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Autore: Lady Moonlight    23/04/2018    1 recensioni
Sequel di “Cicatrici”.
Precipitata su Midgard per volere di Hela, Freya è trovata dallo SHIELD all’interno di una piramide. Creduta morta, su Asgard Frigga scruta il destino in un nuovo quadro mentre Thor si appresta a sedare le rivolte nate dopo la sconfitta di Aster e degli elfi oscuri.
Sulla Terra si verificano strani eventi e al contempo sogni confusi popolano la mente di Freya. Tony Stark cerca un modo per dare vita al suo nuovo progetto, Ultron, e, in un punto remoto dell’universo, Nebula porta a compimento il volere del padre, Thanos.
Loki, convinto che la guerriera sia ancora viva, tenta di scoprire cosa le sia successo, rischiando però di far piombare Asgard nuovamente nel caos.
[…]Il Collezionista è un essere strano. Freya lo conosce da cinquecento anni ormai e sebbene il suo corpo sia parzialmente invecchiato nel tempo, è chiaro che in realtà quella forma sia una mera finzione.
Freya preferisce evitare di contrariarlo quando ha a che fare con lui.
“Mi piacerebbe averti nelle mia collezione un giorno, tu e la collana” le dice indicando il monile dei nani. “Amo le cose luccicanti” confessa. “Naturalmente avresti una gabbia tutta per te.”
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nick Fury, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 09: Relax

 

 


 

 

Pepper e Natasha sono allegre e felici quando varcano l’ingresso di un posto chiamato centro estetico e spintonano Freya in avanti, quasi seccate dalla sua reticenza. Il luogo è avvolto da un profumo piacevole e rilassante e la guerriera studia il via vai di mortali che si affannano lungo i corridoi.

“I soldi d Stark sono una benedizione!” afferma l’agente dello SHIELD, facendo ridacchiare la fidanzata di Iron Man.

“Hanno inaugurato questa attività tre mesi fa. Sognavo di andarci da quando mi è capitato l’opuscolo sotto mano” commenta Pepper, prima di fermarsi a parlare con una donna dietro un bancone. Quella la accoglie con un enorme sorriso e digita qualcosa sul computer.

Sono trascorsi cinque giorni da quando la guerriera si è svegliata e le è bastato poco tempo per riprendersi. Anche Pepper, a detta di Stark, ha recuperato la sua forma fisica e per festeggiare ha spedito tutte e tre in quel luogo. A Freya, Tony sembra quasi una mamma chioccia e le è difficile far coincidere quell’immagine con quella che diffondano i notiziari terrestri. Di certo, la tratta come se fosse una sorella perduta e lei deve ancora abituarsi a quello strano atteggiamento. Il loro è un rapporto bizzarro, diverso da quello che ha con Thor, eppure sente come se condividessero una sorta di legame. In quei giorni si è chiesta più volte se quel collegamento non fosse proprio Pepper. Dopotutto, da quando ha utilizzato il cerchio di rune per salvarla si sente diversa.

Freya si affianca a Natasha che le rivolge uno sguardo sornione. “Vedrai ti piacerà! Massaggi rilassanti, bagni in piscina, sexy uomini a torso nudo che si aggirano nell’area spiaggia per portare drink deliziosi…” Gli occhi di Natasha brillano di malizia e Freya si lascia andare a una risata. “Amo la California! Mi serviva proprio una giornata tra donne dopo la missione in Turchia” prosegue.

“Credi che Banner se la caverà con Pan?” le chiede Freya con una certa apprensione. “Non è la compagnia migliore per qualcuno che deve mantenere la calma.”

“È il giorno libero di Steve” ribatte la spia con una scrollata di spalle. “Farà il babysitter a entrambi. Detto tra noi, credo che gli piaccia sorvegliare la gente. Assicurarsi che non facciano sciocchezze.”

Freya sospira e segue le compagne verso una stanza che è stata riservata per loro. All’interno viene chiesto loro di spogliarsi e lei esita a lungo prima di dirigersi nello spogliatoio e liberarsi degli abiti. Quando rimane nuda passa una mano sulla schiena, avvertendo i familiari solchi lasciati dalle punizioni di suo padre. Grazie a Fury, il Seiðr è ancora bloccato, così è costretta a mordersi l’indice della mano e a tracciare col sangue la runa che può ingannare la vista umana, rendendo la sua schiena liscia come dovrebbe essere.

