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Autore: Camila Serpents    29/04/2018    1 recensioni
“Sapere che lui l’ha trascinata con sé in chissà quale parte della foresta, che la desidera, che la brama più di ogni cosa, forse più di quanto io voglio lui, ecco Miroku, questo mi logora dentro e mi toglie il sonno, mi fa un male atroce”.
La vide andar via a grandi falcate verso la foresta, sperando vivamente non che non incontrasse qualche demone, ma che non capitasse sulla stessa strada di chi le aveva fatto tanto male.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il riflesso che vedeva nello specchio la fece sorridere. Per essere la sua prima festa si sentiva a suo agio in quegli abiti così poco ordinari.
Un vestito rosa cipria le avvolgeva il corpo, le spalle erano coperte da una giacchetta bianca di un tessuto morbido e scintillante. Ai piedi, delle scarpe in tinta col vestito, non molto alte, anche se per i suoi standard quel tacco al di sotto dei dodici centimetri le risultava come se fosse un metro e mezzo.
Aveva raccolto i capelli in una treccia morbida che accuratamente aveva fatto scendere da un lato, per non averli in disordine. Il trucco era semplice ma curato, e per essere la prima volta a contatto con ombretti, ciprie, mascara e pennelli era fiera del risultato ottenuto.
Yuki sarebbe stata da lei fra meno di dieci minuti, prese la borsetta bianca, un paio di orecchini a lobo con dei brillantini che mise mentre camminava per il corridoio e fu pronta. Sentiva nel cuore una sorta di ansia da prestazione mista a curiosità che le impediva di restare ferma sul posto, girovagava per casa affacciandosi ogni tanto alla finestra per vedere se Yuki fosse arrivata.
Ad un tratto, mentre era in bagno a specchiarsi, il campanello suonò e sentì la madre aprire alla porta.

“Kagome è arrivata Yuki!”
Disse la donna mentre faceva accomodare l’amica della figlia nella stanza accanto.
Spense la luce e si fiondò nel salone, pronta e carica per uscire.

“Ma guarda quanto siete belle, devo farvi assolutamente una foto!”
La madre di Kagome prese in un cassetto una macchina fotografica istantanea e scattò; pochi secondi dopo la foto uscì dalla Polaroid.

“È venuta benissimo signora Higurashi!”
Yuki era entusiasta.

“Mamma puoi metterla nella mia stanza?”
Kagome sorrise alla mamma che contraccambiò il dolce gesto della figlia, facendole un cenno d’assenso.
Le due ragazze salutarono e si fiondarono fuori dalla porta incamminandosi verso la scuola dove sarebbero poi state portate al centro per la festa.
Mancava all’incirca un’ora al tramonto, l’aria estiva si era fatta più persistente e stuzzicava loro la pelle, sovvenne nella mente di Kagome quando quell’aria investiva il corpo suo e di Inuyasha, nell’atto di concedersi delle timide carezze.

“A che pensi?”
La voce di Yuki la destò da quella vagonata di pensieri.

“A nulla, ero solo incantata ad osservare il cielo”.
Cercò di essere il più credibile possibile, sperando di non aver creato troppa curiosità nell’amica.

“Allora credo tu debba guardare in alto e non in basso Kagome”.
Disse schiettamente.

Kagome la guardò ridendo, sapeva che Yuki non avrebbe potuto capire il motivo del suo gesto, eppure c’era una spiegazione; dopo essere scesa nel pozzo mangia ossa per essere catapultata nell’epoca Sengoku, il cielo combacia con la terra. In linea di massima si guarda il cielo, ma non si fa altro che avere gli occhi puntati verso la parte in cui gli uomini del suo mondo camminano.
Era assurdo come ragionamento, eppure le piaceva pensare che forse Inuyasha stesse guardando in alto, che i loro sguardi si incontrassero, superando il cielo, le nuvole, l’atmosfera e tutti gli strati della terra per poi ricongiungersi l’uno negli occhi dell’altro.

* * *

“Ragazzi c’è qualcuno vicino al pozzo…”
Il tono di voce di Sango si abbassò mentre con lo sguardo esaminava ogni angolo del bosco.
I tre si avvicinarono, Shippo era in groppa a Kirara, Miroku andò spedito verso quell’ombra indistinta nel buio della notte.

“Lo sapevo…”
Il monaco, dopo essersi lievemente chinato, raggiunse gli altri componenti del gruppo.

“Non ci credereste mai”.
Sussurrò piano.

“Cos’è un demone leggendario?”
Disse Shippo spaventato, con la coda fra le zampe.

“Nessun demone leggendario, è solo un mezzo demone”.
Miroku aveva un tono tranquillo, accompagnato da un mezzo sorriso.

“E’ solo Inuyasha”.
Continuò, rassicurando gli amici.

“Che ci fate voi qui?”
Il tono assonnato di Inuyasha interruppe la conversazione.
I quattro si guardarono fra di loro, poi Sango prese la parola.

“Siamo venuti qui per andare da Kagome, rispettiamo la sua decisione, ma vogliamo almeno salutarla e sapere come sta”.
Disse la guerriera con tono serio e distaccato.

"Senza almeno un frammento della sfera non potete farlo”.
Inuyasha li guardò curioso, in attesa di una risposta.

Sango tirò fuori dalla sua sacca la boccetta contenente tutti i cristalli che avevano trovato fino a quel momento, e stringendola fra due dita, la mostrò al demone cane.
Lo sguardo di quest’ultimo si rabbuiò. Capì che Kagome aveva fatto un gesto estremo, aveva rinunciato a quella che era la loro lotta, aveva rinunciato ai suoi amici, aveva rinunciato a lui.
Con uno scatto felino rubò la bottiglietta dalla mano di Sango che lo guardò incredula.

“Sei un violento egoista Inuyasha!”
Urlò con veemenza la giovane cacciatrice di demoni.

“E’ per questo che sto andando a riprendere Kagome”.
Salì sul bordo di legno del pozzo, guardò i suoi amici per qualche secondo e poi precipitò in quel tunnel fra i due mondi.

   
 
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