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Autore: emo_baby    03/07/2009    0 recensioni
«Perché mi hai portato via tutto? Non ti ho mai fatto nulla!» disse il moro riferendosi a Mattia che lo guardava con superiorità ghignando «vuoi sapere perché? Va bene ti accontento! Luca tu avevi tutto quello che io non ho mai avuto, degli amici sinceri, una bella ragazza, e dei parenti affettuosi… hai avuto tutto questo per troppo tempo ora tocca a me».||| questa ff è basata su una canzone che adoro, cuore gelido- hugaflame
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maledico il giorno che sei nato mi hai venduto l’odio a caro prezzo e a caro prezzo l’ho pagato, e ancora mi chiedo perché, sei fortunato se hai incontrato uno che non conosce l’odio come me. «non me ne fotte niente chiaro? Tu devi uscire dalla mia vita!» il ragazzo moro guardò con occhi spenti quelli della persona che aveva di fronte e che considerava amico «tsk… non hai più nessuno Luca, fattene una ragione… sono io il mito ora, non sei più nessuno tu»gli disse Mattia, il ragazzo annuiva a capo basso, pensava a quel maledettissimo giorno in cui ha cercato di aiutarlo… ha cercato di mostrargli la felicità ma lui l’ha ripagato con l’odio, si è preso tutto ciò che gli apparteneva, gli amici, la ragazza e anche la fiducia dei familiari, con gli occhi offuscati ripensava a quel giorno… «Ciao, ti serve aiuto?» disse Luca, un ragazzo di 18 anni a un altro ragazzo suo coetaneo che se ne stava in un angolo a fissare le piastrelle del pavimento scolastico «nessuno mi vuole… sono solo» il moro fece un profondo sorriso al ragazzo e allungò una mano «piacere Luca! Tu come ti chiami?» lo guardò un po’ confuso ma poi allungò anche lui la mano sorridendo impacciato «sono Mattia». Eri rimasto solo mi ricordo, ti ho visto solo e dannato che sono ti ho fatto entrare nel mio mondo, hai fatto tutto per distruggerlo, non più un amico nulla, piangevo ed ogni giorno mi sembrava l’ultimo. «Ehi Luca! Da te non me l’aspettavo! Mi hai mentito» le disse una ragazza, Sara la sua migliore amica, «ma no Sara! Ti ho detto la verità! Credimi» ormai la ragazza piangeva e Mattia la stringeva a se dicendole nell’orecchio «non merita il tuo affetto». Tutto era scomparso. Tutti si fidavano ciecamente di quel ragazzo biondo che da quel mese non aveva fatto altro che rovinare la vita di Luca, ormai non gli era rimasto nulla. Hai trasmesso l’odio a quelli che chiamavo amici ora le luci sono spente, sono rimasto solo e ora solo ti guardo con gli occhi deboli e spenti di un cane bastardo. «Perché mi hai portato via tutto? Non ti ho mai fatto nulla!» disse il moro riferendosi a Mattia che lo guardava con superiorità ghignando «vuoi sapere perché? Va bene ti accontento! Luca tu avevi tutto quello che io non ho mai avuto, degli amici sinceri, una bella ragazza, e dei parenti affettuosi… hai avuto tutto questo per troppo tempo ora tocca a me». Non ci credo non c’è un animo più gelido, forse l’invidia ti ha portato a questo ma questo io non lo merito… e ora che ho perso il mio respiro, hai schiacciato il mio cuore con questa rabbia che purtroppo non ho mai capito. Due anni dopo «Ti amo anch’io…» le disse Stefania, una ragazza bassina di 19 anni che aveva incontrato un anno prima durante un weekend fuori città, il moro le prese il mento con due dita e la baciò, «evvai! Finalmente» dissero gli amici che si erano nascosti dietro l’angolo ad osservare la scenetta «ehi!! Non violate la nostra privacy!!» disse Luca fingendo un piccolo broncio ma poi ridendo felice a quei suoi nuovi amici, a quelle persone che qualcuno gli aveva portato via, ma finalmente aveva ritrovato la forza di guardare dritto a se. La serata passò tranquilla tra le risa e i baci innocenti. Ormai era giunta l’ora di fare rientro a casa, prese il cappotto e con Stefania sottobraccio si avviarono verso il parco e lì lo vide… lui… colui che gli ha portato via tutto, era solo con una ragazza che gli urlava contro tutto l’odio, gli ripeteva di essere un insensibile… continuò a camminare provando qualcosa di strano. Stefania si accorse che il ragazzo guardava insistentemente il ragazzo con uno sguardo turbato e sofferente «amore… lo conosci?» Luca le sorrise e le sfiorò una guancia con espressione triste «una brutta storia… non preoccuparti, non sciuparti con cose del tutto inutili» la ragazza lo guardò curiosa «dai racconta!». Luca le raccontò ogni dettaglio, più lui parlava, più la giovane rimaneva allibita dal cuore gelido di quella meschina persona «scommetto che lo odierai a morte» bofonchiò Stefania stringendosi nel suo cappotto di lana, lui le fece un sorriso triste «nessuno merita di essere odiato». Anch’io non son cambiato, ancora non ho imparato ad odiare, come facevi tu per farmi stare male, non voglio vederti credimi, non vorrei mai provare per te quel senso di pena che non ti meriti. «Amore hai sonno?» le disse mentre si toglieva la sua giacca per metterla sulle spalle della giovane «a essere sincera no… perché non andiamo a casa di Lilly? Tanto se non si fanno le 4 di notte lei non va a dormire» disse ridacchiando, lui annuì trovando diversi amici che avevano fatto la loro stessa pensata e si trovavano tutti sotto al palazzo ridendo e facendo battute. Sono felice, ho i miei amici la mia gente, nulla mi è rimasto di te, perché tu non vali niente. Non posso credere di avere lo stesso sangue carico dell’odio che a volte ti fa esplodere le vene. Tutti salirono dentro il palazzo bussando alla medesima porta ma Luca no, aveva detto a Stefania di salire e che lui sarebbe arrivato due minuti più tardi. Aveva visto Mattia andare verso di lui, non gli importava nulla di quell’essere, non avrebbe fatto nulla per aiutarlo. Il biondo si avvicinò a capo chino verso Luca e bisbigliò un debole «scusa» lui lo guardò «troppo tardi». E questo io l’accetto, per questo posso nell’indifferenza regalarti solo il mio rispetto…
  
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