Alla fine si avvolge in un telo bianco e si posiziona su uno dei lettini.

Pepper e Natasha hanno già gli occhi chiusi mentre due giovani midgardiane massaggiano le loro spalle con oli profumati. Una terza ragazza si avvicina a lei con fare timido chiedendole con lo sguardo se può procedere.

“I muscoli della sua schiena sono contratti, è molto tesa” si rivolge a lei la massaggiatrice. Freya non può che concordare, ma non si trova a suo agio in quel posto e in quella posizione.

“Ha avuto un periodo difficile” le viene incontro Pepper, mentre le sfugge un gemito di soddisfazione.

“Mani fantastiche” mugugna Natasha, voltando il viso verso la guerriera. “Rilassati Freya. Cosa facevi in… Norvegia quando avevi bisogno di calmare i nervi?”

Già, cosa faceva? A volte andava a caccia, altre si rifugiava nella taverna in compagnia di Sonea, e più spesso… “Giardinaggio” risponde. Ora si sente quasi imbarazzata per aver rivelato qualcosa di così intimo. “Sì, insomma… Mi piaceva prendermi cura delle piante. Avevo una serra… in Norvegia. Non ero un’esperta, ma mi ha sempre rilassata stare tra i fiori e all’aperto. E disegnare” aggiunge, quasi sovrappensiero. “Deve essere stata mia zia a-“ si blocca e si morde il labbro inferiore. I quadri di Frigga erano una finestra sul futuro, pezzi di presente e passato.

Natasha e Pepper non le fanno alcuna domanda sulla sua reticenza. “A me piace guardare serie tv, ma lo sai già” dice la spia.

“Io con le piante non sono portata” interviene Pepper. “Puntualmente mi ritrovo l’ufficio pieno di cadaveri vegetali. Mi piace leggere in verità, ma tra una cosa e l’altra ho sempre pochissimo tempo per farlo.”

“Piace anche a me” commenta Freya. A casa aveva una collezione di libri provenienti dai Nove Regni. Spesso le occorrevano per fare ricerche su Brísingamen, ma il tempo per leggere qualche extra l’aveva sempre trovato.

“Oh, e amo i gossip!” afferma Natasha. “Pepper lo sapevi che Adrien Agreste, il famoso modello francese, starebbe avendo una relazione con la giovane stilista che sta facendo lo stage presso la casa di moda di suo padre?”

“Adoro la linea Agreste!” dichiararono in contemporanea Pepper e una delle massaggiatrici. “Avete visto la nuova collezione presentata a Milano per l’autunno?”

Per un po’ discutono sugli stilisti più in voga del momento e Freya si lascia cullare da quel chiacchiericcio piacevole. Anche su Asgard la moda era un argomento che veniva spesso discusso tra le mura di Vàlaskjàlf.

Dopo due ore di massaggi si recano a prendere il sole sulla spiaggia artificiale, ricreata per gli ospiti del centro estetico. Fa decisamente caldo, così Freya accetta di buon grado il cocktail arancione che le serve uno dei ragazzi che in precedenza Natasha ha definito sexy.

La spia fischia in segno di apprezzamento, Pepper nasconde la faccia dietro a un giornale.

A pranzo, Freya rimane colpita dalla varietà di pietanze che le vengono servite e quando chiede che gliene vengano portate altre non capisce l’espressione sconcertata di Pepper o la risata allegra di Natasha.

“A voi asgardiani non manca proprio l’appetito, eh?” è la sola cosa che dice la Romanoff, mentre assapora una tazza di caffè. “Stark sarà allarmato quando gli arriverà il conto del menù.”

Quell’affermazione preoccupa Freya. Non ha con sé quelli che i midgardiani chiamano soldi e nemmeno possiede una sola unità[i] o pezzo d’oro per ricambiare l’ospitalità di Tony Stark. Un problema, l’ennesimo su cui si trova a riflettere.

Non ci ha pensato fino a quel momento, ma sta contraendo un grosso debito nei confronti di quel mortale. Non è abituata alla mancanza di risorse, risorse che mai le sono mancate quando voleva soddisfare i suoi bisogni.

