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Autore: cin75    25/04/2018    4 recensioni
Tutto nasce da qui:
“ So che sei da qualche parte là fuori
Da qualche parte lontano…...
……..Di notte quando la luce delle
stelle illumina la mia stanza
mi siedo da solo
Parlando alla luna
Cercando di arrivare a te
Nella speranza che tu sia dall'altro lato
a parlare di me alla luna..”
Bruno Mars: https://www.youtube.com/watch?v=x94m407UJSI
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Jared si alza di scatto dal divano e si volta verso la voce di Jensen , appena dietro le spalle. Il biondo è fermo sotto l’arco della porta della cucina. Tra le mani, la ciotola dei pop corn. Sul viso un sorriso trasognato. Negli occhi , la luce viva della felicità più completa.

“Jensen..tu...ti mi hai...” balbetta mentre fa il giro del divano per raggiungere il compagno.

“Perchè non ne hai mai parlato con me?!” chiede, ma lo fa con amore, con comprensione senza rimprovero o risentimento.

“Perchè Damien ha ragione. Sono uno stupido. E ha ragione anche quando dice che dirsi “ti amo” dovrebbe essere la parte facile!” asserisce , avvicinandosi ancora e in quel momento Damien si intromette.

 

“Scusate, questa la prendo io e...” mentre leva la ciotola del pop corn dalle mani del padre. “...e me ne vado in camera. Sono troppo giovane per queste cose da film romantici! Buona notte, ci vediamo domani mattina!” e va via senza che i due adulti possano replicare, presi come sono a guardarsi negli occhi.

 

“Allora smetti di essere stupido!” suggerisce trepidante Jensen.

Jared, gli prende una mano, mentre con l’altra gli accarezza il viso emozionato. Sospira, come se si stesse godendo perfino l’odore di quel momento che sta per arrivare.

“Jensen, io..”

“Ti amo!” lo anticipa Jensen, senza nemmeno rendersi conto. “Io ti amo, Jared!!” e Jared gli sorride e stringe appena la mano che dalla guancia è scesa sulla nuca del biondo.

“Avrei dovuto dirtelo io, amore mio!” fa’ quasi con tono deluso.

“Scusa….scusa, ho ...ho rovinato tutto!”

“No, non hai rovinato niente.” lo rassicura e poi poggia la sua fronte a quella di Jensen. “Ti amo, Jensen. Ti amo tanto e ti amo da tanto!”

Si stanno ancora guardando negli occhi, quando entrano nella camera da letto di Jensen. Il biondo si chiude la porta alle spalle e trema appena, quando Jared si gira verso di lui e gli accarezza, con una delicatezza che fa quasi male, il profilo del viso.

“Ne sei sicuro?!” gli chiede sottovoce, Jared.

“Damien ha il suo pop corn, il suo film da vedere al pc e di certo avrà le cuffie al massimo come al solito.” sembra volerlo rassicurare, Jensen. “Ma se tu non vuoi...”

“Oddio, Jensen...è da quando ti ho baciato la prima volta che voglio. Che ti voglio!” dice quasi ansimando, mentre si abbassa fino a raggiungere le belle labbra di Jensen.

Il bacio è lento, ma intimo e profondo. Precursore della magia che sta per esplodere tra i due.

Amarsi è facile. Toccarsi è eccitante. Vedere come combaciano alla perfezione i loro corpi è inebriante. Rendersi conto di quanto siano perfetti insieme è meravigliosamente destabilizzante.

Ma poi c’è quel calore avvolgente che li infiamma, c’è quel desiderio pulsante che li affanna, c’è quella morsa allo stomaco ogni volta che uno dei due tocca intimamente l’altro che li confonde. C’è quel primordiale istinto di volersi appartenere corpo e anima che fa desiderare loro di baciarsi ancora, accarezzarsi ancora, concedersi e chiedere ancora e ancora.

