Anime & Manga > Saint Seiya
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Autore: Quattro Venti    23/04/2018    0 recensioni
"Le parole sciupano l’attimo.
Non dai loro vita. Le lasci lì, in punta di lingua, a galleggiare nel mare dei sottintesi. Tu non dici. Lui capirà."

I mosaici acquistano senso solo osservandoli da lontano; noi ci siamo baloccate a scegliere e ad assemblare delle tessere spaiate per puntare l’obbiettivo sul rapporto tra Aiolia e Shura, con l’occasionale comparsata del resto della compagnia cantante.
Cento momenti, cento esercizi di stile, cento variazioni sul tema. Una storia d’amicizia, odio, amore e reiterata imbecillità.
Perché sì, Odi et amo eccetera eccetera sarà anche il più abusato dei cliché; ma due cliché ci fanno ridere. Cento cliché ci commuovono. Perché si avverte oscuramente che i cliché stanno parlando fra loro e celebrano una festa di ritrovamento (Umberto Eco, 1977).
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Capricorn Shura, Leo Aiolia
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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033. Troppa grazia, Santità!


Prompt: Troppo/ Fandom: Saint Seiya - post Hades/ Autore:  Zefiro / Personaggi: Shura, Saga, Kanon / Quando: primavera 1988
 
 

E cadenzato dalla gora viene
lo sciabordare delle lavandare
con tonfi spessi e lunghe cantilene:
(Giovanni Pascoli,
Lavandare [vv. 4-6], in Myricae, 1891)



A suo proprio dire, dire, il Sommo Kanon è stato magnanimo, ché di lavarsi da sé lenzuola e mutande, il gemello di Saga non ne aveva proprio voglia.
«Contenti?», ha domandato, con quel sorriso che attira gli schiaffi come il miele fa con gli orsi appena usciti dal letargo.
«Troppa grazia, Santità», hanno mormorato, le pive nel sacco: come potevano chiedergli d’annullare quell’ordine, dopo che per anni alle fontane avevano tirato giù mezzo calendario tra cenere e sapone di Marsiglia?
«Siamo diventati la chiacchiera del Santuario», sospira Shura, le risatine delle lavandaie in sottofondo.
«Quello l’ammazzo, prima o poi», borbotta Saga.


Siamo convinte che dei baldi e vigorosi guerrieri possano lavarsi da sé la biancheria. Sì, c'è Galan, s'obbietterà; ma un uomo, certe cose, deve sapersele fare da sé, ché quando si va in missione mica ci si porta la domestica dietro. Sì, è stancante occuparsi del bucato, dei pasti, delle pulizie, specie in un mondo rustico e rimasto ancorato con pervicacia al passato (bello tutto, ma lavare la biancheria a mano non è uno scherzo); tuttavia, l'assenza di domestici, servitori et alia consente ai nostri cari fanciulli di darci sotto come ricci una certa intimità, quella stessa che il caro Kanon ha deciso di mandare a carte quarantotto...
   
 
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