3
-Parlo sul serio Sugar,
vuoi che venga a tenerti un po’ di compagnia?- le parole di Trevor furono
sgradevolmente accompagnate dalla sua mano sulla mia gamba.
-So io che genere di
compagnia hai in mente, Trevor-
-Sei gelosa, tesoro?-
-Di te?- la risatina acuta
di Charlene si diffuse velocemente nell’abitacolo fumoso del taxi che avevamo
preso fuori dal Cherry Jam.
-Neanche fra un milione di
anni-
Trevor le scoccò
un’occhiatina obliqua prima di continuare a dedicare tutta la sua attenzione
alla sottoscritta.
-Ti ringrazio Trev- gli
tolsi delicatamente la mano dalla mia coscia per metterla sulla sua prima di
sorridergli –Starò bene da sola-
-Non è che hai qualcuno
che ti aspetta, eh?- sorrise sornione e a me venne leggermente la nausea.
-Per quanto possa sembrarti
assurdo voglio solo andare a letto. A dormire. Sola.-
-Se lo dici tu, baby-
Si discostò un poco e
finalmente capii che ero libera di scendere dal taxi e andarmene a letto.
-Ti chiamo domani Sugar-
mi disse Charlene, baciandomi velocemente su entrambe le guance –Oh e ricordati
che hai promesso di farmi conoscere Robert- alla sola pronuncia del suo nome il
mio stomaco si capovolse due o tre volte, una sensazione acuita dalla risatina
che aveva accompagnato le parole della mia amica.
-Ho promesso- le risposi,
prima di alzare gli occhi al cielo e scendere.
Una volta sul marciapiede
cercai in fretta le chiavi ed entrai svelta nel calore confortevole del mio
portone.
Non capivo che cosa mi
prendeva. In genere mi piacevano le serate con i ragazzi. Trevor e Charlene
erano la cosa più simile a degli amici che avessi mai avuto da quando Robert se
n’era andato e, vanterie e perversioni a parte, stavo bene con loro, mi
facevano sentire come parte di qualcosa…eppure quella sera ero stata per tutto
il tempo con la testa da un’ altra parte.
E detestavo quel fatto.
Detestavo non poter essere
più padrona di me stessa e dei miei sentimenti. In genere riuscivo bene a
mantenere il controllo e a non farmi trascinare troppo dall’emotività, ma con
Robert non ci riuscivo.
Non più almeno, non da un
anno a questa parte.
Mi passai velocemente una
mano fra i capelli e salii le scale fino al mio appartamento, con una
sensazione orribile di vuoto dentro.
L’unica persona che
avrebbe potuto colmarlo era proprio l’unica che non potevo avere, almeno non
nel senso in cui quel vuoto voleva essere colmato.
In ogni caso, smisi di
pensarci, o perlomeno mi costrinsi a farlo e mi gettai sotto il getto bollente
della doccia e per qualche minuto spensi il cervello.
Circa 20 minuti dopo, non
appena uscii mi resi conto di non avere uno straccio di sonno, nonostante la
stanchezza latente, e così mi diressi in salotto e misi il dvd dei Goonies,
come mio solito nelle notti insonni.
Era il mio film preferito
da sempre e avevo ormai perso il conto di tutte le volte che l’avevamo visto io
e Robert, tanto che ormai sapevamo praticamente tutte le battute a memoria e le
recitavamo insieme ai Goonies stessi.
Una volta i suoi per le
vacanze estive ci avevano portato a Plymouth e noi avevamo passato tutta l’estate
a cercare tesori sepolti nella spiaggia, mappe del tesoro nella vecchia
soffitta polverosa della casa in affitto e galeoni di pirati in qualche grotta
nascosta nella baia.
Sospirai e mi concentrai
sulle immagini nello schermo davanti a me, sistemandomi meglio sopra ai cuscini
che mi ero portata dal letto.
-Un giorno andremo ad
Astoria-
-Guarda che poi dovremo
andarci davvero-
-Hey, è quello che ho
detto, adesso non ti fidi più di me?-
-Io mi fiderò per
sempre di te, Robert-
Era passato un bel po’ da quella
conversazione, forse più di 10 anni eppure riuscivo a ricordare l’esatta
sfumatura malinconica che gli aveva tinto la voce quando mi aveva chiesto se
non mi fidassi più di lui e il mio senso di colpa immediato per averglielo
anche solo fatto supporre.