“Guarda, Natasha. La stai facendo rimuginare.” Pepper scosta il cellulare dall’orecchio e la fissa. “Qualcosa non va?”

“Come restituisco i soldi all’uomo di ferro?”

La domanda, considera Freya, deve essere stata formulata in modo errato perché, per cinque minuti, nessuna delle due smette mai di ridere.

 

 


 

Il pomeriggio scorre tranquillo mentre si rilassano sul bordo della piscina. I loro lettini sono parzialmente nascosti da un folto cespuglio di foglie rosse, così le midgardiane la interrogano su Asgard e Thor. Freya racconta loro di Vàlaskjàlf, dei Tre Guerrieri e di Sif, ma nulla che potrebbe compromettere il Regno Eterno. È legata ad Asgard da una promessa e nessuno riuscirà mai a farle dire cose che non desidera rivelare.

“È stato mio padre” annuncia, dopo aver notato le occhiate insistenti che le mortali rivolgono alla sua schiena. Tuttavia non fornisce loro alcuna spiegazione e, se Pepper sembra sconvolta, lo stesso non si può dire per Natasha. “Ed è morto. Definitivamente, mi auguro” conclude lapidaria.

“E io che credevo fosse Tony quello ad avere problemi con i genitori” sospira la fidanzata di Stark.

Con suo sollievo non parlano né di Thor né di Loki. Non si sente pronta, ed è grata che le terrestri rispettino la sua scelta.

È a metà del pomeriggio che Freya comincia a sentirsi a disagio. È come un presentimento, come se avvertisse l’avvicinarsi di una tragedia, ma è un pensiero sfuggevole e insensato.

Pepper e Natasha stanno sfogliando delle riviste, i camerieri sfilano tranquilli tra gli ospiti e il cantante ingaggiato dalla struttura sta intonando l’inizio di una nuova canzone. Freya si alza in piedi e sotto lo sguardo perplesso della Romanoff sguscia al limitare del cespuglio. Indossa solo quello che le umane hanno definito bikini e un leggero strato di stoffa bianca legato attorno alla vita.

“Tony chiede se gli mandiamo un selfie.”

“Non si lascia sfuggire l’occasione per vedere il corpo di tre belle ragazze” ironizza Natasha.

“Oh, piantala, Nat. È fidanzato.”

“Puoi dire quello che vuoi, ma sappiamo bene che Tony St-“

Il boato che le sorprende è un’esplosione che fa squittire Pepper, mette in allerta Natasha e fa irrigidire lei. Proviene dall’ingresso della struttura, lontano da dove loro si trovano, ma l’odore di fumo giunge fin lì.

“Santo cielo!” esclama Pepper, infilando le ciabattine ai piedi e stringendo il cellulare tra le mani. “Un incendio!?”

Anche Natasha ha in mano il telefono e digita furiosamente i tasti, ma poi con uno scatto d’ira scaglia lo strumento in piscina. 

“Questo non è affatto un incidente! Dei maledetti bastardi hanno usato un’arma con impulsi elettromagnetici! Hanno messo fuori uso qualsiasi strumento elettronico da qui a qualche miglia! Hanno fritto i nostri cellulari.”

Freya non ha idea di cosa significhi, ma Pepper è impallidita. “Significa che non possiamo avvertire Tony.”

“Merda!” esclama la Romanoff, tastandosi i fianchi come se potessero comparire delle pistole. “Chi sono questi tizi? E cosa vogliono?” Si infila velocemente i suoi vestiti e le scarpe sportive, prima di tornare a guardarle. “Terroristi? Rapinatori? Spie? Da quando Iron Man ha fatto la sua comparsa le gag criminali sono state costrette a fare un passo in avanti con la tecnologia.”

“Criminali?” ripeté Freya, quasi assaporando il gusto di quella parola.

“Sì” conferma la Romanoff, puntando l’indice verso di loro. “Restate qui. Vedrò di occuparmi di questa faccend-“

“No, ci penso io” ribatté Freya, con un ghigno che farebbe impallidire perfino Loki, “Ho dato la caccia ai peggiori criminali della galassia. Le armi mortali non mi faranno nulla.”