Ci sono i loro corpi uniti, che danzano un ballo passionale e appassionato. Il loro ritmo è lento, cadenzato, profondo. Intimo e suadente.

È un ballo che non vogliono che finisca troppo in fretta, perché hanno capito che ...ballare insieme….è meraviglioso. È estasiante. Ed è a tratti sconvolgente. A volte frustrante perché si costringono ad essere il meno rumorosi possibile, quando invece vorrebbero gridare in che modo finalmente stanno bene!

E quando, alla fine, nemmeno il loro testardo affannarsi a ritardare lo zenit di quel loro fare l’amore, il piacere li investe come un uragano in piena estate, Jared e Jensen, restano per un tempo indefinito, abbracciati stretti. Cercando di regolare meglio che possono il loro respiro. Di far battere ad un ritmo accettabile i loro cuori impazziti.

 

Poi è inevitabile: fronte contro fronte. Occhi negli occhi, respiro nel respiro, mano nelle mano.

“Ti amo.”

“Ti amo.”

 

Passano quasi quattro anni da quella sera, da quel loro primo Ti amo, dalla loro prima volta - che poi è rimasta prima volta per poco tempo!!!- , dalla decisione di vivere insieme, a casa di Jensen, per non costringere Damien ad allontanarsi dai suoi amici del quartiere o dalla sua scuola, dato che Jared abita dall’altro lato della città. E in quegli anni, il rapporto dei tre diventa forte, diventa solido.

Jensen ha decisamente raggiunto un suo equilibrio; Damien, ormai quasi 15enne, sa di avere le spalle coperte da , ora, due persone meravigliose e ha scoperto in Jared un migliore amico, leale e sincero. Anche severo all’occorrenza, ma questo non gli dispiace, gli serve a restare con i piedi per terra.

E Jared, beh!, Jared ringrazia Misha ogni volta che ne ha l’occasione. Lo ringrazia per averlo assillato ad accettare quell’incontro al buio tanti anni fa or sono.

Ma poi arriva quel momento.

Quel momento che Jared ha sognato e pianificato per settimane, perché davvero, ora vuole che tutto sia perfetto.

È dicembre, fuori nevica.

Nell’angolo del soggiorno, un più che decorato albero di Natale illumina in modo soft l’ambiente. Damien è in camera sua con il suo pc, mentre i due compagni sono seduti al divano a godersi la serata e l’ennesimo Fast and Furious alla tv.

Poi Jared si alza, sciogliendosi piano dall’abbraccio di Jensen e si dirige verso il piccolo mucchio di scatoli da regalo che sono incastrati alla base dell’albero.

“Ehi, tu!?” lo richiama fintamente arrabbiato Jensen. “Aspetta Natale per aprire i tuoi regali!”

“Non voglio aprire i miei regali. Voglio aprirne uno tuo!” gli risponde Jared guardandolo subito dopo.

Jensen rimane decisamente basito quando tra le mani del compagno vede una piccola scatola blu cobalto, che onestamente non aveva mai visto tra i regali. Doveva essere davvero ben nascosto.

“Jared, ma cosa...” inizia a dire, intanto che il giovane gli si fa vicino, rimanendo , però, in ginocchio davanti a lui.

Jensen scatta seduto dritto, mentre Jared è ormai di fronte a lui.

“Volevo dartelo la mattina di Natale, ma lo sai che io e gli appuntamenti alla lunga non andiamo d’accordo.” ammette in colpa, ricordando la mattina in cui si presentò a casa di Jensen, decisamente e magnificamente isterico.

“Jared...”

“Mi hai cambiato la vita, Jensen. Tuo figlio me l’ha cambiata. E io non riesco, per quanto mi sforzi, a vedermi in una vita diversa da questa, oramai. Con te, da quando sto con te, sono diventato un compagno, un fidanzato, un amante e non c’è niente che mi faccia sentire meglio di quanto non mi senta. E Damien..oddio, Damien ...l’altro giorno mi ha detto che sono il suo migliore amico e che...” ma l’emozione gli tira un brutto scherzo e non riesce a finire.

