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Autore: Laura Taibi    27/04/2018    2 recensioni
"Questa è una storia che parla di coraggio, d'amore e di sacrificio. Una storia che nessuno ha mai raccontato.
La storia di come Parigi fu salvata e, con essa, il mondo intero.
La storia di come un gatto uccise una coccinella."
Questa fanfiction è disponibile anche in audiolibro sul canale youtube degli ambrogisti anonimi, che ne detengono i diritti di pubblicazione.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Dove stiamo andando?» chiese Chat Noir, mentre Ladybug saltava con fare sicuro da un tetto all'altro.

Lei non rispose, intenta ad individuare la finestra giusta. alla fine vide il piccolo balconcino con i gerani rossi e fece segno all'altro di seguirla. Dovette bussare un paio di volte, tanto che per un attimo si chiese se ci fosse qualcuno in casa, poi il vecchio aprì le imposte.

«Ladybug, che ci fai qui?» chiese mentre i due si accomodavano. «E perché c'è anche Chat Noir?»

«Lei mi conosce?» chiese il ragazzo.

Il vecchio dai tratti orientali si limitò a sorridergli, dopodiché si sedette sulle stole vicino al lettino in cui solitamente eseguiva i massaggi e invitò gli altri due a fare lo stesso.

«Lui è il maestro Fu,» iniziò a spiegare Ladybug «guardiano dei miraculous e, credo, l'unico a conoscere entrambe le nostre identità segrete.»

Chat Noir spostò lo sguardo da Ladybug al vecchio e viceversa. Fu come un fulmine, non appena ricordò di quel primo giorno di scuola. «Lei... lei era...!»

Maestro Fu lo interruppe. «Non serve aggiungere altro, Chat Noir» disse. «Tutto quello che ha detto Ladybug è vero. Quello che non capisco è che cosa ci fate qui.»

«Abbiamo bisogno di aiuto» esordì Ladybug. «Chat mi ha detto di fuggire ma non posso lasciare la città sapendo che lui dovrà combattere da solo... ho bisogno di richiamare Rena Rouge, Queen Bee e Carapace!»

Ladybug sapeva che era un rischio. Li aveva chiamati solo individualmente e aveva esitato fino a quel momento perché sapeva chi si nascondeva dietro le loro maschere e non voleva metterli in pericolo, ma non c'era altro da fare ed era certa che quei tre, guidati da Chat Noir, avrebbero tenuto a bada ogni akuma, nonostante...

«Se te ne andrai chi libererà le akuma? Sai che sei l'unica con il potere di farlo» l'anticipò maestro Fu, come se le avesse letto nel pensiero.

«Non importa» s'intromise Chat Noir «ce la caveremo, quello che conta è che lei fugga prima che... che...»

Ladybug si voltò a guardarlo. «Che cosa?» chiese. «Cosa accadrà se resto qui?»

Chat Noir strinse i pugni. come poteva dire quello che sapeva?

«Ho trovato il covo di Papillon, sono stato catturato e lui mi ha rivelato i suoi piani» disse infine, sospirando. «Vuole i nostri miraculous perché, a quanto pare, chi li possiede potrà esprimere un desiderio.»

Ladybug lo guardò con occhi spalancati. «Papillon ti ha catturato?!» chiese, sconvolta. «Mi avevi detto che avevi avuto dei problemi familiari!»

Chat abbassò lo sguardo, torcendosi le dita.

«Come sei riuscito a sfuggirgli?» lo incalzò lei.

«L'ho ingannato... gli ho fatto credere che avrei collaborato per prendere i tuoi orecchini.»

«E lui ci ha creduto?» s'intromise maestro Fu, guardandolo dritto in faccia.

Chat annuì , mantenendo lo sguardo basso.

«Mmm» mugugnò Ladybug, sfiorandosi il mento «questa storia non mi convince, ma comunque, che razza di desiderio potrebbe mai esprimere un tipo come Papillon?» Si voltò verso il ragazzo.

«Vuole far tornare indietro qualcuno» si limitò a rispondere lui.

Maestro Fu si alzò, avvicinandosi al grammofono posto alla parete in fondo alla stanza, su un mobile in stile orientale. «Se le cose stanno così non posso far altro che aiutarvi» disse.

Dopo aver pigiato alcuni tasti sul grammofono, quello si aprì, rivelando una scatola ottagonale in mogano, intarsiata con motivi orientali. Maestro Fu la portò dai ragazzi e l'aprì, mostrando loro i miraculous contenuti all'interno.

Chat Noir notò che oltre agli scomparti per la coccinella, il gatto e la farfalla, vi era anche quello dove, un tempo, doveva essere stato custodito quello del pavone. «Come ha fatto Papillon ad entrare in possesso del miraculous della farfalla?» chiese «E che fine ha fatto quello del pavone?»

«Come ho già detto a Ladybug, ho perso entrambi i miraculous tanti anni fa» disse quello.

«Si, ma come? Che cosa è successo?»

Maestro Fu piegò la testa di lato, osservando la scatola, malinconico. «E una storia lunga e triste.»

«La prego» insisté il ragazzo «potrebbe essere importante.»

«Beh, sapevo che prima o poi sarebbe arrivato questo giorno» sospirò il vecchio. Si alzò e si diresse alla finestra, portando le mani dietro la schiena e perdendosi nei ricordi.

