Le foglie ormai non cadono più. Tutto si è spento.
Risento l'eco insormontabile della sua voce, e della sua risata fragorosa.
Rivedo le sue mani, contro le mie, piene di sangue.
A volte ritornano i volti dei miei bambini, i miei due bambini, Tessalo e Alcimene , dolci come il miele.
E' passato un anno da quando io e Giasone ci siamo separati , da quando ho ucciso i miei figli, sangue del mio stesso sangue.
E' passato un anno da quando sono sola, completamente sola.
E lui? Lui dov'è? Solo , come l'ho lasciato? Solo , senza una casa, una moglie, una discendenza, la sua cara e amata discendenza?Oppure sarà già nel letto e tra le braccia di un'altra?
Una cosa è certa: io non riesco a dimenticarlo.
Giasone
Buio, buio totale.
Un buio perenne dalla mia vita da quando vivo qui da solo, senza la mia Glauce, senza il suo profumo.
E a volte mi capita di sentirne la voce, e , malinconico, mi rinchiudo nel suo armadio, dove i suoi abiti sono conservati gelosamente.
E mi sento cosi in colpa di aver macchiato il mio nome, poi il suo, e quello della sua famiglia.
Mi sento il colpa di aver provocato questo disastro, di aver portato Medea nella mia terra, per quel maledetto vello d'oro.
Mi sento il colpa per non aver fermato la mano di quella pazza nel momento in cui uccideva i miei due figli.
Vorrei solo tornare indietro, vorrei non aver mai conosciuto Medea e aver affrontato quelle mille peripezie insieme ai miei compagni.
Ricordo ancora le labbra di quella docile donna sulle rive di Lemno. E la sua chioma bionda mi accarezzava il torace nell'atto di assaporare la mia bocca.
Sarei rimasto li per il resto della mia vita e invece.. invece sono qui.
Tra il buio della notte e il buio del mio giorno, ormai non c'è alcuna differenza.