Che strano, per qualche
motivo i dettagli erano le cose che ricordavo con più chiarezza, era sempre
stato così.
Il colore della mia
camicetta il giorno che ci eravamo persi nel bosco dietro la casa di Plymouth,
il sapore delle pesche mature che Clare ci sbucciava per merenda, il calore del
crepuscolo sulla nostra pelle lievemente abbronzata mentre ci dondolavamo
avanti e indietro sull’altalena nel cortile.
Bei ricordi, quelli della
mia vita.
Inspiegabilmente mi venne
da sorridere a ripensare a tutte quelle estati, come se fossero una sorta di
sogno infantile che forse non era mai del tutto finito ma che sarebbe
continuato in eterno dentro me.
Fu il suono del citofono a
risvegliarmi, quasi 2 ore dopo.
Neanche mi ero accorta di
essermi addormentata, in genere con i Goonies non mi succedeva mai, eppure
Mikey e gli altri sulla spiaggia pronti a riscattare la loro Astoria, mi
avvisarono che mi ero persa quasi completamente il film.
Così mi alzai e mi
diressi all’ingresso, leggermente innervosita dalla sveglia improvvisa e
soprattutto un tantino spaventata da chi potesse essere a quell’ora della
notte.
Ma quando udii la sua voce
dall’altra parte dell’apparecchio fu come se fossi tornata a respirare dopo
secoli di apnea.
Quanto avevo desiderato
sentirlo di nuovo parlare così come stava facendo ora? Non in qualche
intervista, ma a me, solo ed esclusivamente a me.
-Sugar, sono io…-
-Io chi?-
-Dai stupida…posso
salire?-
-Passiamo subito ai
complimenti, vedo-
-D’accordo, vorrà dire che
li terrò per me i muffin alla fragola di mia madre-
Senza aggiungere altro
aprii il portone e mi preparai mentalmente al fatto che di lì a qualche minuto
me lo sarei trovato sulla soglia di casa, e saremmo stati di nuovo io e lui.
Quella consapevolezza mi
terrorizzò.
Catturai il mio riflesso
sulla finestra di fronte e mi sistemai alla meno peggio i capelli in una coda
orribile, dato che dopo la doccia li avevo lasciati asciugare all’aria, e
scoprii di essere davvero spaventata, quasi atterrita.
-Che sciocchezze, è solo
Pattz- tentai di ripetere a me stessa, ma con scarsissimi risultati sulla mia
tranquillità interiore.
-Dormivi?- sollevai lo
sguardo e me lo trovai lì, un braccio appoggiato allo stipite della porta
aperta e il suo sorriso genuino a curvargli le labbra rosee.
Rimasi un secondo in
silenzio a fissarlo e poi sorrisi a mia volta –No, ma come ti viene in mente?-
Mi feci da parte e lui
entrò, ostentando un’aria sbarazzina che mi fece ridere e scuotere la testa.
-Che c’è da ridere?- fece
lui, chiudendosi la porta alle spalle e continuando a fissarmi come se fossi la
cosa più buffa su cui avesse mai posato gli occhi.
-Niente, è che pensavo che
è come se non te ne fossi mai andato-
-…e questo fa ridere?- mi
guardò un po’ spiazzato, sorridendo.
-Sì, insomma…è che è
strano. Solo strano.-
Si avvicinò e posò un
bacio delicato sulla mia fronte –Vuoi sapere qual è una cosa strana? Una cena
con la mia famiglia, senza te-
Era serio adesso, mentre
mi fissava con quel cipiglio crucciato negli occhi e lasciava scivolare una
mano ad accarezzare la mia.
Deglutii e distolsi lo
sguardo, voltandomi verso il divano e la Tv ancora accesa.
-Stavo guardando i
Goonies…-
Una nuova luce si accese
nei suoi occhi e capii che per il momento il nostro “problema”, se così lo
potevamo chiamare, era accantonato.