“Jared, ehi!?...” lo rassicura Jensen, anche se , anche i suoi occhi cominciano a bruciare.

“Sposami, Jensen. In nome dell’amore che ho per te e che sento per tuo figlio...sposami.” è la proposta fatta tutta di un fiato per evitare che l’emozione vinca ancora, mentre apre il piccolo scrigno di plastica e velluto.

“Oddio!!” sussurra Jensen.

Gli occhi fissi sul piccolo cerchio in oro bianco. Il cuore a mille. Il fiato corto. La testa e i pensieri in totale panico, fin quando Jared non gli mette una mano sul viso e lo costringe gentilmente a guardarlo.

“So a cosa stai pensando. Per me va bene. È giusto che sia così. Va’ da lui!” gli dice, intuendo che il compagno vuole che Damien sappia per primo la risposta che intende dare a Jared. “Io resto qui. Non vado da nessuna parte!”

“Ti amo. Ti amo da impazzire!” è la risposta all’incoraggiamento di Jared.

“E io amo te!” risponde mentre si mette in piedi e si tira dietro anche un Jensen ancora visibilmente sconvolto e commosso. E sì, anche un tantino nervoso.

 

Jensen, così, bussa alla porta della camera di suo figlio.

“Ehi?, posso parlarti un attimo?!” chiede all’ormai adolescente Damien.

“Ehi, Pa’! Tutto ok?” chiede in fretta il ragazzo. “Mi sembri un tantino nervoso!”

Cavolo, se lo è!!

“Non ti vedevo con quell’espressione, da quando hai perso la scommessa che facesti con Jared, su chi doveva farmi il discorsetto delle api e dei fiori!!”

Jensen straluna gli occhi al solo ricordo. “Per l’amor di Dio. Ho sudato sette camicie quel pomeriggio e tu alla fine di tutto, te ne sei venuto fuori con un divertito e soddisfatto “Papà, la riproduzione l’abbiamo studiata in quinta elementare e io ora sono al primo liceo. Sei arrivato tardi!!”….Gesù, ti avrei ucciso!!”

“Lo so, ma fu così divertente vederti arrancare tra termini ed esempi!!” lo prese ancora in giro. “Comunque!!, davvero. Che succede?”

“Io e Jared ...noi...vorremmo ..sì, ci siamo resi conto che….” balbetta peggio del famoso discorso delle api.

“Oh per favore, papà!! dimmi che tra voi è tutto ok!” si allarmò il giovane.

“Sì, sì...tranquillo. Il fatto è che lui vorrebbe...”

“...trasferirsi? Ha avuto un altro incarico e deve cambiare zona….”

“No, lui e io….”

“…. o magari città e tu vuoi...”

“No, no, no. Mi ha chiesto di sposarlo! Mi ha solo chiesto di sposarlo.” dice in fretta per troncare definitivamente le altre ipotesi che stavano confondendo il figlio.

E a quel punto, Damien fa una cosa che Jensen davvero non si aspetta.

 

Il ragazzo si alza in tutta fretta e con poche falcate, raggiunge il compagno del padre nel soggiorno.

“Come hai potuto fare una cosa simile!?” gli rimprovera severo.

 

Jared scatta in piedi e guarda stranito Jensen appena dietro il figlio.

“Damien, ma cosa...”

“Hai sempre detto che saresti stato mio amico! Il mio migliore amico!”

“Ed è così. Lo sono!”

“E tu pugnali sempre alle spalle i tuoi migliori amici?!” chiede evidentemente contrariato.

“Damien!” lo richiama severo il padre, a quell’uscita. “Calmati!!”

“Damien, perché...perchè dici così. Io amo tuo padre. E lui ama me, lo sai. Perché...”

