveva. Solo che a differenza delle altre volte ci sarebbe andato con una consapevolezza in più e un dubbio in meno.

La mattina seguente Bill stava camminando per andare a scuola. I suoi amici occhiali da sole erano posati sui suoi occhi come sempre e finché non metteva piede in classe non avrebbe avuto nessuna intenzione di levarseli.

- Ehi, Bill, che sorpresa!- Sentì una voce familiare e infatti sbucò Georg accanto a lui. - Allora? Che mi racconti? Come stai?-

- Perché tutte queste domande di prima mattina?-

- Per parlare, non capisco perché sei così scontroso con me, io sto cercando solo di essere gentile. Non mi credi ancora? Che cosa dovrei fare?-

- Ehi, ecco le due fatine- Andreas spuntò davanti a loro fermando il i passi dei due. Bill abbassò lo sguardo, la giornata non poteva iniziare nel migliore dei modi. - Ragazzina, fammi vedere i tuoi occhi con mascara, fammi vedere come ti trucchi a checca schifosa- Contrariamente a quello che Georg pensava, Bill sapeva come difendersi.

- Lasciami in pace. Sei quello della secchiata d'acqua, vero? Spero che dopo ti sia sentito meglio- Disse come se la situazione non fosse critica. - Sinceramente quelli come te mi fanno schifo, hai anche la faccia tosta di parlarmi, ma non ti sei visto? Tu che fai questi dispetti alle persone e ti senti il re del mondo solo per queste bravate!- Andreas si avvicinò a lui prendendolo per il colletto della maglietta.

- Sei solo una lurida troietta!-

- Fidati, in confronto a quelle che ti fai tu, sono molto più esperto!-

- Questo è troppo!- Stava per tirargli un pugno, ma Georg si era messo prontamente in mezzo e aveva spinto via Andreas facendo cadere Bill per terra. Gli occhiali gli si erano tolti e Bill si era coperto gli occhi per non farsi vedere e perché il sole lo aveva improvvisamente ferito. Sentiva solo che Georg le stava prendendo di santa ragione e non voleva che fosse così, non voleva per niente che fosse così. Georg si stava facendo picchiare per lui.

- Che succede qui?- Sentì un'altra voce e aprì gli occhi allargando uno spiraglio tra le dita per vedere. Era quel ragazzo di cui aveva fatto il ritratto e di cui non sapeva il nome. Era insieme ad un altro biondo. - Andreas, ti avevo detto che non volevo più vedere queste bravate! Lascia immediatamente Georg e non ti azzardare più a dare fastidio a Bill!-

- Sennò cosa mi fai?- Lo sfidò quest'ultimo. Thomas gli mollò un destro sul naso e Andreas lasciò Georg. Tutti rimasero come stupiti, perché forse era da tanto che aspettavano una cosa del genere. Il bello è che non si fermò lì, ma continuò a picchiarlo con una certa forza. Quando Tom ebbe finito con lui, si diresse verso Bill.

- Stai bene?- Questo si alzò scoprendosi gli occhi e Tom perse un battito a guardarli. Erano praticamente stupendi e visti da vicino gli avevano fatto provare una fitta al petto forte, ma piacevole quasi.

- Sì, grazie...-

- Thomas-

- Thomas...sì, grazie, Thomas- Tom si chinò prendendo i suoi occhiali.

- Non si sono rotti per fortuna, tieni- Glieli passò appoggiandogli una mano sul braccio e Bill accusò la stessa fitta sentendo quel contatto, anche se durò pochi istanti. Gustav intanto stava aiutando Georg a rimettersi in piedi. - Andiamo a scuola insieme e vedrai che nessuno ti torcerà un capello- Bill sorrise annuendo.

- Ok-

- Ok- Quel contatto visivo, entrambi sentivano di averne bisogno. Sentivano che avrebbero potuto trovare le risposte che cercavano, ma...

- Oh! Sono dieci alle otto, fate voi!- Si palesò Georg che era pieno di lividi. Tutti e quattro cominciarono a correre. Anche Bill che la ginnastica la odiava, ma in quella corsa non aveva sentito fatica quanto libertà.

Quella tra lui e Tom poteva essere benissimo definita "Simbiosi".

Continua...

NEL PROSSIMO CAPITOLO!

Quel disegno era veramente un ossessione, e ancora di più lo era la persona nel mondo reale, ma Bill non voleva questo.

-Maledizione! NON SEI NESSUNO!-

"Capitolo 5: His Eroine"

   
 
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