“Sei appena uscita da… una sorta di coma. Non penso che dovresti farlo. Sono addestrata a combattere uomini ben peggiori di questi.”

In lontananza si sentono degli spari e Freya scatta in avanti, ignorando le grida infuriate di Natasha e quelle preoccupate di Pepper. Ha solo il tempo di sentire la Romanoff mentre ordina a Pepper di rimanere al sicuro, poi la sua mente si concentra su un nuovo obiettivo.

Le piace avere una meta da raggiungere, uno scopo. I primi tempi che ha trascorso su Midgard si è sentita inutile, ma ora si sente piena di energia e un desiderio bruciante che la spinge a realizzare qualcosa di utile. I criminali esistono su ogni angolo dei Nove Regni, considera, e lei è sempre stata la migliore nello scovarli e condurli a giudizio, che quello fosse il suo o di una qualche giuria.

"Giudice e giuria, Vanadis. Tuo padre sarebbe fiero."

Respinge le parole di Hela in una parte remota del suo cervello e supera le persone che stanno correndo nella direzione opposta alla sua. Qualcuno tenta di fermarla, di avvertirla, ma Freya pregusta già il sangue dei suoi nemici imbrattare l’atrio dell’albergo.

I primi morti e ospiti feriti non si fanno attendere, mentre cammina a testa alta verso il commando armato posto davanti a lei.

Ha raccolto un coltello dalla zona ristorante mentre si dirigeva lì, così lo lancia verso il primo uomo e gli lacera il collo. Mentre il corpo cade a terra, l’utensile prosegue la sua traiettoria e si conficca in un balcone di legno.

L’assassina perfetta, così l’aveva definita Víli un giorno lontano. E Freya non ha mai dubitato di quelle parole.

Gli uomini si scambiano gesti rapidi e nervosi, additandola e gridando qualcosa che lei non riesce a sentire. La prima scarica di proiettili la coglie mentre sta scavalcando il cadavere della sua prima vittima. Hanno mirato al petto e il piombo cade ai suoi piedi tra lo sgomento generale dei soldati e le grida isteriche dei pochi civili ancora presenti.

“Idioti, è lei il nostro obiettivo. Utilizzate le altre armi!”

Freya schiude le labbra e inclina la testa di lato. Quelle parole non hanno senso, eppure sa che dovrà indagare sulle implicazioni di quella frase. Perché dei mortali dovrebbero cercare lei?

Corre. Con un balzo supera alcune sedie sparpagliate a terra e scivola alle spalle di un altro uomo, sollevandolo in aria per il collo mentre lo sente rantolare in cerca di aria.

“Fate fuoco!” ordina il capo, quello con il viso dipinto di nero. Gli altri eseguono il comando e i proiettili colpiscono il corpo del loro compagno. Freya lo usa come scudo umano e allo stesso tempo comprende che i proiettili sono diversi, un connubio di scienza umana e… aliena. Forse di quei Chitauri che Loki ha condotto su Midgard.

Per la prima volta Freya si rammarica di non poter evocare la sua armatura asgardiana. E tuttavia, si dice, non ha nulla da temere, dovrà solo prestare maggiore attenzione.

Prima di avanzare vede uno dei mercenari cadere al suolo, la vedova nera che sbuca dal corridoio opposto e le fa un cenno affermativo, quasi a incoraggiarla.

Freya sta per abbandonare il cadavere quando uno di quei proiettili dal bagliore azzurro la colpisce al polpaccio e i muscoli le tremano come se fossero diventati gelatina. Quelle armi, intuisce, non possono ferire a morte un asgardiano ma sembrano capaci di provocare una sorta di paralisi temporanea.

È costretta a piegare l’altro ginocchio a terra, mentre il sangue dell’uomo le si riversa addosso, macchiandole la pelle. Con una mano fruga nelle tasche del soldato finché le dita avvolgono il calco di una pistola e Freya la alza in direzione dei nemici. Ne rimangono nove, barricati dietro le colonne dei muri. Fa fuoco in contemporanea alla Vedova Nera e gli uomini sono presi alla sprovvista. Tre di loro cadono a terra, anche se le è difficile capire se sono feriti in modo mortale o meno.

