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Autore: Camila Serpents    25/04/2018    2 recensioni
“Sapere che lui l’ha trascinata con sé in chissà quale parte della foresta, che la desidera, che la brama più di ogni cosa, forse più di quanto io voglio lui, ecco Miroku, questo mi logora dentro e mi toglie il sonno, mi fa un male atroce”.
La vide andar via a grandi falcate verso la foresta, sperando vivamente non che non incontrasse qualche demone, ma che non capitasse sulla stessa strada di chi le aveva fatto tanto male.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Miroku, Shippo..”

La voce di Sango, flebile e scossa, chiamò i suoi compagni di viaggio.
I due si voltarono verso la guerriera con sguardo interrogativo.
Aveva le mani intrecciate l’una a l’altra, come se stesse custodendo qualcosa di prezioso, tremante. Immediatamente i suoi amici capirono che c’era qualcosa di strano e le si accostarono, curiosi e preoccupati.

“Che succede Sango?”
Miroku poggiò le sue mani su quelle della donna, come se volesse infonderle calore.

“Sommo Miroku ma quelli sono i frammenti della sfera”.
Shippo riuscì a proferire solo quelle parole, poi scoppiò a piangere. Sapeva che non avrebbe più rivisto Kagome.

“Non ci credo...”
Il monaco rimase impietrito a fissare quei cristalli rosati che gli erano stati lasciati come un testamento, in segno d’addio.

“Li ho trovati nella mia sacca dove tengo l’armatura, dopo l’ultima volta che abbiamo combattuto non l’ho più aperta, il giorno dopo Kagome è andata via”.
I tre si guardarono a lungo, poi continuarono il loro cammino in silenzio, non avevano voglia di parlare. Erano stanchi di dirsi che se n’era andata, ma soprattutto, che non sarebbe più tornata.

* * *

“Danno una festa in centro, ti andrebbe di venire?”
Yuki guardò l’amica, in attesa di una risposta.

“Mi piacerebbe, ma chi l’ha organizzata? Non è carino imbucarsi alle feste”.
Kagome scostò i capelli da una spalla all’altra.

“Ti pare che ci imbuchiamo ad una festa? È stata organizzata dai rappresentanti della scuola molti mesi fa! La attendono tutti e finalmente questo sabato è il grande giorno!”
Gli occhi di Yuki brillavano di gioia, si vedeva che fremeva dall’attesa.
Kagome ragionò sul fatto che non ne sapeva niente in quanto era nell’altro mondo a caccia di demoni e frammenti della sfera. Quel tempo era finito, quelle giornate erano passate e doveva dimenticarle. Decise di vivere la sua epoca, con le persone che la circondavano e che nonostante le sue continue assenze e scuse erano comunque lì per lei. Decise di andare, di divertirsi e di non pensare a nulla almeno per una notte.

“Mancano solo due giorni alla festa, e non hai nulla di bello da metterti Kagome!”
Yuki era con le mani rivolte nel suo armadio a frugare fra i suoi vestiti.

“Mi hai avvertita ora!”
Rise lei cercando di giustificarsi.

“Andiamo a metterci le scarpe che usciamo a comprare qualcosa, sei sempre stata un disastro nel vestirti Kagome, non dare colpa alla festa”.
Yuki la precedette e si fiondarono davanti alla porta di casa, ridendo come due bambine.
Era la prima volta che partecipava ad un evento simile, era sempre stata una ragazza che non amava stare al centro dell’attenzione, non amava quindi esporsi e farsi notare. Stavolta però si sentiva diversa, voleva cambiare, dare una svolta significativa alla sua vita, viverla come tutte le ragazze adolescenti della sua età, aveva fatto da aiutante e da spettatrice, ora voleva finalmente essere protagonista della sua esistenza.

* * *

“Sapevo che eri qui”.
Kikyo rimase a fissare il demone che guardava nel pozzo, con lo sguardo verso nel vuoto e nel buio. Se ne stava lì appollaiato come un uccellino che aspetta la mamma al nido, che non fa null’altro che attendere e sperare che torni, che nessuno le faccia del male.
Inuyasha non si voltò. L’aveva sentita arrivare, l’aveva sentita parlare, ma non si mosse.

“So che ti manca, ma vorrei ricordarti che ha deciso di andarsene di sua spontanea volontà. Nessuno l’ha cacciata, e per giunta, non ha neanche salutato chi le voleva bene. Un atteggiamento infantile, e non poco”.
La donna rimase al termine della boscaglia, cercando di non farsi prevaricare dalle sue emozioni, ma era ferita nell’orgoglio e nei sentimenti.

“Tu non sai niente di lei, non sai nulla di quello che ero io quando c’era lei a starmi accanto”.
Il tono di Inuyasha, mesto e flebile, arrivò alle orecchie della sacerdotessa come una leggera soffiata di brezza estiva.

“Io non saprò nulla, è vero, ma la colpa non è di Kagome che è andata via e neanche mia che provo un vero sentimento per te. La colpa è unicamente tua, che non hai saputo prendere una decisione coerente con quello che provi.”

La sentì allontanarsi dopo che aveva aspettato una sua risposta, evidentemente aveva capito che non sarebbe mai arrivata.
Lui rimase ancora lì, aspettando che due mani candide e curate si arrampicassero su quelle assi di legno, aspettando ancora di rivedere quel sorriso e sentire ancora quella voce, la voce di Kagome.

Angolo dell'autrice.
Approfitto di questo spazio per ringraziare tutti coloro che hanno letto e recensito la mia storia. Ne approfitto anche per scusarmi se non pubblico giornalmente ma mi districo fra esami universitari, scuola guida e vita sociale. Ringrazio inoltre, per la pazienza e per la dolcezza che mi dimostrate, cercherò di essere il più puntale possibile nei prossimi capitoli. Augurandomi che questo nuovo capitolo vi piaccia, vi mando un grande bacio.
- Sirio


 

   
 
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