“Lui è responsabile di me e io lo sono di lui. Saresti dovuto venire da me prima!!” esclama con tono severo.

 

Jared è decisamente basito e sorpreso, poiché ha appena compreso a che cosa è dovuto quel risentimento da parte del giovane.

 

“Un attimo, un attimo!!….Damien , tu….volevi che venissi prima da te per chiederti ….il permesso di sposare tuo padre?!” azzarda a chiedergli.

Damien si impettisce in tutto l’orgoglio dei suoi quasi 15 anni. “Certo!” afferma con decisione.

Jensen sospira sollevato. Jared, altrettanto.

Poi , regola di nuovo il respiro e si mette di fronte al giovane amico. Un altro sguardo veloce al compagno.

“Damien, mi concederesti l’onore di sposare tuo padre?!” chiede con rispetto.

Il giovane lo guarda a fondo. Guarda suo padre che gli sorride dolcemente.

“Non potrei chiedere uomo migliore per l’uomo migliore!” è la dolce concessione.

Dopo di che, i due si abbracciano con trasporto. “Ma...” e a quel ma, Jared si distanzia appena, mentre Jensen si fa loro vicino.

“Ma?!”

“Ad una condizione.” premette.

“Che condizione?!” si ritrovano a dire all’unisono, Jared e Jensen.

“Il giorno del matrimonio, quando dovrete firmare le carte per il registro e tutto il resto, dovrai firmare un altro documento.” risponde, ma solo a Jared.

“Quale?!”

“Quello che darà l’avvio alle pratiche della mia adozione da parte tua!” dice tutto di un fiato.

Jensen smette di respirare per la commozione. Jared sente che il suo cuore ha fatto i bagagli e ha decisamente dato le dimissioni. Per un attimo dimentica come si respira, di come si parla, di come si formula un semplice pensiero o solo una frase fatta di un soggetto, verbo e complemento. Ed è un maestro elementare!!

“Jared??!” lo richiama Damien.

Dopo un po’ anche Jensen si rende conto dello stato emotivo in cui è caduto il compagno. “Jared, amico!!?” lo richiama.

“Jared , lo so che non riuscirei a chiamarti in modo diverso da Jared, l’ho fatto per anni. Ma almeno sulla carta vorrei...voglio..” precisò, “...che nessuno possa mettere in dubbio ciò che sei diventato per me. Un altro meraviglioso padre!!” spiega il giovane, sperando che quelle sue parole riportino alla realtà il compagno del padre.

Padre e figlio si guardano. A dire il vero , ora, anche in modo alquanto preoccupato, dato che Jared, fissa entrambi con sguardo imbambolato.

“Jared, io...” continua il ragazzino, ma Jensen, anche se emozionato, lo ferma.

“No, no, no Damien. Se gli dici ancora qualcosa, penso che lo perderemo del tutto.” e poi rivolge le sue attenzioni, al compagno. “Ehi!..ehi! Piccolo!! senti quello che dico?, Jared...andiamo, cominci a spaventarci!!” lo sprona a reagire.

“Forse dovresti prenderlo a schiaffi!” azzarda Damien.

“Cosa?? Nooo!” fa piccato. “Non lo prenderò a schiaffi!” e poi guarda il compagno ancora “perso”. “Magari uno solo…..per farlo rinsavire!!”

“Provaci e ti uccido!” sussurra finalmente Jared, che pian piano, riprende anche colore.

“Oddio!!!” esclamano sollevati gli altri due. Scoppiando a ridere un attimo dopo.

 

Così, circa otto mesi dopo, e una miriade di compromessi dopo, su dove celebrare, dove festeggiare, che tipo di buffet allestire pur di assecondare tutti gli stili alimentari dei loro ospiti, viaggio di nozze compreso, Jared e Jensen, si ritrovano davanti ad un giudice di pace. Al lato di Jensen, come testimone, Misha. Chi altri se no?!