Volse lo sguardo verso la
televisione e proruppe in una risatina –Li stavi guardando 2 ore fa?-
Feci caso solo allora che
in effetti i titoli di coda stavano volgendo al termine.
-Sì, beh…potrei essermi
addormentata circa quando Chunk rimane chiuso nella cella frigorifera con il
cadavere-
-Sugar!- si scandalizzò
ridendo –Non posso credere che ti sei addormentata guardando i Goonies! E
proprio nel pezzo che più ti terrorrizza! Chi sei e cosa ne hai fatto della mia
amica?-
-La tua amica era davvero
molto, molto stanca ed in più ha smesso di essere terrorizzata da quel cadavere
circa 5 anni fa.-
-Cosa?! 5 anni fa?- e
scoppiò a ridere come un deficiente –“Robert, Robert, manda avanti,
sbrigati” – imitò la mia voce con una ben poco lusinghiera parodia –Devo
aver sognato, probabilmente-
-Sì, devi aver sognato,
simpaticone-
Gli feci una linguaccia e
mi diressi verso il divano -Tu prendi il cuscino verde- glielo indicai e tornai
a sistemarmi fra i miei cuscini e le coperte, senza tuttavia mascherare troppo
la felicità devastante che stava iniziando a dilagare da ogni parte di me
stessa.
Ben presto, quello stupido
sorriso da ebete mi sarebbe rimasto impresso in viso come una caratteristica
permanente della mia fisionomia.
Dopo neanche un istante
lui prese posto accanto a me, accomodandosi tranquillamente sul divano,
togliendosi le scarpe e strappandomi metà coperta dalle spalle.
-Non si divide più,
adesso?- mi chiese tentando di fare il risentito.
Per tutta risposta con uno
strattone gliela tolsi e mi ci avvolsi completamente.
-Ed io che pensavo che a
Los Angeles ti avessero insegnato a comportarti da gentiluomo- scossi la testa
e risi.
-A proposito, ho letto
Twilight, sai?- di nuovo scoppiai a ridere.
-E’ che per quanto mi
sforzi proprio non riesco ad immaginarti come Edward Cullen-
La sua faccia fintamente
imbronciata era la cosa più divertente che avessi mai visto e dopo qualche
istante, anche lui si unì alle mie risate.
-Te la cavi a suonare, te
lo concedo…- esclamai io dopo un momento.
-Beh, grazie tante – mi
sorrise in cagnesco prima di ritornare a ridere di cuore.
-E i tuoi capelli
potrebbero assomigliare ai suoi, se continui a spettinarteli così.- sollevai
una mano e la passai fra la seta morbida dei suoi capelli, scompigliandoli
ulteriormente.
-Solo che, ahimè, temo le
somiglianze terminino qui.-
-Mi dispiace di non poter
essere l’uomo perfetto, zuccherino-
Alzai le spalle e sorrisi
–No, non fartene un problema. Io preferisco di gran lunga te a lui-
Con la coda dell’occhio lo
vidi sorridere di felicità e impercettibilmente si avvicinò a me, finchè non ci
ritrovammo uno addossato all’altra, immersi fra le coperte e i cuscini, così
come avevamo fatto per 16 anni.
-Ahia, sposta il piede
Robert, è sotto il mio culo-
-Non è il mio piede ad
essere sotto il tuo culo, è il tuo culo ad essere sopra al mio piede. Vedi di
spostarlo, perciò.-
-Antipatico!-
-Rompipalle!-
-Oddio ecco quel pezzo!
Manda avanti ti prego!- mi tappai gli occhi e mi nascosi fra le sue braccia.
-Potresti evitare di
starmi così appiccicata, così magari riesco a prendere il telecomando che è
finito sotto questa montagna di coperte?-
-Sbrigati, Rob!!!-
-Quanti anni hai, 5?-
-17 e non me ne
vergogno.-
Scosse la testa e mandò
avanti –Come fai ad essere spaventata da un cadavere in una scena che dura si e
no 1 minuto e a guardare in tranquillità tutti i film horror possibili
immaginabili?-
-Non lo so, so solo che
quel cadavere lì dentro al congelatore mi terrorizza, letteralmente.-
-Quel che si dice una
donna temeraria-
Misi il broncio e mi
voltai da tutt’altra parte.