«È una storia che risale a tanti, tantissimi anni fa, quando ero ancora soltanto un ragazzino. Vivevo in un paese lontano da qui e, come molti altri bambini, ero solo un orfano che tirava avanti come poteva. fu all'età di appena sei anni che un gruppo di monaci mi prese con sé, portandomi nel loro tempio tra le vette innevate poco distanti dal monte Everest, in Tibet, e fecero di me un iniziato.»

Al sentire nominare il Tibet, il cuore di Chat Noir prese a battere più velocemente.

«Quei monaci, come mi spiegarono in seguito, facevano parte dell'antichissimo ordine dei guardiani, un gruppo di maestri incaricati di proteggere i miraculous, gli antichissimi manufatti creati da un potente mago.

Studiai e mi allenai per anni, imparando a governare i poteri dei miraculous e a rispettare la magia che essi racchiudevano. A diciotto anni, come i miei fratelli, feci il rito di passaggio e diventai un maestro. Avrei dovuto vegliare con saggezza sui manufatti dei miei antenati, ma ero giovane, dotato, e il solo pensiero di finire i miei giorni come uno dei tanti membri anonimi dell'ordine mi inorridiva.

Avevo studiato gli antichi testi per anni, aiutato da una persona a me molto cara. Gli stessi testi che quel mago aveva utilizzato per creare i miraculous, e sentivo che avrei potuto superarlo. Volevo creare il miraculous più potente che fosse mai esistito.»

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo carico di significato. Stavano davvero ascoltando la storia dei loro miraculous ed era affascinante e spaventosa al tempo stesso.

«Una notte, infine, andai di nascosto nella stanza dei riti e iniziai ad evocare il kwami che mi avrebbe condotto alla grandezza. Come uno sciocco volli cimentarmi in un'impresa che andava ben oltre la portata di chiunque e, come risultato, evocai l'essere più terrificante che avessi mai visto: uno yaogui.»

«Che cosa è?» chiese Ladybug.

«Un demone» rispose il maestro Fu, voltandosi. «Un essere malevolo il cui solo scopo è quello di raggiungere l'immortalità, cibandosi degli esseri viventi.»

La ragazza si pentì di averlo chiesto. Era spaventoso.

«Cosa successe dopo?» domandò a quel punto Chat Noir.

«Spaventato, tentai di racchiuderlo nell'oggetto che avevo destinato al miraculous, ma quello si ruppe. Non mi ero preoccupato più di tanto di trovare un involucro adatto. Pensavo che sarebbe andata bene qualsiasi cosa. Avevo preso sottogamba l'importanza del monile e, in quel momento, mi resi conto che l'unico modo per intrappolarlo era...»

«Utilizzare un oggetto creato dal mago» concluse Chat Noir.

Maestro Fu annuì, stupito dall'acume del ragazzo. «Corsi fino alla sala dei tesori, mentre lo yaogui iniziava a dare fuoco al tempio, cambiando forma in esseri sempre più grandi e raccapriccianti, man mano che si cibava dei miei fratelli.

Quando finalmente arrivai nella sala, aprii la scatola e scelsi il miraculous del pavone, perché è il simbolo della vita e della positività, e di certo era il più adatto di tutti.

Grazie al libro riuscii a formulare il rito per esprimere il desiderio. Servendomi del miraculous del gatto e della coccinella intrappolai quella bestia immonda insieme al kwami del pavone. Non appena lo feci l'onda d'urto mi scagliò lontano, facendomi perdere i sensi... al mio risveglio la scatola giaceva accanto a me aperta, ma il miraculous della farfalla e quello del pavone erano finiti chissà dove, insieme al libro, e dei miei fratelli non era rimasto più nient'altro che il ricordo... non mi soffermai a indagare oltre. Presi il libro e la scatola e, spaventato, fuggii.»

Chat noir si alzò in piedi. Tremava dalla rabbia.

Maestro Fu ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo che il ragazzo gli si scagliò addosso, piantandogli gli artigli sulle spalle e inchiodandolo al muro.

«Chat ma che ti prende?!» urlò Ladybug scattando in piedi, spaventata.

«Sei stato tu!» urlò lui «Tutto questo è successo solo a causa tua!»

Aveva voglia di colpire quel vecchio, di sfogare la rabbia che provava e che lo stava logorando dall'interno. Quel miraculous era stato maledetto, sua madre ne aveva pagato le conseguenze e adesso aveva davanti la persona che aveva causato tutto quel dolore.

Ladybug si avvicinò a lui, mettendogli una mano sulla spalla ma Chat Noir, cieco di rabbia, l'allontanò con una manata, facendola cadere.

«Per colpa tua... è stato solo per causa tua... lei...» Chat non riusciva quasi a parlare. Sentiva che fra qualche attimo sarebbe esploso.

«Mi dispiace, so di aver sbagliato» disse maestro Fu. Il suo volto era più vecchio e rugoso che mai, e i suoi occhi lucidi esprimevano un profondo dolore. «Li ho visti morire tutti. Non mi è rimasto più nessuno e, come se non bastasse, ho condannato me stesso.»

«Che vuoi dire?» chiese il ragazzo, senza allentare la presa.

«Il potere dei vostri due miraculous può essere attivato una sola volta per ogni persona e, ogni desidero, ha un costo. La bilancia deve restare in equilibrio così, quando desiderai che quel demone, portatore di morte, rimanesse intrappolato nel miraculous, intrappolai la mia anima a questo corpo.»

Ladybug si rimise in piedi, guardando maestro Fu con occhi del tutto nuovi. «Vuol dire che...?»

«Non mi è concesso morire... sono quasi duecento anni che vago in questo mondo per espiare le mie colpe.»

   
 
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