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Autore: Pittrice88    28/04/2018    5 recensioni
-Vampirelock / Johnlock.- Ogni notte una figura misteriosa entra a Baker Street. Tra sogno e realtà. Tra la vita e la morte. [All'interno della raccolta Freddo (minilong di 4 capitoli completa)]
Possibile ooc
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FREDDO (parte 2)
Ogni sera, al calar delle tenebre, il vampiro si presentava a Baker Street. Il loro rapporto tornò quanto più simile possibile a quello prima della sua morte. Quando poi John si addormentava, Sherlock restava con lui per il resto della notte stringendolo a sé. Una sera però John se ne accorse
 
- Che stai facendo?-
 
- La morte è fredda…e anche la terra lo è–
 
- Pensavo che non potessi sentire nulla-
 
- Infatti, tutto è freddo, senza distinzione alcuna… tranne te. Percepisco il tuo calore –
 
Il dottore impallidì. Un velo di tristezza gli riempì gli occhi –vieni – sussurrò scostando le coperte con la mano e indicando la zona di letto libera accanto a sé. Sherlock gli si raggomitolò accanto e questa volta fu il biondo a stringerselo vicino. – Va meglio?- gli bisbigliò in un orecchio. Sherlock annuì appena
 
- soffro d’insonnia, lo sai… un conto è a casa… un conto è in una bara 2 metri sotto terra…-
 
- se vuoi vengo a farti compagnia- gli baciò delicatamente la fronte, con leggerezza, senza pensarci, come se l’avesse sempre fatto e fosse la cosa più normale al mondo
 
- sei il solito idiota John. Lo apprezzo molto, davvero, ma moriresti soffocato – sorrise - non mi sembra il caso…-
 
Com’erano calde e morbide le labbra di John. Quel flebile contatto, durato una frazione di secondo,  gli bruciava la fronte e gli faceva ardere il cuore. Per un istante si trovò nel suo palazzo mentale a fissare una stanza vuota. Come diamine aveva fatto John a svuotagli completamente la mente?
 
- Porta la bara qui a casa allora…-
 
Il vampiro si destò bruscamente dai suoi pensieri -Sarebbe rischioso. E come minimo passeresti per matto-
 
- Come vuoi… Hai cenato? –
 
- John, io sono morto, ho poco di che preoccuparmi della mia salute!-
 
-Si, scusa, però i vampiri devono comunque nutrirsi. O vuoi forse mummificarti? Da quant’è che non mangi?- la voce flebile, premurosa e rassicurante.
 
Dapprima Sherlock non rispose, abbassò lo sguardo e appoggiò la fronte sul petto di John, poi con un sibilo colmo di tristezza sussurrò – non voglio uccidere nessuno…- sospirò –potrei anche non farlo…ma rischierei di essere perseguitato a vita. Nessuno vuole un mostro a piede libero a Londra-
 
- Smettila! Tu non sei tu mostro! Non lo sei mai stato e mai lo sarai. – Istintivamente gli posò nuovamente le labbra sulla fronte e se lo tirò un po’ a sé – se hai fame ci sono io…-
 
- Ti farei male, non voglio –
 
- Non temere, vieni, sono certo me ne farai il meno possibile- John lo guardò con dolcezza, senza paura, fiducioso come solo lui sapeva esserlo nei suoi confronti. Gli mostrava il collo reclinando leggermente il capo, facendogli spazio.
 
La visione per il vampiro fu irresistibile. Senza preavviso si allungò, un attimo prima Sherlock era raggomitolato tra le braccia del suo amico, e ora era già disteso sopra di lui sovrastandolo. I canini affondarono con decisione nella carne, i denti penetrarono a fondo nella giugulare. Nella stanza si levò un grido. Il sangue fluiva copioso nella bocca di Sherlock, caldo, mentre John si contorceva sotto di lui per il dolore, ma senza realmente cercare di sfuggirgli. Quanto era buono il sangue di John, così dolce, metallico da sembrare sin speziato. Bollente. Succhiarlo dal collo del suo amico lo faceva sentire incredibilmente bene, era così inebriante, poteva quasi definirsi felice. Le unghie del dottore piantate nella schiena, i gemiti in sottofondo, ma lui non sentiva nient’altro che il battito frenetico del cuore di John.  
La presa del medico si fece meno forte e, per un istante in vampiro temette d’avere esagerato. Non era ancora molto esperto in merito. Si scostò leggermente andando a cercare il volto del medico con lo sguardo. Gli occhi blu erano lucidi, ma al tempo stesso in qualche modo adoranti e pieni d’affetto.
 
- Grazie John- sussurrò prima di chinarsi nuovamente sul suo collo per andare a leccare le ultime gocce di sangue che fuoriuscivano scarlatte.
 
- …come fai? –
 
John non rispose, ma lo sguardo interrogatorio fu molto eloquente
 
- Sei sempre stato capace di accettarmi per quello che ero. Ti sei sempre preso cura di me, mi hai voluto bene, mi hai protetto, sin dal primo giorno, e  ora, nonostante tutto, ancora ti prendi cura di me-
 
- Mi piacerebbe che tu potessi vedere te stesso attraverso i miei occhi. Ti renderesti finalmente conto di quanto tu sia speciale –
 
- se tu potessi guardare coi miei scopriresti che vediamo la stessa cosa. Stai diventando la mia nuova dipendenza, sai…–
 
John si assopì, sfinito. Era pallido, debole, così indifeso agli occhi del consulente, che avrebbe passato l’ennesima notte a vegliarlo. Il vampiro appoggiò la testa sul petto dell’amico. Il cuore di John era tornato a battere regolarmente e quello era l’unico suono che aveva intenzione d’ascoltare fino all’alba. Quella meravigliosa melodia di vita. Chiuse gli occhi a sua volta e, per la prima volta dopo essersi nutrito, il suo inconscio non gli mostrava fiumi cremisi e onde scarlatte, ma solo il blu degli occhi di John. La sua mente era stranamente silenziosa e si lasciò cullare dal suono del battito, come se non esistesse altro al mondo. 
 
 
…continua…


Note dell’autrice
Questa ff mi sembra la tela di Penelope, la scrivo, cancello e riscrivo ogni 2 minuti, quindi ho deciso di pubblicarla così, a spizzichi e bocconi, almeno ciò che è già su efp non lo cancello più XD
Il rusultato finale è decisamente fuori dal mio stile. Spero vi sia piaciuta comunque.
In teoria manca solo la parte conclusiva, ma magari cambierò idea in corsa (nuovamente). Chi vivrà vedrà.
Grazie per aver letto fin qui.
Béa
   
 
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