Al fianco di Jared, Damien. E naturalmente, quando il ragazzo si era proposto come testimone , Jared aveva avuto un’altra delle sue crisi di smarrimento emotivo. Jensen era certo, che se Damien , avesse continuato a mostrare a Jared quando ormai gli si era affezionato , lui, sarebbe diventato vedovo prima ancora di essersi sposato.


Promettersi di amarsi per sempre, fu semplice. Naturalmente emozionante.

Farlo davanti ad una cinquantina di persone, fu decisamente più ansiogeno.

Ma si sa!! I matrimoni sono anche questo e Jared e Jensen, entrambi riservati di natura, dovettero scendere a compromessi e lasciare che anche le loro famiglie, si emozionassero almeno quanto loro.

Il loro primo ballo poi?! Un vero colpo al cuore per i due novelli sposi. La canzone scelta da Damien. Una canzone che molte volte il giovane Ackles aveva sentito provenire dalla stanza di suo padre.

 

So che sei da qualche parte là fuori

Da qualche parte lontano…...
……..Di notte quando la luce delle
stelle illumina la mia stanza
mi siedo da solo
Parlando alla luna
Cercando di arrivare a te
Nella speranza che tu sia dall'altro lato
a parlare di me alla luna..”
 

"Sembra che la luna ci abbia ascoltati!" sussurra Jensen, al marito che lo tiene abbracciato forte.
"Ti amo!" è la risposta di Jared, un attimo prima di baciralo.

Al momento del brindisi, contrariamente alle usanze che voleva che fosse uno dei testimoni a fare il classico discorso, Jared chiede l’attenzione di tutti. Jensen che già sa tutto, butta giù un sorso di champagne, giusto per mandare giù anche l’emozione.

Il giovane si alza e quando ottiene l’attenzione di tutti, inizia il suo discorso.

Ma mentre Jared si prepara al suo discorso, Jensen, si avvicina a Misha e gli indica la piccola videocamera che c’è sul loro tavolo.

“Registra e non perdere un solo momento!” gli suggerisce e Misha non aspetta un secondo di più per obbedire.

 

“So che di solito è uno dei testimoni a fare il discorso, ma Misha, mi ha gentilmente ceduto il posto, e poi credetemi, ho letto il suo di discorso e non credo che vogliate sapere le varie posizioni del Kamasutra che voleva suggerirci!!” scherza, facendo ridere tutti.

“Ehi!! sei un maestro. Dovresti sapere che la conoscenza non è mai troppa!” è la giustificazione ironica del testimone “destituito”

“Già!!” ammette Jared. “Comunque, il punto di tutto è: circa otto mesi fa chiesi a Jensen di sposarmi. Un infuriato Damien, mi fece presente che avevo saltato un passaggio in quello che avevo fatto. Lui e Jensen c’erano da prima. Una famiglia. Una splendida famiglia di cui io ho avuto l’onore e la fortuna di fare parte. Quindi, mi disse che avrei dovuto chiedergli il permesso di sposare Jensen e così feci, senza nemmeno replicare.” e sorride al ricordo, mentre anche chi ascolta sorride con lui. “Poi, però, Damien, mi spiazzò dicendomi che c’era un’unica condizione perché potesse concedermi la mano di suo padre e cioè che nel momento in cui avrei firmato le carte della nostra unione legale….” fa guardando l’uomo che ormai è suo marito e non più l’amico ragazzo presto fidanzato. “ ..avrei dovuto firmare anche i documenti che avrebbero dato il via alla sua adozione da parte mia. Beh!...” fa con un sospiro compiaciuto e mentre si volta verso Damien, il suo testimone. “...l’ho fatto. Ma quello che non sapevi e non sai ancora è che quelle carte io le avevo già firmate, dopo averne discusso con tuo padre, tre mesi prima di chiedergli di sposarmi e che quella sera quando tu me lo proponesti, io ebbi quella reazione perché non immaginavo che anche tu volessi regolarizzare il nostro …..legame.”