-Eddai, zuccherino.-
sentii lentamente le sue dita scendere dalla mia spalla e finire a farmi il
solletico sul fianco.
-Ti odio, Pattz!-
-Oh, sì lo so! Anche
io-
Ok, sono le ore 2.52 e finalmente ce l’ho fatta a finire questo schifo di 3° capitolo.
Speravo venisse
diverso, o perlomeno un tantino meglio e invece mi è venuto così e non riesco a
farlo venire altrimenti ç_ç
Perdonatemi vi
pregoooo.
Soprattutto perdonatemi
perché ci ho messo una vita a postare, anche se per i miei standard è
decisamente un passo avanti :)
Ma bando alle ciance,
[ahahaha non so come mi è presa stasera, scusate ma mi sono appena vista
miliardi di foto di Rob dal set di ieri e sto praticamente al Seventh Heaven
^^]
Ringrazio infinitamente
tutte le 9 meravigliose persone che hanno messo questa fanfiction fra i
preferiti e le 5 fra i seguiti, vi voglio bene, grazie mille!
Per non parlare di
quelle meraviglie che mi hanno commentato :D
KikyCullen: non l’ho continuata tanto presto,
scusamiii ç__ç ma alla fine ce l’ho comunque fatta! Spero ti piaccia, morsetti
:D Grazie mille!
Frytty: Non so davvero come ringraziarti,
grazie, grazie, grazie. Il tuo commento mi ha fatto davvero tantissimo piacere,
e spero che anche questo 3° sia stato di tuo gradimento anche se ammetto che fa
alquanto pena (: Anyway, la speranza è l’ultima a morire XD
Dod: Tesoro miooooooooo..ma cosa vai
dicendo?! Non ci siamo più sentite e così non ho avuto modo di dirtelo e tu di
saperlo!
Ma quanto
ti adorerò mai!? Eh?! Non so nemmeno dirtelo e non so dirti quanto sia contenta
che la storia sia stata di tuo gradimento per ora :D
Ahahahaha e
mi fai sempre morire dal ridere con le cose che mi dici, tnx!
Ci ho messo
un pochettino, ma alla fine le canzoni
strappalacrime mi hanno dato una mano a tirare fuori anche questo XD
Spero di
sentirti prestissimo, mi manchi!
Clodiina85: Ahahahaha ma non preoccuparti, il caldo fa brutti scherzi a tutti,
la sottoscritta ovviamente compresa, ma forse nel mio caso non è tanto il
caldo..è che io sono così di natura XD cmq è anche colpa mia che ho scelto un
nome che non è neanche un vero e proprio nome e quindi confondibilissimo!
Grazie
mille per le cose che mi hai detto! Spero ti piaccia anche questo e prometto di
metterci meno tempo col prossimo! Bacio :*
PiccolaKetty:
Ahahahah perfetto,
aprila e io sarò la prima paziente XD
Uaaa come
ti sta andando la maturità? Mia sorella ha appena fatto l’orale ieri e quindi
ho vissuto con lei da vicino questo periodo di stress e ti capisco benissimo!
Sono
contentissima che la mia fiction ti aiuti a staccare la spina, cioè ti giuro
*__* uaaa mi hai fatto proprio felice! Scusami se ci ho messo 3 vite e mezzo a
continuare a molto probabilmente avrai già finito con gli esami e adesso ti
starai godendo il meritato riposo senza più bisogno di staccare la spina, e te
lo auguro, altrimenti beh in bocca al lupooooo!
Ahahahahaa
P.S. Ti adoro (: spero che anche
questo sia stato di tuo gradimento!
Bene,
fanciulle alla prossima! Non ci metterò altre 4 vite, I swear!
Ovviamente
non conosco Robert, nessuno dei suoi familiari, non ho idea se conosca i
Goonies, ma dato che è il mio film preferito DOVEVO metterlo (:, e boh insomma
se lo conoscessi mi sa che non starei qui ora, no?
Baci,
RiceGrain