“Uccidete la rossa! L’asgardiana ci serve viva!” tuona la voce del capo.

“E per quale ragione vi servo viva?” chiede Freya, acquattata dietro a un gigantesco vaso di plastica. Il tronco della pianta è spezzato a metà, sul punto di cedere alla gravità, ma c’è qualcosa che le ricorda se stessa nel modo in cui ancora resiste.

“È lei il vostro bersaglio?” arriva la voce di Natasha, dall’altra estremità del corridoio. Anche lei deve essere perplessa. Le uniche persone informate dei fatti sono alcuni membri dello SHIELD e Tony Stark.

“Non intrometterti in questa faccenda, Vedova Nera.”

Freya tuttavia è stufa di perdere tempo. Afferra una sedia e corre tenendola avanti a sé come farebbe Capitan America con il suo scudo.

Si schianta davanti a due uomini, digrignando i denti per il dolore quando un proiettile la colpisce alla schiena. Sfrutta la sua forza sovrumana per lanciare i mortali verso il soffitto e parte del calcestruzzo cade insieme ai midgardiani.

Riprende a correre, ma senza armatura nulla la protegge e una scarica di proiettili azzurri la colpisce senza darle tregua. Freya cade a terra, scivola sul pavimento e per un attimo non può far altro che osservare dei soldati avanzare nella sua direzione e altri fronteggiare l’agente dello SHIELD. La sgradevole sensazione di essere inutile e impotente come su Jotunheim striscia nel suo cuore, riempiendolo di rabbia. Se solo potesse usare il Seiðr…

Padrona” la voce di Brísingamen è debole, così flebile che Freya si domanda se un manufatto dei Nibelunghi possa essere danneggiato o distrutto. Ricorda che la collana è in mano a Fury, magari sottoposta a qualche strano esperimento. Freya, lo capisce ora, non può permettere che un smile manufatto rimanga tra mani umani. Brísingamen è sua, le appartiene. E non vuole condividere quel gioiello con nessuno.

Sente di essersi avvicinata un po’ di più all’ossessione che ha spinto Loki a bramare il Tesseract, ma non ammetterà mai quel pensiero alla luce del sole.

La voce di Brísingamen si fa più insistente, ma è inutile. Senza la collana Freya non può fare nulla, così come Thor non può evocare fulmini in assenza di Mjolnir.

Quando Natasha le lancia un grido di avvertimento, Freya alza a fatica lo sguardo verso l’uomo dalla faccia dipinta che incombe su di lei. Ha due occhi straordinariamente azzurri, che le ricordano l’occhio buono di Odino e per un fugace, assurdo, attimo ha quasi l’impressione di trovarsi davanti il Padre degli Dei.

È sfinita, ma ha ancora forza sufficiente per allungare la mano e stringerla attorno alla caviglia dell’uomo.

“Porta i miei saluti a Hela.”

In pochi secondi le fiamme divampano sulla carne del mortale. Il fuoco non è clemente, non è aggressivo come quando è generato da Brísingamen. Consuma la carne con una lentezza insopportabile.

È Natasha a mettere fine alle sofferenze del nemico; il proiettile sparato dritto nel cranio.

Freya si guarda la mano e trema. È un tipo di paura nuovo quello che si affaccia nei suoi pensieri.

La domanda è inevitabile: chi, tra lei e Loki, è il vero mostro?

 


 

 

 

[i] Unità: moneta utilizzata ne “I Guardiani della Galassia”



 



 

Note: Pensavate che fossi morta, confessate! LOL

Ho amato tantissimo scrivere questo capitolo, passare da un momento tranquillo, fino a uno spaccato di violenza che a messo in crisi Freya.

Adrien Agreste non è un personaggio reale, ma è tratto dal cartone animato “Miraculous-Le avventure di Ladybug e ChatNoir” che consiglio a tutti di vedere! (è diventata la mia nuova droga fandomica, e lo shipping da tante di quelle gioie che muoio nei feels ad ogni episodio!!!)

Domanda per voi lettori: stavo pensando di andare avanti con la pubblicazione di “Radici” solo su Wattpad, visto che EFP sembra morto e defunto. Cosa ne pensate? Qualcuno ha ancora piacere di leggere i capitoli qui?



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