“Jared...” sussurrò emozionato Damien.

“Quello che ancora non sai è che oggi io non devo firmare nessun documento, ma tu….” e mentre lo dice, si mette una mano nella tasca interna della giacca e tira fuori un foglio ben ripiegato. “...se firmi questo, diventerai, in tutto e per tutti , mio figlio.” conclude, porgendo al ragazzo, il foglio.

Damien, lo prende e le sue mani tremano decisamente. “Ma cosa….”

Jensen si fa avanti, emozionato, come non potrebbe esserlo.

“E’ arrivato ieri. Volevamo farti una sorpresa. È la comunicazione ufficiale che la pratica è stata accettata e se tu, ora firmi, Jared diventa….”

“.. mio padre?!”

“Sì!” sussurra , Jared. “Ma c’è una settimana tempo perchè che tu decida di….” e Damien lo guarda.

 

E intorno a loro il più completo silenzio.

 

“Sta’ zitto e passami una penna!” è la risposta a quel suggerimento di doverci o volerci pensare ancora.

Damien firma. Tutti applaudono.

Misha con la videocamera non perde un solo attimo di quel meraviglioso momento.

Jared e Jensen abbracciano loro figlio.

E poi a conclusione di tutto, Damien prende la parola.

“Non sono fatto per i discorsi. Non per quelli ufficiali o troppo lunghi. Anzi credo che quello che dirò non sia nemmeno un discorso, ma una semplice richiesta.” dice alzando il calice che ha tra le mani.

“Se stai per chiedere di bere quel bicchiere , scordatelo!” lo anticipa Jensen.

“O di andare alla festa di West, beh!, scordati anche questo. Sei ancora in punizione!!” si accoda Jared.

In effetti pensare di essere un provetto MacGyver e fare esperimenti con il micro onde , rischiando di mandare in malore l’intero impianto elettrico di casa loro, era stato decisamente azzardato.

“No, no...tranquilli. Anche se un po’ di malleabilità, data la giornata...”

“Damien!!!” lo richiamano entrambi, mentre tutti gli altri sorridono.

“Ok!Ok!” ammette sconfitto. “No!, quello che volevo dire è questo: la vita mi ha messo accanto un padre che ha sempre fatto di tutto per darmi tutto quello di cui avevo bisogno e anche di più e di questo non potrò mai essergli riconoscente abbastanza. Ti voglio bene, papà!” dice allungando il calice verso Jensen, che occhi lucidi, risponde al figlio.

“E voglio bene anche a te, Jared!” dice poi mentre Jared non può che rispondergli , ricambiando. “So che quella famosa sera ti dissi che difficilmente sarei riuscito a chiamarti in maniera diversa da Jared. Infondo ti ho sempre chiamato così, ma oggi ti chiedo un favore.” e così dicendo, lasciò il bicchiere e si avvicinò al suo nuovo padre. “ Almeno per oggi, o anche solo per una volta, ti dispiacerebbe se io ti chiamassi.. papà?!”

Jared lo fissa emozionato. Quella richiesta lo prende decisamente contro piede. Sa che oramai Damien è suo figlio. Che nessuno potrà mai più negare un legame del genere, ma quella richiesta…

Così deglutisce, si volta a guardare suo marito, che spiazzato almeno quanto lui, tiene un pugno chiuso davanti alle labbra per cercare di nascondere l’emozione che lo sta vincendo.

“Non chiedo di meglio, Damien!” dice solo, avvicinandosi al figlio.

“Ti voglio bene…..papà!” è la risposta del ragazzo mentre lo abbraccia.

 

E’ inutile dire che Damien non smise più di chiamare Jared , papà.

E’ inutile dire che da quel momento non ci fu legame più forte di quello che si creò tra Jared, Jensen e loro figlio Damien.

A quanto pare, la luna aveva ascoltato le preghiere di ognuno di loro.

   
 
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